Harem’s’ Book ha il piacere di aprire il review tour dedicato a Inganno d’Onore, il nuovo romanzo di Linda Bertasi e nuovo appuntamento con La Confraternita dei Leoni

TITOLO: Inganno d’Onore

SERIE: La Confraternita dei Leoni #4

AUTORE: Linda Bertasi

EDITORE Self Publishing

GENERE: Regency

FORMATO: Copertina rigida/Copertina flessibile/Ebook

PREZZO: €19,90/€12,907€2,99

OFFERTA LANCIO € 0,99 fino al 11 gennaio.

SINOSSI: Li chiamano Uomini d’Onore, ma quanto pesa quell’onere su pelle e cuore.

GIUGNO – 1815 Ana O’Connor – una cascata di boccoli rossi come il fuoco, occhi verdi come le praterie d’Irlanda e una croce celtica al collo – è la figlia di Lord Galway. Fiera e ribelle, aborrisce tutto ciò che è convenzione e non vuole trovare marito.

Non è dello stesso avviso il suo aitante fratello che la sta conducendo al ballo della duchessa di Richmond. Pesanti debiti gravano sulle spalle degli O’Connor, e l’unico modo per risollevarsi è accasarsi.

Al ricevimento, Ana conosce l’ufficiale Mark Fraser: occhi e capelli neri come le piume di un corvo, un sorriso strafottente e lo sguardo malinconico di un uomo che non ha nulla da perdere.

La battaglia di Waterloo alita loro sulle spalle e il fugace incontro sembra destinato a scolorire nell’oblio, ma il fato sceglie sempre percorsi inaspettati.

Tra viaggi in Europa e misteriose imprese, segreti inconfessati e un passato che sembra riecheggiare di promesse inespresse, la storia di un uomo d’onore e di un’indomita irlandese, dove niente è come sembra, e la verità si nasconde sotto le pietre di una terra battuta dal vento ribelle.

 


Scrivere Regency è tremendamente difficile. 

Scrivere historical romance è incredibilmente ambizioso.

Scrivere romance è – ormai – rischioso.

Scrivere…bene… ça va sans dire.

“Regency”, qualsiasi sia il campo di applicazione della definizione nella sua accezione più autentica, è studiata eleganza. Si tratta di muoversi in un periodo storico che è l’essenza della trasformazione, con il suo clima culturale nostalgico e intellettualistico, con il suo stile ben definito e gli innumerevoli stili di vita che riflettono il profondo mutamento nel ventre società. Si tratta di raccontare una società che vive di “occasioni” e di “abilità”, espresse in brevi istanti della vita, in una conversazione e in un incontro, nel corso di una passeggiata in compagnia o di una visita agli amici e ai vicini di casa, durante le uscite a cavallo o le rappresentazioni teatrali, eventi fondamentali nella agenda del Ton. E nei balli, momento davvero di straordinarietà nel quotidiano.

Tutto è concentrato in attimi di banalissima eccezionalità. In essi i dialoghi, i piccoli gesti e gli sguardi diventano dichiarazioni e confessioni, promesse e minacce. Per citare Georgette Heyer, grande madre del romanzo sentimentale storico, sono questi gli istanti chiave nella honourable escape narrata. O per scomodare la grande Virginia Woolf, le “piccole scene”, i bozzetti tratteggiati da Jane Austen con guizzo, sottile ironia, caustica quanto delicata, vera cifra stilistica della acuta osservatrice del suo tempo.

Inganno e Onore. Due spinte fortissime che diventano motore narrativo di questa storia. Animano la vicenda con ritmi contrastanti, per lasciare emergere le passioni, tra senso dell’onore e sete di vendetta, per far crescere l’amore più tenace, dopo il perdono è l’ammenda. L’ Historical romance si nutre di questo, la danza simbolo di questo episodio de La Confraternita – riprendendo la felice similitudine che mi sono concessa fin dall’inizio della analisi dei romanzi della Collection-  non può che essere un valzer: un abbraccio quasi scandaloso, peccaminoso, una giravolta infinita che si perde nella spirale di un tempo passato e lontano.

