Care Dame, ho letto per voi Affliction di Jenika Snow, un romanzo breve dalle tinte oscure.
Giunta alla fine della lettura di questo romanzo ho dibattuto molto fra me e me sulla validità di questo scritto in quanto molte e contrastanti sono state le emozioni e le sensazioni che mi ha suscitato: meraviglia per la bravura e la potenza dello stile linguistico, delusione per il minimo approfondimento della story line. È assurdo come una penna cosi intensa, capace di farmi entrare nella mente e nell’animo dei personaggi abbia potuto tralasciare durante la stesura degli aspetti fondamentali che avrebbero reso questo testo un romanzo completo e pienamente soddisfacente. Invece alla fine mi sono sentita defraudata di un qualcosa che sarebbe stato sicuramente determinante per l’ottima riuscita di questo romanzo. Questa premessa, per me, era d’obbligo farla in quanto le potenzialità di questo romanzo breve erano tante e non averle sfruttate sicuramente ha inficiato la mia considerazione finale di esso.

Titolo: Affliction
Autore: Jenika Snow
Genere: Mafia Romance
Autoconclusivo
Traduzione: Cecilia Belletti
Cover: Angelice
Trama:
Prima di Cameron, non avevo mai conosciuto la vera oscurità… e non l’avevo mai desiderata così disperatamente.Avevo lasciato che il mondo si abbattesse su di me e mi trascinasse a fondo, al punto che niente più aveva senso. Forse era quello il motivo per cui ora mi ritrovavo in quel casino? Forse era quello il motivo per cui mi ritrovavo con un uomo che ero sicura potesse salvarmi da un destino peggiore della morte. Anche se stare con Cameron e dargli fino all’ultima parte di me, l’unica parte che valeva qualcosa, ovvero il mio corpo, avrebbe potuto distruggermi, dovevo sopravvivere.Signore della droga. Boss del crimine. Assassino. Avrei dovuto temerlo, inorridire di fronte a ciò che voleva da me, e da chi era. Ma, al contrario, mi sono ritrovata a volerlo accontentare, a volerlo compiacere, offrendomi completamente a lui.Perché solo in quel modo potevo controllarlo.Dal suo trono, Cameron Ashton regnava sul mondo della criminalità, della violenza e della depravazione. La sua spada era una pistola, e l’apatia il suo braccio destro. Sapevo che era pericoloso, che mi avrebbe spezzata senza pensarci due volte, ma era la mia unica possibilità, l’unico modo per sopravvivere.Possessivo e maniaco del controllo, affermava di possedermi. E aveva ragione… possedeva ogni parte di me. L’oscurità in lui scorreva molto più potente e in profondità di quanto avesse mai fatto dentro di me. Forse, non eravamo poi così diversi. Forse, rinunciare al controllo per darlo a Cameron, offrendogli la mia stessa anima, rendeva me quella potente tra i due?Forse, alla fine, sarei stata io a possederlo.
Attenzione: Il testo potrebbe trattare argomenti sensibili. Alla fine, questa è una storia d’amore, ma non una tradizionale.

Sofia, giovanissima, appena ventiduenne si ritrova sola, a cercare di sopravvivere con un lavoro di cameriera che a malapena le consente di sbarcare il lunario. Si sente vuota, anaffettiva, non amata e indesiderata dai genitori e dal mondo intero.

Non ero una brava ragazza. Non mi sentivo nemmeno come la ragazza che chiamavano Sofia. Non seguivo le regole. E la mia vita era meno che memorabile. Vivevo ogni giorno come se fosse l’ultimo, perché, per quanto ne sapevo, era così. Avrebbe potuto essere così.

…non riuscivo a sopportare la gabbia che era la mia vita, una di quelle sigillate, senza sfiatatoi, nessuna luce in grado di attraversare una crepa.…una ragazza perduta che non sapeva cosa voleva dalla vita.

L’unico momento in cui riesce a percepire una scintilla di vita in sé è quando si mescola alla folla che gremisce la discoteca dove è solita recarsi. Confondersi fra la gente, mettere in mostra se stessa senza concedersi le da la sensazione di riacquistare quel potere che giornalmente sente sfuggirle dalle mani.

…la consapevolezza di avere quel tipo di controllo, quel potere, era ciò che mi alimentava. Ma dall’altra parte provavo disgusto, soprattutto per me stessa.

Non sentivo mai niente, quando ballavo … Era proprio quello a farmi sentire libera, in un mondo altrimenti instabile.

…ero io al comando.

E la sua vita, già in precario equilibrio, precipita ancor più a fondo quando per fuggire da un guaio in cui si è cacciata chiede la protezione di un uomo a cui sarebbe meglio non avvicinarsi: Cameron Ashton.

Malavitoso, boss indiscusso di quella citta, uomo senza scrupoli, violento, un demonio agli occhi di tutti.

Eppure, ha notato quella ragazza sempre sola, ne è intrigato.

…per un po’ non ci fu altro che noi due. Ci fissammo, l’aria attorno a noi carica di tensione e il mondo che pian piano scompariva.

