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Capita che una donna si convinca di essere soddisfatta dalla vita, un lavoro che paga, un fidanzato fedele, eppure il suo cinismo lascia intendere che ne sia stata disillusa. Ma quando si è sognatrici, non si smette di esserlo, è radicato dentro di noi. E quella parte verrà fuori, sempre. A volte riusciamo a capirlo da sole, a volte accade grazie a qualcuno. E se… quel qualcuno fosse un ragazzo su di un palco, che irrompe sulla scena di un musical e subito anche nel cuore di Elena, con la sua presenza e con i suoi occhi. Occhi intensi e colmi di follia. Gli occhi di Leonardo, quest’uomo che ha vissuto intensamente gioie e sofferenze. E se… il caso volesse l’incontro inaspettato di questi due trentenni, i quali si ritrovano a parlare e ascoltare, parole silenti e silenzi che parlano, le menti che viaggiano insieme al treno sul quale si trovano, direzione Firenze, o forse verso il per sempre. E se… circostanze e intenzioni li dovessero separare, e poi riavvicinare, separare di nuovo, per binari presi e persi? Basta così poco a trasformare un potrebbe essere in un e se…

Qualche riflessione

E se…tutto in quei puntini.
Sospensione, attesa e sospiro.
La pausa e la riflessione, un pizzico di immaginazione, un incoraggiamento dalla fantasia, volano via i rimpianti.
Di fronte all’imprevedibilità della vita. La vita -come diceva qualcuno- va presa anche con leggerezza, nel senso di lieve incoscienza. Come un soffio per il esprimere un desiderio.

Una storia romantica, garbata e vivace.

Inizia tutto nella quotidianità di una ragazza speciale, un’ architetto mancato ma entusiasta, dalla mente brillante e agile, ironica e pungente, forse disincantata. Per i compromessi della vita, per le scelte e le non-scelte. Per un po’di pigrizia emotiva.
Una vita sonnacchiosa che pigramente si svolge tra appuntamenti fissi della routine, del lavoro e delle certezze rassicuranti delle abitudini. Però c’è sempre la capacità di sognare, soprattutto dove tutto diventa magia

Il bello dello spettacolo dal vivo, che ogni volta regalava emozioni diverse.
Così, ci si accorgeva che i personaggi non erano solo questo. Dietro la maschera c’erano delle persone, dei veri professionisti, che mentre interpretavano stavano vivendo la storia come la vivevi tu, forse anche più intensamente. Stavano amando, stavano odiando. Stavano soffrendo, stavano morendo. Stavano vivendo. Entravano nel loro mondo e tutto intorno non c’erano spettatori o applausi.

Lui era fenomenale. Ed era anche il personaggio più inquietante dello spettacolo.

Due occhi catturano l’attenzione della protagonista:un forte magnetismo, forse il desiderio di comunicare, di esprimere realmente le emozioni più ingombranti. Un attore sorprendente, un uomo indimenticabile

Come illusione scenica svanisce quel contatto, quel momento di empatia fortissima. Elena riprende il corso lento della sua vita, gli impegni febbrili da wedding planner che mettono a dura prova la sua pazienza e capacità di adattamento, gli affetti sicuri e un po’logori di un rapporto che si trascina stancamente. Il destino però scompiglia le pagine della nostra vita, e se…
In treno, un incontro fatale. Quel LUI. In carne e ossa, stanco e reale, intrigante e solare, sincero eppure con un’ombra di tristezza nello sguardo. Quello sguardo che parla e promette tante cose.

Immediata la curiosità, l’interesse e la complicità. Film, libri, confidenze e piccole provocazioni avvicinano sempre di piu…

«Perché sei strana. Non ti piace bere, ma non perché sei astemia o salutista. Non bevi perché non ti piace il sapore. Non credi nel matrimonio, ma organizzi matrimoni. E sei fidanzata da dieci anni, e non tutti ci arrivano, neanche i matrimoni. Collezioni Barbie. Ti piacciono favole e film Disney, ma non credi nei principi azzurri. Sei architetto, ma non fai l’architetto… A proposito, perché?»
«Perché tu, più ancora di me, sei tante cose. Hai tante di quelle sfaccettature che non puoi definirle in un unico colore. Presente un prisma? Il prisma riflette la luce e crea l’arcobaleno. Tanti colori. Tu hai tante facce, o sfaccettature, tanti Leonardo dentro di te, che ti rendono diverso ogni giorno, ogni momento. O almeno, questa è l’impressione che ho avuto di te. Ci sono persone che non sono fatte per legarsi a un solo colore».

