Sinossi
Quando Emmeline Brant partecipa alla sua prima stagione ha solo diciotto anni e tante speranze per il futuro. Tuttavia neppure nei suoi sogni più segreti avrebbe mai immaginato di poter attirare l’attenzione dell’uomo di cui è innamorata da sempre, Julian York. Ma Julian è un nobile e un crudele ricatto lo costringe a piegarsi alle consuetudini imposte dal suo rango. Tra aristocratici freddi e calcolatori, donne amorali, bugie e tradimenti il loro futuro sembra segnato per sempre. Devastata dal dolore, Emmeline parte per New York, dove si immergerà nel mondo dorato dell’alta società, sperando così di curare il proprio cuore infranto. Grazie alla presenza di donne straordinarie e alla possibilità di un nuovo amore la felicità sembra di nuovo a portata di mano. Eppure il destino non ha finito di giocare con Emmeline e Julian. Richiamata in Inghilterra, Emmeline scoprirà che dietro gli eventi passati si nascondono tremende verità e che l’amore, quando è autentico, non muore mai.
SECONDA VERSIONE DEL ROMANZO
QUALCHE RIFLESSIONE
…una ventata di aria fresca. E poi c’era il desiderio, quell’animale astratto che gli illanguidiva lo stomaco, incendiandogli il sangue ogni volta che la vedeva. Dolce Emmeline, dalla pelle di velluto e capelli di seta, con occhi simili a ossidiana e la bocca creata per i suoi baci. Pensò a Catullo, Dammi mille baci, poi cento poi altri mille. L’avrebbe amata come Catullo amava Lesbia?
Dedizione quasi filologica nei confronti del testo, amore per i classici e una passionalità a stento trattenuta. In queste poche parole che esprimono l’urgenza del sentimento del protagonista, mentre vagheggia ispirato dal quinto carme catulliano, affiora anche la cifra del testo di Estelle Hunt.
La ricostruzione devota nell’ambientazione dell’Inghilterra di XIX secolo, con il perbenismo borghese e le storture sociali della nobiltà di campagna, riproduce un piccolo universo popolato da proprietari terrieri modesti e tenaci, preti anglicani molto concreti, signore annoiate e signorine in età da marito; alimentato dal pettegolezzo e dal chiacchiericcio; sostenuto dalle convenzioni sociali della rigida etichetta basata sul senso della misura e dell’opportunità, della convenienza. Poco distanti dalle strade avvolte nel fumo e dall’ambizione, dai palazzi del potere della City e dai sobborghi abbandonati alla miseria.
Non si tratta solo di ambientare in modo attendibile una storia dando uno sfondo credibile: è la ricerca della perfetta immedesimazione del lettore nelle vicende della protagonista, che pensa, agisce, sente e sceglie proprio perché vive quel momento storico-culturale. Per un momento, sarete Emmeline Brant.
Londra travolge questa deliziosa protagonista, un’ irresistibile combinazione di innocenza e sensualità, temperamento e ritrosia, al suo debutto in società con la sorella, è quasi stordita dalla mondanità e sopraffatta da tanta magnificenza
Quasi come vivere un sogno. L’euforia, la city caotica, le passeggiate tra i sotuosi viali, i balli e le occasioni mondane, gli appuntamenti pomeridiani tra pregiate porcellane e alzate in argento ricolmi di scones, minuscoli sandwich e tranci di sponge cake alla vaniglia. Mentre dalle tazzine si levano volute intense e profumate di tè e sospiri e risolini dalle labbra maliziose delle signorine.
Come nella casa vedovile della zia che con la sua opulenta ricchezza mette una soggezione fastidiosa in Emmeline e sua sorella Anais, opprimendole con seta, ori e argenti, arazzi e ritratti austeri, tappeti di Aubusson, marmi italiani, e servitori onnipresenti.
L’euforia si trasforma in turbamento profondo quando ritrova Julian, marchese di Newbury, una fantasia proibita, il principe dei suoi sogni, lontano, lontanissimo dall’uomo cui la sua condizione sociale può ambire.
