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Titolo Consigli pratici per uccidere mia suocera

Autore Giulio Perrone

Data di pubblicazione 9 marzo 2017

Editore Rizzoli Libri

Leo era sposato con Marta – seducente, comprensiva, i piedi ben piantati per terra – e con lei aveva un sogno, aprire una libreria. Poi ha conosciuto Annalisa – tenerissima, vitale, lo sguardo sempre rivolto al futuro – e ha mandato all’aria il suo matrimonio, iniziando con lei una nuova vita che sembrava finalmente appagarlo. Ma mettere radici non è il suo forte, tantomeno fare scelte definitive e impegnarsi troppo a lungo in qualcosa. Lo sa chiaramente, eppure non riesce a essere diverso. Così ha sentito Marta al telefono, si sono rivisti, hanno fatto l’amore, e adesso Leo si ritrova nella paradossale situazione di avere come amante… la propria ex moglie.Dividersi tra due donne che ti vogliono per sé e che si odiano può essere eccitante, ma alla lunga diventa una discesa infernale tra bugie, scuse improbabili, sensi di colpa e la consapevolezza di stare rimandando, insieme alle decisioni importanti, anche la possibilità di realizzare i propri sogni. Per Leo è arrivato il momento di scegliere – già, ma quale delle due? – e di certo non lo aiuta avere come unici modelli un padre che ha il vizietto del gioco e racconta d’essere stato la controfigura di Dustin Hoffman nel Laureato, e un datore di lavoro che lo assilla per sapere in che modo eliminare la propria suocera…

Nuovo romanzo dolce amaro di Giulio Perrone, editore della omonima casa editrice romana, Consigli pratici per uccidere mia suocera, edito da Rizzoli. Ironico e lucido, vi strapperà un sorriso consapevole, un po’ tirato forse.

Il protagonista, Leo, irrequieto ed eterno Peter Pan, è un giovane professionista nel campo editoriale dalla vita sentimentale ingarbugliata. Ha divorziato da Marta, una femme fatale moderna, una donna pragmatica e magnetica, seducente e brutalmente sincera, con cui condivideva progetti e aspirazioni prima di ripiegare in un lavoro che non lo soddisfa pienamente, per un bizzarro e egocentrico capo.
Sognava di aprire una libreria, Leo.
Sogno infranto, illusione svanita, matrimonio sciolto.
Aveva scelto Annalisa, dolce e giovane, dalla vitalità contagiosa, una scommessa e una sfida, spensierata, proiettata nel futuro carico di opportunità. Con entusiasmo travolgente.

L’effervescenza delle sue parole e delle sue speranze mi lega a lei e mi travolge più della freschezza del suo corpo inesperto.

Eppure, quasi fatalmente, Leo si ritrova a cercare nuovamente Marta, l’ex moglie, che diventa la sua amante, così che Annalisa, che era la sua amante, ora è la sua compagna tradita. Quasi una situazione da commedia degli equivoci o alla Feydeau.

Adoro il fatto che rida.
In piedi.
Nuda davanti a me.
Conosco ogni centimetro di quel corpo. L’ho visto per-
sino cambiare e diventare altro da quello che era quando ci siamo conosciuti e l’ho attraversato con le mani impacciate per la prima volta.
Questione di familiarità.

Familiarità, sicurezza, comfort emotivo per un irrequieto cronico? Ora vive quasi una beffa, la situazione è ribaltata quasi fosse una sottile, articolata e paradossale vendetta della ex moglie.

Riallacciarmi con quella forza e quella strana necessità di cui solo lei è capace.
Litigheremo la prossima volta in cui ci vedremo in chissà quale altro appartamento sfitto.
E se sarò fortunato ci sarà anche spazio per fare pace.
D’altronde non è sempre così che nisce con le amanti? Se poi sono mogli…
Pardon. Ex mogli.

Intrigante ed eccitante ma anche terribilmente logorante. Bugie e omissioni, sensi di colpa e rimpianti, poco rimorso a dire il vero…

Questa è la parola giusta, pace. Una dimensione che vorrei sentire più mia da molto tempo. Qualcosa per cui mi sono allontanato da Marta e che neanche Annalisa riesce a darmi del tutto. E forse proprio di questo dovrei parlare: della mia tendenza a ricacciare le emozioni, a non amare fino in fondo. Semplice.
Credo fermamente che l’amore non sia fatto di grandi gesti ma di continuità. Non è la gara dei cento metri, è la maratona. Chi riesce a stare silenziosamente vicino a qualcuno, a esserci e non assentarsi

Le incursioni nella sfera introspettiva del protagonista sono raid autoironici e piccole rivelazioni della sua coscienza fastidiosa che lo chiama a diventare adulto

Una vita fatta di alti e bassi, certo, ma in cui alla fine riuscivo sempre a cavarmela e a non fare la figura del coglione. La vita di chi si è autodeterminato nella propria mediocrità, non lasciando spazio al Caso.

Leo racconta la vita, si osserva vivere, si lascia vivere.
La sua terapista come un molesto grillo parlante, mette a nudo il vissuto della sua esistenza caparbiamente superficiale. Due donne come estremi, per stare in bilico, un equilibrio precario per non cadere.
L’amore è un salto nel buio, senza rete.

Non basta neanche l’incarico paradossale del suo capo

«Quello che voi dovrete fare sarà dirmi… Come la facciamo morire alla fine questa suocera?»
La domanda arriva diretta, banale quanto effettivamente essenziale.
“Ma non avevate già fatto il grosso?” penso dentro di
me. “Cioè… vi manca la cosa più importante?” «Durante le prossime riunioni, quindi, discuteremo dei possibili modi “per uccidere mia suocera” …»

Né il conforto degli amici o il calcetto e il calore del quartiere popolare di San Lorenzo, in una Roma disincantata, rovente, da attraversare in motorino mentre l’asfalto sospira, alla ricerca di una carbonara o di un kebab da gustare in uno scorcio millenario.
Neanche una playlist spacca cuore né tantomeno le peripezie improbabili di un padre inaffidabile. Non ci sono alibi, anzi, il passato è quasi un debito karmico o una nemesi. Perché tutto sta cambiando.

Leo sarà costretto suo malgrado a scegliere.
La vita è scegliere.
Ma scegliere ogni giorno…sarà possibile?

In un posto sporco e impolverato non posso fare a meno di immaginare una vita. Forse quella che poteva essere, forse quella che vorrei.
Questione di impegno e dedizione.
Questione di sogni e, perché no, di emozioni.
Ma soprattutto questione di scelte. Posso davvero continuare a fare in modo che sia tutto affidato agli altri o, ancora peggio, al caso?

Si desterà dal suo letargo emotivo, il suo risveglio però non sarà affidato tanto ad un bacio quanto ad uno schiaffo del destino.
Con pigrizia emotiva il protagonista ha attraversato in punta di piedi e indifferente la sua esistenza per anni, lasciando scorrere giorni e illusioni. Costretto a scegliere sceglierà se stesso, in fondo quel che sembra un atto di generosità si rivelerà altro.

Amaro, dolce e autoironico.
Nella sua goffaggine indolente il protagonista ci restituisce una analisi tagliente della paura di amare, rischiare e vivere.

Saffron