Il ribelle d’Irlanda
La confraternita dei Leoni
Pitti Duchamp
Regency
Self-publishing
20 gennaio 2023
cartaceo, ebook

Irlanda 1820
Sean O’Connor, Conte di Clare, è disposto a tutto per scrollarsi dalle spalle l’identità irlandese, un marchio che ha fatto di lui un reietto, un emarginato. Forse andare via è l’unica soluzione: né inglese né irlandese ma solo europeo nelle colonie; circondato dal lusso e dai soldi che ha guadagnato con le miniere messicane.

Il destino però ha in serbo sorprese e colpi bassi. Quando Sean eredita dal padre il titolo di Marchese di Galway, ecco che il sangue e la terra d’Irlanda tornano a pretenderlo. E a chiamarlo a sé è anche Aoife, pronta a ogni sacrificio per rivendicare i diritti dei cattolici irlandesi, perfino a rinunciare all’amore. Perfino a rinnegare Sean.

Un uomo in cerca del suo posto nel mondo, una donna che lotta per i diritti del suo popolo, un amore violento e intenso come il verde d’Irlanda.

“Si scrutavano l’anima passando dalle profondità degli occhi, verde Irlanda dentro azzurro tempesta.”

La serie

Le Complicanze del Cuore
Incantesimo Scozzese
Il Gelsomino di Leeds
Inganno d’Onore
Il Ribelle d’Irlanda
Wingen – Fuoco Ribelle
Le Catene del Destino
Il Lord delle Brughiere


Qualche riflessione

Nuovo appuntamento della Collection, un nuovo Leone pronto a ruggire e una nuova dama pronta a domarlo o…ammansirlo!

Nuovo tempo per la suite di questo “ballo letterario”, nuovi suoni e nuovi accenti pronti a entusiasmarci grazie a Pitti Duchamp.

Con un giro di danza lasciamo il delizioso e elegante cotillon de Le complicanze del cuore, riprendiamo fiato dopo l’ indiavolata Scottish reel di Incantesimo Scozzese, ci riassettiamo dopo la polka animata e tournant de Il Gelsomino di Leeds e ancora tratteniamo le emozioni del Valzer scandaloso e appassionato di Inganno d’Onore, per lasciarci catturare dal suono ipnotico di una lira di un bardo o da quello vibrante del fiddle, ancestrale e lontano, una ballata folk che si trasforma in una quadriglia dei salotti londinesi, per sfida e provocazione, puro e libero movimento.

Come questa storia di amore, una storia di ribellione e di Irlanda.

Tanto è già nel titolo, molto del protagonista, pura energia vitale, dicotomico tra doveri e privilegi dei nobili natali e personalità insofferente e irrequieta; parecchio della protagonista, libero spirito fervente, devota a una causa totalizzante.

Sangue irlandese e privilegi dello status inglese sono una miscela esplosiva e l’ Irlanda per vocazione è terra di lotta e ribellione. È l’ isola di smeraldo dai prati accarezzati dal vento su cui tanto sangue è stato versato, quella che Yeats chiamava “la terra del desiderio del cuore” e l’autrice aveva forse questo moto dell’animo mentre tratteggiava due personaggi così profondamente, inestricabilmente, pericolosamente legati alla loro terra d’origine. Accanto all’arruffato sexy balordo Sean O’Connor, leone da sempre distintosi nella Confraternita per irrequietezza e irascibilità, troveremo infatti una protagonista femminile che è come una orchidea selvaggia, fiore selvatico e voluttuoso, inebriante e sensuale.

Ritroviamo lo scapestrato Sean, che ha spezzato il cuore della incantevole sorella Lady Ana, nell’altro capo del mondo. In Messico, non per scelta ma per grazia ricevuta, una pena commutata per intercessione dell’austero, potente e magnanimo Duca di Radnor, in seguito a una baruffa più grave di quelle cui l’Irlandese ha abituato i suoi compari… Nelle Americhe, la terra dove tutto è possibile. Dove si rinasce e non si ha passato. Il suo futuro tuttavia non ha i cieli infuocati delle Americhe, né i caldi tramonti dai colori dorati del deserto, ma colline accarezzate dal vento e coste frastagliate, intervallate da scogliere vertiginose in cui si sente ruggire l’Oceano, tra promontori scoscesi e valli punteggiate da castelli.

È il richiamo della terra e del sangue, non ignoratelo mai…

E lui temeva quel richiamo più di qualsiasi altra cosa.

