Siamo come neve all’inferno, senza alcuna possibilità di esistere.

Quelli che pensano che non siamo fatti per stare insieme non la conoscono, non conoscono me, o non sanno quanto stiamo bene insieme. Io voglio Bristol. Nessun’altra.

TITOLO: GRIP

SERIE: GRIP #1

AUTORE: KENNEDY RYAN

DATA DI PUBBLICAZIONE: 14 FEBBRAIO 2019

CASA EDITRICE: HOPE EDIZIONI

GENERE: CONTEMPORARY ROMANCE

PAGINE: 392

PREZZO: EBOOK 4,99

 

TRAMA

Opporsi a una forza irrefrenabile ti sfinisce e ti svuota.
Lo so.
L’ho fatto per anni.
Posso anche non essere dotata a livello musicale, ma ho un certo fiuto per il talento e ho occhio per lo straordinario.

E Marlon James, Grip per i suoi fan, è a dir poco straordinario.
Anni fa, abbiamo trascorso qualche magica serata insieme, ma tengo quei ricordi in un cassetto chiuso, di cui ho gettato via la chiave.
Tutto ciò che ci resta sono l’amicizia e il lavoro.
Lui è all’apice di un successo inimmaginabile, tutti i suoi sogni sono pronti a diventare realtà.
Io gestisco la sua carriera, ma non riesco a gestire il mio cuore.
È sfrenato, avventato e disobbediente.
E mi ricorda tutte le cose che voglio dimenticare.

 

 RECENSIONE

Care Dame, ho avuto il piacere di leggere in anteprima Grip, primo romanzo della omonima serie, scritto da Kennedy Ryan.

Leggendo Flow, la novella prequel di questa serie, ero rimasta affascinata dalla scrittura profonda e conturbante di questa autrice e particolarmente intrigata dalla storia che in esso stava delineando per Grip e Bristol, ma mi rendo conto ora, a lettura ultimata, che non ero minimamente preparata a ciò che è Grip: uno tsunami destinato a travolgere tutto ciò che incontra lasciando non macerie dietro di sé, ma un cuore pieno, colmo d’amore, poesia e tanto struggimento.

Quando tutta la vita è scandita dalla sensazione di non essere abbastanza, dall’inadeguatezza tutto ciò che ci circonda diventa inevitabilmente probabile fonte di un dolore così devastante tanto da essere prioritario proteggersi preventivamente.

 

Di solito sono brava a giudicare le persone, ma sono stata accecata da un sorriso carismatico e un corpo stupendo, da una mente geniale e una parlantina raffinata. Ero così affamata di attenzioni da aver scambiato quelle di Grip per gentilezza. Per qualcosa su cui poter contare. Qualcosa in cui credere.

L’idea che ci fosse effettivamente qualcuno lì fuori che mi avesse visto, con difetti e tutto il resto, e che avrebbe potuto accettarmi… mi ha fregato.

 

Quando per tutta la vita la società ti ha giudicato a priori per il colore della pelle, a prescindere dal tuo io, dalle tue capacità o dalla tua onestà diventa prioritario difendersi e attaccare per poter sopravvivere.

Questi sono i due mondi da cui provengono Bristol e Grip. Due mondi diametralmente opposti: l’altero, algido e agiato mondo dei bianchi e il ghetto nero. Due culture, due status sociali, due vite agli antipodi che nonostante tutto si sono incrociate.

Questa è la storia di due anime, di due cuori che inaspettatamente, contro ogni logica e contro ogni regola si sono riconosciute e, per un breve momento, si sono amate e poi… la paura, il dolore, l’incertezza le hanno tenute in attesa di quel afflato d’amore che li ricongiungesse.

 

Anche se era passata soltanto una manciata di giorni, credevo di conoscerlo. Non so come abbia fatto. Così velocemente, ad avvicinarsi tanto da spezzarmi il cuore, so solo che l’ha fatto.

Otto anni sono passati da quella fatidica settimana in cui Bris e Grip si erano connessi in così tanti modi che il loro allontanamento aveva creato un vuoto incolmabile nella loro esistenza.

Abbiamo condiviso solo una settimana, ma le nostre conversazioni, la connessione che c’era tra di noi… non l’ho mai provata con nessun’altra né prima né dopo.

Subito dopo la laurea Bris raggiunge il fratello a L.A. per seguirne la carriera e insieme fondare una etichetta discografica.

