Titolo: Imperfetti Sconosciuti
Autore: Daniela Volonté
Data di pubblicazione: 24 gennaio 2019
Casa Editrice: Newton Compton
Genere: Contemporary Romance
Sinossi:
Sabina Villa ha trent’anni, fa due lavori per pagare il mutuo e coltiva una grande passione: la scrittura. I libri che pubblica sono il suo orgoglio. Mette se stessa nelle storie che scrive, perché sa bene quanto le parole abbiano il potere di far emozionare. Un giorno, alla ricerca di informazioni per il suo romanzo, scrive un post sui social in un gruppo di appassionati di moto. L’unico a risponderle è un certo Jacopo, che la contatta sulla chat privata e si dimostra disponibile ad aiutarla. Con il tempo i messaggi tra i due diventano sempre più assidui, costellati di battibecchi, battute al vetriolo, ma anche di piccole confidenze e consigli. Ma chi è davvero Jacopo? E perché si è lasciato coinvolgere così da una conversazione virtuale cominciata per caso? La curiosità per un possibile incontro è forte, ma Sabina sa bene che non basta qualche battuta dietro a uno schermo a rendere un rapporto sincero. E allora, come è possibile che quando legge quei messaggi le batta così forte il cuore?
Recensione:
Buongiorno, Dame!
Oggi vi presento “Imperfetti Sconosciuti” di Daniela Volonté, in uscita il 24 gennaio e pubblicato dalla Newton Compton.
Chi mi conosce sa quanto io ami questa autrice. La seguo fin dai tempi di Buonanotte amore mio, quando ancora non ero iscritta ai social e non leggevo in digitale. Fu un colpo di fulmine e, libro dopo libro, sono arrivata a definirla la mia “coccola-time”. Daniela è come una coperta che ti avvolge e ti riscalda nelle giornate più fredde. Leggere un suo libro significa estraniarsi dalla realtà, immergersi nelle sue pagine lasciando che le parole arrivino al cuore. Toccandolo e lenendolo come una sorta di balsamo.
Chi la segue sa che “Imperfetti Sconosciuti” è nato grazie a un esperimento sui social. Esperimento assolutamente riuscito. Molte di voi conosceranno già la storia di Sabina e Jacopo, per cui mi limiterò a farvi un breve cenno preferendo soffermarmi su ciò che sta dietro a questa storia.
Sabina è una trentenne che si barcamena fra due lavori pur di riuscire a estinguere velocemente il mutuo: impiegata presso un’agenzia di comunicazione di giorno, cameriera in un pub di sera. La sua più grande passione, però, è un’altra: la scrittura. E non credo sia un caso, lol. Sono convinta che la maggior parte di noi riuscirà facilmente a immedesimarsi in lei. Perché? Sabina, dopo diverse delusioni, è single. Scrivere per lei non è solo un’esigenza. Scrivere significa creare e plasmare su carta personaggi che difficilmente possono deludere.
“Fidanzato? Per carità! Dopo Eugenio, e soprattutto dopo Nico, preferisco stare da sola. Anche se ammetto che per una scrittrice di rosa è un controsenso però, siamo sinceri, la vita vera fa schifo, mentre i romanzi non ti tradiscono mai. Non ti feriscono e anche se ti fanno passare pene atroci, sai che è per una giusta causa…”
Come darle torto? Ammettiamolo. Quante volte ci siamo innamorate di personaggi librosi? Quante volte a fine lettura ci siamo dette che non incontreremo mai un uomo così? Però, per quanto un libro possa essere verosimile e ancorato alla realtà, è pur sempre un libro. Certo, ci fa sognare, sospirare, a volte anche arrabbiare, ma sta di fatto che, non appena arriviamo all’ultima pagina, siamo di nuovo catapultate nella cruda e dura realtà. Ed è con questa che dobbiamo fare i conti.
Sabina, come tutte noi donne, è contraddittoria. O dolcemente complicata, come sostiene la Mannoia. Infatti, nonostante sia ferma su queste convinzioni, è una romantica sognatrice.
“…sono consapevole che l’amore, quello vero, non busserà mai alla mia porta… però continuo a crederci. Voglio disperatamente perdermi in questa illusione che renderebbe la mia esistenza un po’ meno… Non riesco a trovare un termine esatto. Vuota? Triste?”
