Un classico della letteratura fantasy del Novecento scaturito dalla penna di una scrittrice tutta da riscoprire, grande amica e prima lettrice di J.R.R. Tolkien. Questa è la storia di Halla, figlia di un re che decide di abbandonarla nei boschi. Qui viene accudita dagli orsi e poi cresciuta dai draghi sulle montagne rocciose; ma il tempo dei draghi, minacciati dagli odiosi e crudeli esseri umani, sta per finire. Odino, Padre di tutte le cose, offre ad Halla una scelta: vivere alla maniera dei draghi, accumulando tesori da difendere, o viaggiare leggera e attraversare il mondo con passo lieve? Iniziano così le fantastiche avventure della ragazza, che girovagherà alla scoperta di nuove terre e antiche leggende, in mezzo a creature incredibili, luoghi misteriosi e magie dimenticate. La sua conoscenza di tutti i linguaggi, sia quelli umani che quelli animali, la aiuterà ad andare oltre le apparenze, ma anche a mettere in discussione ciò in cui ha sempre creduto, mentre affronta, una dopo l’altra, le nuove sfide sul suo cammino. Mitchison ci prende per mano e ci conduce in una favola senza tempo, dove le divinità dei miti nordici convivono con i personaggi della letteratura fantasy per mostrare il valore di comprensione e tolleranza.

Un gioiello.

Brilla prezioso di una luce antica eppure sempiterna, quella dei libri che sono “classici” nel senso di universali, che potranno attraversare lo spazio e il tempo sfidando i secoli per trovare sempre nuovi lettori o gli stessi lettori, più consapevoli.

Uno dei primi romanzi del genere nel Novecento, un’opera matura della scrittrice britannica, socialista, poetessa e saggista Naomi Mitchison, amica intima di Tolkien, figura modernissima di attivista e instancabile viaggiatrice, comunicatrice e sognatrice.

Il viaggio di Halla sorprende il lettore portandolo in luoghi che non conosce, che appartengono a tempi lontani, forse impossibili. Sceglie la fiaba per trasportarci in mondi paralleli, fantastici e insieme reali, concreti e tangibili, da esplorare pagina dopo pagina. Calvino e Rodari ci hanno ricordato più volte il potere della fiaba

“…sono il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna, soprattutto per la parte di vita che è il farsi di un destino: la giovinezza, dalla nascita che porta in se un auspicio o una condanna , al distacco della casa, alle prove per diventare adulto e poi maturo, per confermarsi come essere umano. E in questo sommario disegno, c’è tutto…” (I. Calvino, Lezioni Americane)

Sono interpretativi al pari del mito e il valore letterario e enorme tanto da rendere la fiaba uno degli espedienti più efficaci per raccontare la vita in modo simbolico, metaforico e allegorico: emotivamente e razionalmente. Proprio per questo Il viaggio di Halla è suscettibile di una catalogazione – se ve ne fosse poi urgenza – tra il romanzo fantasy e quello di formazione, poiché racconta il viaggio della vita di una bambina. O forse è semplicemente una storia che incanta.

Una bambina in un mondo lontano, figlia di un re, destinata a crescere e diventare principessa vedrà la sua vita sconvolta dalla terribile Matrigna, presenza funzionale in ogni fiaba. Una balia speciale, che conosce il mistero della foresta, riesce a salvarla disperatamente, portandola tra boschi di betulle e poi di abeti, nelle profondità oscure della Natura per crescerla orsa tra orsi, nel regno degli Orsi.

Creatura trasformata vive in questo nuovo, come parte della Terra, fino a quando la sua vita non sarà nuovamente rivoluzionata e sarà consacrata al cielo, al luogo dei draghi, creature mitiche e sacre, custodi ancestrali della magia.

Halla era deliziata da tutto questo e affondò i talloni nudi nei fianchi squamosi del drago, che, con un moto sinuoso e un crepitio di scintille, si inoltrò nella foresta incendiando per sbaglio, di quando in quando, un cespuglio o un cumulo di foglie secche di betulla o di quercia, oppure la pelliccia di qualche animale che era troppo orgoglioso o troppo stupido per togliersi di mezzo.

Il suo protettore sarà Mastro Drago Uggi, pronto ad aprirle la sua caverna ricca di tesori, il suo cuore, a custodirla sotto le possenti ali, tra le stelle gelide e lontane

Halla allungò le braccia facendo tintinnare i braccialetti mentre gli anelli rifulgevano alla luce del sole. «Sono felice di essere un drago», disse. «Non dimenticare mai, piccola», disse il vecchio Uggi, «non solo di pensare alla maniera dei draghi, ma anche che tu fai parte del tesoro di un drago. Del mio tesoro

«Quand’è che mi insegnerai a sputare fuoco? Sono stanca della storia». «È molto triste», disse Uggi, «ma io non posso insegnarti a sputare fuoco».

