[amazon_link asins=’B01E7FYL8K’ template=’ProductCarousel’ store=’hsb06-21′ marketplace=’IT’ link_id=’45a56dd4-f471-11e6-9993-4534130c10d3′]

SINOSSI:
Regno di Mirthya, Ciclo dell’Oblio.

Le otto divinità, detentrici del potere degli elementi, crearono il mondo e le razze per condividere con loro la vita. Il tradimento di una di queste però, scatena una guerra che coinvolge ogni essere vivente. È un periodo storico incerto per il mondo. Dopo l’estinzione dei nani e la battaglia che ha coinvolto gli dei creatori, elfi e uomini sono tornati a vivere una vita tranquilla. Le paure, tuttavia, non sono svanite.

Secoli dopo, un’antica profezia preannuncia l’avvento di un eletto che dovrà risanare l’equilibrio del pianeta, minacciato da un male che si pensava dimenticato. Speranze e timori si mescolano nel cuore di ogni creatura, mentre il destino di un giovane ragazzo verrà segnato per sempre.

Primo libro della trilogia epic fantasy “Il Ciclo della Rinascita”, “Viktor” rappresenta l’esordio di Francesco Leo, autore che ha come obiettivo quello di mantenere alti valori importanti quali amore, amicizia e sacrificio attraverso un viaggio immaginario e coinvolgente.

RECENSIONE:

 Amici oggi vi parlo di Viktor- il ciclo della rinascita di Francesco Leo, un libro che, letta la sinossi ed alcuni estratti, mi ha incuriosito e attratto.

Il protagonista del libro è Viktor. Viktor è un giovane uomo che rimasto orfano della madre vive col padre ed il fratello. Il padre lo cresce con le sue sole forze sino a quando il ragazzo inizia a lavorare e a contribuire alle spese famigliari con il suo lavoro che svolge al fianco dell’amico falegname Trust, un uomo buono ed onesto che lo tratta come un figlio.

Fin da piccolo, dopo la morte improvvisa della madre a causa di una malattia all’epoca incurabile, il ragazzo era cresciuto col padre. Per diciannove lunghi anni era stato quest’ultimo a occuparsi di lui fin quando, ormai quasi adulto, aveva iniziato a contribuire a mandare avanti la baracca con suo fratello minore Gabriel.
Gabriel usciva di casa molto presto ed aiutava il genitore nella gestione di una fattoria di loro proprietà da molti anni, la quale garantiva, durante la stagione della raccolta, abbastanza scorte per l’inverno.
Così, mentre Gabriel e il padre First lavoravano alla fattoria e ai campi, Viktor aveva iniziato a guadagnarsi qualcosa dando una mano al fabbro del villaggio nonché vecchio amico di famiglia.

Amica del giovane Viktor è Selene, una ragazza esperta di magia bianca che fin da piccola ha imparato a usare, riuscendo ad ottenere un notevole successo, divenendo anche un’ottima guaritrice.

Tutti i personaggi vivono e lavorano a Lezhen, nelle terre di Myrtha, una piccola cittadina creata dalla fantasia dell’autore in un’epoca ormai lontana dalla nostra, lontana in un passato mitico, dove si mescola il mondo reale a quello fantastico.

Come in ogni piccolo paese o cittadina tante sono le credenze su cui si basano i racconti e leggende.

Si narrava della ribellione di una delle otto divinità che nacquero dagli otto elementi e forgiarono il mondo con la magia.
Il dio ribelle si era impadronito di un corpo che chiamò Zergh. Con esso avrebbe voluto sottomettere la civiltà per proclamarsi come colui che aveva dato la vita a tutti gli abitanti del pianeta. Le sette divinità avevano cercato in ogni modo di salvare Zergh dal baratro di follia e tirannia nel quale stava cadendo, rammentandogli che la decisione di creare l’umanità era stata presa dall’intero Concilio Divino per condividere il dono della vita con altri. Ciò che desideravano non era creare un mondo di schiavi da governare, ma un popolo di creature libere e autonome.
Ma Zergh non volle ragionare, e l’unica soluzione fu la guerra, che ad altro non portò se non rovina e distruzione. Quando le divinità ebbero realizzato di non potersi annientare a vicenda, la guerra finì. Tuttavia, non riuscirono a impedire che Zergh esercitasse la propria tirannia. Per porre fine alla minaccia, il Concilio Divino decise così di forgiare una lama dal potere immenso, una lama intrisa di tutti gli elementi naturali che, brandita dal solo eletto della Stella della Profezia, sarebbe stata in grado di fermare temporaneamente Zergh. L’incantesimo funzionò e, quando la Stella ebbe fatto la sua scelta, l’eletto utilizzò la spada divina per confinare in una prigione dimensionale Zergh. La spada fu chiamata Arald, in onore del primo che l’aveva brandita, e fu così che per cento anni vi fu un periodo di pace. Le divinità richiamarono Arald dalle terre mortali e godettero della bonaccia, pur sapendo che il potere di Arald si sarebbe consumato e Zergh avrebbe fatto ritorno.
Si narra che, ancora oggi, si attende il ritorno di Arald e dell’eletto per ricacciare il male nelle tenebre da cui proviene. Viktor ripassò nella mente gli otto elementi delle divinità: Acqua, Fuoco, Terra, Aria, Ghiaccio, Tuono, Luce, Oscurità. Distolse lo sguardo dal libro e sorrise.
«Bella storia», pensò, «ma sono solo racconti per bambini.»

