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Titolo:Althea

Autrice:Stefania Mortini

Self Publishing

Data di pubblicazione:10 ottobre 2016

Autoconclusivo

 

 

 

 

SINOSSI

Irene, bellissima ma ignara di esserlo, è una ragazza di provincia desiderosa di dimenticare ardentemente il dolore per la perdita del padre.
Il suo trasferimento a Milano muta in un intenso viaggio emozionale alla ricerca di se stessa perché la vita, così come la conosceva, le ha voltato le spalle per lasciar posto all’incertezza data da un vuoto incolmabile.
La permanenza nella metropoli favorisce l’incontro con il conturbante Alberto e la sofferenza tramuta nel desiderio di comprendere il misterioso vissuto di quell’affascinante maschio alfa, diventando lentamente più forte del dolore che la incatena ancora alla morte.
Con l’ausilio di un diario trovato per caso e degli episodi apparentemente fortuiti, da un lato si ritrova a curare il peso che attanaglia il suo cuore e dall’altro inizia a sperare in un sentimento in grado di eclissare il passato. Ma chi è veramente Alberto? Ci sarà mai un futuro per loro? Milano è la città della perdizione, dove tutto non è mai ciò che sembra e la notte trasforma apparentemente le persone, ammaliate dal gusto della trasgressione nascosta. Irene è alla ricerca di se stessa, ma rischia irrimediabilmente di spezzarsi per sempre.

RECENSIONE

Care Dame, la storia che vi presento oggi inizia con un’immagine emblematica:un viaggio in treno intrapreso per lasciarsi alle spalle un dolore immenso, che soffoca, congela, rende apatici e proietta verso  un futuro di rinascita.

Irene, la protagonista, è una bellissima italo-brasiliana, esplosiva non soltanto nell’avvenenza ma anche nella spumeggiante personalità. Cresciuta in un agriturismo nelle verdi campagne di Piacenza e  coccolata dall’amore della sua rumorosa famiglia, la venticinquenne ad un certo punto della sua vita  si è trovata davanti a  un bivio: fuggire per mettere a tacere una sofferenza impossibile da arginare oppure soccombere e lasciare  che le impantanasse le ali per sempre.

Decide quindi di dare una sterzata alla propria esistenza, recandosi ad un colloquio di lavoro nella caotica e grigia Milano.

Irene lascia il nido, inconsapevole che questo viaggio le cambierà completamente la vita.

Approdata all’Althea un locale elitario che ha fatto del lusso e dell’eleganza il suo marchio,Irene, pur essendo nervosa ed impacciata, riesce a fare inconsapevolmente una buona impressione su Serena, la proprietaria, tanto da essere assunta  come Hostess nel locale.

Ma il giorno del colloquio verrà ricordato dalla ragazza anche per un altro tipo di incontro.

 

I nostri sguardi si incrociarono. Il tempo si dilatò e quei pochi istanti li avvertii come se fossero secondi, forse minuti. Le nostre pupille si incatenarono, mi sentii improvvisamente liquida e quello che provai fu indescrivibile: quegli occhi grigi agganciarono i miei in una lenta danza che cominciò a far palpitare il mio cuore. Lui in realtà non mi osservò, ma si perse in me in un modo bollente e avido, che non avrei descritto però come languido o libidinoso.

 

Irene  ritroverà quegli occhi che la tormentano da giorni proprio sul volto volitivo, fiero ma chiuso e distante di Alberto che altri non è che il proprietario dell’Althea e  fratello di Serena, che le riserva una freddezza glaciale, come se l’attimo in cui i loro sguardi ed i loro cuori hanno palpitato all’unisono fosse frutto solo della sua fantasia.

Ma la ragazza  non si perde d’animo e dopo un’iniziale titubanza, sfoderera’ prontamente la propria verve, dando vita a frizzanti schermaglie in cui è palpabile  la tensione tra i due.

Se mi avessero fatto un elettrocardiogramma all’istante, mi avrebbero ricoverato in ospedale per sospetto infarto, visto l’accelerazione cardiaca. Se per accertamenti mi avessero fatto un encefalogramma, sarebbe stato piatto poiché mi sentivo come se mi fosse partito un embolo. “Ottimo, sono in preda al delirium tremens nonostante non mi sia mai drogata!”, pensai cinicamente, tentando di riprendere il controllo di me stessa. Beh, avrei sempre potuto richiedere i servigi del “Dottor Stranamore”. “Toglitelo dalla testa, cretina!”, mi rimproverai, consapevole che il mio basso umorismo non avrebbe risolto la situazione. Perché solo lui mi faceva sentire così? Perché non c’era nessun belloccio, tra i tanti del locale, che riusciva a far fremere le mie corde interiori come riusciva a pizzicarle lui? Perché l’unico uomo che era in grado di condensarmi il sangue nelle vene, doveva essere proprio il più stronzo di tutti? Bastardissimo Karma

 

Più Alberto tenta di restare rintanato nel suo guscio e non cedere all’attrazione che lo  attanaglia e più la prontezza di spirito, la freschezza e l’ironica sagacia di Irene lo tramortiscono e lo risvegliano. Lei non cerca approcci, tiene a freno le emozioni che lui le desta, si applica laboriosamente nel proprio lavoro dimostrando  carattere e personalità. Oltre il bell’involucro si nasconde una donna intelligente capace di attirare simpatie e favori…naturalmente tutto ciò scatena la gelosia di Alberto.