Tante le sfumature del sentimento, quante le emozioni. Bisogna avere solo il coraggio di viverle. E se…
E se quell’incontro diventasse un’occasione per conoscersi meglio?
Tra gli imprevisti spassosi e i momenti speciali di un matrimonio sopra le righe e di una gita speciale nella meravigliosa Firenze, la vera sorpresa sarà la facilità con cui i due protagonisti saranno sempre più in sintonia.

«Ok. Apri gli occhi». Ora la voce era alla sua destra. Molto meglio.
Aprì gli occhi.
E quello che vide fu una delle cose più belle mai viste prima. Di fronte a lei c’era tutta Firenze. Erano in alto. E dire che quello era un belvedere era dire poco.
«Lo sapevo!» esultò lui, guardandola. «Sapevo che ti sarebbe piaciuto».
Elena aveva la bocca aperta e lo sguardo che riservava ai suoi sogni a occhi aperti. O ai fuochi artificiali, la sera prima. Quando sai che al mondo esistono le cose belle, ma saperlo non equivale a viverle. E quando le vivi ti senti pieno, come aveva detto lei.
Non tutti sono in grado di godere di quel che li circonda, anzi quasi nessuno lo è. Ma qualcosa gli diceva che lei era una di quelle persone. Che guardava il mondo con i propri occhi e ne coglieva quello che c’era di bello.
L’unico problema era che non sapeva farlo con le persone.
La lasciò al suo silenzio per un po’ e contemplò anche lui il panorama.
Era bella la sua Firenze.

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«Sono qui in giro per la bella Firenze, sto passeggiando con te, come se niente fosse. Due giorni fa facevi parte dei miei sogni a occhi aperti, e ora sono qui con te. Ed è così normale. Tu sei così normale».
«Per caso ti sono scaduto?»
«Al contrario. Te l’ho già detto, sei una bella persona. Solo, sembra tutto surreale. Non me lo sarei mai aspettato. Eppure è successo. E devo dire che lo sto vivendo con molta serenità e tranquillità. Pensavo peggio».
«Non hai urlato o strepitato quando mi hai visto. Non uno dei soliti “Leonardooo!”. Sei rimasta molto compita e rilassata, a parte la bocca aperta all’inizio. Sembrava che non te ne importasse molto. Potrei anche offendermi per il tuo poco entusiasmo, sai?»
«Ti prometto che stamperò la foto che ci ha fatto Arianna, anche se non l’ho ancora vista e mi auguro di non essere inguardabile, le farò una cornice e la metterò nel mio ufficio, sulla scrivania. Per non dimenticarti mai. Così va meglio?»
«Meglio, sì».
«Conserverò quella foto gelosamente. Sarà un dolce ricordo dei momenti passati insieme. La stringerò al cuore quando mi sentirò sola..».”

Quanto è speciale la normalità? Quella fatta di passeggiate e fotografie, di silenzi senza imbarazzo, di chiacchierate senza sosta. Difficile rinunciarci. Impossibile. Anche se solo come dimensione amichevole, complice

«Era bella la frase che hai detto prima, quella sull’amore».
«Un’altra frase da cioccolatino».
«Era bella veramente. Sai, mi ha ricordato l’apertura di Moulin Rouge. “La cosa più grande che tu possa imparare è amare e essere riamato”».
«Amare e lasciarti amare». Lui la guardò dubbioso. «“La cosa più grande che tu possa imparare è amare e lasciarti amare”, dice».
«La traduzione è essere riamato», insisté lui.
«Nel film dice “lasciarti amare”. Fidati».
«Io la so diversamente».
«So che tu sei più esperto in materia, ma penso di avere ragione. Mi è rimasta talmente impressa che non credo di sbagliarmi».
«Alla fine non è la stessa cosa?»
«Proprio no. Due cose nettamente diverse, a mio avviso. “Essere riamato” vuol dire che anche l’altro ti ama, che è bello, certo, ma tu puoi anche non essere pronto per il suo amore e involontariamente respingerlo, pur amandolo. “Lasciarsi amare” vuol dire amare ed essere aperto a ricevere l’amore dell’altro, a lasciarsi andare. Una persona può amare ma non essere pronta a lasciarsi amare. In pratica, per come la vedo io, è più importante amare e lasciarsi amare, perché è una cosa che prima di tutto viene da te[…]”

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È difficile amare, lasciare amare. E se…E se “essere amato” diventa un problema?