Quando il maggiordomo annunciò l’arrivo di Julian, Emmeline si trovava ancora nella sua stanza. Stava indugiando di fronte allo specchio, aggiustandosi prima una ciocca di capelli, poi spostando la collana in modo che la pietra più grande rilucesse appena sopra la fossetta alla base del collo. I colpi alla porta la fecero sussultare come fossero scariche di cannone e l’agitazione si fece più pressante, tanto che le mani coperte dai guanti di seta iniziarono a sudare.
Dopo aver tratto un profondo respiro, uscì dalla camera e scese la scalinata verso il foyer con tutta la grazia possibile. Stupore, ammirazione e senso di appartenenza. Julian si inchinò, guardandola di sottecchi, e quando Emmeline fece la riverenza le fossette incresparono le guance lisce e rosate come pesche mature, esprimendo tutta la felicità che scaturiva dal suo giovane cuore.
Un vago emozionante ricordo di quando aveva quattordici anni, una fantasia che prende carne e illanguidisce il suo corpo desiderabile di giovane donna. Il sangue ronza nelle orecchie e scorre più veloce nelle vene o fluisce dal volto della giovane che sorride alla vita e a Julian, senza malizia, incantandolo con la sua inconsapevole sensualità.
«Non potete chiamarmi Julian, almeno quando ci troviamo da soli? In fondo vi conosco da quando non eravate che una ragazzina con le sottane inzaccherate.»
Il disincantato, affascinante giovane è irretito dal suo candore, stregato dalla gentilezza d’animo di questa creatura che è estranea ai goffi tentativi di madri e di figlie per adescarlo nella rete matrimoniale
«Avete fatto tutto voi, con la vostra freschezza e il vostro candore. Non fingete noia, siete cristallina e siete adorabile»
L’ardore e la struggente sincerità della passione di Julian, dissolvono le incertezze, sciolgono le resistenze, fugano ogni dubbio: l’imbarazzo di Emmeline svanisce, per la prima volta nella sua vita si sente bella e desiderabile.
Le guardò il viso rilassato, la bocca dischiusa, le lunghe ciglia scure che gettavano un’ombra sulle guance accaldate. Un raggio di sole del tardo pomeriggio penetrò il vetro sporco della finestra incendiandole i capelli. Julian pensò che quella fosse la felicità.
Impossibile stare lontani, ogni sera Julian raggiunge Emmeline, scalando un melo, “l’albero dell’amore” per trovare conforto al desiderio che lo consuma, al sentimento che lo divora
«Em, mi fai morire.» Le confessò con il respiro accelerato. Emmeline sorrise con il viso sprofondato nel cuscino. «Anche tu, amore.»
L’amore è forte come la morte, ma è una fiamma che deve essere alimentata e protetta. Gravi minacce incombono sui giovani tremendamente felici, incoscienti e follemente innamorati. Il padre di Julian, il duca di Farnborough, un uomo duro, egoista e spregevole, antico lignaggio e perversa superbia.
La cugina Charlotte, anima viziosa, corrotta dalla lussuria e dall’ambizione, nel suo perfido splendore. Emmeline è divorata dalla gelosia, sopraffatta dal timore di perdere Julian
«Em, mi dispiace per questa sera. Ti prego, più tardi lasciami salire nella tua camera.» Il cuore di Emmeline accelerò i battiti, tanto che Julian poteva sentirlo sfiorando l’interno del suo polso. Non mossero un solo muscolo, non si guardarono in viso, erano vicinissimi, eppure i loro volti era rivolti altrove. «Stasera mi hai ferita.» La voce di Emmeline era roca, leggermente rotta dal pianto trattenuto. Julian contrasse le mascelle, strinse la mano di Emmeline nella sua, come per infonderle tutto l’amore e la pena che provava in quel momento. «Ti prego Em, non qui, non ora, dove non posso abbracciarti e dirti tutto quello che vorrei. Ti supplico, permettimi di spiegare.» Emmeline chiuse gli occhi brevemente, quando li riaprì vide Charlotte avvicinarsi con un dolce sorriso sul viso perfetto, ma non credette un solo istante all’amabilità di quello sguardo. «A dopo, Julian.» Sciolse la mano e se ne andò.
Passo intensissimo, il sentimento concentrato nel gesto.