Madre e padre eccezionali per la piccola Halla, tanto che sarà costretta, a un certo punto, ad accettare una realtà incredibile.

La sua Umanità.

Gli Uomini sono creature bizzarre, egoiste e violente, di cui la giovane ha imparato a diffidare

“Halla Terrore degli Eroi”. Erano sicuri che la ragazza sarebbe stata il mezzo per vendicarsi della razza degli eroi per i torti inflitti a draghi, Grendel e simili, e fu un’orgogliosa Halla che quella sera si accoccolò nel suo nido di muschio e perle, metà orsa e metà drago.

Eppure Halla dovrà rialzarsi, intraprendere il suo cammino, sola. Come un pellegrino che segue le orme del Viandante per eccellenza, Odino.

«Soltanto chi porta fardelli leggeri arriva a Miklagard», disse Odino, «è una strada lunga…Coloro che vivono nelle caverne, muoiono nelle caverne», rispose il dio, «e l’amore del Vagabondo è per i vagabondi»

[…]«Viaggia leggera, piccola mia, come viaggia leggero il Vagabondo, e il suo amore sarà con te».

Odino risale alle origini. Lo stesso vale per i draghi. Quello che proviene dalle origini, ci sarà alla fine

Sotto il suo mantello nasconderà i timori e i rimpianti per percorrere una lunga strada. Halla dono di Dio ha il dono di saper parlare tutte le lingue esistenti, comprese quelle degli animali. Questo la spingerà verso nuove avventure, a incredibili scoperte, a Intraprende dei viaggi, il primo verso la città sugli stretti che alcuni chiamano Bisanzio o Costantinopoli, la stessa che Halla chiama Miklagar, poi di nuovo a nord verso Holmgard, vicino al luogo in cui è nata.

Gli uccelli non hanno affatto ricordi, ma è il ricordo ad avere loro, costringendoli a compiere, ciecamente e di buon grado, delle azioni bizzarre, facendogli intraprendere viaggi

E il viaggio più tortuoso e emozionate sarà alla scoperta di sé, degli uomini che sono compagni di viaggio.

….lui non era un drago esattamente come non era un eroe. Cos’era, allora, così vicino a lei, ma non lei stessa?

[…]

Che cos’era lei, allora? Conosceva il profumo dei suoi capelli e del suo corpo quanto quello dei propri vestiti. Conosceva la sensazione delle sue spalle minute con il suo braccio intorno. Eppure, eppure, aveva pensato a lei in un modo diverso…

Orso e drago Halla, dalla terra al cielo.

Figlia di una terribile protettrice simbolo del legame tra cielo e terra, incarna il coraggio e la gentilezza, la grande volontà e la forza.

Figlia non di un mostro da abbattere ma del supremo guardiano del tesoro. Cresce al riparo della sua ombra, la parte oscura di noi stessi che dobbiamo conoscere e integrare secondo la lezione junghiana; costretta poi al distacco. Nascita e Morte, Inizio e Fine ritornano secondo la lezione della cultura celtica riproponendo il tema della vita come processo continuo di interscambio fra mondo profano e mondo religioso, in eterna armonia Uomo e Natura, secondo leggi segrete che rispondono ad una necessità.

I draghi della tradizione celtica rappresentano i guardiani delle nostre potenzialità, di quello che abbiamo “ereditato” e ci è stato affidato. Il vero tesoro. Eppure Halla dovrà partire, tra scenari di bellezza mozzafiato, dovrà percorrere il suo cammino e affrontare il basilisco pietrificatore nella steppa dove gli eroi vengono portati nel Valhalla dalle valchirie su cavalli alati, ascoltare gli uccelli, sussurrare ai cavalli e ai topolini, destreggiandosi alla corte di Bisanzio, regina delle città, cuore della ideologia del potere e scrigno dei veleni, sotto un manto di grandiosità esagerata e sfarzosa ritualità.

E seguirà Odino, il vecchio viandante con barba e capelli bianchi, avvolto da un mantellocol cappuccio che brandendo un bastone conduce alla conoscenza.

Un World building non artefatto, a servizio del romanzo. Un romanzo è una storia raccontata, non è un inventario ma un’esperienza da vivere che l’autore condivide. Non è una cartina geografica di mondi da esplorare ma un viaggio, un percorso. La geografia letteraria del fantasy così inteso è qualcosa di più profondo perché affonda nel patrimonio personale della autrice e nella sua sensibilità spiccata.

Risultato? Immaginario potente e il significato universale del viaggio, come itinerario e percorso di vita

Si può viaggiare leggeri.

Commovente.

Felice di pubblicare la recensione in concomitanza con la Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’ adolescenza

Saffron

ARC courtesy of Fazi Editore in exchange for an honest review