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Sinossi
Lui parla col grano, o almeno così dice.
Lei non riconosce altra verità se non quella contenuta in una provetta o in un segmento di dna.

Camilla incontra Andrea per la prima volta nel giorno stesso in cui arriva a casa del padre: dipendente del genitore, allegro e dall’aria scapestrata, romantico quanto basta per farsi ricordare, quel giovane uomo sembra incarnare il sogno di ogni ragazza.

L’attrazione tra loro è istantanea, li incatena l’uno all’altra in un girotondo senza fine.
Senza fine non è, però, la vacanza di Camilla che dovrà comunque scegliere tra la sua vecchia vita e il germoglio d’amore appena nato che necessita di cure per crescere e maturare

Basta davvero così poco per innamorarsi di qualcuno?,
Bastano uno sguardo, un bacio rubato, qualche carezza…
Basta il profumo del tempo speso insieme, anche se così breve?

Qualche riflessione

Torna Erika Bissoli con una storia d’amore sexy, dolce e romantica. Semplice, pulita, fresca. Una brezza che accarezza campi dorati. Un soffio leggero tra le pagine che raccontano sentimenti ed emozioni straordinari nella loro essenza, una prosa limpida e piana, una trama lineare e scorrevole, solo sorrisi e sospiri d’amore.

Camilla, la giovane protagonista, ritorna alle origini, alla terra, alle radici. L’estate -con il suo tripudio di colori e sapori, con i tramonti che incendiano il cielo e i profumi dei frutti maturi che stordiscono i sensi- la accoglie appena ritorna nella casa paterna. Qui, lasciate scartoffie, numeri e provette, lontana dalla Milano glamour e frenetica, ritrova sua sorella, il padre, i luoghi e i ritmi dell’infanzia. Ed è travolta da un incontro/scontro con Andrea, una brezza estiva fresca e potente, un soffio di Maestrale che spazza via le ipocrisie e il formalismo, un torrido raggio di sole. Caldo, bello, vitale, speciale

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«Io parlo con il grano».
Camilla lo guardò incredula.
Mi sta sicuramente prendendo in giro.
«Come quell’uomo che sussurrava ai cavalli?» 
«Forse come quello che ballava coi lupi» la canzonò Andrea, evidentemente divertito per la sua battuta. «Scherzi a parte, principessa, davvero: ho un sesto senso…»

Un uomo solo all’apparenza “semplice”, un uomo sincero, piuttosto, che emana energia vitale in modo continuo e vibra ottimismo, allegria e forza.
Irriverente e provocatorio, disarmante nel suo sarcasmo scanzonato, provocatorio.

Da dove veniva quella dolcezza mentre parlava? Il tono sensuale che avrebbe potuto usare con un’amante, Andrea lo dedicava agli arbusti che stavano lì, proprio a pochi centimetri da loro. Quasi come se io non esistessi.
Gelosa.
L’accusa le sembrò uno schiaffo in pieno volto, tanto forte da farla sussultare.
«Elimina solo le parti secche, qui» le indicò. «E qui».
Lui parlava, consigliava, e lo faceva così intimamente che Camilla riusciva a sentire il calore che emanava, il suo respiro solleticarle la pelle umida. Rabbrividì.
«Smettila» sussurrò, prima ancora di riuscire a trattenersi. «Smettila di fare cosa?»
Girarsi per guardarlo non fu una grande idea, ma se ne rese conto solo quando vide i suoi occhi confondersi davanti ai propri. Troppo vicino.
La chimica che provava per quell’uomo era incredibile. Lui la ossessionava con la sua vicinanza, non le permetteva di estrometterlo dai pensieri, metteva a tacere le rimostranze della mente e arrivava dritto ai sensi.
Parla.

Camilla è spiazzata, intrigata e affascinata. C’è qualcosa di veramente speciale in Andrea, il “dono” è quello di saper vivere. Di vivere, non di lasciarsi sfiorare dalla vita. Vivere in modo intenso, istintivo, nell’ immediatezza dei sensi

Sorrise.
Tacque.
Chiuse gli occhi e lasciò che i rumori parlassero per lei.
«Davvero continui a pensarci?».
«A cosa?» domandò lei, infastidita per le sue continue chiacchiere.
«A quel barattolo. Quello della settimana scorsa. Alla cesoia nel giardino delle rose».
Non era il barattolo, il nocciolo della questione, e nemmeno la cesoia, né il giardino di sua madre a occupare incessantemente i suoi pensieri.
«Sì».
«Perché?».
Perché.
Già.
Perché continuava a ripensare alle labbra che si stampavano sulle sue.
Perché erano stati solo attimi.
Perché non se lo era aspettato.
Perché le erano piaciuti.
Perché avrebbe voluto che lo facesse di nuovo.
«Non c’è un motivo».
Non mi innamorerò di te.
«Tu sembri fuori posto, qui» sentenziò Andrea all’improvviso, fissando il cielo. «Come se avessero portato un pinguino all’equatore».
Camilla ammutolì.
«Hai l’aria di essere troppo fragile per sopportare questo genere di vita».
Maledetto lui e quella sua chiacchiera che non voleva più sentire. Stava già per balzare in piedi, quando la sua voce la immobilizzò di nuovo.
«Ma poi ti guardo bene e non vedo un pinguino. Sei una guerriera».
Come come? Una guerriera? Io? 
«Una guerriera?».

Camilla è una giovane guerriera che deve imparare ancora a scegliere per quali sfide lottare. E Andrea è indiscutibilmente una sfida.

