E se scoprissi che nessuna legge governa l’attrazione?

Deviant. Eclissi di Marte
Ellie B. Luin 
La Serie
Deviant. Eclissi di Marte
Deviant.
LUI È UN AVVOCATO SPIETATO.
LEI È UNA RAGAZZA CHE NON HA PAURA DI NULLA.
UNA STORIA D’AMORE UNICA E PASSIONALE CHE DIMOSTRA CHE NESSUNA LEGGE GOVERNA L’ATTRAZIONE.
E se scoprissi che nessuna legge governa l’attrazione?
Quando la tua vita è costellata di sogni infranti e scelte discutibili, non puoi permetterti di avere paura. E nessuno lo sa meglio di Venus, che, accantonata l’idea di diventare ballerina professionista, si è ritrovata a condurre un’esistenza ai margini e a lavorare come spogliarellista da Annabel, un lussuoso locale londinese dove il vizio e il denaro la fanno da padroni. Ed è proprio lì che incontra un affascinante sconosciuto, da cui si sente sedotta all’istante e in modo viscerale. Si tratta di Mavor Axford, il lupo dell’Old Bailey, l’avvocato più brillante della città, noto per difendere ricchi e potenti, e soprattutto per non perdere mai una causa.
Quando, per un caso sfortunato, Venus si rivela essere la testimone chiave in un processo contro uno dei suoi maggiori clienti, Mavor si dichiara determinato a distruggerla, a prescindere dal fuoco della passione che arde tra loro. Così, sullo sfondo di una Londra cupa e peccaminosa, Venus e Mavor diventano pedine in un gioco di seduzione pericoloso e proibito. Chi dei due ne uscirà vincitore?
Dopo aver travolto Wattpad e il #booktok, è finalmente disponibile in libreria Deviant, l’attesissima storia di Ellie B. Luin, che, con il suo stile accattivante e coinvolgente, è già considerata una grande promessa del dark romance con spiccate tinte crime

Erano mesi che non leggevo un dark romance. 

Lo confesso, sono abituata per necessità e piacere a spaziare trai i generi letterari e tra le sfumature del Romance ma da un po’ di tempo il mio inguaribile animo anelante emozioni e sospiri – e brividi di piacere e trepidazione – aveva scelto il digiuno forzato, con una ostinata fermezza. 

Stanca di una certa saturazione. Di quel senso di sovraesposizione e noia per una eccessiva e innegabile ripetitività delle trame, delle situazioni. Spesso con una caratterizzazione quasi inesistente dei personaggi, ridotti a macchiette pronte a battute imbarazzanti e ginnastica tra lenzuola. Meglio digiunare e disintossicarsi.

Poi Deviant…qualcosa mi ha intrigato. 

Sarà il titolo? Sarà stata l’idea?

Ebbene Deviant è stato il mio voluttuoso peccato libroso. 

È come essere a dieta e poi godersi la giornata “bonus” in cui riassaporare caldo cioccolato bollente: amaro, intenso, avvolgente, denso. Piacere puro, un po’ letale…Come Mavor, direi… ça va sans dire. Serotonina pura! Un momento di voluttuoso piacere, d’evasione.

Dark Romance dicevo, termine di cui si abusa frequentemente, tralasciando quanto sia centrale l’assoluta, imprescindibile, ineluttabile anima nera dell’anti-eroe, che metta in risalto le problematiche della psiche e dei protagonisti refrattari ai sentimenti e alle dinamiche relazionali; tanto da innescare nella trama situazioni e scelte anticonvenzionali e opinabili secondo una morale diffusa, uno schiaffo alla impalcatura della società civile cui appartengono i personaggi di cui si racconta la storia. 

La devianza è una tela in cui ogni schizzo d’inchiostro è buio, cieco e fuori posto, è colata di pece su una parete di sogni bianchi

Deviant si muove nel buio, la sua ambientazione è deliziosamente provocatoria, ai limiti del decente, del giusto, dell’ accettabile. O meglio l’autrice fa muovere il buio, facendolo vibrare di presenze oscure, tanto i protagonisti sono ombre di umanità: stanchi, disillusi e cinici. 