Protagonista Lady Ana, figura carismatica che fin dall’ antefatto ha catturato l’attenzione dei lettori non solo per le sue doti di preveggenza ma soprattutto per la personalità forte, determinata e orgogliosa, sopratutto delle sue origini

È diventata una sorta di fil rouge nei primi episodi, per la sua capacità di attraversare il tempo, di sentire la realtà. La sua capacità di prevedere gli eventi futuri o i possibili sviluppi di quelli presenti, è stata occasione spesso di una previsione e di un consiglio per molti personaggi che gravitano intorno alla Confraternita. E in parte anche per il bel tenebroso marchese Mark Fraser…Forte magnetismo nel protagonista maschile, misterioso e affascinante, sfuggente e provocante

Come in un valzer i due protagonisti si sfiorano, dopo il primo incontro e tocco fatale. Si ritrovano nella mondanità di Londra, presso la residenza della travolgente amica di Lady Ana, Lady Madeleine Spencer, sorella del Duca di Radnor e modernissima spregiudicata mecenate intellettuale. Lady Ana è sola, il suo scapestrato fratellone, tornato come un eroe di guerra, è irrequieto, inquieto e senza pace… presto ne pagherà le conseguenze

Tutto stava per cambiare.

Ana avvertì un’improvvisa consapevolezza. Dietro di lei, le verdi vallate d’Irlanda e i sogni di bambina; davanti, una carrozza in attesa e un viaggio verso un’isola che detestava.

La giovane donna e il marchese si rincorrono nelle occasioni mondane e sociali, in una girandola di eventi e incontro più o meno fortuiti… 

Fissava i bottoni delle loro redingote sfiorarsi, il nero e il giallo che si mescolavano e, per la prima volta, provò l’impulso di spingersi in avanti, sino a percepire il calore del corpo aitante.
La voce di Mark penetrò nelle sue orecchie, più irruente del vento insidioso. «No. In voi arde il fuoco della ribellione, l’ardore degli irlandesi, il coraggio e l’onore.»
«Di onore non me ne intendo. Questa è una vostra prerogativa, a quanto si dice.»

La frase ebbe l’effetto di riscuoterlo come da un incantesimo. «Non asserite cose che non conoscete» disse, ritraendosi di qualche centimetro.
Ana tornò a posare gli occhi su di lui. «E, invece, io riesco a scorgere ciò che vi scuote. La passione e la lealtà che muovono ogni vostra azione. Ho cercato di non vedere, non volevo vedere.»
«E la paura? Anche quella vedete?»
«Di chi potreste mai avere paura, Lord Dorset?»
«Di voi.»

Poi incredibilmente nell’avventura intellettuale del Grand Tour, il lungo viaggio culturale attraverso l’Europa e soprattutto attraverso l’Italia, ritenuto di fondamentale importanza per l’educazione e la formazione culturale di giovani aristocratici, scrittori, intellettuali, che in questa storia si arricchisce di tocchi e sfumature paranormali. In fondo il mistero è parte di questa storia. Avvolge i protagonisti come qualcosa di oscuro e inspiegabile, di nascosto: un segreto, una realtà o verità nascosta, la cui esistenza è inaccessibile alle sole forze dell’intelligenza.

Il richiamo della terra natale per Lady Ana è troppo forte, vicende dolorose la riporteranno a casa, tra scogliere frastagliate, distese a perdita d’occhio di manti erbosi accarezzati dal vento punteggiati da clogers, manieri arrocati su crannogs e antiche abbazie. Un filo la unisce al marchese, tenace come l’ edera, la eidhnéan, pianta sacra nella cultura classica e celtica perché cingendosi – come in un abbraccio, come in un valzer – punta al cielo, si avvicina ai numi e permette di trarre oracoli…o di carpire in parte il senso dei disegni misteriosi. Le esistenze dei protagonisti sono intrecciate in modo incredibile, da un legame antico, non solo dal desiderio malcelato e dirompente, c’è qualcosa di più oscuro, antico e suggestivo, di pericoloso.

