L’attesa conclusione di una trilogia che tiene incollato il lettore fin dalle prime pagine: la rivelazione finale, che sorprenderà per la sua audacia e imprevedibilità, fa di Codice Lumière un intreccio di azione, suspense, mistero e sentimento, dove ciò che sembra inutile cambia le regole del gioco.
«Il potere può tutto, anche non esistere»
… questa volta si sentiva pronta. Una sorta d’eccitazione la colse all’improvviso. Era quello che sentiva prima di ogni nuova sfida. Ora sorrise pienamente. La paura di qualche giorno prima sembrava svanita e il suo cervello si era messo di nuovo in movimento. Ma un pensiero la colpì all’improvviso: era pronta ad affrontare Iside?

Quando ci sono di mezzo le agenzie, non c’è mai nulla di buono. Diciamo che l’omicidio non è mai così… ‘lineare’…È come se avessero un disegno più ampio in cui contestualizzare il crimine e questo gli permette di passare sopra anche a tanta vio- lenza. E a girare le cose a loro piacimento,» disse ancora il professore.«Le ragioni dietro a un omicidio non sono mai così lampanti, intende?»
Gli occhi di lei si allargarono ed entrambi se ne resero conto. Debbie sentì la forte tentazione di sottrarsi al suo sguardo ma c’era qualcosa che la teneva inchiodata. Sfida? Curiosità? Eccitazione o semplice gioco? No, follia, ecco cos’era.«Non è la stessa cosa?»«Sai bene che non lo è. Il tuo valore lo decidono gli altri, quello che sei lo decidi tu.»«Mi sembra un po’ troppo riduttivo anche se…»Lui alzò una mano, quasi a sfiorarla. Lei la fissò e rimase in silenzio. Era segnata, forte, e sentì il desiderio di toccarla ma rimase immobile, trattenendo il fiato. Cosa le stava accadendo?«Prova a pensare. Tu fai qualcosa, anche d’importante, ma se non c’è qualcuno che lo apprezzi e lo trasformi in valore, rimane solo una soddisfazione personale. Quello che invece sei, già lo conosci e non hai bisogno di altri per dimostrarlo. Comunque non mi hai risposto. Ti credi importante per gli altri o per te stessa?»Debbie rimase in silenzio; non si era mai vista da quella prospettiva. «Sono importante per mia figlia, i miei genitori…»«Appunto, per gli altri. Anche se speciali, non sono te stessa. Ti vuoi bene Debbie?»Di nuovo una domanda su cui non si era mai soffermata. Sospirò e in quel momento si rese conto di quanto tempo era stata sotto pressione.«Come siamo finiti a parlare di questo? Che senso ha? Chi siamo noi in questo preciso istante?»
«Vieni.» Le porse la mano che lei afferrò quasi subito. Era inutile avercela con lui. Si tirò su e invece di muoversi, attese che lui la stringesse. Era di nuovo tra le sue braccia, ma il momento e le emozioni erano diverse.Cobra cominciò a dondolare leggermente, i loro corpi aderirono alla perfezione. Rimasero così, ad ascoltare i loro respiri.Dopo alcuni minuti, gli sussurrò: «Ho paura. Per questo non voglio tornare.»«Di cosa? Di chi?»«Di me stessa. Non ho più voglia di fare la cosa giusta.»Lui sospirò e le diede un leggero bacio sulla fronte.«E perché?»Debbie arricciò le labbra e Cobra pensò che in un altro momento le avrebbe baciate.«Perché non voglio più essere prigioniera. Lo devo ad Andrea, a me stessa, a mia figlia e a tutti quelli che vivono credendo nella giustizia.»«È una sfida difficile.»«Lo è.» Rispose lasciandosi coccolare dal quel continuo movimento. Si sarebbe potuta addormentare tra le braccia di quell’uomo. «Ma ci sono abituata.»«Allora sei pronta.»Lei si staccò. «Cos’è, una domanda o un’affermazione?» «Entrambe, Debbie.»Pronunciò il suo nome e se ne meravigliò.Lei sbuffò e allontanandosi, chiese: «Quando dovrei partire?»«Il prima possibile. Aviano è a pochi minuti, gli dirai chi sei e credoche in poche ore sarai in volo per Washington.»«Aviano… il passato non mi lascia via d’uscita.»«Così sembra.»«Di bene in meglio. Dalle braccia di un killer all’abbraccio di un Governo che mi ha già tradito una volta.»Cobra alzò le spalle. Non si offese; quello che diceva era vero.Comprendeva il suo disappunto, la sua rabbia e reticenza.«E tu, cosa farai?»«Non lo so. La mia missione è finita, ti ho protetto e consegnato a chi mi è stato ordinato di fare. Ora potrò riscuotere il mio premio.»«E sapere chi ti ha tradito.»Lui annuì. Erano nella stessa identica situazione e Debbie se ne rese conto. Quasi sorrise.
«Non farmi del male.»La voce un sussurro, la portata di quelle parole assordante.«Non tradire la mia fiducia. Non mentirmi, non riuscirei a reggerlo. E stammi vicino, ho bisogno di te per non crollare.»Quel gigante si era fatto piccolo, non aveva avuto paura di mettersi a nudo con lei, non le stava offrendo solo il cuore ma anche l’anima. Era tanto, era quello che aveva sempre desiderato da un uomo perché lei avrebbe fatto altrettanto con lui.
«I numeri non sono solo semplici strumenti di calcolo, sono la vita, e la loro successione comporta scelte che possono andare in più direzioni. Ogni numero racchiude un concetto e rappresenta un comportamento umano. Ha un significato proprio e vanno usati a seconda di una personale visione d’insieme.»Sentendo quelle parole, Lara si pentì di aver fatto la domanda. Lanciò un’occhiata a Elisabeth che invece lo ascoltava con interesse e gli chiese: «Lei non è d’accordo su come Van Vogt ha sviluppato i suoi numeri.»Delany riaprì gli occhi e li piantò nei suoi. «Esatto.»«E vuole ricominciare da zero.»
La morte la perseguitava e così il dolore che portava.Da sempre.Nella sua testa ripassarono i momenti in cui intravedeva Andrea, il suo nome urlato a squarciagola, l’ultimo sguardo di paura e aiuto, lei che urlava e veniva trascinata via…E poi le mani di Cobra che la toccavano come nessuno aveva mai fatto prima, i suoi baci ruvidi come di chi non fosse abituato, ma pieni di sensualità. Il suo corpo grande e muscoloso contro il suo, piccolo e magro, ‘un fascio di nervi’ come amava definirlo.E gli occhi. Scuri, profondi, minacciosi e rassicuranti, protettivi e animaleschi.Odiava quell’uomo che le aveva cambiato la vita ma cercava di pensarlo in modo diverso anche se alla fine, era quello che gli aveva detto quella notte a Parigi; un assassino.Non c’era via d’uscita.E ora lei poteva colpire chi lo aveva armato.Prese il cellulare e senza dare tempo al tempo di cambiare idea,scrisse e inviò. ‘Accetto’.
Scorsese, l’unica con un cervello intelligente, una capacità unica di seduzione e un naturale talento a manipolare le persone. Il tutto in un corpo e un viso da modella. Un mix micidiale per una spia di alto livello. E lei lo era diventata, tanto le sue abilità le avevano permesso di arrivare alla Studio Ovale, con i presidenti di turno che dipendevano da lei.