Titolo: Castalia – La figlia del corvo
Autore: Francesca Redeghieri
Editore: Emma Books
Serie. Amazzoni #2
Collana: Vintage
Prezzo: €1,99
Continua l’avanzata vittoriosa di Annibale verso Roma. Nonostante abbia perduto le invincibili amazzoni, profondamente segnate dalla sparizione di Amistad, il condottiero di Cartagine cerca nuove alleanze tra il popolo celtico, l’unico che può sostenerlo nella sua conquista, e il suo cuore continua a pulsare d’amore per Castalia, la silenziosa guerriera dai capelli color ruggine rimasta al suo fianco.
Intanto, una nuova profezia si affaccia all’orizzonte e un nuovo mistero sta per essere svelato: una bambina avrebbe dovuto essere pronta per l’arrivo del corvo. Per lei si fonderanno insieme l’amore del passato e quello del presente e da lei sorgerà una nuova discendenza, il cui compito sarà volare più in alto dell’aquila.
RECENSIONE

Care Dame di Harem,

il libro di cui vi parlo oggi è “Castalia-La figlia del corvo” di Francesca Redeghieri, secondo volume della serie “Le Amazzoni”, uscito il 29 marzo scorso per Emma Books.

Ritengo che questa novella sia un piccolo gioiellino molto ben confezionato e costruito. Venite con me a conoscere la storia di Castalia e del suo Cartaginese!

“Nessun uccello sale troppo in alto se non con le sue ali.” Cit. William Blake

Secondo appuntamento con la serie “Le Amazzoni”, una serie in cui storia, mito, profezie e passione sono le componenti fondamentali.

Una serie in cui le protagoniste femminili sono fiere, forti, indomite e delle vere e proprie combattenti.

Ma i protagonisti maschili non sono certo da meno. Duplice la loro natura: valorosi condottieri sul campo di battaglia e uomini appassionati, virili e romantici nell’intimità.

Nel primo volume ci sono stati presentati tutti i personaggi con particolare attenzione verso Amistad e il tribuno romano Longino. In questo volume, l’autrice approfondisce la storia di Castalia e di Annibale.

«Abbraccia il tuo dolore, Castalia, perché è grazie a questo che sarai purificata.»

Castalia porta sul suo petto una sorta di lettera scarlatta. È il marchio della sua infamia, un simbolo per rendere visibile a tutti la macchia della sua anima. Un segno di riconoscimento che significa sprezzo e biasimo.

Che crimine ha commesso Castalia?

Ha avuto il coraggio di compiere la sua scelta: ha preferito seguire l’amore, tradendo così il codice delle leggi che governano il mondo delle Amazzoni. Più precisamente, è venuta meno al dovere di “sorellanza” che tutte le Amazzoni devono osservare in maniera scrupolosa. Il bene di tutte viene prima del bene della singola.

E qui, devo dire, ho rivaluto molto queste figure e ho avuto modo di riflettere. Già nel primo volume, ho arricciato  il naso in alcuni momenti, soprattutto quando nelle scene era coinvolta la regina Pentesilea.

Le Amazzoni sono figure mitologiche che l’autrice ha scelto di rappresentare in modo estremamente realistico e, concedetemi il termine, “umano”.

All’apparenza sembrano incarnare e raffigurare valori terribilmente positivi, ma disseminati qui e là, quasi per caso (ma casuali non lo sono affatto), l’autrice inserisce alcuni episodi che mettono in luce il lato chiaro-scurale. Non c’è mai una distinzione netta fra bene e male, fra giusto e sbagliato, ma semplicemente tutto è rimesso in prospettiva a seconda delle caratteristiche dei singoli personaggi. È il loro animo il motore delle loro azioni.

«Tu sei mia, Castalia, e io sono tuo con la stessa intensità con cui tu mi appartieni. Solo gli dèi avranno il potere di dividerci. Non ci sarà mai nessuno che amerà una donna più di quanto io stia amando te.»

“… dinanzi a Castalia non era altro che un umile servo, nato con il solo scopo di amarla e venerarla.”

 

Annibale, il Cartaginese, il grande stratega che si piega di fronte all’amore che prova per Castalia.

Devo confessarvi, mie care Dame, che questo personaggio mi ha sopraffatta. Le pagine che ci regala la Redeghieri sono imbevute di tenerezza, ardore e romanticismo assolutamente ben mescolati e il risultato che ne esce è un equilibrio delicato e audace allo stesso tempo. Ciò che più apprezzo è il lavoro che l’autrice ha fatto sui personaggi maschili. È stata in grado di spogliarli della loro aurea di gloria, mettendo da parte, quando la situazione lo necessita, le loro abilità di impavidi condottieri per restituirceli in una dimensione più profonda e recondita.