Questa è la terra del suo passato. Luoghi modellati dal tempo e dalla forza della natura che portano il segno lasciato dalla storia e dalla leggenda, tra antichi culti celtici, monaci cristiani testardi, predatori vichinghi e ribelli. Proprio come il castello dall’atmosfera misteriosa e suggestiva di Ardghale castle, dimora di famiglia e comunità legata al suo nome da generazioni per lignaggio e privilegi, pronto a accogliere Sean come erede, malconcio riottoso e di dubbia fama, ma pur sempre unico e legittimo

…era urgente, vitale, andarsene da Dublino, prendere dimora a Londra, lasciare l’Irlanda perché ogni azione che compiva a favore di quella terra, lo riavvicinava a un passato di ricordi e di tenerezza che era lontano, troppo lontano dal mandato con il quale aveva raccolto il titolo di suo padre.

Le antiche mura della dimora lo accoglieranno suo malgrado in un abbraccio soffocante e struggente, quasi un cerchio magico, sottraendolo dalla mondanità di Londra e dal richiamo oltreoceanico della sua nuova vita. All’interno, quasi una wikka pronta a stregarlo dopo anni a dispetto di un amore infrantosi sull’orgoglio, Aoife, Lady Naistry, vedova libera, cattolica e orgogliosamente irlandese

«Siete cattolica, siete una donna che si occupa di politica, una selvaggia che suona il violino e beve birra» la derise Sean…

Entrare ad Ardghale castle era stato per Sean come fare un tuffo nella lava bollente di ricordi dolorosissimi.

Sean sa, suo malgrado, quanto pesi essere nato irlandese, condannato a essere inglese ancora più degli inglesi secondo il vecchio monito paterno. La fortuna, l’esperienza, la spregiudicatezza, l’onore delle armi e il fascino, sono armi esplosive che il giovane uomo sa come impiegare ma di cui non conosce esattamente i danni collaterali…

…era riuscita a tenere il cuore in salvo per gli anni in cui lui era stato via, ma il tornado Sean O’Connor rischiava di distruggerla.

Aoife piegata dal desiderio, saprà, come fiore spampinato dalla lussuria, col cuore sgualcito dal dolore di un amore impossibile, trovare la forza per non distrarsi dalla causa cattolica, lottando, al fianco degli intellettuali e dei poveri. A tutti i costi, anche cercando l’appoggio del Duca di Shrewsbury per dare risalto alla questione irlandese.

Aoife scoprì in quel momento di essere forte, come l’oceano e il cielo d’Irlanda, come la roccia delle scogliere e la fede dei cattolici irlandesi. La disperazione la assalì, e lei sorrise.

D’altronde Sean vuole fuggire, assolvere ai suoi doveri e dimenticare. Aoife è un fiore che non può essere colto, appartiene alla terra di cui si nutre, in cui affonda le radici

«Irlandese…».

«Questo è il problema!» sbottò Sean. «Irlandese, irlandese. Il ton vede questo in me, un irlandese. Un selvaggio, un ribelle, un bevitore di birra scura, un attaccabrighe senza decoro, ex galeotto e io non sono questo!».

Radnor alzò un sopracciglio con aria interrogativa. Sullo sfondo della luce tremula del fuoco, la sua figura abbigliata della vestaglia da camera scura aveva un che di demoniaco. «E invece cosa saresti?»

«Sono un aristocratico, sono un suddito inglese, sono un possidente messicano, ma non sono irlandese. Non voglio più esserlo e tu sai il perché…

 

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«È irlandese, cattolica, invischiata coi ribelli. Suo padre è ricco come Creso ma non ha uno straccio di titolo e lei è una lady solo per matrimonio» bisbigliò senza gioia. Ed è bellissima, calda come la fucina di un fabbro e pericolosa nello stesso modo per i suoi obiettivi futuri, pensò ma non lo disse. Constatò invece una scomoda verità: «È tutta sbagliata». Faceva male dirlo, molto più male dei pugni che aveva incassato con disinvoltura

Eppure un fiore così, una orchidea selvaggia, non può essere calpestata, deve essere protetta e alimentata dall’amore più libero e forte, accarezzata dal vento d’Irlanda. Un vento che sa di burrasca, poiché Sean è destabilizzante, travolgente, possessivo e confuso

«Sei mia da sempre, mo magairlín fiáin».

Si scrutavano l’anima passando dalle profondità degli occhi, verde Irlanda dentro azzurro tempesta.