…i suoi occhi erano come dita che mi toccavano, mi accarezzavano, mi tenevano ferma. Il mio cuore si fermò…Era come se potesse vedermi dritto nell’anima e minacciava di agguantarla e divorarla …

O meglio è intrigato dalla sua paura, dal vuoto e dal disagio che scorge nei suoi occhi. Come se ne traesse piacere e goduria, e questo è ciò che lo spinge a farle una proposta a cui Sofia non potrà rinunciare; in cambio della sua salvezza sarà sua per due settimane.

“…spero che mi aiuterai, perché vuoi la desolazione e il vuoto che ho in me.”

“Le vuoi, perché le hai anche tu.”

In balia della depravazione del mostro, della sua perversione, della sua brama di possederla e sottometterla, della sua necessita di rubarle l’anima sporcando la sua innocenza con la sua oscurità.

“Ti aprirò il mio mondo, piccola.” 

“Ti farò vedere cosa significa essere posseduta dal diavolo in persona.”

Quello che nessuno dei due, Cameron e Sofia, aveva previsto è quanto simili e complementari fossero, quanto in realtà l’oscurità dell’uomo e l’innocenza dell’altra si stessero cercando e nel momento in cui si riconoscono niente sarà come era stato pattuito.

Uno scontro di volontà, la necessita di sottomettere, la determinazione di risucchiare la luce e la vitalità, la brama di godere dalle lacrime di dolore. 

“Voglio tutto di te, le tue emozioni e le sensazioni che provi” …

“Voglio le tue parole, le urla del tuo orgasmo, le tue suppliche.”

La scoperta che l’oscurità da gioia e senso alla propria vita, serenità e pace. L’accettazione del dominio e del dolore come fonte di stabilita emotiva.

Avevo un futuro deciso, programmato, previsto. Cameron avrebbe controllato tutto e, per quanto volessi detestarlo e combattere, una parte di me lo accolse. … avrebbe accolto il controllo che gli avevo concesso.

Dinamiche complesse che intercorrono fra i due protagonisti; interazioni contorte e intricate atte a non lasciar trasparire gli sconvolgimenti personali che sortiscono. Il tutto col fine di proteggere dapprima se stessi per poi finire con il proteggere l’altro.

Indubbiamente Sofia è un personaggio complesso, un’anima tormentata dal vuoto che la vita, che le è toccata in sorte, le sta riversando addosso. Una vita realmente non vissuta, ma che le scorre davanti risucchiandole la linfa vitale. 

Non potevo chiedere aiuto a nessuno, perché a nessuno importava di me. Ero da sola. Completamente. Ventidue anni e niente più che il guscio di una donna, un recipiente vuoto a cui non era destinato nulla di buono.

E per lei sarà un sollievo e un tormento mettersi nelle mani di Cameron, sottomettersi totalmente alla brama di possesso di quell’uomo la cui aura oscura suscita in lei emozioni contrastanti che la destabilizzano e al contempo la tranquillizzano.

Il dolore e il piacere, la freddezza e il calore che mi dava con un solo sguardo. Quell’uomo era un mostro, e io ero più che disposta a permettergli di distruggermi. Che cosa avevo di sbagliato?

Una dicotomia di emozioni e sensazioni perfettamente descritte dall’autrice, come perfettamente colpisce il lettore la necessità spasmodica di Cameron di usare Sofia per soddisfare non tanto le proprie voglie, la propria lussuria, ma la propria sete di dominio, la necessità di piegare e provocare quel dolore liberatorio per sé e per quella donna che diventerà la sua debolezza, il suo tallone d’Achille.

Ma quando mi guardava, vedevo qualcosa cambiare. La sentivo, quell’onda che arrivava in superficie, brutale, violenta quasi, ma anche bellissima.

Ruoli prestabiliti, certezze radicate sfumeranno in una sorta di rapporto in lotta contro il tempo, dove dare e avere, luce e oscurità si rincorreranno e mescoleranno per dare vita a emozioni e sentimenti non previsti, mai sperati.

Sicuramente l’autrice aveva a disposizione un ottimo materiale da cui trarre un romanzo corposo e ben strutturato, invece si è limitata solo ad accennare la storia. 

La narrazione è affidata alla voce esclusiva di Sofia che riporta al lettore non solo la sua storia, le sue emozioni, le paure e i sentimenti ma anche ciò che Cameron lascia filtrare nonostante sia un personaggio ermetico. Basta un suo sguardo, un leggero cambiamento della mimica facciale ed ecco che l’autrice con poche parole riesce a farci entrare in contatto con quest’uomo, costantemente restio a mostrare le sue emozioni.

Allora sorge spontaneo chiedersi cosa manca in questo romanzo. Presto detto: mancano le basi su cui dovevano essere costruiti i due protagonisti; manca il loro vissuto, la loro storia personale, tutto ciò che li ha resi quello che sono nel presente. Pochi accenni non possono soddisfare la costruzione di due personaggi così complessi.

Inoltre manca una localizzazione geografica, come se l’autrice volesse lasciare al lettore il compito di scegliere il luogo dove ambientare la storia, ottenendo invece solo smarrimento.

Troppe generalizzazioni, troppa velocita nell’evoluzione degli eventi, troppa superficialità nell’impianto portante della storia che fa da contralto a uno stile linguistico notevole e di forte impatto, capace di ricreare emozioni e sensazioni oltre a scene erotiche intense e fortemente hot. 

Un vero peccato, tanto potenziale sprecato.

Giusi

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