«Almeno questa storia è servita a qualcosa. Sono felice per te, sul serio. Ma questo non è il momento di avermi in mezzo».
«Che vuol dire?»
Come spiegarlo, che non se la sentiva di andare avanti. Che si stava legando troppo. «Solo che non penso di voler avere a che fare con questa cosa. Il vostro è un rapporto in costruzione. È necessario che a costruirlo siate voi due. Io sono e sarei la terza incomodo. È un momento delicato, la vostra è una relazione delicata, e dovrei rimanerne fuori. Penso sia meglio che ti concentri su questa relazione. Io dovrei invece concentrarmi sulla mia, di relazione. Sappiamo che io e Davide stiamo implodendo. Devo almeno tentare di recuperare, rimetterla a posto.

E io che faccio, adesso? Avevo una vita pianificata. Lavoro, convivenza, casa. Dei bambini, prima o poi. Con chi condividerò i miei sogni? La mia cascina. Con chi prenderò la mia cascina, ora? Da sola? Con chi andrò in vacanza? Da sola? Non che lui fosse poi così di compagnia, ma era sempre qualcuno che mi seguiva. Tornare a casa e trovarla vuota. Non è rimasto più niente

Spoglia di ogni certezza, libera di ogni sicurezza resta a nudo il cuore.

«Quella di eccitarti è la mia intenzione. E non voglio fermarmi». Si stava imponendo. Dov’era finito Leonardo? Chi era quell’uomo dentro quegli occhi?
La spinse piano verso la spalliera del divano e le sue labbra tornarono sul suo collo, e poi sul mento, più insistenti. Quelle labbra la volevano.
Adesso capiva come doveva sentirsi Psiche tra le braccia di Amore. Completamente abbandonata e inerme. Incapace di resistere alle sensazioni che stava provando. Quando solo un tocco è in grado di farti fremere. La scoperta di chi non si conosce. Da quando non sentiva quelle sensazioni?
La mano di Leonardo lasciò la sua nuca e iniziò a scendere lungo il mento, le sfiorò la bocca con le dita. Era eccitante da morire il modo in cui lo stava facendo, indugiando con gli occhi sulle sue labbra. Tornò a baciarle il collo e la mano scese anche lei, prima sul collo, e più giù fino al seno. Lì si soffermò. Sentì il suo tocco attraverso il tessuto leggero della maglia. Era volutamente delicato. Sembrava si stesse trattenendo dall’essere troppo rude. Come se temesse di spezzarla.
Lei non riuscì a trattenere un gemito. Ora lo voleva.
Aveva visto il suo desiderio, perché l’aveva desiderata.
Le aveva chiesto di lasciarsi andare, perché anche lui ne aveva bisogno. Solo loro due, e quella notte. Così le aveva detto. E lo aveva visto libero.
E adesso, che avrebbe dovuto fare?

Scegliere, tentare. Osare.

Una commedia romantica e garbata dei sentimenti, tra equivoci e inaspettati contrattempi affettivi, una protagonista normale e speciale, cerebrale come la Emma della Austen, che ricorda in qualche modo per la spontaneità e il disincanto che mascherano un animo dolce e sensibile. Un protagonista intenso e contraddittorio, affascinante e vulnerabile. Bella prosa curata, ritmo allegro, vivacità nella narrazione.
Punto di forza sono gli scambi e i dialoghi serrati, lievi e piacevoli, un botta e risposta continuo che rimanda ai tempi e ai modi della conoscenza e dell’innamoramento.

Ritorna l’idea del corteggiamento, dello stupore di fronte alle possibilità che ci offre la vita.

Un romance piacevole, lieve e garbato, che lascia un sorriso.

Saffron

4 diamanti