Non sono solo anime tormentate, sono carnefici e vittime allo stesso tempo. Ombre come fantasmi di quel che potrebbero essere, quasi invisibili mentre agiscono. Ombre come presenze ingombranti nella vita l’uno dell’altra. Soprattutto anime di buio, nere. L’autrice esplora le pieghe più nascoste e segrete dell’animo umano, quelle dei desideri inconfessabili, delle ossessioni e dei traumi, dei bisogni come dipendenze affettive, della sessualità come appagamento nell’esercizio del controllo, nella misura del potere e del dominio. Nel buio solo le ombre sanno distinguersi e avanzare, per lasciare segni appena percettibili ma rintracciabili, così come l’inchiostro sporca le pagine di questa bella favola nera e ci guida in un questa storia di sentimenti complessi.

Dalla profonda oscurità emerge come una sirena degli abissi più che come la dea di cui porta il nome, Venus Kelly, stripper in uno dei locali storici di Londra, vero ritrovo glam della City potente, facoltosa e viziata. Quel genere di clientela abituata a esigere, a prendere senza permesso, all’occorrenza.

Venus gioca con il suo corpo, esercita il suo potere seduttivo, indossa una maschera: nessuna emozione, nessun legame, nessun pericolo.

Deve farlo. 

Può farlo.

Non rischia.

Avanza fiero nel buio pece, tra le ombre come un lupo guardingo Mavor Axford, non a caso soprannominato il lupo dell’Old Bailey, avvocato senza scrupoli della criminalità londinese, di quella clientela abituata a pretendere, a vincere a tutti i costi, se necessario.

Famelico, brama il potere e il successo, solitario e territoriale in modo stabile e esclusivo nel suo ambiente, sia un’aula sia un salotto mondano o un angolo buio e malfamato dove si nascondono le sacche della criminalità più pericolosa.

Predatore, alfa.

Sa farlo.

Può farlo.

Non rischia.

Non c’era differenza, tra me e lei. Io ero un mercenario con lo sguardo da lupo e il volto da angelo. Lei era una squillo con gli occhi foderati d’assenzio e le ali da falena notturna. Lei vendeva il suo corpo, io mi vendevo l’anima.

Venus e Mavor come pianeti in moto irrequieto si incontrano in una congiunzione fatale, una proposta che sa di sfida e provocazione

Non avevo bisogno di essere trattata con i guanti bianchi, avevo bisogno di qualcuno che mi facesse sentire davvero in pericolo, per soddisfare il mio costante bisogno di mettermi alla prova. O di punire me stessa. Probabilmente il mio masochismo veniva fuori nei modi più impensabili.

E poi si ritroveranno, vittime di un disegno più grande e complesso, pedine su una scacchiera su cui difficilmente saranno re e regina in questa partita.

Mavor ha preso l’incarico di difendere l’uomo di cui Venus vuole vendicarsi.

Non si tratta di soldi, è questione di giustizia per lei.

Per Mavor non è un problema di prestigio, è un rischio troppo grande. 

…la mia condanna peggiore è stata Lei. Venus.

Intorno alla giovane, caparbia e dalla personalità complessa, e al lupo dell’Old Bailey, anima nera e magnetica, si muovono figure sfuggenti che appartengono al passato, presenze minacciose che popolano il presente e travolgenti compagni di avventura. Come l’amica Lucky Red, vulcano di fraterna amicizia e solidarietà femminile (dalla insospettabile saggezza), l’unica amica di Venus, sua coinquilina e collega, e il malconcio, sornione, investigatore privato, braccio destro di Mavor, Nolan Flynn, nonché suo migliore amico.

Venus e Mavor si attraggano e si respingono in un crescendo parossistico di tensione sessuale, imprigionati da una corrente sotterranea fortissima, una forza magnetica che li attrae secondo leggi inspiegabili: somiglianza, appartenenza, devianza.

…due anime oscure, due lupi bastonati. Non ci fidavamo nemmeno di noi stessi…
…due pianeti con la stessa atmosfera, due vite sul limitare di un cielo costellato da mille galassie di inclinazioni sbagliate…

Due pianeti non possono condividere la stessa orbita. La loro mutua attrazione aumenta quanto più si avvicinano ma è una anomalia, una variazione…

Tutto diventa instabile, pericoloso.

