A distanza di anni dal fenomeno Ramses che qualche anno fa aveva alimentato la mai sopita Egittomania, una deliziosa debolezza che appartiene ai lettori di narrativa, parte un nuovo progetto che ha un peso specifico notevole e che ha il sapore di iniziativa ambiziosa ma anche di un esperimento divertente che coinvolge l’entusiasmo di vari autori.

Valery Esperian è un collettivo nato grazie a un’idea di Franco Forte che ha pensato di formare un gruppo composto da vari autori delle Collane Delos. Manifesto letterario e programmatico di questa realtà editoriale, sotto il sigillo del gruppo Fanucci, è la forza di questo progetto, ossia la sinergia con la quale gli autori lavorano insieme, unendo idee e competenze.

Basterebbe questo fermento ad incuriosire il lettore.

Non basta. Parliamo dell’Egitto…

L’Egitto ha una forza attrattiva difficilmente riscontrabile perché non è solo atmosfera esotizzante ma un’idea.

Un sogno.

Un mito.

Un vagheggiamento.

Mistero e potere, fascino e civiltà sopite tra le sabbie del tempo, dove si nascondono i segreti della grandezza di un mondo antico, ineguagliabile per l’anelito alla spiritualità e per l’idea dell’oltretomba ma soprattutto della perfetta comunione spirituale con il mondo, manifestazione di forze oscure e terribili ma anche benigne e prodighe. Una cultura, quella dell’Antico Egitto, che nasce contemporaneamente al regno dei faraoni, inscindibilmente legata al sapere e che si esprime come dottrina del dominio, mirata a garantire il funzionamento dello Stato, e quindi del mondo poiché, nella concezione egizia, lo Stato è un’istituzione creata dallo stesso dio demiurgo per consolidare la regola e l’ordine sulla Terra, amministrato dal Faraone, destinato a far ritorno in cielo accanto alle altre divinità.

Una terra che è stata mondo, civiltà, epoca.

Oggi un mito intramontabile.

Cheope l’immortale

Cheope è stato un sovrano determinato, ambizioso, giusto eppure spietato. Figlio di secondo letto, per diventare Faraone ha dovuto dimostrare di possedere il Ka degli eletti. Ha conquistato terre, annientato avversari, schiavizzato popoli. Dopo migliaia di anni, la Grande Piramide di Giza, unica delle sette meraviglie del mondo antico sopravvissuta fino ai giorni nostri, testimonia intatta la sua grandezza. Ma i templi edificati, il porto di Wadi al-Jarf sul Mar Rosso, l’apertura dei commerci al di fuori dell’Egitto non sono stati sufficienti a placare la sua brama di potere. Nella sua vita c’era un tassello mancante: svelare il segreto del Santuario di Thoth. Solo così sarebbe stato consacrato dio tra gli dèi, solo così sarebbe stato davvero immortale…

Difficoltà notevoli si riscontrano nel narrare la storia di personaggi realmente esistiti – sfumare i contorni leggendari e mitici, rompere quell’aura di sacralità conferita dal tempo – ma forse proprio per questo difficilmente si può accogliere una sfida così elettrizzante.

Una delle più grandi imprese per chi ama la storia è quella di far comprendere la propria passione, quella magia del passato, quel fascino irresistibile, scrollando la polvere delle reminiscenze e delle nozioni scolastiche.

Restituire il fascino della Grande Storia che è fatta di esistenze, di scelte e di grandi momenti soprattutto di quella ciclicità e di quel perpetuarsi di situazioni che si rinnovano di secolo in secolo, perché il contesto culturale e l’individualità degli uomini e delle donne cambiano nel corso della storia ma la vera magia in fondo è l’uomo, sempre uguale a se stesso. Con la sua possibilità di scegliere e di intervenire, cambiare il corso della storia, il libero arbitrio: la decisione nel dissidio, tra il singolo ela sua intelligenza, il suo intuito e il suo desiderio di fare la differenza, di prendere il proprio posto nel mondo, per contrastare un destino che spesso sembra già segnato.

Cheope l’Immortale, costruttore di piramidi, il primo Faraone che anela ad una intima connessione divina, tanto da dedicare una vita intera alla ricerca del santuario perduto del dio Thot, all’inseguimento dell’immortalità.

Segnato fin dalla nascita, figlio del sopruso e della violenza, portatore di sangue reale.

Destinato ad essere un eletto, esecrato, vicino agli dei.

Non sapeva se al posto di Snefru avrebbe agito allo stesso modo. Forse prima doveva riuscire a capire il volere degli dei, per comprendere fino a dove poteva spingersi un uomo per seguire il suo destino.

Per tutta la vita sentirà un rapporto unico e privilegiato con gli dei, con un dio in particolare

-Chissà se anche Toth era avversato dai suoi simili? – chiese alla fine.

-Perché?

-Lui era un sapiente, uno scriba, non un guerriero. Non sapeva combattere che io sappia…

Kagemni sorrise, mentre le rughe sul suo volto, alla luce irregolare delle lampade, sembrarono moltiplicarsi invecchiandolo di molti anni.