Convinta della sua decisione, continua a tenere Grip distante da lei, si concede solo di essergli amica anche se sempre terrorizzata di lasciar trasparire quello speciale legame che ancora sente e che la trascina verso di lui come la falena verso la luce.

 

Lo sa. Sebbene io ignori questa consapevolezza che turbina sempre tra di noi, e faccia finta che non ci sia, lui lo sa.

 

Per sei anni mantiene questa facciata, per sei anni si convince che fra di loro non possa esserci niente più di questo e forte di questa decisione riesce anche a seguire Grip nella sua carriera musicale fino a diventare la sua manager organizzando il lancio del suo primo album.

Tutto le sembra sotto controllo, tutti i suoi sentimenti sono tenuti sottochiave, soffocati e rifiutati nonostante i suoi occhi si posino sempre su di lui come a volersi abbeverare della sua essenza, del suo fascino; come se fosse vitale con quel contatto mantenere viva quella connessione che otto anni prima si era instaurata fra di loro.

È un uomo talmente bello, il suo corpo è una tavolozza di metalli preziosi, oro scurito, bronzo, rame. Dovrei ricordarmi di non essere l’unica a pensarla così. Se afferro ciò che offre quello sguardo, lui non sarà mai solamente mio. Dovrò dividerlo.

 

Il terrore a lasciarsi andare, la paura ad ammettere i suoi sentimenti ed esporsi all’abbandono, al tradimento e al dolore la bloccano in questa specie di limbo sentimentale che inevitabilmente la porta a essere spettatrice delle numerose compagne di letto di Grip.

L’ultima cosa di cui ho bisogno è Grip che si comporta da… Grip. Mi chiederà di uscire. Io rifiuterò. Proverà a baciarmi. Io gli sfuggirò. Me ne andrò e lui si cercherà una ragazza qualsiasi da scoparsi, confermando che ho fatto bene a non dargli una possibilità. Facciamo questo gioco – che non è un gioco – da anni.

“Io non ti sto tenendo alla larga”. Emetto un sospiro stanco. “Sto vivendo la mia vita e tu stai vivendo la tua”. “Giusto”. Annuisce e piega la bocca in giù. “Quindi, se non vuoi stare con me, mi scoperò chi diavolo voglio. Se questo ti crea qualche problema, sai cosa fare”.

 

Da quella fatidica settimana, Bris si è insinuata nel cuore di Grip, si è connessa al suo spirito, ne è diventata la sua fonte vitale. Non passa giorno senza pensare a lei, senza desiderarla, senza perdere la speranza che un giorno lei sarà sua.

 

La nostra storia non è durata abbastanza a lungo perché fosse amore. Ma quello che sento è ancora troppo intenso e io sono troppo vecchio per una cotta… e nello stesso tempo è troppo puro per essere un’infatuazione.

 

Lui ha visto attraverso i suoi occhi la sua anima, l’ha toccata, l’ha amata. Nulla può farlo retrocedere, nulla può fargli perdere la speranza, nulla lo può far demordere dal suo intento: starle vicino, lasciare trasparire ciò che prova, far cadere questa corazza di cui si è circondata Bris.

 

 “Il tuo provare a trasformare quella settimana in qualcosa che in realtà non è mai stato renderà le cose solamente imbarazzanti”. “Non sto provando a trasformarla in qualcosa”. La mia voce è un rimprovero e una supplica. “Era qualcosa, e tu lo sai”.

“Io so che tu mi hai mentito”. Il tono è piatto, gli occhi fissi. “E l’unica cosa che ci rimane è l’amicizia”.

 

Nulla può contro il suo amore se non Bristol stessa quando lascia intendere che frequenta un uomo. Non un uomo qualsiasi, ma un miliardario, bianco, approvato dalla sua famiglia. Così diverso da lui: nero, proveniente dal quartiere più malfamato di L.A., sicuramente non un buon partito.

 

Ogni dettaglio è una freccia avvelenata che mi perfora la pelle, che intossica il mio organismo. Gelosia, rabbia e rancore strisciano nel mio sangue.

 

La forte determinazione di Bris a stroncare ogni approccio e ogni speranza di Grip ne determineranno la sua resa. Grip è stanco di lottare, è stanco di sperare per qualcosa che si rende conto non avverrà mai.