L’armatura di Alberto inizia pian piano a scricchiolare e quando Irene si troverà in pericolo,lui cambierà atteggiamento nei confronti della ragazza diventando iperprotettivo e solerte nonostante  lo scioglimento della calotta polare che iberna il suo cuore sia ancora lontano.

Alberto è un uomo di trentacinque anni, complesso, soffocato dal senso di colpa derivante da un passato che lo ha segnato, ermeticamente chiuso in un guscio che lo tiene a distanza da tutti, anche da Irene nonostante il sentimento che lo anima.

Lo trovai virile e bellissimo nonostante tutto, spettinato, con i jeans sdruciti e il pomo d’Adamo che faceva su e giù per bere avidamente. Rimasi imbambolata a guardarlo, poi i suoi occhi furono di nuovo su di me, infelici e combattuti, mentre rispondeva: «Irene, non sono sicuro che tu voglia davvero sapere che bestia sono stato…»

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Quando, spinto dall’istinto di protezione inizia a condividere sempre maggiore quotidianità con lei, finirà per arrendersi alle sensazioni che la ragazza gli suscita, sempre però mantenendo uno scudo .

 

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Nel mio viaggio per ritrovare me stessa non era stato contemplato l’ardore per qualcuno, eppure ormai mi ero impegolata fin sopra ai capelli con quell’uomo che emanava sesso da tutti i pori. Avrei potuto lottare o avrei potuto far finta di niente, ma nulla sarebbe servito a sopprimere quei sentimenti che ormai era ora di ammettere a me stessa.

Il loro rapporto è sempre in bilico a causa dei demoni che lo attanagliano. I sensi hanno ceduto ma la strada è lunga ed impervia fino allo stremo, nonostante esploda fra loro una passione incendiaria.

 

 I nostri incontri mi aggrovigliavano sempre le viscere: a volte piccanti, a volte dolci e a volte voraci. Lui era la quintessenza della virilità e sapeva di esserlo, stampandosi un sorrisetto soddisfatto sulla faccia ogni volta che rimarcavamo i nostri amplessi.

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La mia frase funse da detonatore e in un gesto inconsulto lui mi si avventò sulla bocca con la sua e finalmente la nostra passione esplose. Mi baciò così intensamente da non riuscire più a respirare e, staccandomi dalle sue labbra per prendere fiato, all’apice della veemenza, gli sussurrai all’orecchio: «Toccami Alberto.»

❤️

L’alchimia che si sprigionò tra noi fu così potente da sentirla sotto le vene, lungo il mio corpo. Mi assaggiò come se le sue labbra si stessero posando su un frutto esotico, dal succo prelibato. Cominciò a gustarmi così, dalla gola fino all’ombelico, denudandomi quanto bastava per godersi ogni centimetro della mia pelle, come se fosse la prima e l’ultima volta che mi assaporasse, come se domani non ne avesse più l’opportunità. Non indugiò, ma si scagliò prepotente su di me, facendomi intendere che aveva represso i suoi impulsi per lungo, lunghissimo tempo. Non fu gentile ed esitante, ma forte e diretto, scoccandomi una freccia dritta al cuore. Il mio desiderio era incontenibile, lo sentivo insinuarsi nelle vene come un veleno che non aveva antidoto. L’unico modo per avere un po’ di sollievo era assecondarlo, con il timore che l’assuefazione lo tramutasse in un elisir ancora più potente.

 

E tutto precipita nuovamente alla luce di una sopraggiunta rivelazione che li unisce e  al contempo li allontana.

Fu di nuovo fuoco nelle vene alla sola sua vista, ma l’amore che provavo per lui e il rammarico per l’uomo che non si sarebbe mai lasciato alle spalle il passato, contrastarono nuovamente, in una continua lotta che non trovò né vinti né vincitori

E sembra tutto perduto, tutto troppo complicato e doloroso, parole e gesti che feriscono come lame che non abbandoneranno la mente di Irene che decide di riporre le armi e tornare al proprio rifugio….

E qui mi fermo perché il finale è tutto da gustare, tenendo presente comunque che il caratterino di Irene non la abbandonerà fino all’ultimo istante, regalandoci  gustosi e divertenti momenti ed un pizzico di romanticismo con un dolce epilogo.

L’amore in fondo è proprio questo, trovare l’altra metà di te, che riesca a sopportare i tuoi difetti, adorandoli come pregi. Quando si è persa la strada, è difficile ritrovarla nell’oscurità della sofferenza, ma è molto facile riprendere il cammino grazie alla luce dell’amore

Se da questo punto di vista, questo romance è una piacevole e godibile storia d’amore, allietata anche da personaggi secondari, ben caratterizzati, come i protagonisti, che donano colore e calore alla trama, vi è un altro filone che l’autrice ha saputo tracciare sapientemente. Una vita condannata, sotto forma epistolare di cui Irene entra in possesso casualmente venendo a conoscenza di particolari ed esperienze che oltre a farle avvertire empatia verso la penna che le sigla, le doneranno inaspettate ed incontemplate risposte di cui non sarà conscia fino a quasi gli ultimi passi della storia. E qui è d’obbligo sottolineare la bravura dell’autrice che con tatto descrive realisticamente e con massima naturalezza il delicato argomento trattato.

In questa storia vi si trovano atmosfere romance, talvolta frizzanti, talvolta sensuali ma con un sottofondo dolceamaro che scandisce le vicende dei protagonisti come se il loro intreccio fosse parte di un disegno superiore. Una piacevole e coinvolgente lettura.

Alla prossima

Marianna

Storia 

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Sensualità
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