Emmeline è tutto ciò che Julian desidera: bella, divertente e sensuale, buona, altruista e generosa ma Charlotte vuole essere duchessa di Farnborough, pretende Julian con cieca determinazione.
«L’amore è per gli sciocchi Julian, non per gente come noi.»
…
«E per il vostro orgoglio devo soffrire anche io, il vostro unico figlio?»
Un passato gravido di rimpianti ed errori, con le recriminazioni e i rimorsi, diventa il miglior alleato di questi antagonisti che cospirano per allontanare i due giovani amanti.
Aveva la gola serrata per la rabbia e il dolore, doveva rinunciare a Emmeline o causare la caduta delle persone che lei amava più della sua stessa vita. E lui l’amava così tanto che esisteva un unico epilogo a quella triste faccenda, ma l’idea di doversi separare da lei gli risultava impossibile. La sua vita ora gli appariva come un’immensa, arida spianata e lui ci camminava in mezzo, da solo, con il cuore frantumato.
Emmeline sente la terra tremare sotto i piedi, le rimane solo la distanza e il tempo. Il suo cuore è straziato, la sua anima ferita, il suo spirito mortificato. Ha conosciuto l’amore come totale dono di sé e ora non le resta nulla. Solo il conforto della meravigliosa sorella Anais, per andare lontano, in America, nel nuovo continente, dalla nonna. Un oceano tra passato e futuro, in un presente di sofferenza.
«Ho creduto ciecamente nel suo amore, glielo leggevo negli occhi, lo sentivo nella sua voce, lo percepivo dalle sue carezze.
La stessa dolorosa consapevolezza tormenta Julian
Il privilegio di poter conoscere la vera essenza dell’amore aveva preteso un prezzo altissimo. Ora Julian sapeva cosa significasse essere parte di un’altra persona, sentire con la sua carne, vedere con i suoi occhi, assaporare con la sua bocca. Conosceva il corpo di Emmeline come il proprio, riusciva a prevederne i pensieri, anticipava le sue parole e come due anime gemelle erano consapevoli della loro straordinaria somiglianza, così come della propria unicità. Sepolto dalla penombra artificiale del palazzo avito, che lo circondava con tetra e materna protezione dal mondo esterno, Julian sprofondò sempre più nella disperazione e nel rimpianto.
Imprigionato in un matrimonio senza amore, sotto ricatto per estinguere un debito d’onore, in attesa di un erede, soggiogato dal rimorso e stravolto dal dolore e dalla consapevolezza di aver perso il suo amore
La felicità, l’amore e la passione, le risate e i giochi, tutto quanto era stato risucchiato via, trangugiato con voracità da quella belva tremenda che era la vita. E ora non gli restavano che i ricordi con i quali andare avanti, non avrebbe più stretto il suo corpo, non l’avrebbe più baciata, le sue dita avrebbero serbato la memoria intatta dei suoi capelli di seta e della pelle così morbida e liscia da rammentargli uno scampolo di velluto. Emmeline, che era e sarebbe rimasta per sempre la sua metà speculare, da quel momento in poi riguardava il passato.
New York, in febbrile fermento, moderna e affascinante, sospesa tra l’ammirazione per la madrepatria e l’orgoglio per la propria idenità multietnica e liberale. Anais è entusiasta di questa realtà culturale, sogna di conoscere il mondo, vivere avventure incredibili come quelle nei libri, in una metropoli esotica, straniera e così viva da far accelerare il cuore.
Anais deve comparire in società, aprire la strada a Emmeline, consumata dal mal d’amore. Inizia a frequentare gli ambienti stimolanti della New York intellettuale e vivace, conoscendo la scontrosa e affascinante Giorgiana Stevenson e il carismatico scapolo d’oro Charles Hamilton, bello, ricco e con due occhi di un caldo nocciola. La splendida nonna delle ragazze è determinata a far tornare Emmeline alla vita, mentre passano mesi dopo mesi. Anais è conquistata dal fascino moderno del nuovo mondo, dai fermenti progressisti che aleggiano tra le strade, infiammate dai comizi delle suffragette ed attiviste del Movimento dell’intellettuale editrice Alice Stone Blackwell. Ha trovato se stessa, il suo posto nel mondo, il suo amore
…era consapevole della presenza di Giorgiana, dei suoi capelli insoliti, dei suoi occhi chiari come acque calme e del profumo dolce che emanava la sua pelle. Sentì un peso sconosciuto premerle lo stomaco e sciogliersi tra le gambe, mentre le mani tremavano per il desiderio di carezzare quelle guance di alabastro…
«Quello che abbiamo noi è un legame del tutto diverso.» Avvolse Anais tra le braccia e la baciò languida, rinfocolando la passione latente che vibrava sottopelle.«Cosa ne sarà di noi, Giorgiana? Amori come il nostro sono impossibili.»
