RIBELLE

CRISTINA ZAVETTIERI

DELRAI EDIZIONI

SINOSSI:
Napoli 1795
Un ribelle e un’anticonformista. Federico Dalla Croce è un uomo dal carattere impossibile e dalla sensuale bellezza. Figlio illegittimo del re di Napoli, non crede ai suoi occhi quando Bianca di Albano lo infilza con una freccia per rimetterlo al proprio posto. Come osa sfidarlo? Dal canto suo, Bianca non ha mai conosciuto un nobiluomo tanto arrogante, capace con un solo sguardo di irritarla. Attraente, ma privo di ogni morale. Lei sa che non potrà mai appartenergli.
Tuttavia la passione esplode e i due si ritroveranno ad affrontare un matrimonio di convenienza. La lotta ha inizio: la tentazione di cedere è forte, ma l’orgoglio di più. Sembra quasi che l’amore non sia sufficiente ad appianare le divergenze delle anime ribelli.
Un romanzo dove la tensione erotica riesce a trasportare il lettore nella storia per fargli vivere il fuoco di un’emozione totalizzante, che lo lascerà senza fiato.

RECENSIONE
Cimentarsi in un romanzo storico è un’ardua impresa. Ammiro le autrici che hanno il coraggio di farlo, ed ammiro ancor di più chi riesce egregiamente in tale impresa. La Zavettieri è una di queste.
Tanti fattori contribuiscono a rendere RIBELLE una buona opera: collocazione ed esatta ricostruzione storica (dettagli compresi), competenza linguistica, egregia struttura stilistica, ed infine una storia con il giusto grado di appetibilità, che in alcuni tratti alletta talmente tanto il lettore da costringerlo a proseguire nella lettura.
È la storia di due caratteri forti, indomabili. Bianca e Federico sono due anticonformisti, due cavalli imbizzarriti. È forse per questo loro essere lontani dalla mentalità dell’epoca che si ritrovano, quasi senza volerlo, ad essere attratti l’uno dall’altra.

Chiunque avrebbe letto nei loro occhi la passione repressa, la voglia di esplodere che quel desiderio aveva dentro di loro.

Due anime caparbie, inevitabilmente destinate a ritrovarsi. Il loro non è un rapporto convenzionale, la placida vita coniugale non si adatta a persone come Federico e Bianca. Costretta in un matrimonio di convenienza, la coppia dovrà faticare non poco per riuscire a comprendersi, ma è forse proprio questa continua lotta a rendere l’amore dei due giovani forte e concreto. Sì, perché di amore vero si tratta, nonostante entrambi non lo vogliano riconoscere come tale, ma si ostinino a celarlo dietro ad un misero desiderio carnale.

Erano diventati come il gatto e il topo e questo lo eccitava. Il fatto che lei seguitasse a sfuggirgli con tanta decisione lo mandava ai matti, ma lo esaltava…

Gelosia ed inquietudine tessono le trame di questo vivace intreccio, in cui la pace sembra non voler regnare. Un eros passionale eppure mai volgare avvolge la coppia dal loro primo incontro: Federico si intestardisce a tal punto da arrivare a rapire Bianca pur di farla sua.

Gli apparteneva, era sua, chiunque si fosse avvicinato a lei con qualsiasi tipo di intenzione avrebbe dovuto passare prima sul suo cadavere

L’infatuazione lo rende cieco, ed incapace di prevedere le conseguenze, che si concretizzano in un matrimonio riparatore malvoluto da entrambi. Il figliastro del re è infatti un incallito sciupafemmine, poco avvezzo alla vita matrimoniale. Bianca è una ragazza concreta e determinata, che sogna un matrimonio d’amore, come quello dei suoi genitori.

Poteva fare finta di odiarlo con tutta se stessa, ma la verità era in quelle carezze.

Ma l’amore agirà silenzioso e come un medicamento si infilerà sotto la pelle dei due protagonisti, che si ritroveranno loro malgrado a dipendere l’uno dall’altra mentalmente e fisicamente: niente sarà più come prima.

Iddio gliel’aveva donata e lui ne avrebbe avuto cura…quando Federico alzò lo sguardo per fissarlo nei suoi occhi, Bianca capì di essere perduta: era davvero sua, inesorabilmente sua. Avevano appena fatto l’amore con la mente, anche se non col fisico.

Segreti e sotterfugi fanno da contorno ad una storia d’amore appassionata, alla disperata ricerca di un lieto fine. Voci, colori e profumi di una Napoli di fine ‘700 accompagnano le delicate figure che muovono l’intero romanzo. Complimenti all’autrice per la ricercatezza nella ricostruzione dei particolari storici.
Alcune parte scorrono meno velocemente di altre, ma questo non nuoce all’insieme. La figura di Federico, il protagonista, è indubbiamente carismatica, ma avrei preferito che l’autrice avesse “osato” nelle sfumature del suo carattere. Credo che calcando un po’ più la mano lo avrebbe reso ancor più appetibile. Altro appunto che volevo fare è relativo alla caratterizzazione della protagonista, che ho trovato in alcune parti troppo all’avanguardia, forse poco credibile per una donna di quell’epoca, ma d’altro canto si tratta pur sempre di un romanzo, non di un trattato storico. Oltre a questo, se Bianca fosse stata un po’ meno ripetitiva ed ossessionata dalla gelosia e dalla testardaggine, sarebbe risultata più empatica. Nel complesso un romanzo che mi ha appassionato e mi sento di consigliare a chi ama il genere, ma non solo, data l’attualità dei contenuti sentimentali e la leggerezza nell’ambientazione, non troppo barocca e ridondate. Complimenti Cristina! Coraggio, determinazione ed umiltà sono tre doti che ti si addicono e che permeano i tuoi scritti. Sono convinta che otterrai grandi risultati.

Curcuma