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Titolo R.I.P.

Autore Lidia Calvano

Genere Paranormal Romance

Editore Self Published

Data di pubblicazione 23 gennaio 2017

Sinossi:

Blake ha molti clienti e nessuno di loro si è mai lamentato delle sue prestazioni.

La chiamano per truccare e rendere più belli i trapassati, perché chi rimane possa mantenerne un ultimo ricordo di serenità e pace.

Il continuo contatto con la morte però l’ha resa chiusa e diffidente verso la vita; quando conosce Jason, nel modo più impensato, fa di tutto per allontanarlo, ma lui non si lascia dissuadere.

In apparenza Jason è il ragazzo perfetto che tutte vorrebbero incontrare: affascinante, spigliato, solare, sicuro di sé. Ma è solo la passione a spingerlo, oppure c’è un segreto che custodisce nel profondo del cuore?

E quanto costerà a Blake concedergli la sua fiducia e i suoi sentimenti?

«Non è la cosa più bella del mondo, desiderare?»

«Io pensavo di sapere cosa fosse il destino, ma mi sbagliavo. Il futuro cambia a ogni singola scelta che facciamo. Ma il significato della nostra vita deve rimanere sempre lo stesso, qualsiasi cosa accada.»

«Vuoi fare l’amore con me? Un’ultima volta?»

“RIP Rest In Peace” è un romanzo breve di genere romantico-paranormal, autoconclusivo.

Qualche riflessione

Onirico, sexy e originale.

Un amore quasi impossibile, insperato e dolcissimo, disperato e travolgente. Incredibile.

Una protagonista speciale, innanzitutto per il suo lavoro “missione” che la isola dal mondo, portandola in una dimensione sospesa, di passaggio e di comprensione. A contatto con il mistero più grande della vita, con la spietata lezione della Signora nera

C’erano loro, e c’erano gli altri. Tra i due gruppi, un muro spesso e all’apparenza impenetrabile. Da nessun versante pareva ci fosse voglia di familiarizzare. Maneggiare i morti era qualcosa che ti faceva diventare sgradito alla gente. Li faceva riflettere su cose che era meglio non considerare. Cose a cui loro, che stavano dall’altra parte, non riuscivano, invece, a non pensare.

La solitaria esistenza di Blake, fatta di malinconia, dolore e rimpianto, misto a compassione e devozione nei confronti del suo lavoro, subisce un repentino contraccolpo in seguito ad un incarico nei boschi del Maine, in un paesaggio misterioso e sonnolento

Di lì a poco sarebbe iniziato il foliage, migliaia di turisti avrebbero goduto dell’arcobaleno di colori che tingeva alberi e foreste, poi sarebbero sciamati via, in tempo per sfuggire alla prime nevi autunnali. Lei non sarebbe andata via, invece. Sarebbe rimasta, come tutti gli anni, nonostante il clima inclemente e l’inverno lunghissimo. Un albero spoglio tra tanti, corazzato dentro se stesso per meglio resistere al gelo. Solo che per lei non sarebbe mai arrivata primavera.

Un incontro fatale con un giovane sorprendente, inquietante per il suo fascino sotterraneo, per la sua dolcezza disarmante

«Vuoi dormire accanto a me, stanotte?» Non trovò parole per rispondere, restando folgorata come una lepre davanti ai fari di una macchina, aspettando che qualche quintale di panico la investisse con i suoi pneumatici da neve. La botta non arrivò, invece, almeno non sotto la forma che si aspettava. La invase invece un senso di spossatezza e di abbandono liquido, caldo e dolce, che la avvolgeva e la invischiava come sciroppo d’acero. «Dormire?…» riuscì infine ad articolare. «Dormire. Se ti va.»

«Non è la cosa più bella del mondo, desiderare?»

«È tardi, devo andare.» Lui le scansò la mano e la baciò lieve. «No, non devi. Vuoi»

Un’ attrazione improvvisa e violenta, pericolosa. Perché Jason vuole Blake, così com’è. Vuole il suo corpo, la sua mente, il suo cuore. Un bacio lieve sulle mani martoriate dal lavoro, una carezza sul cuore, un sorriso dolce mentre ascolta. Chiede di parlare e raccontarsi, farsi conoscere.

«Perché ti costa così tanto ammettere che tra di noi c’è qualcosa?» le gridò, esasperato. «Perché tanto non può durare» sibilò lei. Jason parve smarrito, per un attimo, ma si riprese subito, e replicò stringendole ancora di più le braccia esili. «E tu che ne sai? Non sei mica il Padreterno!» «Lo so perché niente dura, hai capito? Niente di niente.»”

«Io appartengo alla morte. A volte mi chiama, sai. Ha una voce dolcissima. E io non riesco a resistere.» «E a me non hai pensato? Non credi che quel maledetto fiume mi abbia già portato via abbastanza? Non hai pensato a me?»

Quando il passato è troppo ingombrante e il futuro troppo incerto, resta un presente di urgenze, illusioni e desideri.

“Il futuro è sempre un’incognita, per definizione.” Le sembrò che Jason le rispondesse nella mente. E quindi? domandò a sua volta all’interlocutore immaginario. “E quindi accarezzami, svegliami,” facciamo l’amore. Afferra il tuo presente, impadronisciti del mio.”

Il tempo perduto non torna mai indietro, neppure se cerchi di recuperarlo con il tempo migliore che tu possa vivere in seguito.

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I due protagonisti si trovano, si confortano, si riconoscono come predestinati. Si scelgono. Affrontano l’ineluttabilità del presente, facendo i conti con quel che è stato. Ci sono colpe da pagare, ci sono errori da perdonare.

Il Destino è un abile giocatore e un baro, mai sfidarlo. Scompiglia le carte, vince una mano, provoca e chiede di rischiare tutto. Poi, presenta il conto.

A volte ripaga.

«Tu credi al destino, Blake?» Lei fece cenno di sì con la testa, la pelle accapponata da una sensazione di freddo che le penetrava fin dentro le ossa. «Io pensavo di sapere cosa fosse il destino, ma mi sbagliavo. Il futuro cambia a ogni singola scelta che facciamo. Ma il significato della nostra vita, vista per intero, deve rimanere sempre lo stesso, qualsiasi cosa accada.»

Sensualità spiccata ed elementi erotici fortemente accentuati che danno una carnalità notevole al testo, con buona parte della caratterizzazione della protagonista che ha tratti compulsivi, ossessivo-maniacali nella sua personalità complessa e stratificata. Jason è un incredibile inno alla vita, un richiamo irresistibile all’amore e al coraggio di vivere.

L’atmosfera paranormal avvolge una storia d’amore speciale, riveste di un velo di suspense il legame fisico e spirituale dei protagonisti, lasciando un alone di mistero e di aspettativa. Scorrono le pagine nell’ attesa dell’ inevitabile beffa da parte di un elemento sovrannaturale. Di un “tiro mancino” da parte del Destino. Non un coup de théâtre ma un epilogo naturale se si segue il fluire delle emozioni narrate dall’autrice.

Il paradosso del risveglio dal letargo affettivo, del ritorno alla vita della protagonista. La sua “primavera” dopo l’inverno, attraverso il gelo.

Saffron