Titolo: Vieni via con me (Dance Away With me)

Autore: Susan Elizabeth Phillips

Editore: Leggereditore

Genere: contemporary romance

Data di pubblicazione: 22 Ottobre 2020

Quando la vita la mette a dura prova, l’ostetrica e giovane vedova Tess Hartsong scappa il più lontano possibile e si rifugia a Runaway Mountain. In questa piccola e sperduta città sulle montagne del Tennessee, circondata dalla natura, spera di superare il suo dolore e trovare il conforto di cui ha bisogno per guarire. Ma, invece di pace e tranquillità, incontrerà un’artista enigmatica con una brama di solitudine; un folletto da fiaba con troppi segreti; un bambino indifeso; un mucchio di adolescenti curiosi e una città diffidente nei confronti degli estranei, e specialmente uno, testardo quanto Tess. Altrettanto caparbio e pervicacemente cocciuto, Ian North è un uomo difficile, intelligente e dotato ma con un’anima torturata, un uomo che mette in discussione nel profondo Tess e che farà crollare tutte le sue barriere. E, mentre si prepara a fuggire da questa nuova vita, Tess si chiede: si è persa? O ha finalmente trovato il suo futuro?

È SEP ma una SEP diversa, è sempre lei ma con una profondità e con un peso emotivo ancora più consistente. Questa volta il peso specifico, scelto da questo talento nel narrare i sentimenti, sarà quello del dolore e dell’elaborazione di esso, della capacità di trasformarlo in possibilità e consapevolezza. Spesso solo la sofferenza ci insegna quanto siamo forti, fino a che punto siamo disposti a rischiare, quali sono le priorità della nostra vita. E l’incredibile valore di ogni giorno della nostra esistenza.

Cresciamo con lei, ci propone una storia stand alone mentre attendiamo un nuovo appuntamento della Chicago stars, presentando una storia che riporta la sua cifra stilistica poiché gli ingredienti ci sono tutti. Un’ incredibile capacità di restituire il contesto delle piccole comunità in cui si svolgono le vicende, straordinaria capacità narrativa (armonia e sequenzialità dell’evoluzione della trama, caratterizzazione dei personaggi incredibile), quella ironia pacata di fondo che mostra un approccio alla vita e al genere personalissimo. Un modo di sentire la vita, di cogliere le possibilità nei suoi imprevisti , osservare le esistenze, catturare le emozioni e saperle narrare. 

Uno stile inconfondibile, il calore umano è da sempre il tratto caratteristico di questa autrice: non si tratta di abilità tecnica (per quanto sia consolidata a tal punto da rendere ogni testo un prodotto perfettamente compiuto, armonico e piacevolissimo) quanto piuttosto dell’impronta di garbata ironia e romanticismo caldo, quel modo tutto suo di raccontare l’amore. SEP restituisce alla narrativa rosa un peso specifico importante, il peso dei sentimenti. 

I suoi eroi sono virili ma vulnerabili tanto da essere imperfetti ed adorabili. Le sue eroine sono indipendenti ed emancipate ma incredibilmente romantiche. I personaggi secondari hanno uno spessore incredibile, tanto da renderli quasi comprimari. I dialoghi sono spumeggianti, le trame vivaci. Ogni pagina vibra di vitalità. Un mondo su carta che si anima, in cui calarsi con piacere, restituito perfettamente con vizi e virtù delle piccole comunità. 

È tutto legato alla sua sensibilità: qui c’è l’originalità, la capacità di saper raccontare i sentimenti in tutte le stagioni della vita con un tatto, una ironia e una profondità sempre incredibili ed emozionanti. Sa cogliere il senso profondo dell’umanità, le debolezze e le risorse degli uomini e delle donne, colte in qualsiasi momento della loro vita, con le loro fragilità e aspettative. I suoi romanzi hanno una coralità speciale perché riproducono la vita con tutti i suoi sapori e i suoi momenti e ogni protagonista dà un contributo speciale alla storia, per riprodurre le emozioni e i sentimenti che ci accompagnano ogni giorno. La Phillips ha la capacità di narrare qualsiasi situazione, anche quella più paradossale, portandola all’estremo perché lo fa sempre conservando un’ umanità davvero speciale che si manifesta soprattutto nei dialoghi sempre brillanti e intensi soprattutto tra i protagonisti.