Esiste una passione più forte di quella che nasce dall’odio?

Come due pianeti troppo vicini si influenzano violentemente, la loro non è una risonanza stabile. Le orbite subiscono modificazioni che non possono essere compensate dalla paura, dalla remora, dal buonsenso. 

E allora le velocità cambiano. 

Venus accelera.

Marte capitola.

Eclissi.

 

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Lui era la mia lettera scarlatta, la mia colpa suprema.

L’atmosfera crepita come nube tossica, si incendia di gemiti, di piacere, di lussuria e perversione. Effetto di Mavor con le continue provocazioni che scandalizzano e poi incuriosiscono, intrigano Venus.

Mavor e Venus non sono la banale armonia tra opposti – principio femminile e maschile – ricordano piuttosto le divinità greche prima della interpretatio romana, Ares e Afrodite. Ares non come semplice dio della guerra ma come dio della sete di sangue, del desiderio brutale di infliggere dolore e morte esercitando il potere. E Mavor è peccato, sangue, sessualità, dominio, forza, energia propulsiva pura.

Venere ha sempre svolto il ruolo di dea dell’Amore la cui forza attrattiva è una vera vibrazione che agisce in modo rivoluzionario, la bellezza è una forza più intima e profonda che trasforma. E Venus ha questa complessità, è un continuo divenire, come spuma del mare, sempre in movimento.

Come i pianeti di cui portano i nomi, i protagonisti incarnano queste forze contrastanti di impulsi ed emozioni che sono la loro complementarità. Si sfuggono, si cercano, si feriscono e si proteggono. Come spinti da qualcosa di più grande, talmente potente da inghiottirli

Ogni cosa che possiedi, ogni cosa che ottieni…Ogni cosa che ami… è solo l’ennesima cosa che perderai.

Il filone noir si intreccia alla storia di passione e sentimento, con risvolti di erotismo spiccato, seguendo una credibile e coerente evoluzione dark. Le esistenze dei protagonisti subiscono bruschi e discontinui scossoni che portano a un drammatico epilogo che mi ha ricordato Lawrence “Nudo e splendente, si muove nell’universo, poi giunge la morte:/è un tuffo nel mare, una partenza

Eccolo lì, nei suoi occhi, il lupo come un’ombra ribelle che ululava per venire fuori, il suo mistero e la sua condanna. Tracimava violenza fin da stagioni senza tempo, impuro del sangue delle sue prede. Troppo sanguinario per essere buono, troppo sincero per essere cattivo. «Io sono esattamente il mostro che tu credi. Pensi di poterti avvicinare a un uomo come me?»

Si getterà una tela sugli amanti  come è accaduto a Venere e Marte nella tradizione classica – e resteranno imbrigliati in una trappola, terribile.

Odiavo lui, odiavo quella sofferenza che però mi rendeva schiava. L’avevo anelata, l’avevo chiesta come gli avevo chiesto un orgasmo, come gli avevo chiesto una lacrima

Un coup de théâtre assolutamente coerente con lo sviluppo della trama e dei personaggi e funzionale alla conclusione titanica. 

La prosa è ricca, barocca, allusiva; l’artificio ha il suo senso, non è solo esercizio ma rende lo stile evocativo e incisivo nei passaggi erotici bollenti, mantenendo il ritmo narrativo sempre elevato. La tensione sessuale continua è un naturale moto propulsivo allo scorrere delle vicende, quasi un crepitio di quella corrente sotterranea che scorre tra i protagonisti, trascinando il lettore in una storia oscura, tormentata, di ombre che si muovono al buio, cercandosi.

Hai gli occhi troppo belli per essere così vuoti.

D’altronde l’uomo è sogno di ombra…Comprensibile come Mavor perda tutto, perda se stesso, alla ricerca di quella scintilla di vita che brama – forse una emozione negli occhi troppo grandi di Venus, grandi come gli abissi, oltre la spuma del mare.

Aspettiamo con trepidazione il nuovo capitolo!

Saffron

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