Un amore proibito, impossibile, eppure così autentico e vero.
Emmeline lentamente rifiorisce, come un bocciolo sgualcito, accudito da un personaggio eccezionale, dalla levatura morale straordinaria, che sa come dileguare le amarezze della giovane, con la passione,con il sentimento.
Per Emmeline sarà una rivelazione
Charles la guardò indecifrabile ed Emmeline sostenne il suo sguardo con quieta imperturbabilità, fino a che lei fu costretta a rivolgere l’attenzione verso una giovane che le stava domandando che tipo di abiti bisognasse indossare a corte. Nonostante ciò, Emmeline sentì su di sé lo sguardo di Charles fino a che questi non si accomiatò insieme all’amico. La salutò nella maniera più rispettosa possibile, eppure, nel momento in cui si separarono, fu come se avessero lasciato un argomento in sospeso.
Julian nel frattempo è consumato dall’odio, divorato dal disprezzo per se stesso e per chi lo ha costretto ad un sacrificio insopportabile: generare per liberarsi di un giogo e trovare la libertà, ritrovare l’amore
«Charlotte, te lo dirò una volta sola, l’ultima. Quello che univa me ed Emmeline è qualcosa che tu non potrai mai capire e che nel tuo infinito egoismo non potrai mai avere. La amo così tanto che per la sua felicità ho sacrificato la mia vita, legandomi a una persona che odio. Te. Ero prostrato davanti al suo corpo perché lo stavo adorando. Adoravo Emmeline.»
L’amore avrebbe aspettato?
Il tempo passa, galantuomo lenisce la sofferenza, non può guarire tutte le ferite ma forse…
Emmeline teneva le mani dentro il manicotto e lo guardava senza lasciare trasparire alcuna emozione dagli occhi scuri. Il respiro usciva dalla bocca dischiusa in nuvolette candide che si disperdevano rapide nell’aria ghiacciata. Charles non nascose l’angoscia che provava Allungò le braccia per aiutare Emmeline a scendere, ma la stupì circondandole la vita con le mani. La posò a terra, indugiando un attimo di troppo, prima di lasciarla e fare un passo indietro. Nessuno dei due abbassò lo sguardo, l’aria crepitava intorno a loro e fu Charles, naturalmente, a parlare per primo. «Non partite Emmeline. Cosa vi aspetta in Inghilterra?» Emmeline incurvò le spalle sotto il peso di quella consapevolezza.
Emmeline non lo ama, ma la sua presenza gentile, il suo calore umano sono miele sul cuore, la sua assenza riempe [sic] i suoi pensieri con fastidiosa perseveranza.
Le due sorelle Brant devono tornare a casa, con la consapevolezza di avere chi le aspetta in America
«Tu sei una dolce strega, mi hai incantato e nulla potrà modificare ciò che provo per te. Ti aspetterò Emmeline»
Eppure il rientro è dolceamaro.
«Tu sei innamorata di un ricordo Emmeline. Pensaci. L’amore per vivere ha bisogno di essere nutrito, il fuoco se non è alimentato si spegne, ma tu resti aggrappata al passato, pensando e ripensando alle stesse immagini che non cambiano mai. Le abbellisci ogni volta, spogliandole di ogni bruttura, perché è questo che sta facendo la tua mente.»
Il soggiorno inglese sarà breve, l’America e i nuovi affetti accoglieranno con amore le sorelle Brant.
Julian intanto è determinato a fare carriera, ad entrare nella cerchia del Principe di Galles, a liberarsi dell’autorità paterna e a vendicarsi senza pietà. Il destino gioca con le esistenze dei protagonisti che sembrano sfiorarsi ma si fa beffa dei loro sentimenti e gioca con i loro progetti.