Ognuno di noi ha una personale concezione dell’amore, è difficile dare una definizione univoca. Certo è che, per quanto ci faccia sentire vulnerabili, allo stesso tempo ci rende vivi. Un’esistenza senza amore è solo sopravvivenza, un contenitore senza contenuto.
L’idea che ci facciamo di questo sentimento riflette chi siamo, i nostri desideri, le nostre aspettative, il modo che abbiamo di vivere le relazioni. Va da sé che il concetto di amore si porta dietro tutta la nostra storia, il nostro vissuto e le nostre esperienze.
E questo non fa eccezione neanche per Sabina, ma lo vedremo meglio strada facendo.
Come si conoscono Sabina e Jacopo? Sabina ha necessità di verificare alcune informazioni relative a una scena cruciale del suo prossimo romanzo. Scrive un post su un gruppo dedicato alle moto, ma nessuno le risponde fino a quando…
Facciamo un passo indietro. Jacopo è un uomo totalmente concentrato sulla carriera. Svolge una professione scelta per vocazione, dà molta importanza al lato umano. Purtroppo, però, a causa di accuse infamanti, la sua vita subisce una brusca battuta d’arresto. Tutto il suo mondo si è fermato. Non ha più nulla da perdere ed è proprio lui a rispondere all’appello di Sabina.
Da questo momento i due iniziano a chattare. Ed è molto affascinante, stimolante e anche divertente assistere al loro scambio epistolare. Stimolante perché il lettore è partecipe e testimone oculare di ogni fase del loro rapporto, di come nasce, di come si sviluppa e si modifica col passare del tempo.
Da una parte abbiamo Sabi spesso pungente e sospettosa, anche acida se vogliamo, dall’altra abbiamo Jaki con un atteggiamento tipicamente maschile ed egocentrico. Una comunicazione la loro caratterizzata da frecciatine, battute al vetriolo, ma anche conoscenza e confidenze. È come se lo schermo che funge da filtro fosse un foglio bianco in cui i protagonisti riversano loro stessi.
Prima ho parlato del fatto che nel nostro modo di relazionarci agli altri portiamo tutto il nostro vissuto.
Sabina non ha più fiducia nel genere maschile, pensa che abbiano sempre un secondo fine e ha eretto un muro invalicabile di fronte a sé. Ha paura di essere ferita nuovamente. Jacopo, d’altro canto, non la aiuta facendo il misterioso. Una necessità per lui, non vuole essere giudicato in base alle voci che circolano. Entrambi, però, non possono fare a meno di continuare a scriversi.
“Per un po’ posso far finta di essere una persona che conduce una vita normale. Le battute affilate di Sabina mi fanno sorridere e mi diverto a sfidarla in continuazione. Non usa filtri, e questo aspetto mi intriga moltissimo”
“Queste nostre bizzarre conversazioni mi fanno arrabbiare, mi lasciano perplessa, però mi fanno anche sorridere ogni tanto.”
Ora. Tutti conoscono i pericoli e le insidie che si nascondono nella rete. Profili finti, foto false, gente subdola e meschina che si spaccia per ciò che non è. E allora quando abbiamo solo uno schermo davanti, senza nessun’altra informazione, cosa diventa importante? La fiducia. Investire nella fiducia significa rischiare e mettersi in gioco. Donare fiducia è un atto splendido, ma anche estremamente difficile. Si costruisce piano piano, passo dopo passo, cercando di capire se stessi e gli altri. Sì, è un cammino verso l’ignoto, dove diventa di vitale importanza saper affidarsi agli altri. E qual è l’unico strumento a disposizione dei nostri protagonisti affinché la fiducia venga costruita? La parola. Hanno solo la chat come mezzo di conoscenza. Nient’altro. Se ci pensiamo, tutto il nostro mondo è veicolato dalla parola. Pensieri, emozioni, sentimenti. Una parola può contenere in sé un incredibile potere. Pensiamo, ad esempio, quanto sia facile essere feriti da esse se usate in modo errato. Aggiungo un’altra parola accanto a quelle usate finora: responsabilità. La responsabilità con cui esercitiamo e usiamo il potere della parola è nostra. Utilizzarla per creare, costruire e condividere.
Ed è ciò che fanno Sabina e Jacopo. Le parole hanno un effetto amplificato perché è tutto ciò che hanno a disposizione, ed è necessario anche saper leggere con attenzione. Quando scriviamo esce fuori la nostra parte emotiva, il nostro io interiore; magari tentiamo o pensiamo di saperlo nascondere bene, ma c’è.