-Non devi crucciarti per le angherie di Rahotep e Ranefer…i tuoi fratellastri sono solo egli idioti che ti invidiano perché sei diverso da loro. Ti disprezzano non tanto per il tuo aspetto, ma perché ti temono.

Inizia così il racconto dell’ infanzia e dell’adolescenza del giovane faraone, turbate dalle rivalità e dalle gelosie di palazzo. Amareggiato da un rapporto a dir poco conflittuale col padre, profondamente influenzato dalla madre,  Hetepheres, figura sfuggente e preziosa, che brilla di autorità e carisma, di un bagliore sinistro ma intrigante.

Anni della formazione e consapevolezza, in cui appaga il suo bisogno di conoscenza, imparando la lezione più difficile

Conoscenza è sofferenza, ma è il fuoco della curiosità a rendere visibile la strada per ottenerla

Seguendo gli insegnamenti della figura leggendaria dell’architetto scienziato Imhotep il giovane allarga la sua conoscenza ed alimenta la sua sapienza, nonché la sua ambizione.

Inizia la conquista del trono, un percorso tortuoso e ricco di insidie, in cui dovrà imparare l’arte della dissimulazione e della spregiudicatezza.

-Solo un momento fa hai promesso di darmi ascolto, e ora sei di nuovo dominato dalla tua irruenza. Dammi del tempo per muovere le mie pedine. Impara che la vita è come una partita a dama. E la prima regola che ci ha impartito Toth, quando ci ha donato il suo gioco è che occorre preparare le proprie mosse con cura per evitare di essere divorati.

-Hai ragione- ammise Cheope. -Devo essere più accorto, se voglio vincere la mia partita.

Accetta il dolore, il tradimento, respingendo gli intrighi di palazzo.

Supera gelosie, violenze e corruzione per dimostrare di possedere il Ka degli eletti ed ambire al governo legittimo.

L’anelito alla spiritualità lo anima profondamente, agita il suo spirito inquieto, rendendolo sempre irrequieto ed insoddisfatto.

Non basteranno nemici sconfitti, né avversari annientati, templi edificati, opere di grandezza e magnanimità, atti di evergetismo, iniziative commerciali e opere pubbliche come il porto di Wadi Al- Jarf sul Mar Rosso o… la Grande piramide.

Conquistato il trono la brama di potere sarà sopita ma non la sete di conoscenza. Quel fuoco che brucia il suo spirito tormentato da sempre lo spingerà a svelare il segreto del dio, dell’immortalità.

Un guerriero sapiente, più che uomo di armi uomo di intelletto, molte donne intorno a lui complici nell’amore e nella devozione, protagoniste della scalata al potere e nella difesa dei diritti dinastici.

Alcuni amici e riferimenti, fedeli servitori, mentori e uomini di fiducia.

Un figlio a cui affidare un testamento. Un lascito. Una promessa insperata del trono.

Il faraone e l’Egitto.

Il faraone con l’Egitto.

Il faraone è l’Egitto.

Le notevoli capacità di coinvolgere il lettore grazie agli elementi romanzati, senza perdere la robusta impalcatura storico-narrativa, conferiscono coesione al romanzo ed armonia, sequenzialità dell’evoluzione della trama.

Buona la caratterizzazione dei personaggi tra cui spicca la personalizzazione di un protagonista così prestigioso.

Elemento di forza la rappresentazione scenica, che dona carattere e fascino impareggiabile al romanzo per una ambientazione così suggestiva e puntuale.

La storia è maestra di vita e ci sono in fondo dei ricorsi, si può tuttavia scegliere il proprio destino, o almeno, inseguirlo.

La vera sfida di un autore del genere storico è quella di scrollare di dosso la polvere a personaggi storici realmente esistiti per restituirne la dignità e il carisma. Queste ombre del passato che giganteggiano nella memoria tornano nel nostro presente grazie alla rievocazione letteraria in modo emozionante, animate di pensieri e di emozioni, di sentimenti che determinano la loro umanità, con i vizi e le virtù, con le miserie e le nobiltà che li rendono più umani, più vicini.

Saffron

E ora mi aspetta…

Akhenaton l’eretico

Nato diverso, nell’aspetto e nelle idee, Akhenaton ha sfidato l’eredità del padre cambiando per sempre il volto dell’Egitto e della storia. Sposando la splendida Nefertiti, “la donna più bella dell’antichità” secondo gli studiosi, ha dato vita a una delle più appassionanti storie d’amore della storia. Ma soprattutto, Akhenaton “l’eretico” ha sconvolto un impero imponendo un unico dio, Aton il sole, e guidando una rivoluzione religiosa costellata di intrighi, passioni, tradimenti e lotte per il potere. Una gloriosa e dorata utopia, in una spirale crescente di colpi di scena. Dopo diciassette anni di regno, morì in circostanze misteriose e subì una damnatio memoriae: i suoi monumenti furono abbattuti, le sue statue distrutte e il suo nome cancellato dalle liste reali.

Questi sono i primi due volumi della serie “Il romanzo dei Faraoni” (Fanucci editore), che proseguirà con Tutankhamon, Ramses e Cleopatra.

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