Il mondo poteva anche scomparire…
Li chiamavano uomini d’onore, ma quanto pesava quell’onere su pelle e cuore

Come la passione che li consumerà 

Il rientro in Irlanda sarà per Lady Ana un momento di dolorosa verità, in seguito alla sua ricerca ostinata. È una terra macchiata di sangue, ogni pietra è testimone di lotta, ribellione e fede.  

«Sono qui per raccontarvi una storia» disse, avvicinandosi.
Ana sentì il cuore accelerare, ma rimase immobile, mentre lui prendeva il diario dalle sue mani, senza sfiorarla.
Il marchese lo cullò nel palmo, tracciandone il profilo con il polpastrello. «C’era una volta un uomo ribelle e una donna bella come una giglio d’estate.

Anche i protagonisti di Inganno d’ Onore potranno trovare la loro felicità solo così, lottando, ribellandosi e fidandosi, affidandosi

Un Regency di ampio respiro, grazie alla ricostruzione accurata dell’ambientazione, non solo degli usi e dei costumi dell’epoca con i suoi modi e tempi, ma anche delle espressioni linguistiche. Uno stile che diventa perfettamente Regency, grazie alla accurata ricostruzione, frutto di una ricerca storica meticolosa, tanto da restituire dialoghi frizzanti, credibili, una trama ben ideata, l’intensità psicologica dei personaggi e la profonda conoscenza delle dinamiche sociali del periodo.

L’historical romance non è ginnastica tra lenzuola, sebbene ricamate. Il Regency non è un mummy porn travestito.

Notevole la capacità evocativa, forza indiscutibile della autrice che riesce a spingersi nella caratterizzazione della protagonista fino a sfiorare elementi surreali e paranormali, con grazia. Il “racconto del gesto” –  la capacità di rievocare una atmosfera e una ambientazione oppure una emozione soffermandosi su un dettaglio che si carica di significati – si conferma un suo talento, mai così opportuno come in un Regency, in cui è necessario condensare nel gesto il significato più profondo. Un baciamano impeccabile in cui le labbra arrivano a sfiorare le nocche, il tocco impercettibile delle vesti, il movimento accennato di un ventaglio tra il tremolio delle candele e il brusio nella sala, una ciocca ribelle che sfugge dalle elaborate acconciature prontamente afferrata in una carezza, un guanto che scivola improvvisamente e un sospiro che accarezza la pelle.

Un Regency in cui godiamo anche della presenza di personaggi storici reali, poiché tra le pagine si animano figure storiche come Byron, Coleridge, il romantico Wordsworth, il dandy Lord Brummel pronto a sconvolgere la borghesia e, incredibilmente, sfioriamo Mary Shelley… L’autrice combina con grande abilità il dato storico alla narrazione romanzesca, nella seconda parte del romanzo in modo impegnativo, poiché non solo ritaglia la sua storia nella Storia ma si insinua tra le pieghe più nascoste della secolare lotta irlandese di indipendenza. 

I personaggi sono tratteggiati con grande cura, basti pensare al peso dei secondari come la travolgente Madeleine, il meraviglioso Finn (merita assolutamente la sua storia) o l’intrigante Eilis e un cattivissimo…I fili della trama anche nel più ampio tessuto della Collection si riannodano e si sciolgono, basti pensare al caso della figura così grigia e sfuggente di Sir Alastair Rubén Fraser; al piacere di ritrovare gli altri membri della Confraternita come il marchese di Rocksavage o Tristan Alexander Fairfax, con cui Mark vivrà momenti significativi. Il romanzo è in effetti parte di una Collection, con continui rimandi intertestuali, all’interno di un progetto più ampio.
I protagonisti, come in un valzer, stretti in un abbraccio scandaloso, si muovono nella Storia con la loro storia d’amore, un sentimento totalizzante, tempestoso e sofferto, combattuto. D’altronde il Regency è un sospiro, è un “se fosse”…o meglio “se fossi”… Un sogno.

Saffron

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