Quando si pensa alla storia dell’antica Roma, la nostra memoria ci rimanda a battaglie, consoli, tribuni, strategie militari e politiche, conquiste, mire espansionistiche. Leggendo le pagine di questo libro, vi dimenticherete di tutto questo. Non avrete l’impressione di leggere un romanzo storico, perché l’amore è un valore universale che non conosce i confini del tempo e dello spazio.

Castalia non è solo la compagna di Annibale, ma molto altro. Si dice che dietro ad un grande uomo ci sia sempre una grande donna e, anche in questo caso, questo proverbio ha un fondo di verità.

 

Castalia affianca e sorregge il Cartaginese orgogliosamente e valorosamente. Insieme porteranno avanti la battaglia alimentata dall’odio contro i Romani da parte di Annibale. Il loro può definirsi un rapporto completo a tutti i livelli, una connessione di anime facendo un omaggio a un’altra autrice a me cara.

Per fare ciò, si rende necessario stringere nuove alleanze. Ed è proprio, durante una contrattazione con i Celti, che vedremo svelarsi un passato insospettabile…

Come avrete già notato, care Dame, non vi ho svelato nulla della trama intenzionalmente.

Questo secondo volume è una novella breve (eh sì, si metta agli atti che la mia è una lamentela palese, lol) e l’impianto narrativo è ad alto tasso spoiler, per cui lascio a voi il piacere della scoperta e della lettura, limitandomi a dirvi ciò che penso di questo libro.

Castalia e Annibale sono due personaggi che mi avevano molto colpito e avevo altissime aspettative sulla nuova uscita, ma la lunga attesa è stata ampiamente ripagata.

La carta vincente di questo romanzo è in assoluto una struttura narrativa complessa e l’utilizzo di un efficace artificio letterario. L’autrice intreccia abilmente presente, passato e futuro in una linea temporale molto ben articolata. Non era semplice tenere le redini di questa storia, ma la Redeghieri ha superato brillantemente la prova non lasciando nulla al caso. Ha dosato con maestria ogni elemento tenendo alta la tensione narrativa. Il lettore è pienamente coinvolto nel risolvere “il mistero” che si cela dietro alla profezia fino a quando le varie tessere del puzzle non trovano la loro giusta collocazione per ottenere l’incastro perfetto.

In generale, non amo le descrizioni troppo lunghe perché mi annoiano e trovo che appesantiscano eccessivamente il testo. In questo caso, però, ritengo che siano assolutamente funzionali per far sì che il lettore si immedesimi ulteriormente nelle vicende narrate. Per farvi un esempio, ho gradito, in particolar modo, l’esposizione dei paesaggi innevati. Leggendola ho come avuto la sensazione di essere immersa in un’atmosfera quasi ovattata in cui spiccavano il rumore dei rami calpestati e l’ incedere degli zoccoli dei cavalli. È come se l’autrice avesse tradotto in parole immagini e suoni, aspetto che ho particolarmente ammirato.

Anche il simbolismo la fa da padrone e, anche in questo caso, tutti gli elementi sono concatenati e interdipendenti fra loro.

Il rosso, come denominatore comune, che riprende sia il color ruggine dei capelli di Castalia sia le fiamme di un fuoco che arde incessantemente, simbolo della passione di un amore presente, ma anche passato.

Il simbolo marchiato a fuoco sul petto di Castalia assumerà un altro significato, chiudendo così il cerchio.

Non sarà più un segno distintivo con una connotazione prettamente negativa, ma, al contrario, ciò che è stato spezzato sarà riunito in quella che è la massima espressione dell’amore.

E, per finire, il corvo e l’aquila. L’aquila, se rispolverate le vostre reminiscenze storiche, altro non è che il simbolo che rappresenta il potere di Roma.

Per quanto riguarda il corvo, non vi svelo nulla, dovrete leggere per scoprirlo.

Ritengo che non sia affatto semplice scrivere una novella, o se vogliamo, un romanzo breve. Non tutte le autrici sono predisposte per farlo. Seppur nella sua brevità, il testo deve essere approfondito, deve avere un inizio, uno sviluppo e una fine di un certo spessore, senza che il lettore abbia l’impressione che la storia si svolga in maniera frettolosa.

Anche questa volta, la Redeghieri ha dato prova di saper maneggiare una trama, conquistandosi pian piano il suo posticino nel panorama del genere history.

Anche lo stile risulta essere fluente, scorrevole, accurato.

Qualche piccola sbavatura nella forma che però non incide in maniera significativa sulla piacevolezza e gradevolezza della storia.

Rimango in attesa del prossimo volume e mi complimento con l’autrice.

Alla prossima,

Francesca

STORIA