È anche stupefacente come riusciamo a scoprire qualcosa di noi stessi, di cui non siamo pienamente consapevoli.
Jacopo si accorge del lato estremamente dolce di Sabina e con lei scoprirà il significato della parola amore, così come Sabina andrà oltre il lato sbruffone di Jacopo e lo vedrà per quello che realmente è. Entrambi, insieme, scopriranno – con un po’ di difficoltà dovute al rodaggio – la bellezza della leggerezza, della naturalezza e spontaneità.
Da qui, il titolo del romanzo che io trovo geniale. Imperfetti sconosciuti.
Oggigiorno, sembra che la perfezione debba essere la costante. Non si può essere deboli e fragili perché la società non te lo consente. Ma riconoscersi imperfetti non è una debolezza; è sinonimo di forza, di potenzialità. Dobbiamo riconoscere che il nostro valore viene da noi stessi e che siamo tutti unici. Non siamo fatti per bastare a noi stessi. Ognuno di noi ha un percorso fatto di successi, cadute e fallimenti, ma percorrere un pezzetto di strada insieme è più facile. Siamo perfetti nelle nostre imperfezioni. Ed è anche meraviglioso rendersi conto che uno schermo, che dovrebbe essere sinonimo di distanza, riesca in realtà ad avere il potere di avvicinare due anime.
Esiste la paura, certo. La proviamo tutti i giorni nella quotidianità, figuriamoci in un rapporto nato via chat. E allora, visto che in questo romanzo la parola è ancora più importante del solito, ne uso un’altra ancora. Coraggio. Avere coraggio significa buttarsi, andare oltre alla paura, oppure buttarsi proprio perché si ha paura. Perché? Perché l’amore è una scelta. Vuol dire perdonare chi sbaglia, dare fiducia e accettare gli altri senza la pretesa di cambiarli. Amare significa non pretendere e donare semplicemente per la gioia di dare. Amare significa conoscersi, svelarsi e fare un cammino insieme.
Non male, eh? Pur conoscendo già la storia, tutti questi pensieri mi sono frullati in testa mentre leggevo.
A Daniela vanno tanti meriti. Primo: il coraggio di osare. All’inizio del libro, troverete una sorta di playlist composta da link alle chat. Avete la possibilità di leggerle ovviamente, ma vi consiglio di cliccare sui link per sperimentare una lettura diversa dal solito. In un mondo in cui escono migliaia di libri al giorno, io premio sempre chi ha il fegato di intraprendere nuovi percorsi, chi investe energie per superare i propri limiti e proporre qualcosa di nuovo.
Punto secondo. Forse mi sbaglierò, ma leggendo più di una volta le figure di Daniela e Sabina si sono sovrapposte. Dove inizia una e finisce l’altra? In Sabina, io vedo la passione di Daniela, la curiosità di costruire un puzzle composto dalle sfaccettature dell’animo umano, la voglia e la naturale capacità di far emozionare i propri lettori. E io che la seguo e che ho imparato anche un pochino a conoscerla, riconosco anche la stessa paura, ma anche la stessa forza di continuare a lottare.
Punto terzo. La storia. Un romanzo nel romanzo. O meglio: la realtà nella realtà. Ho un’altra definizione per Daniela: “la Poetessa della realtà”. Sì, lo so, non è la prima volta che lo dico, ma continuerò a ripeterlo finché avrò vita. Ci sono autrici che fanno un’enorme fatica ad arrivare e altre che hanno la naturale predisposizione per farlo. Daniela rientra a pieno titolo nella seconda categoria. Ha la capacità di far sognare le proprie lettrici pur scrivendo storie estremamente realistiche. Storie in cui ognuna di noi potrebbe essere la protagonista. Parafrasando l’esargo: siamo donne cresciute che credono ancora nelle favole, ma in quanto tali abbiamo la capacità di andarci a cercare il nostro principe, in carne e ossa, creando la nostra favola personale.
Concludo con il solito appello: Daniela, non smettere mai di scrivere perché là fuori ci sono tante donne che bramano le tue storie e che non smettono di credere nell’amore anche grazie a te. Sperando di avere il lieto fine. Me compresa.
Buona lettura e alla prossima!
Francesca
STORIA