Salve amiche dell’Harem, la nostra Laura ha avuto il piacere di fare quattro chiacchiere virtuali con Diego Galdino,
autore di romanzi di successo come Il primo caffé del mattino e Una storia straordinaria pubblicato il 10 luglio da Leggereditore.
Venite a leggere questa bellissima intervista!

INTERVISTA  A CURA DI LAURA GAETA 
Ciao, Diego. Spero non ti dispiaccia, ma mi piacerebbe poterci dare del tu, così da chiudere gli occhi e far finta di essere seduti al tavolino di un bar per due chiacchiere in amicizia. Io mi chiamo Laura e ho avuto il piacere di recensire “Una storia straordinaria” per conto del blog Harem’s Book.
In realtà, ho a lungo pensato a come impostare questa chiacchierata. La mia intenzione è sempre stata quella di conoscere l’Uomo oltre che l’Autore, di scambiare con Lui segreti e cavolate, di mettere in tavola la quotidianità e l’interiorità. Alla fine, nel bel mezzo del fresco di una grandinata, ho capito che è proprio quello che dovremmo fare. Una chiacchierata informale, magari davanti a un bel caffè. Io lo adoro, ricordo ancora quando, bambina, rubavo di nascosto quello freddo dalla bottiglietta che mio nonno teneva in cucina. Lo prendo nero, senza zucchero. E tu?

Certo che possiamo darci del tu tra amici si usa così no? Allora per quanto riguarda il caffè ti svelo un segreto… Io non lo bevo, il tiramisù è il mio dolce preferito, il gelato al caffè e la granita di caffè li adoro, ma l’espresso non lo bevo mai, malgrado io abbia scritto uno dei romanzi sul caffè più famosi al mondo, addirittura oggetto di tesi di laurea…

Ho appena terminato la lettura di “Una storia straordinaria” e ho letteralmente adorato il rimando continuo ai cinque sensi. Per me è di vitale importanza l’olfatto; ricordo l’odore della pelle da neonato dei miei figli, quello del sugo della domenica mattina, della salsedine alla fine di una giornata di mare. E per te? Qual è il senso più importante? E perché?

Sicuramente il senso della vista, perché come il protagonista della mia storia non riesco ad immaginare una vita senza poter guardare le persone che amo, la mia città e i film…

In “Una storia straordinaria”, nel Capitolo 14 dici che “l’amore è dittatore e a lui sarai fedele”, mentre nel capitolo 21 “l’amore rende liberi, o forse prigionieri, l’amore non ha paura, o forse sì”. Dov’è la verità, secondo te?

E chi lo sa? Sinceramente come hai notato non lo so bene nemmeno io… Credo che dipenda molto se l’amore sia corrisposto o meno… se è un amore corrisposto ti senti libero e felice…Viceversa se non è corrisposto l’amore può renderti prigioniero come un dittatore…

Sei stato definito il Nicholas Sparks italiano. Una delle coprotagoniste del tuo ultimo libro sicuramente commenterebbe in maniera spudoratamente gergale, magari mentre ti offre qualche ciliegia succosa. Come vivi questo paragone? Ti esalta o ti spaventa?

Lo vivo tranquillamente finché sono gli altri a definirmi così. Non posso non sentirmi gratificato da un tale accostamento, stiamo parlando di un mito della letteratura romantica… Per il momento i numeri e film tratti dai suoi libri attestano che lui è di un altro pianeta, ma almeno per quanto riguarda i film forse sto iniziando a mettermi in paro…

Silvia e Cristiana si salutano augurandosi “solo cose belle”. Ho trovato questo saluto molto dolce, poetico e, soprattutto, di sicuro pertinente al loro rapporto. Se io dovessi augurarti “solo cose belle”, a cosa penseresti? Quali sono le tue “cose belle”?

Le mie figlie senza alcun dubbio…

Luca, bellissimo e intelligente, perde la vista, ma guadagna una maggior sensibilità negli altri sensi. Riesce, seppur con fatica, ad adattarsi alla sua nuova condizione, dimostrando tenacia e determinazione. Silvia, briosa e in gamba, subisce un’aggressione che la blocca, che le impedisce davvero di vivere serenamente la sua libertà, ma anche lei riesce a superare la sua condizione, a oltrepassarla. Entrambi i protagonisti della tua ultima storia digeriscono i brutti scherzi fatti loro dal destino. Quanto c’è di te, in loro?

Moltissimo, di sicuro a parte l’essere non vedente io e Luca ci somigliamo tantissimo, in particolare nella patologia di esprimere i concetti attraverso i film.

La cecità è un aspetto prioritario di “Una storia straordinaria”, ne dai ampia descrizione grazie all’uso del narratore esterno. Ho trovato ben descritte le sensazioni di Luca, i suoi movimenti, l’uso del contare i passi. È stato difficile descrivere questo aspetto della sua vita? Come ci sei riuscito?

Ho fatto come gli attori che si preparano quando devono interpretare una persona affetta da una disabilità. Ho pensato a cosa avrei fatto io se avessi perso improvvisamente la vista. Mi sono ispirato al Tom Hanks di Philadelphia.

Il primo caffè del mattino” avrà presto una trasposizione cinematografica. Cosa provi all’idea che le tue parole potranno essere viste?

Per chi come me è un grande appassionato di cinema è la sublimazione del sogno supremo. È una passeggiata in Paradiso con Beatrice. E me la voglio godere tutta passo dopo passo, fino ad arrivare allo schermo.

Diego, il caffè virtuale era davvero ottimo. Chissà, forse un giorno passerò davvero a prenderne uno al tuo bar, che ne dici? Intanto, ti ringrazio per il tuo tempo e per la tua disponibilità.

Grazie a te per l’ospitalità. Ti aspetto a Roma per il caffè.

 

UNA STORIA STRAORDINARIA di Diego Galdino. Recensione