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SINOSSI

Sono ancora viva. A malapena. Il mio nome è Ivy Westfall. Ho sedici anni e sono una traditrice. Tre mesi fa, sono stata costretta a sposare il figlio del Presidente, Bishop Lattimer – come è stabilito che facciano tutte le figlie del clan perdente nella guerra che sono cedute in matrimonio ai figli dei vincitori. Ma io ero diversa. Io avevo una missione segreta da portare a termine: uccidere Bishop. Invece, mi sono innamorata di lui. Ora sono una reietta, abbandonata al mio destino e devo sopravvivere nella ferocia brutale delle terre al di fuori della civiltà. Eppure, anche qui, c’è speranza. C’è vita oltre la recinzione. Ma non posso correre più veloce del mio passato. E ogni giorno il mio cuore si chiede se riuscirà mai a battere di nuovo come un tempo…

RECENSIONE

Amici oggi vi parlo del libro FOREVER Solamente io e te di Amy Engel volume conclusivo della duologia “The book of Ivy” edito da Newton Compton editori.

Per chi non ha letto il primo volume suggerisco di leggere la mia recensione (qui il link https://haremsbook.com/cory-ha-letto-forever-il-mondo-dipende-da-loro-il-suo-cuore-dipende-da-lui/) in modo da avere una visione più completa della storia, vi darò comunque qualche accenno per poter comprendere al meglio.

FOREVER è un distopico per cui siamo in una realtà diversa e improntata nel futuro, precisamente a Westfall. Westfall fu fondata dal nonno di Ivy, la nostra protagonista, fondazione che ebbe luogo dopo una lunga guerra. Westfall è divisa in due sezioni: quella agiata dove vive il presidente e quella più povera da dove proviene la nostra Ivy. Per far fronte al problema della “carenza “della popolazione e garantire una pace duratura si combinano matrimoni tra le due sezioni in particolare i figli maschi dei vincitori e le figlie femmine dei vinti e così accadrà anche per Ivy Westfall nipote del fondatore e Bishop Lattimer figlio del presidente.

Da qui inizia la storia dei due giovani, all’inizio in difficoltà, che poi si scopriranno legati dagli stessi interessi. Ivy però ha un compito ben preciso: uccidere il marito, impresa che si rivela essere impossibile per la ragazza, il perché lo scoprirete durante la lettura del primo libro.

In questo secondo volume la ragazza si trova al di là della recinzione che separa Westfall dal resto del mondo. Cosa ci sia al di là non è dato sapere nel primo libro e sarà la scoperta di questo secondo volume. Sostanzialmente al di fuori Ivy troverà il niente, un posto arido di vita e povero di possibilità di sopravvivenza, o almeno al principio sarà così.

Le lacrime mi rigano le guance, il sapore del sale brucia sulle mie labbra e io cedo, mi consento di piangere per tutto ciò che ho perso, per la paura di ciò che accadrà, mi angoscio pensando alla figlia che sono stata, alla moglie che non ho voluto essere, all’assassina che mi sono rifiutata di essere e alla traditrice che alla fine sono diventata. Non sono nulla di tutto questo ora. Alzo la testa e mi asciugo gli occhi; figlia, moglie, assassina, traditrice, sono tutte versioni di me ormai superate. Da qui in avanti sarò una sopravvissuta. Faccio un respiro profondo e lascio andare la rete.

Nessuno sopravvive oltre la recinzione: questo è ciò che mio padre mi ha sempre detto da bambina, ma non lo sono più ora, e tantomeno credo ancora alle parole di mio padre. Mi ha detto che i Lattimer erano crudeli e meritavano di morire. Mi ha detto che la mia unica possibilità era di uccidere il ragazzo che amavo. Aveva torto su così tante cose, sono quindi convinta che si sbagli anche sulla mia probabilità di sopravvivere.

Ivy si sente una traditrice! Ivy sente di aver tradito la sua famiglia. Ivy ha tradito suo marito Bishop Lattimer. Ivy è oltre la recinzione perché è quello il temuto posto dove i delinquenti, i traditori, i malfattori vanno.

Non è riuscita nell’intento di uccidere la persona amata, ha tradito il presidente e la sua famiglia per cui viene espulsa. Si dice che nessuno sopravvive al di fuori della recinzione, ma Ivy è una ragazza forte e perlomeno ci proverà. Il percorso di vita al di fuori sarà costellato da difficoltà, innanzitutto la ricerca di cibo, gli animali affamati che stanano le prede, senza dimora, allo sbaraglio e senza una meta e…il pensiero costante di Bishop!