Le prendo la mano e la premo sul mio petto. “Hai la minima idea di cosa potremmo essere insieme? Cavolo, di cosa siamo già?”. Queste parole bollenti mi scottano le labbra. “È qualcosa di raro e vero e tu continui a sputarci sopra. Continui a ignorarlo, continui a ignorare me e io ho perso la mia cazzo di pazienza”.

 

Troppe sono le differenze fra di loro, troppo diversi i mondi da cui provengono: la realtà è un secchio di acqua gelida. Allora volge lo sguardo altrove e tutto precipiterà in una spirale che li trascinerà in un percorso doloroso, intriso di gelosia, al cui bivio si troveranno a fare delle scelte.

 

Dovrei essere soddisfatta perché sta andando meglio di come avevo pianificato. Qwest è con Grip. Grip mi ha vista con Parker. Tutto procede secondo il piano, eppure sembra così sbagliato. … e mi domando troppo tardi, se abbia fatto uno sbaglio enorme. … vederlo con un’altra donna, una di cui potrebbe davvero innamorarsi, è come una lama che mi trafigge.

Questo dolore, questa ferita che sanguina dentro di me dice la verità su cosa provo davvero.

 

Quali?

 

 “Ho lasciato che fossi tu a decidere tutte le regole, ma ora le sto cambiando. Devo farlo”, …

Non mi sono mai trovata in questa posizione con lui. Lontana, ignorata. È imbarazzante e fa male.

Il sorriso sul suo viso e la luce che ha negli occhi si spengono quando si rende conto che sono io. Quello sguardo è come un coltello a serramanico su un nervo scoperto.

È come uno schiaffo in pieno volto la sua indifferenza.

Non ero preparata a ciò a cui avrei rinunciato, …

 

Quando si legge un romanzo che già sin dalle prime pagine ti mostra quale sarà il suo stile, la sua profondità, il suo spessore se ne rimane inevitabilmente sopraffatti.

Non c’è parola, frase, citazione, poesia, testo che non colpisca per l’intensità e per il profondo significato che l’autrice ha voluto dare a questo scritto. Un romanzo che, al di là dell’intensissima e passionale storia d’amore fra Bristol e Grip, è una dichiarazione del suo pensiero.

È un “urlato” contro la discriminazione raziale, è un proclama contro la diversità. E usa i due protagonisti come portavoce di questa tematica che ancora oggi affligge la nostra società.

Usa Grip come portavoce del necessario e possibile cambiamento attraverso una scrittura potente, urlata attraverso le parole graffianti dei testi del cantante che esprimono la sua interiorità, il suo animo, che urlano il dolore, l’umiliazione, il rancore della sua gente per il trattamento discriminatorio subito, e, per contro, attraverso le parole sussurrate di Bristol che ci inondano di un amore così intenso e ardente incapace di gestire, ma incapace anche di estirpare, che va oltre tutto.

 

Se qualcuno sentisse tanti spari quanti ne sentiamo noi, se ci dovesse convivere con questa cosa, saprebbe che il rumore che fa una pistola quando spara è un lamento. Il lamento di una madre, di un padre, di una figlia o di un figlio che perdono una persona amata. È il suono che fa Jade quando corre alla finestra, con gli occhi che esaminano il cortile alla ricerca dei suoi fratelli. Li troviamo li insieme. La testa esanime di Chaz giace sulle gambe di Greg, sullo spizzo d’erba. Il suo volto si accartoccia; le sopracciglia piegate per il dolore, la bocca allargata in un urlo. È coperto del sangue che schizza via dal petto di suo fratello.

 

Una scrittura poetica ed elegante dove la poesia di Neruda, così appassionata e romantica, si alterna al rap duro e crudo la prima per declamare l’amore, il secondo per urlare contro l’odio razziale che tutto sporca.

Un amore puro il loro, che non vede diversità, che non ha confini di razza, colore della pelle. Che si nutre di sguardi, di carezze e abbracci, di connessione intima di anime e corpi, che si alimenta della speranza che un giorno non solo le loro menti ma anche le loro anime e i loro corpi saranno un’unica cosa.

 

Ha così tanto potere da ridurre il mondo intero a questo momento, a un cerchio non più ampio delle sue braccia attorno a me. Alla circonferenza dei nostri corpi.