In Vieni via con me tutto è raffinato e decantato, più maturo. Questo suo marchio di fabbrica ci propone una storia che si distingue per complessità e maturità. La brillante ironia che rende i dialoghi spumeggianti si fa ironia pensosa o sarcasmo venato di leggera amarezza. Il sentimento da sempre narrato magistralmente da questa autrice è indagato in tutte le sue sfumature e in tutte le sue declinazioni nelle diverse stagioni della vita, nei diversi tipi di rapporto, così il sentimento dell’amore è più intricato, più complesso, perché matura all’interno di un doloroso percorso e ci racconta l’amore sconvolgente e travolgente: quello nei confronti di un figlio.

Ritroviamo una delle sue eroine coraggiose, Tess Hartsong, che lascia la sua casa e si trasferisce tra le montagne del Tennessee, alla ricerca del silenzio e dello spazio in cui elaborare un lutto. Il tempo infatti non è stato sufficiente a mitigare la disperazione, la rabbia non riesce a trasformarsi in accettazione, resta ancora nella forma di rancorosa perdita.

Due anni non sono bastati per accettare la morte del marito, il senso di perdita e di smarrimento continua a tormentare la protagonista che trova sfogo soltanto nella liberazione istintiva e improvvisa della danza. Il ballo liberatorio e disperato, come momento in cui si abbandona alla musica fuori controllo e si lascia andare in balia del dolore

E adesso Tess viveva in una baita fatiscente su una montagna dal nome appropriato nel bel mezzo del nulla. Ma anziché premere il tasto Reset sulla propria vita, provava soltanto rabbia, disperazione e vergogna per la propria debolezza. Erano passati quasi due anni. Le altre persone si riprendevano dalle tragedie. Perché lei non ci riusciva?

Ballò e ballò. Ma nonostante la rapidità dei suoi movimenti, la violenza con cui i suoi piedi battevano a terra, non riuscì a ballare fino a morire.

Ranaway mountain e la piccola comunità cittadina di Tempest sembrano poter rispondere alla sua ricerca di qualcosa, forse potranno colmare il vuoto esistenziale della protagonista.

Molto spesso quello che cerchiamo non è quello che otteniamo e non è quello di cui abbiamo bisogno in quel momento…o forse sì. Spesso è il Destino a subentrare nelle nostre esistenze e a scegliere per noi con disegni imperscrutabili e provvidenziali

Il dolore era familiare. Così come la rabbia. Entrambi le avevano dato una nuova forma. Ora, davanti a questa vista tanto diversa, si chiese chi sarebbe potuta essere privata del peso di quei due sentimenti.

Tess sarà catapultata in una quotidianità nuova, quella della piccola comunità montana, si troverà a lavorare nella caffetteria locale con personaggi singolari, un po’ per caso e un po’ per necessità. Troverà impiego (accantonando momentaneamente il suo lavoro da infermiera) presso un burbero proprietario e sarà nel cuore pulsante della sonnacchiosa comunità bigotta, prigioniera di perbenismo, animata da giovani ragazze fragili e tenere.

Si ritroverà un vicino austero, ingombrante e misterioso, incredibilmente affascinante, nonché famosissimo artista contemporaneo. Un genio sfuggente, inarrivabile, indecifrabile. Ian Hamilton North IV, uno degli artisti di strada più famosi, secondo solo al misterioso Banksy, pecora nera della dinastia finanziaria della nobile famiglia North.