La vita e il dolore riportano Emmeline a casa
Quella era la sua casa, la sconfinata campagna inglese punteggiata di boschi, i campi suddivisi con ordine da muretti a secco, gli armenti che pascolavano placidi nell’erba profumata. Dio, quanto le era mancata. Ettore si lanciò al galoppo ed Emmeline lo incitò assestando un paio di colpi con i talloni. Lo stallone sfrecciò nell’aria fredda. Il vento le frustava il viso scompigliandole i capelli ed Emmeline spinse ancora di più il cavallo. Una leggera nebbiolina si alzava dal terreno umido, il silenzio primordiale rotto solo dal rapido susseguirsi degli zoccoli del cavallo.
Qui la verità finalmente verrà a galla, la verità rende liberi
Non fu necessario voltarsi per conoscere l’identità del cavaliere, grazie alla chiaroveggenza che apparteneva alle donne dai tempi di Eva sapeva di chi si trattava. Lo sentì smontare da cavallo e restare immobile. Doveva solo girare la testa e ne avrebbe avuto conferma. Dopo un attimo interminabile, prese coraggio e si voltò, pur con una punta di riluttanza, come se fosse indecisa sull’affrontare il destino. Julian era lì, a pochi passi da lei.
Passato e presente, l’amore impetuoso e l’affetto fedele, la violenza del sentimento e la dolcezza della comprensione.
«Io non l’avrei mai abbandonata.» Senza voltarsi Julian rispose. «L’amate, signor Hamilton?» «Sì, più della mia stessa vita.» «Allora l’avreste abbandonata anche voi.»
Che cos’è l’amore? Ciò che desideriamo o ciò di cui abbiamo bisogno?
«Ti amerò fino al mio ultimo respiro. Dolce, dolcissima Emmeline. Ti cedo la mia anima fino al giorno in cui ci riuniremo per l’eternità. È tua. Ti affido il mio cuore, affinché tu possa cullarlo e farmi sentire il tuo amore attraverso il tempo e la distanza. Io sarò con te, sempre.»
L’autrice racconta una splendida vicenda d’amore, assorta, passeggia piano tra la storia e lentamente accarezza emozioni e fantasie, si sofferma su alcuni sentimenti, con pennellate cariche e dense di passione, per tratteggiar un affresco affascinante. La riproduzione del contesto è sempre puntuale, quasi filologica, ma mai affettata, i personaggi pensano, parlano, agiscono perché parte di quella realtà storico-culturale. I loro gesti e le loro scelte sono un’espressione naturale del momento storico in cui vivono. L’autrice riesce a calarvi in quella dimensione spazio-temporale e la stessa cura è riservata anche alla caratterizzazione psicologica ed emotiva dei personaggi. Prosa distesa e piana, piacevole, ritmo narrativo fotografico. Alcune digressioni rallentano in modo eccessivo la fluidità della trama, insistendo in modo statico sull’ambientazione, con un lieve scollamento dall’intreccio mentre sono efficaci alcuni passaggi (riferimenti alle riunioni femministe o l’accenno all’evento mondano per l’arrivo di Čajkovskij) che agganciano la storia dei protagonisti alla Grande storia, secondo una componente fondamentale del genere. Funzionali. I nodi più affascinanti della trama sono tuttavia quelli in cui il ritmo si fa convulso, intenso, incalzante (il delirio lussurioso del protagonista perseguitato dai sensi di colpa, i perversi progetti di vendetta della voyeuse Charlotte accarezzati in segreto, gli incontri notturni tra Emmeline e Julian).
L’autrice ha le possibilità, il talento e la maturità per padroneggiare gli strumenti del genere in modo da non cercare solo la riproduzione perfetta dell’ambientazione ma osare un po’: cercare il guizzo, la sbavatura, il tratto originale e romantico, dare voce e sangue a personaggi storici realmente esistiti. A stringere un patto finzionale con il lettore.
Emmeline è una storia d’amore e devozione: una promessa infrangibile di felicità, un romanzo da tenere sul comodino la sera e assaporare con calma, pagina dopo pagina, emozione dopo emozione, immagine dopo immagine.
Saffron