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SINOSSI:
Devon Ravenel, incallito donnaiolo, è lo scapolo più affascinante di Londra e ha appena ereditato una contea. II suo nuovo ruolo sociale gli impone però responsabilità inattese …. E anche qualche sorpresa: la sua nuova proprietà, infatti, è gravata dai debiti e per di più nella dimora ereditata vivono le tre sorelle del defunto conte e una giovane, bellissima vedova, Lady Kathleen Trenear. Presto tra i due scoppia la passione, ma la donna conosce bene i tipi come Devon. Riuscirà a non consegnare il proprio cuore all’uomo più pericoloso che abbia mai conosciuto?

RECENSIONE:

Devon riceve dal cugino Theo una scomoda eredità: un titolo di conte, una tenuta in rovina, una vedova impertinente e tre cugine da maritare. A queste condizioni sarebbe difficile per chiunque abituarsi all’idea, figuriamoci ad uno scapolo incallito come Devon, le cui uniche preoccupazioni, fino a quel momento, erano decidere a quale divertimento abbandonarsi o a quale sottana correre dietro. La prospettiva cambia quando, sotto vari strati di veli neri, Devon conosce di persona la vedova del defunto cugino, Lady Kathleen. Ella è bellissima, a prima vista rigorosa e saccente, ma nel profondo ha uno spirito indomabile che darà filo da torcere a Devon.

La strada per la conquista del cuore di Kathleen non sarà facile, perché entrambi hanno due caratteri molto forti. A far da cornice al loro “gioco al rincorrersi”, troviamo rigorose regole d’etichetta, interessi economici, ma soprattutto una maturazione emotiva da parte di tutti i numerosi personaggi che ci vengono presentati.

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Ed è così che quella che nasce come una passione a breve termine diventa ben presto un amore profondo e viscerale, che legherà i due protagonisti in maniera indissolubile. Devon e Kathleen sembrano essere le facce di una stessa medaglia, due esseri che si completano a vicenda e dono l’un l’altra il meglio di loro stessi.

Il loro destino sembra dunque essere scritto, ma la strada per giungervi non sarà priva di insidie.

«Non mi è passata la vita davanti agli occhi. Ho visto solo te.» Le sue palpebre si chiusero e la mano scivolò via dal volto di Kathleen. Riuscì a mormorare un’ultima cosa prima di addormentarsi. «Alla fine credevo… che sarei morto desiderandoti»

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Devo dire la verità, sono molto combattuta. La classe della Kleypas c’è tutta, ed in questo libro si esprime al meglio, però ci sono alcuni importanti punti deboli che fanno cedere una struttura altrimenti perfetta. La stilistica rasenta la perfezione, mai un eccesso od una sbavatura, perfino nelle scene di sesso. Linguaggio, toni e modi pertinenti, calati nell’epoca. L’autrice è maestra nel narrare senza cadere nell’infodumping: pensieri e descrizioni si miscelano armoniosamente, coinvolgendo totalmente il lettore e immergendolo nella storia. I personaggi secondari, che presumo verranno approfonditi in futuri romanzi, sono pilastri portanti di una storia altrimenti banale. Questo, infatti, è stato la nota dolente del romanzo: la storia d’amore tra i due protagonisti viene trattata con superficialità e non trasmette quel pathos che tanto avrei desiderato. Dobbiamo attendere quasi la metà del libro affinché giungano i primi momenti interessanti, che però si dissolvono molto in fretta e danno quasi la sensazione di perdita del senso d’orientamento. Ci si trova ad un certo punto a non capire più chi siano i veri protagonisti e che senso abbia la loro storia, finendo col provare più empatia con le storie e il carattere dei personaggi secondari. Una lettura piuttosto pesante se paragonata a quanto mi ha lasciato.

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