…aveva ampie spalle e la mascella dura come la roccia. Una lunga cicatrice correva lungo il lato del collo e i piccoli fori ai lobi indicavano la vecchia presenza di orecchini. Probabilmente a forma di teschio con le ossa incrociate. Era un fuorilegge, la versione adulta di un teppista adolescente che brandiva una bomboletta spray anziché una pistola, il giovane delinquente…

Accanto a lui una figura eterea ed evanescente, nonché una piccola bambina in arrivo 

La sua bellissima e fragile Bianca… La sua ispirazione, il suo fardello, il suo punto di riferimento, la sua punizione…

Personaggi complessi, stratificati, che nascondono tante ombre e tanti segreti, figure che non sono chi sembrano e che hanno un vissuto ingombrante, al pari di quello della protagonista

Tess Hartsong era una creatura della terra, non del cielo. Pronta a ballare la sua danza funebre in biancheria intima. Voleva farla ballare per lui, farle esprimere ballando tutte le emozioni cui lui non riusciva a dare voce. I suoi occhi scuri, di colore violetto manganese, lo intrappolarono. Lo trapassarono. Giudicandolo. Perché non avrebbero dovuto?

Tra i dubbi e le incertezze farà chiarezza implacabile la tragedia. Come spesso succede nella vita la necessità di una situazione drammatica riporterà tutto in una prospettiva diversa, tanto che le priorità cambieranno e Tess, sconvolta da un evento traumatico, dovrà rispondere alla vita. Alla vita nella sua forma più pura quella di una creatura innocente e indifesa 

Delle forme vorticose ricoprivano tutte le superfici in un groviglio di bianco opaco, grigio torbido, di fosco grigio talpa e bianco ottico. Aveva dipinto curve e spirali, volute e archi. Alcune linee si arricciavano sul soffitto, altre decoravano i battiscopa e si estendevano sul pavimento. Un muto paesaggio di dolore con tutte le insidie e i guazzabugli che ormai conosceva bene. «Tutto è racchiuso qui…Ogni emozione…» Le si strinse la gola. «Ogni… sensazione.» La sua aspra voce le risuonò alle spalle. «Fuori.» Tess si ricompose e distolse lo sguardo

Ian continuerà a combattere con i suoi demoni, brancolando tra le ombre di un passato ingombrante e il senso di responsabilità, schiacciato da complessi di inadeguatezza e dal peso della fama, dal senso di aspettativa. Rimarrà ipnotizzato da questa creatura mediterranea, giunonica danzatrice darwīsh con la sua carica vitale e la sua forza incredibile

«Non sono a mio agio con tutto ciò che è fragile.» Il modo in cui lo disse… così stoico. Le fece quasi provare pena per lui. Quasi.

[…]Toccò a lei ridere, poi si rese conto che non le piaceva vedere il lato più semplice di quell’uomo. Lo rendeva più umano di quanto lei volesse.

«Adoro queste stronzate da artista tormentato. Va’ avanti.» L’angolo della bocca gli si arricciò. «Non mi aspettavo tanta crudeltà da una donna la cui coscienza non le consente di vendere sigarette.»

Tutta la voglia che aveva avuto di prenderlo in giro svanì quando pensò al dolore che la consumava. «Ma come fai a vivere senza quelle grandi emozioni?» «Si fa e basta.» «Ti assicuri di non provare troppo interesse per qualcun altro?»

Tess Hartsong era una donna capace di donare liberamente il proprio cuore. La cosa peggiore che potesse fare sarebbe stata concederlo a un uomo incapace di custodirlo. Ian voleva assicurarsi che questo non accadesse.

