20 novembre un giorno speciale, perché è la Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia dei bambini e degli adolescenti

Ogni giorno dovrebbe essere un “giorno dei bambini e dell’infanzia” perché l’infanzia è il futuro, la progettualità, la risorsa e la speranza nel domani. 

La tenace forza dell’innocenza che crede e ama. 

Attraversando questo pianeta con passi gentili e giocosi, allegri e rumorosi, saltellando tra il disincanto e il cinismo. Con gli occhi al cielo, inseguendo farfalle, cercando arcobaleni oltre le nuvole.

Viviamo in un mondo maltrattato, stanco e malato, macchiato dal cinismo e dalla violenza degli adulti, dalle brutture che colpiscono l’innocenza e che non tutelano il diritto ad essere bambini.

Per noi è un giorno speciale e allora vogliamo ricordarlo innanzitutto con qualche informazione.

Il 20 novembre del 1989 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la Convenzione internazionale sui diritti dei bambini e dei ragazzi, si tratta di un accordo tra nazioni che si impegnano ad obbedire alle stesse leggi, leggi che riguardano la tutela dei minori. Questo accordo comprende diversi articoli che descrivono i diritti dei bambini e dei giovani. 

Tra questi, quattro si soffermano sull’importanza di far conoscere la convenzione, promuoverla e difenderla, stabiliendo le regole per controllare che sia rispettata e applicata. Altri nove si soffermano su i modi e i tempi in cui i paesi possono ratificarla cioè adottarla in modo ufficiale tra le leggi nazionali, quindi metterla in pratica nel panorama legislativo di ogni paese.

Questa convenzione non è qualcosa di utopistico o nobile moralmente, è legge.

Legge dello Stato italiano dal 27 maggio 1991 e questo significa che il nostro governo ha il diritto e il dovere di assicurarsi che ogni bambino ragazzo, italiano o straniero, goda di tutti i diritti elencati nella convenzione.

Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Convention on the Rigths of the Child – CRC), approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, e ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991 con la legge n. 176. 

Dal 1989, la Convenzione è divenuta il trattato in materia di diritti umani con il più alto numero di ratifiche: oggi sono 196 gli Stati che si sono impegnati nel rispetto dei diritti in essa riconosciuti.

Il documento è stato costruito armonizzando differenti esperienze culturali e giuridiche, dopo quasi un decennio di lavori preparatori. 

La Convenzione rappresenta un testo giuridico di eccezionale importanza poiché riconosce, in forma coerente, tutti i bambini e tutte le bambine del mondo come titolari di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici.

Come è strutturata?

È composta di 54 articoli e da tre Protocolli opzionali, concernenti i bambini in guerra, lo sfruttamento sessuale e le procedure di reclamo (che consente anche ai minorenni –  individualmente o in gruppo – di sollevare reclami relativi a specifiche violazioni dei propri diritti).

Il testo è ripartito in tre parti, la prima contiene l’enunciazione dei diritti (artt. 1-41), la seconda individua gli organismi preposti e le modalità per il miglioramento e il monitoraggio della Convenzione (artt. 42-45), mentre la terza descrive la procedura di ratifica (artt. 46-54).

Di che parla?

Il Comitato Onu ha individuato quattro principi generali e fondamentali per offrire garanzie minime a tutela dell’infanzia e in grado di fornire un orientamento ai governi per l’attuazione della Convenzione.

Principi fondamentali dei diritti dell’infanzia

I quattro principi fondamentali della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza:

a)     Non discriminazione (art. 2): i diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del bambino/adolescente o dei genitori.

b)     Superiore interesse (art. 3): in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l’interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità.

c)     Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino e dell’adolescente (art. 6): gli Stati decono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini, anche tramite la cooperazione tra Stati.

d)     Ascolto delle opinioni del minore (art. 12): prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni.

Chi se ne fa garante?

La Convenzione presenta anche un meccanismo di controllo sull’operato degli Stati, che devono presentare a un Comitato ONU sui diritti dell’infanzia un rapporto periodico sull’attuazione dei diritti dei bambini e adolescenti nel proprio Paese. Il Comitato ONU sui diritti dell’infanzia viene istituito nella seconda parte della CRC allo scopo di esaminare i progressi compiuti dagli Stati parti nell’esecuzione degli obblighi derivanti dal Trattato.

A gennaio 2019, l’Italia ha presentato il 5° e 6° rapporto al Comitato ONU sui diritti dell’infanzia per esaminare lo stato di attuazione della Convenzione nel nostro Paese.

A febbraio 2019, il Comitato ONU sui diritti per l’infanzia – a chiusura del percorso – ha pubblicato le Osservazioni conclusive un testo in cui vengono espressi apprezzamenti per i miglioramenti compiuti in termini di tutela dei diritti dell’infanzia, ma dove si evidenziano anche alcune criticità. In base a quanto emerso, il Comitato ONU sui diritti per l’infanzia ha formulato delle raccomandazioni che l’Italia dovrebbe seguire e impegnarsi a mettere in pratica nel corso dei prossimi anni.

Sul sito Unicef potrete scaricare il documento completo della Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Aggiungiamo che ognuno di noi è chiamato a farsi sentinella, vigile e attenta, premurosa. Perché i bambini hanno il diritto di essere bambini e diventare adulti.