Bishop l’unico uomo che la ragazza ha amato. Il suo ricordo è vivo, è doloroso ed è pungente….indelebile.

Mi spruzzo un po’ di acqua sul viso con la mano sana, poi ne bevo un sorso. Ora che ha smesso di piovere, il sole ha fatto capolino da dietro le nuvole, appena in tempo per tramontare. Riesco a scorgere a malapena il mio riflesso nell’acqua, il che probabilmente è una benedizione: vedo solo il contorno del mio collo e del viso e le file di alberi dietro di me… e l’ombra di un uomo alle mie spalle.

All’inizio non comprendo di chi si tratti, è solo un uomo, il suo viso è confuso dal crepuscolo ma, mentre si avvicina, vedo quegli occhi azzurri, occhi che riconoscerei ovunque. «Ehi, ciao bellezza!», dice Mark Laird sorridendomi.

Quando Ivy si arrende alla solitudine appare Mark Laird, un giovane espulso da Westfall perché macchiatosi di crimini violenti. L’incontro non è dei migliori, nasce una colluttazione dove fortunatamente Ivy ha la meglio.

“Uccidilo, dannazione, cosa stai aspettando?”. Anche Bishop mi sta sussurrando all’orecchio, spingendomi a finirlo per assicurarmi che in futuro io possa riposarmi serenamente senza che Mark Laird possa fare del male a me o a qualcun’altra. So che Bishop non vorrebbe che esitassi. Ma non riesco a farlo. Così come non consentirei a Mark Laird di uccidermi, non voglio che sia lui la persona che mi trasformerà in un’assassina. Lascio cadere il sasso dalle mie dita intorpidite. Anziché finirlo, mi piego curvandomi e gli tolgo le scarpe. Mi ci vuole quasi il doppio del dovuto con un solo braccio sano e funzionante, ormai piango dalla frustrazione quando finalmente riesco a rimuovere dal piede la seconda scarpa. Mi volto e le getto nel fiume, guardandole mentre la corrente scura le trasporta altrove.

“Forza Ivy, puoi farcela!”, non è la mia voce ma quella di Bishop, che ora immagino accanto a me, pensando al modo in cui mi guarderebbe dritto negli occhi aspettandosi che io sia forte. Penso a come ha sempre creduto in me, fino a quel terribile e amaro momento finale in cui l’ho costretto a perdere la fiducia. Se fosse qui, mi aiuterebbe a rialzarmi e attraverseremmo il fiume insieme, appoggiandoci l’uno all’altra quando le rocce si fanno scivolose e minacciose perché, insieme, io e lui eravamo sempre il meglio di noi stessi. So che pensare a Bishop è un’indulgenza che non posso lontanamente permettermi e nell’aspra luce del mattino potrei pentirmi della mia debolezza ma qui, con solo la luna argentata come unica testimone, mi concedo questa coccola, fingendo che lui sia qui accanto a me a offrirmi la sua calda mano da tenere. Mi alzo e finisco di attraversare il fiume.

L’incontro con Mark non sarà l’unico. Dopo un lungo cammino conoscerà i fratellastri Ash e Caleb che l’aiuteranno a sopravvivere, le faranno conoscere la loro comunità e le daranno una parvenza di famiglia. Ivy imparerà a cacciare, a scuoiare animali ed a lottare. Pare che la sua vita abbia avuto una seconda chance, il passato è ancora vivo e doloroso, il pensiero di ciò che è stato è ancora presente, come il ricordo di Bishop, ma tutto è più sopportabile, almeno fino a quando il giovane compare di nuovo nella sua vita.

Lascio andare un sospiro che mi era rimasto intrappolato in gola.

Caleb e un altro uomo camminano verso la luce, sono entrambi feriti come Mark, Caleb ha quello che sembra proprio essere un bell’occhio nero, mentre l’altro uomo ha il naso che cola sangue. Stanno trascinando un terzo uomo dietro di loro, dev’essere privo di sensi: ha la testa scura a penzoloni, così come le lunghe gambe, le sue scarpe lasciano delle tracce passando attraverso l’erba secca. I miei occhi sanno a che spettacolo stanno assistendo, ma il mio cervello si rifiuta di mettere a fuoco l’immagine. Un suono mi esplode dalla gola, qualcosa che assomiglia a un singhiozzo misto a un urlo. Caleb guarda solo me, mentre trascina l’uomo verso di noi. Riesco a sentire la sua voce nella mia testa ripetere: «Sarà tuala responsabilità, Ivy, solo tua».