Come in una danza frenetica è una forza centripeta che lo attrae e manda all’aria quello che è rimasto della sua quotidianità, quel poco che è rimasto della sua vita. Nel caos tutto andrà a rotoli: la sua carriera in stallo, le responsabilità incalzano, le emozioni prendono il sopravvento. Alla fine Tess, il fulcro di questa forza che lo attrae in modo sempre più forte e sconvolgent,e in modo irragionevole e improvviso, così come lo è la vita

Quando il fiammifero era ormai consumato, lo spense con un soffio e ne preparò un altro. Le ombre tremolanti danzavano sulle pareti e l’aria si saturò del profumo di zolfo. Il respiro si fece più rapido quando lui le si mise davanti. Avvicinò la mano ai suoi capelli. Le slacciò l’elastico che li domava e una cascata disordinata le ricadde sulle spalle. Le mani di Ian indugiarono prima di tuffarsi tra le ciocche. Tess tentò di trovare una battuta… qualcosa… qualsiasi cosa in grado di dissolvere l’atmosfera elettrizzata e crepitante attorno a loro. La mano di Ian si spostò dai capelli al primo bottone della sua camicetta. Le nocche le sfiorarono la pelle mentre gliela aprì sullo scollo. L’odore di zolfo le riempì le narici.

A Runaway Mountain Tess ritroverà il senso della propria vita perché sempre di più capirà che c’è bisogno di lei, che tanti hanno bisogno di lei. Forse questo rifugio tra paesaggi mozzafiato è stata la scelta giusta ma per trovare il significato più profondo della vita le manca la forma più compiuta dell’amore

«Non sei felice.» «Sono felice! Sono…» Si passò le mani fra i capelli. «Mi ha preso di sorpresa. Non l’amore per te. Ti amo da molto tempo. Mi ha sorpreso dargli altri nomi.» «Per esempio…?» «Ispirazione. Ammirazione. Desiderio. Ma ieri sera… ieri sera mi è crollato tutto addosso

Arruffato e sudato, forte e gentile, immerso nella natura.

Questo. Lui era questo. Il teppista e l’artista. Il ribelle e il paciere. L’uomo che aveva tanto cercato di adattare a un’unica identità per trovarsi a scappare da sé stesso.

Un romanzo originalissimo di SEP che sa indagare il sentimento con sfumature sempre nuove, in questo caso riportando un’intensità e una profondità notevole che dà complessità alla storia dei due protagonisti

«La vita non sarà mai una perfetta composizione geometrica. Avrei dovuto accettarlo anni fa. La vita striscerà sempre sui bordi della cornice. Schizzerà sul pavimento e si riverserà per le strade. Sarà bello ma farà anche male. Questo significa essere vivi, creativi. Questo vuol dire amare qualcuno.»

E la scintilla tra i due protagonisti crepita in modo continuo, come brace che illumina la storia, come un fuoco lento che cova sotto le ceneri ed è pronto a divampare. Posso solo invitarvi a soffermarvi su sequenze incredibilmente meravigliose legate ai colori… in cui l’estro artistico del protagonista si esprime nel modo più sensuale possibile.

La SEP resta una maestra anche nel narrare l’erotismo. 

Scappare, scappare. Eppure la paura è adrenalina, la paura rende vivi, ridesta dal torpore del dolore. La vita è prepotente, nella sua fragilità e caparbietà, nella delicatezza e forza. I germogli sono ostinati e devono bucare il terreno, flettersi verso il cielo per cercare il calore del sole e il respiro.

Una piccola annotazione da parte di una “mamma canguro”: la delicatezza nell’osservare – comprendere – e tratteggiare quei momenti ineffabili appartiene solo all’abilità di un talento. Come un artista che sa individuare nella materia la forma da liberare e ne sa riprodurre i tratti. Toccante.

Un protagonista dalla virilità profonda, complessa e ammaccata. Una protagonista femminile determinata e coraggiosa, matura e segnata dal dolore. L’ ironia sa di amarezza e consapevolezza ma resta tagliente e brillante tanto da far scattare scambi vivaci e dialoghi umanissimi. Il sentimento è colto in ogni preziosissima sfumatura.

La regina è la regina.

Aspettiamo felici il nuovo appuntamento con la Chicago Star Series ma godiamoci una storia di sentimento, di vita, di amore.

Long hail the Queen!

Saffron

ARC courtesy of Leggereditore in exchange for an honest review