Il mondo fantastico creato dall’autore è improntato su otto elementi: acqua, terra, fuoco, aria, ghiaccio, tuono, oscurità e luce che sono gli elementi delle divinità e, come in ogni fantasy che si rispetti, anche in questo libro vi è l’elemento negativo che porta il nome di Zergh, una creatura pericolosa e maligna, il cui intento è occupare le terre di Myrtha e sottomettere le suddette divinità a lui. In passato solo il prescelto dell’epoca, Arald, riuscì con una spada, dalla lama potentissima intrisa di tutti gli elementi, a sconfiggerlo costringendolo ad una prigionia lunghissima ma non eterna.

Infatti in fulcro della storia è questo: il temibile Zergh sta per tornare. La profezia recita che un eletto affronterà nuovamente questa sorta di demone con l’ausilio della spada di Arald il primo guerriero che fronteggiò la temibile creatura.

Il nostro giovane protagonista Viktor, dovrà affrontare questo nuovo compito. Tutto ha inizio con il ritrovamento della famosa spada di Arald, in un primo momento ancora non riconosciuta come arma ma come splendido oggetto, lavorato e forgiato da Trust e in seguito portato in fiera nella vicina città di Beleth da Viktor, Trust e Selene per essere presentata alla “mostra dei talenti”.

«No, Zergh, l’arma che ti porterà alla distruzione è qui con me e sarò io a brandirla. Fatti vedere!»
Dopo attimi di silenzio, Zergh proferì nuovamente parola.
«È qui con te?»
«Sì, è con me», ripeté.
Xemnath, facendo cadere il cappuccio dietro di sé, rivelò un volto segnato da una lunga cicatrice che gli divideva trasversalmente il viso.
Aveva due occhi azzurri nascosti dai capelli argentei, scomposti come se fossero mossi al vento. Rinfoderò il suo spadone nel fodero che portava dietro la schiena e portò la mano destra sul fagotto che teneva stretto con quella libera. Estrasse velocemente una spada dall’elsa lavorata e decorata da rune e gemme, poi la puntò dritta davanti a sé.
I simboli incisi sulla lama cominciarono a brillare uno dopo l’altro di un colore sempre diverso, poi, quando il settimo e ultimo simbolo si accese di un bagliore smeraldo, la lama sprigionò un turbinio di colori che irradiò tutta la zona per miglia di distanza.
«Ma che?!», urlò Zergh da qualche parte mentre veniva investito dalla luce arcobaleno. «Di nuovo? Che razza di arma è?»
«L’hanno battezzata Arald, spada del destino: dovresti sapere anche questo!»

Ha inizio tutto in questa gara dei talenti, dove forze oscure minacciano la città e i componenti del Concilio divino che difendono gli elementi e conoscono bene la profezia, individuano Viktor, per portarlo al loro cospetto.

Lla storia prende piede. Conosceremo altri personaggi della trama e nell’evolversi della vicenda, oltre Trust e Selene conosceremo Gabriel, il maestro Galaeth, Amir e tanti altri, caratterizzati con attenzione, tanto da rendere la trama ancor più interessante.

Quando Galaeth prese il proprio posto a capotavola, il vociare dei presenti scemò fino a svanire.
«Cosa porta i membri del consiglio a emanare il permesso per una riunione straordinaria, tenendo all’oscuro di quest’iniziativa il vostro stesso Maestro?»
Galaeth guardava con occhio freddo e punitore ogni singolo presente.
A quel punto, Jef si alzò e prese parola con aria intimorita: «Maestro, la Stella della Profezia è apparsa. Sembra che la leggenda dica il vero. Si dice che la Stella Profetica marchierà colui che tornerà a brandire la luce ristabilendo l’equilibrio degli elementi e ponendo fine al male che cercherà rifugio nel potere assoluto.»

Non vi nascondo che il libro dopo una partenza entusiasmante, lascia il posto alla storia del giovane Viktor in modo un po’ lento. Seppur piacevoli, ho trovato che le numerose e minute descrizioni non siano state ben dosate, rallentando molto la lettura.

Al di là di questo la trama è interessante e abbastanza originale. Ovviamente essendo il primo appuntamento della serie, il finale lascerà aperte delle porte che verranno varcate nel volume successivo.

La scrittura dell’autore è fluida e chiara, le descrizioni dettagliate; non è un libro d’azione ma comunque risulta interessante come lettura. Lo stile di Leo denota una grande maturità espressiva e di linguaggio.

La chiave di lettura è sostanzialmente il cammino di crescita interiore che Viktor compie ed è interessante come poi risulti universale, si possa riportare a ognuno di noi. Un percorso di crescita e ricerca di noi stessi, superando, lotta dopo lotta, gli ostacoli della vita per trovare il nostro posto nel mondo.

Bravo Francesco.

Consigliato

Coriander