Harem’s Book insieme ha il piacere di partecipare al review tour dedicato a Ancora una fermata One last stop di Casey McQuiston edito Mondadori
Ritorna l’autrice che ha segnato con il suo esordio italiano,  la rom-com Rosso, bianco & sangue blu, una tappa fondamentale per la narrativa rosa, proprio perché ha restituito tanti colori e sfumature all’amore grazie alle sue comunità queer irresistibili, famiglie allargate di “persone intelligenti e maleducate che si innamorano perdutamente”. Sono personaggi stravaganti nel senso di unici, non sono macchiette ma persone, speciali. Persone speciali che amano, sbagliano, si perdonano e restituiscono vite sgangherate – come le nostre – colme di emozioni.

Titolo: Ancora una fermata
ONE LAST STOP
Autore: Casey McQuiston
Traduzione: Martina Del Romano
Editore: Mondadori
Anno: 2022
August Landry ha ventitré anni e ha trascorso gli ultimi cinque spostandosi da una città – e università – a un’altra. Cinica e disincantata, non si fida di nessuno e porta sempre con sé un coltellino svizzero perché, come le ha insegnato sua madre, “è meglio non farsi cogliere impreparate”. Quando decide di trasferirsi a New York, non ha grandi aspettative. Dopotutto è cresciuta pensando che non ci sia alcuna “magia” nella vita, che le storie d’amore tanto celebrate nei film non esistano e, soprattutto, che possiamo contare solo su noi stessi perché, in fondo, siamo soli al mondo. Mai e poi mai potrebbe immaginare che proprio nei suoi eccentrici coinquilini troverà la famiglia che le è sempre mancata e un posto da poter finalmente chiamare casa. E, soprattutto, che i suoi viaggi quotidiani in metropolitana diventeranno qualcosa di eccitante. Chi poteva pensare, infatti, che nella sua vita sarebbe piombata lei, Jane, la ragazza con la giacca di pelle nera che August incontra ogni volta che prende la linea Q. Jane, la parte migliore della sua giornata. Sarebbe davvero tutto perfetto se non fosse che la ragazza sembra incapace di scendere, da quel vagone della metro. Ma August non è una che si arrende facilmente e farà di tutto, compreso ciò che del suo passato aveva cercato di lasciarsi alle spalle, pur di “salvarla”. E forse salvare anche se stessa imparando che, alla fine, vale la pena iniziare a credere in qualcosa. E negli altri.

È una storia d’amore dolce, divertente con qualche colpo di scena e parecchi spunti di riflessione.

Cinque scatole.

Una vita stipata. Quella che ci si aspettano debba vivere la nostra protagonista. No. August non può. Non vuole.

Ha un futuro tutto da esplorare, nella Grande Mela…

Ventitré anni.

August Landry ha lasciato dietro di sé un ruolo predefinito da interpretare, un percorso segnato da dover intraprendere (lavoro, stabilità, solidità, affidabilità) e un legame familiare soffocante per troppi irrisolti asfissianti. E tanto dolore.

Tre inquilini.

Tre pennellate di colore, tre creature bizzarre confusionarie allegre e vitali.

Niko, Myla e Wes.

Niko ha una sensibilità spiccata, vede oltre, soprattutto oltre il pregiudizio. Ama Myla, genio travolgente; Wes tatuatore perdutamente innamorato della fantasia proibita di ogni club di New York, Isaiah ovvero Patti LaBelle, vicino – in senso concreto – e irraggiungibile coinquilino che abita nell’appartamento di fronte.

Un cane, speciale anche quello.

Tutto sembra trovare un senso, non è più sola. Ci sono riferimenti. Ci sono nuove radici, come la Casa dei Pancake di Billy Pancake. Un luogo magico, simbolo, da salvare a tutti i costi.

Eppure…

Sulla linea Q sarà sola quando incrocerà quella ragazza bellissima con il giubbotto di pelle, le cuffie vintage e il walkman, quasi un alieno bellissimo sbarcato dal passato, dai Seventies sexy e spregiudicati

Il suo sorrisetto somiglia all’inizio di una storia molto lunga che August racconterebbe a una serata fra amici, se avesse degli amici.

«Merda» esclama…

La ragazza più figa che abbia mai visto ha posato gli occhi su di lei e ha detto “Merda”…

«Ti hanno mai detto che profumi di pancake?»

Il treno si tuffa in una galleria, vibrando sulle rotaie, e la ra- gazza emette un leggero verso sorpreso e si aggrappa alla ringhiera sopra la testa di August. L’ultima cosa che August riesce a vedere prima che le luci si spengano è il profilo vagamente curvo della sua mascella e un lembo di pelle nuda dove le si è sollevata la maglietta.

Il buio dura solo qualche secondo, ma quando le luci si riaccendono, la ragazza è sparita.

Quasi una apparizione, una fiammata rosso fuoco nel grigiore, una provocante sfida.

«Ragazza del caffè» dice.

«Ragazza della metro» risponde August.

Jane getta la testa all’indietro e ride, e August non crede a molto, ma è difficile affermare che Jane non sia stata messa su quel treno per incasinarle personalmente la vita.

Se solo…

Una fermata, servirebbe solo quella.

Fermarsi.

Soffermarsi.

In fondo l’amore è proprio questo, no?

Scorgere un volto tra milioni, catturare una voce nel frastuono e rimanerne rapiti.

Tutto si ferma.

In un attimo.

E il mondo riprende a girare ma noi non siamo più gli stessi…

Eppure Jane c’è. Seduta al centro di un lungo sedile vuoto, leggendo un libro, concreta come i graffi sulle pareti di una galleria.

Jane c’è, e il mondo si capovolge.

La scettica in August voleva credere a tutti i costi che non fosse reale. Eppure Jane c’è, sul suo stesso treno, di nuovo.

L’amore fa fare cose impossibili, è davvero la forza più potente nell’universo.
È elettricità pura. Quella scintilla che fa sentire vivi, davvero.

Frizzante, moderna – nel senso più ricco del termine, inclusiva e  intrigante, aderente agli interessi e alle tendenze contemporanee – l’autrice registra con il suo stile scorrevole e fresco, perfettamente aderente allo stile ya dalle venature misteriose e di commedia romantica, il segno  attuale della vicenda umana, tra individualismo e solitudine, nella eterna ricerca di amore, di felicità.

Di una estate eterna, un lungo interminabile agosto…

Saffron

 

 

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