 

È una energia che li avvolge e li pervade, che depaupera delle forze, ma che al contempo li rinvigorisce e di cui non riescono a fare a meno.

 

E quest’uomo lo fa senza usare le mani a quindici metri di distanza e di fronte alla folla, senza nemmeno volerlo. È imbarazzante essere eccitata semplicemente guardandolo sul palco. Un’ondata di calore mi scorre in corpo. Minuscole perle di sudore si raccolgono lungo la linea della mia schiena, sulle labbra, sulla nuca… soltanto guardandolo. Mentre il sangue sembra rallentare fino a scorrere languido nelle vene, il cuore sfreccia nel mio petto. Farfalle dalle ali infuocate brulicano nel mio stomaco. Sono bagnata.

 

Un amore combattuto strenuamente da una Bristol impaurita da questo sentimento, dagli effetti devastanti che può avere quando diventa assoluto e succube.

 

 “Se tu e Grip foste una coppia, lui ti sarebbe fedele”.

“Tu lo credi. Lui lo crede”. Rido aspramente. “Ma io non ne sono così sicura. Cosa mi rende così speciale?”.

“… Sei coraggiosa. Sei la persona più impavida che conosca. E lasci che un rischio remoto ti trattenga dall’avere ciò che vuoi davvero?”.

“Non lo sono. … Se permetto a me stessa di… stare con Grip, allora non avrò più limiti. Capisci cosa sto dicendo? Che succede se finisco come nostra madre? … Una stupida ubriacona che si accontenta degli scarti che lui le lascia, che lo condivide con altre donne, pur di avere quel poco che le dà?”.

 

Un amore voluto da Grip con tutte le sue forze, bramato e agognato sin dal primo momento.

 

Mi sconvolse il cuore, sovvertendo tutto ciò che pensavo di volere in una ragazza. … mi ritrovai in cima al mondo. Non avevo occhi per piangere, né il becco di un quattrino, ma ero felice. Così dannatamente felice.

 

Un amore che, liberato, incatenerà Bris e Grip in una spirale di gioia, lussuria e passione che per otto anni si erano negati. Una esplosione che li travolgerà e li compatterà in un fronte unico contro tutti.

Un amore assoluto, pronto al sacrificio più estremo per la salvezza dell’altro.

Tutti i personaggi che compaiono in questo romanzo sono stupendamente descritti, sfaccettati, introspettivi, perfetti nella loro imperfezione e fallacità. Ogni pregio ne viene esaltato, ogni difetto non viene celato. Tutto contribuisce a renderli reali, veritieri, capaci di trasmettere l’intera gamma di sentimenti che provano rigettandoli pagina dopo pagina sul lettore.

È un romanzo fortemente empatico, che lascia i brividi sulla pelle per l’intensità delle emozioni che si abbattono grazie a un meraviglioso uso delle parole: dolore, frustrazione, inadeguatezza, gelosia, amore, disperazione, rassegnazione.

È un romanzo sensuale dove la fascinazione esercitata da Grip incendia le pagine, come se ogni sguardo, ogni carezza fosse un lento preliminare per l’esplosione erotica che avverrà quando ambedue cederanno ai piaceri carnali.

 

Mi piega la testa e mi costringe a baciarlo, non c’è niente di incerto o indeciso in lui mentre spinge le mie labbra tra le sue. Non c’è niente di prudente nel modo in cui si immerge in me, la sua bocca che si inclina sulla mia, la sua lingua che accarezza la mia. A ripetizione. Ancora e ancora. Avido. Disperato. Affamato.

Ho sognato di averla per me un milione di volte, e ora che sobbalza, piange e si contorce sotto le mie mani, mentre il mio nome prende vita e poi muore sulle sue labbra, è finalmente così.

 

Non c’è una frase fuori posto, non c’è un evento superfluo, non c’è scena passionale o erotica non necessaria per comprendere il messaggio che l’autrice ha voluto lasciare: la diversità è solo nell’occhio di chi guarda. Se per una sola volta provassimo a metterci nei panni dell’altro la paura, di ciò che non conosciamo o non capiamo, scomparirebbe come uno sbuffo di vapore al sole.

Leggetelo, ve ne innamorerete.

“Sono spaventata a morte”.

“Non hai nulla di cui aver paura”. Premo la sua mano sul mio petto, sopra il cuore. “Questo è tuo, di nessun’altra”.

Alla prossima,

Giusi

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