Quattro uomini. Quattro Hawk. Una Weaver. Mi si contorse lo stomaco, minacciando di espellere il vuoto che avevo dentro.

 

 

Titolo:Le regole del gioco

Autrice:Pepper Winters

Editore:Newton Compton

Pubblicazione:22 settembre 2017

Genere:Dark Romance

Serie:Indebted #6

 

 

La serie Indebted:

1)Io ti appartengo

2)Io ti pretendo

3)Nessuna scelta

4)Amami adesso

5)Maledetta voglia di te

6)Le regole del gioco

6.5)L’ amore di una notte-6 ottobre 2017

 

SINOSSI

L’amore cerca di trionfare, ma l’oscurità continua a regnare sovrana…
Sono innamorato di lei, ma potrebbe non essere sufficiente per impedirle di essere l’ultima vittima dell’Eredità del Debito. Ora so chi sono. so cosa devo fare. Staremo insieme. Spero solo che sia sulla terra e non in cielo.
Si tratta di questo. L’amore o la vita. I debiti o la morte. Chi vincerà?

 

 

Recensione a cura di Laura Pellegrini

Benvenute nel buio. Così desidero iniziare per raccontarvi questa lettura. Buio che mai prima di adesso è stato così fitto e insondabile. Siamo al sesto libro di questa storia dai tratti tanto passionali quanto macabri. Sesto capitolo di una storia d’amore folle apparentemente senza via d’uscita. Nila e Jethro, una Weaver e un Hawk, insieme contro due genealogie ben delineate, insieme contro le ristrettezze di un contratto sempre in via di modifiche, insieme contro la morte.

Recensire questo romanzo non è semplice per via di eventuali spoiler in cui potrei incappare, ma ciò che posso dire con assoluta certezza è che finalmente ritroviamo l’azione persa nei capitoli precedenti. La storia si evolve, si arricchisce di particolari assieme ai personaggi che lasciano finalmente intravedere qualcosa di loro oltre la coltre spessa dell’apparenza. I tasselli del puzzle iniziano a prendere il loro posto mentre la visione d’insieme del quadro diventa sempre più chiara.

L’amore rimane l’antagonista acerrimo della morte, morte che di pagina in pagina si fa sempre più concreta come una mano che alliscia, un serpente che striscia. E poi la vendetta. La sete di sangue e di rivalsa muovono i fili di tutti i personaggi che, per motivazioni e storie differenti, cercano l’assoluzione ai peccati più spietati, alle mani macchiate di sangue.

E il sangue, scorrendo copioso e vivido, diviene l’elemento purificatore in assoluto, il sacrificio massimo per la redenzione, redenzione difficile però da trovare.

Qualsiasi cosa avesse fatto Cut, qualsiasi cosa avesse fatto vedere a me, e subire a Nila, non ne sarei uscito indenne. Avrei respirato, ma sarei stato senza vita.

Avrei sbattuto le palpebre, ma sarei stato senza anima.

Sarei sparito dentro.

Il mio cuore si sarebbe aperto a metà, con le vene che versavano sangue su una vita che non desideravo più.

Il giusto diviene sbagliato, e lo sbagliato giusto in una corsa contro il tempo e contro la Mietitrice dal manto nero che pretende una vita in cambio della stessa.

Non sarei morta senza portare con me un Hawk.

Tra gemiti e lamenti, parole d’amore e promesse, i personaggi di questa serie faranno le loro scelte, si schiereranno, impareranno, capiranno, odieranno e ameranno in un vortice di emozioni che sopraffarà i loro sensi, confondendoli a volte, eppure portandoli verso un epilogo a mio avviso giusto, per quanto sofferto.

I miei polmoni chiedevano più ossigeno. Il mio cervello più tempo. E il mio cuore… più speranza, più vita, più amore.

Fuoco, acqua, aria, gli elementi divengono simboli attraverso i quali focalizzare se stessi e purificarsi nel profondo, attraverso i quali capirsi e amarsi, anche.

L’amore era il nemico peggiore: avvolgeva nelle spire della sua dedizione, non concedeva alcuna libertà quando si trattava di pensare in modo lucido alle avversità.

Ero una donna innamorata di un Hawk. Una Weaver che avrebbe versato il sangue degli Hawk.

E proprio l’amore, nella sua forma più pura o malata è la chiave di lettura di tutto. Nella sua mancanza, nella sua eccessività, nella sua irruenza e inadempienza. Le carte si voltano sul tavolo. I piani naufragano inesorabilmente. L’istinto vince su tutto.

Lei era più forte di tutti. E io volevo inchinarmi ai suoi piedi per il resto dell’eternità.

Questo è un romanzo particolare dai risvolti più macabri di quanto pensassi. Un ritorno alle origini, se così vogliamo dire, alle origini di quel male antico che ha scatenato la follia dell’eredità del debito e tutte le sue conseguenze. È un romanzo di morte e di vita, ma anche di speranza e di amore. Un romanzo che chiude perfettamente, a mio avviso, una storia bella e profonda, anche se ancora non è l’ultimo della serie. Le pagine divengono il palco di un teatro dove, a fasi alterne, i personaggi ci parlano di loro stessi, urlano a volte, piangono, gridano. Questa è la cosa che maggiormente ho gradito di questo libro, lo spazio che l’autrice ha lasciato a ogni singolo personaggio, lasciando a noi poi la scelta di un eventuale perdono o di giudizio. Malgrado però la storia, le varie vicissitudini, nonché i colpi di scena, la lentezza di alcune parti a favore di una dettagliata descrizione dei fatti, i concetti troppo spesso ripetuti, e alcune parti storiche poco approfondite, lo hanno appesantito a scapito di un ritmo narrativo brillate e incisivo tipico della Winters. Al di là delle mie considerazioni, però, questo romanzo rimane uno tra i migliori della serie al pari del secondo e del terzo libro che mi avevano fatta innamorare di questa autrice. Per chi ama questo genere non posso non consigliare questo romanzo, ricordandovi però che non sarà affatto una lettura leggera. Leggete sempre responsabilmente e se non siete pronte a scene forti, tra l’altro perfettamente descritte e che ho amato particolarmente, scegliete qualcosa di più consono alle vostre esigenze.

Alla prossima storia

Laura Pellegrini

 

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