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La sua flemma ricorda i ritmi della natura, lenti e misurati, l’appagamento dei sensi e lo stordimento di sapori e odori, brividi e sospiri. Camilla recupera la parte più sensuale della sua femminilità, ridestata dal desiderio puro, libero.
Un barattolo di marmellata, una carezza sulle spighe mature mentre soffia il vento caldo, un’acquazzone estivo e poi il frinire impazzito delle cicale. I sensi all’erta, la mente sgombra e il cuore che batte felice.

«Ammetti anche tu, quindi, che insieme facciamo scintille».
«Le scintille in un campo di grano provocano incendi, Andrea». «Allora io sto già bruciando» sussurrò, afferrandola di nuovo per la vita in modo da attirarla di nuovo a sé. Sbilanciata, Camilla gli cadde addosso «Brucia anche tu, principessa. Con me».

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Basta davvero così poco per innamorarsi di qualcuno?, si domandò, sedendo sul dondolo sotto il portico. Bastano uno sguardo, un bacio rubato, qualche carezza… Basta il profumo del tempo speso insieme, anche se così breve?

Se quel profumo sa di estate, di promesse e di felicità forse sì. Andrea è scanzonato, beffardo, sbruffone e giocoso. Così onesto, così vero. Camilla è rapita e combattuta

E si rese conto in quel momento di non aver nient’altro tra le mani, se non quella ricerca che la teneva stretta a sé, avvinta, stretta tra le braccia delle sue pagine come un tenero amante, senza lasciarla mai andare.
«Troppa testa e con troppo poco cuore, ecco cosa sei».
«Scusa?» ribatté lei, infervorandosi subito.
«Zittiamo questa bella testolina laboriosa. Fammi vedere chi sei, Camilla, fammi godere di quando la tua testa sta zitta e tu lasci che sia la vera “te” a prendere il controllo» sussurrò, prima di avventarsi sulla sua bocca senza lasciarle possibilità di scampo. L’aveva baciata altre volte, ma Camilla non era pronta a quel genere di approccio.img_5411«Te la sei cercata». E l’indumento intimo si aprì il due. Incredula, guardò Andrea rialzarsi, metterle davanti al naso le mutandine e, senza esitazione, lanciarle verso il letto. «Sei…» cominciò Camilla, battagliera. «Eccitato. Molto. E tu sei bellissima, calda e presumibilmente bagnata» ghignò, bloccandola di nuovo contro l’armadio. «E mia. Lo sei stata stanotte, lo sarai anche adesso». Il bacio con cui si impadronì della sua bocca, della sua resistenza e della sua resa, fu dolce e lentissimo, ma al tempo stesso possessivo e profondo.

In Andrea c’è una filosofia di vita, una profondità vera, la meraviglia delle cose semplici e reali, l’appagamento nella concretezza. Per Camilla sarà impossibile non lasciarsi coinvolgere, non lasciarsi toccare dal suo vero dono

Voglio amare, voglio essere amato. Voglio essere il primo pensiero del mattino e l’ultimo della sera per la compagna della mia vita. Voglio essere parte dei suoi sogni come lei sarà parte dei miei, sempre». Era meraviglioso, accorato, romantico, seducente, appassionato: tutti i sogni di una donna, ogni suo desiderio, concentrati in quell’uomo forte e testardo.
Voglio amare, voglio essere amato. Voglio essere il primo pensiero del mattino e l’ultimo della sera per la compagna della mia vita. Voglio essere parte dei suoi sogni come lei sarà parte dei miei, sempre».

Così diversi eppure così simili nella determinazione e nel modo di amare, così lontani eppure così vicini nei pensieri e nei desideri.

…quello che aveva vissuto durante l’estate era sì, stato bellissimo, ma anche una bolla di sapone, una piccola oasi in quella che era la realtà della propria vita metropolitana: Andrea sarebbe rimasto in un cantuccio della mente come il ricordo di un uomo meraviglioso, semplice e Camilla avrebbe pensato a lui, a ogni desiderio di sole sotto le nuvole invernali, anche se piano piano, col tempo, sarebbe sbiadito, assumendo i contorni di una vecchia cartoline sgualcita. Sì. Un po’ mi mancherai. Ma la loro diversità era il profondo canyon che li divideva: per lei era impensabile lasciare la propria vita, così come lo era stato per lui vivere in un ufficio, senza l’odore della terra smossa che lo avvolgeva.

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L’estate passa. Ma si può vivere senza la luce del sole?

Quando ti bacia e ha il tuo cuore tra le sue mani. Quando ti guarda mentre gode e sembri essere al centro del suo mondo. Quando ti tiene contro il suo petto e chiacchiera di stupidaggini per non farti addormentare. Quando tu sei mezza addormentata e all’improvviso lui ride e tu sussulti e lui poi si mette a ridere di te.

Semplice, bello.

Come lo stile dell’autrice, pulito, luminoso.
Elogio alla semplicità.
Non si nasconde dietro artifici della retorica, non ha bisogno di camuffare la meraviglia di una storia d’amore, non vuole complicare la trama con un coup de théâtre o forzature nell’intreccio. Brilla sempre. Nella chiarezza e naturalezza. Dall’erotismo più caldo a quello sofisticato, il suo stile resta pulito. Naturale.

Sincera e brava, sexy e romantica.
Racconta il sentimento e narra il desiderio. Semplicemente. Ma la semplicità non è cosa da poco. Come ci insegna il protagonista di questo romanzo.
E questo romanzo è un raggio di sole, che vi lascerà un sorriso.

4 diamanti

4 fiamme

Saffron