L’autrice restituisce non solo scenari incantevoli e mozzafiato in cui ambientare una deliziosa storia regency ma l’atmosfera suggestiva della campagna irlandese con paesaggi urbani e rurali che diventano veri coprotagonisti della storia, una vicenda che ha una robusta impalcatura storica nel romanzo e si inserisce perfettamente nella cornice della Collection. Ma c’è di più, una abilità notevole nel modo di trattare la funzione dello spazio, non solo uno sfondo ma un contesto, basti pensare a come la realtà londinese, inevitabilmente stretta per il protagonista, inneschi una sorta di cortocircuito emotivo parimenti allo stato di smarrimento per il divario socio-culturale percepito in Inghilterra in una donna creola immigrata, come la bellissima fanciulla che Sean porterà con sé dal Messico e movimenterà le serate mondane del ton londinese. O al contrario le atmosfere misteriose e suggestive, grondanti inquietudine, attesa, malinconia e rimpianto, trepidazione, se ci spostiamo nella contea di Galway che freme di attesa, fibrillante, nel riscatto e nella partecipazione alla lotta politica, della rappresentanza cattolica. L’emozione si estende dallo spazio al personaggio, restituendo intensità ai tratti che distinguono le figure nel loro agire, caratterizzandolo in modo compiuto, poiché la storia del personaggio è il suo trascorso tanto da condizionarne l’agire nel presente (letterario). In Sean il passato doloroso e quello recente dell’esilio dorato, hanno lasciato profondi segni, condizionandolo nelle rinunce e nelle scelte spesso contraddittorie ma irresistibili fa un punto di vista narrativo. L’ Irlanda è un marchio per Aoife, qualcosa che ha modellato il suo spirito, come è capitato anche all’altra fiera irlandese Ana O’ Connor, sorella di Sean, che l’ha preceduta nel romanzo Inganno d’Onore; due donne che si distinguono fiere in questo branco di eroi affascinanti, per fede e coerenza, per la tenacia delle loro radici e del loro amore, avendo in comune l’amore per la giovane canaglia O’Connor e la determinazione, la caparbietà nel perseguire un ideale.

Poco spazio alle eroine femminili della Collecrion, ahimè, adorabili e incisive con la loro originalità (mi resta questo piccolo rimpianto); ben presenti invece le figure dei “leoni”, compagni d’arme e di vita del protagonista, soprattutto Radnor, Lord Tristan Alexander Fairfax, Conte di Leeds e William MacDonnell. Una menzione d’onore per l’avvocato Daniel O’Connell, che si ritaglia un suo ruolo speciale di antagonista non tanto perché ostativo o alternativo, dato che in concreto avanza gli obiettivi reali della trama, quanto piuttosto come incarnazione – odiosa per il tumultuoso Sean – di una coscienza squillante. Sono parti di un conflitto narrativo interessante, con i loro obiettivi solo apparentemente opposti (la causa cattolica in cui coinvolgere Aoife e il bene del popolo irlandese contro la promozione sociale e politica nella perfetta integrazione londinese) perché in realtà hanno solo differenti funzioni, due atteggiamenti di base alternativi che oltre a costruirne la caratterizzazione, stabiliscono modalità di comportamento di fronte agli eventi.

Preparatevi anche a un ritorno inaspettato, un autentico coup de théâtre…

Le coppie dei personaggi si dispongono da un emisfero all’altro dei continenti, in una sorta di felicità (ritrovata) come nella danza che abbiamo evocato a inizio delle nostre riflessioni; il ballo è d’altronde un momento di libertà in cui il corpo si trasforma in strumento di espressione e così Sean evolve e si affranca dal suo passato doloroso, così Aoife si divincola dagli obblighi morali del presente.

Il ritmo è il valore aggiunto di questo romanzo, un ritmo che è dato dall’energia a stento trattenuta del protagonista maschile, dalla sua irrequietezza vitale, e dalla carica della eroina che ha in sé una forza rivoluzionaria inarrestabile ma centripeta. Come un magnete. Come una wikka in un cerchio di pietre coperte di muschionei boschi sacri.

Tanto da far coincidere tutto ciò che si ama: la donna, la causa, la terra, la libertà.

E la forza esercitata, come un sortilegio, è il desiderio. Non solo quello carnale, piuttosto quello di cui ci raccontava Yates parlando di Irlanda, il desiderio del cuore, di questa terra incredibile. Quello con cui vi farà emozionare l’autrice.

Saffron

 

ARC courtesy of the author in exchange for an honest review