Ma come avrei potuto sapere? Come avrei solo potuto lontanamente immaginare che si arrivasse a tanto?

«Ti abbiamo portato un regalino!», urla Mark, vibrante di vizioso entusiasmo. Caleb fa un ultimo passo e lascia cadere il corpo di Bishop ai miei piedi.

«Sono arrabbiato perché, per tutto il tempo in cui io mi stavo innamorando di te, tu non facevi altro che pensare ai modi in cui uccidermi!».

Mi cade la mascella. «Ma non è così… io non…».

«Sono arrabbiato perché, quando hai avuto la possibilità di raccontarmi la verità, hai scelto di mentire».

Si avvicina più di quanto io possa indietreggiare, pertanto ora, siamo quasi petto contro petto. «E sono arrabbiato perché, ora che abbiamo una seconda chance, tu ti ostinerai a non essere onesta con me!».

 Sembra un sogno che diventa realtà all’inizio ma con l’andare del tempo, Ivy è presa dalla paura di perdere di nuovo il suo uomo e per questo, pur amandolo, lo rifiuta, perlomeno fino a quando i due non hanno modo di chiarirsi e dichiararsi.

«Ho paura», riesco infine ad ammettere con voce flebile. «Hai ragione, sono molto spaventata».

Bishop fa un passo verso di me, si ferma nel momento in cui io alzo la mano, so che se mi toccasse ora potrei crollare. «Ok», dice prudentemente, come se finalmente stessimo per arrivare a un punto. «Di che cosa hai paura?»

«Di te», dico con tono strozzato. «Ho paura di perderti un’altra volta» sussurro, mentre sento gli occhi gonfiarsi di lacrime.

«Ivy…».

«Non posso…», respiro lentamente, cercando di calmare il mio cuore per riuscire a parlare senza che mi tremi la voce. «Non potrei sopportarlo un’altra volta. Ho dovuto metterti da parte, fingere che tu non fossi mai esistito, mi sono impegnata così duramente per dimenticarti». Nonostante tutti i miei sforzi la mia voce si spezza all’improvviso e le lacrime prendono il sopravvento. «Questo è stato l’unico modo in cui ho potuto cavarmela qui fuori. E poi eccoti qui, sei riapparso ed è stato quasi peggio che non averti. Il pensiero che avrei potuto ancora provare una tale sofferenza».

Gli occhi di Bishop non mi mollano neanche un secondo mentre parlo. Quello stesso sguardo che io ricordo così bene, come se vedesse attraverso il mio cuore.

«Non posso prometterti che non ti ferirò mai, Ivy, o che sarò sempre qui, ogni giorno è un rischio e non ci sono garanzie, specialmente non con questo tipo di vita».

«Lo so», sospiro, sorridendogli debolmente. «È proprio questo il problema». Lui si avvicina senza toccarmi, proprio stando di fronte a me, solido, accogliente, forte e tutte quelle altre qualità che mi sono convinta di non poter più riavere per me. «Sono qui, ora», dice, e si avvicina di un passo, poi mi cinge la vita con una mano, tirandomi verso di sé con forza. «Sono esattamente dove voglio essere».

 Non posso assolutamente rivelarvi il proseguo altrimenti vi perdereste il sapore di una bella lettura come questa. Mi è piaciuto? Certo che sì, non è una storia complicata con mille colpi di scena, certo ne ha ma non spicca per questo, per me resta un bel libro con un epilogo degno della trama. Mi ha incuriosito? Parecchio, ero proprio curiosa di leggere che fine avessero fatto la protagonista e il suo amato Bishop. Anche in questo ho notato tanti monologhi ma considerando che la ragazza è sola in posto ignoto e cerca di sopravvivere, tutto sommato ci stanno. La lettura scorre grazie allo stile dell’autrice chiaro e semplice; i dialoghi sono ben costruiti, le descrizioni sono convincenti. Che dirvi di più, ve lo consiglio vivamente!

Coriander