Due diari ritrovati, una grande amicizia,
un segreto custodito per oltre trent’anni.
Ma che prezzo ha la verità?
Gianluca ANTONI
IO NON TI LASCIO SOLO
Pagine: 288 Prezzo 15,90 €
Collana: Le Stanze Salani
Data di pubblicazione 28 gennaio
L’amicizia è affrontare insieme la paura. Lo sanno bene Filo e Rullo, due ragazzini diversissimi eppure inseparabili, che decidono di scappare da casa e di avventurarsi tra i boschi, alla ricerca del cane di Filo, perso durante un temporale. Per ritrovarlo si spingono fino alla cascina di Guelfo Tabacci, uno schivo montanaro di cui si mormora che anni prima abbia ucciso suo figlio. Così, l’ingenuità della loro fuga lascia il posto ai terribili segreti del mondo degli adulti. Molto tempo dopo, nella cantina di quello stesso casolare vengono ritrovati due diari. Sono stati proprio i due amici a scriverli, consegnando a quelle pagine ingiallite la soluzione del mistero e il racconto, insieme crudo e poetico, di un’estate destinata a cambiare per sempre le loro vite. In un paesaggio dominato dal contrasto tra la luce dell’eterna innocenza e il buio del dolore, Gianluca Antoni mescola le atmosfere del giallo a quelle del romanzo di formazione. Con colpi di scena e toni delicati, racconta i rapporti tra genitori e figli, le strategie imprevedibili con cui affrontiamo la perdita, ma anche la tenacia di legami fatti per sopravvivere al tempo.
La parola all’autore
«Nel mio intento, Io non ti lascio solo vuole essere un inno alle fragilità e alle debolezze di ognuno di noi, e di quanto queste, se ben elaborate e gestite, rappresentino i nostri più grandi punti di forza. Ogni personaggio del romanzo rappresenta una parte di noi: quella razionale (Filo), quella emotiva (Rullo), quella pazza (Scacco), quella bambina (Ameliè), quella mostruosa (Guelfo), quella adulta (Il padre) e così via. Solo affrontando con coraggio le sfide e la faticosa avventura di crescere possiamo scoprire che la loro accettazione e integrazione è l’unica strada che ci permette di trovare l’armonia interiore e il benessere… e allora sì che si può piangere, da uomini veri.»
GIANLUCA ANTONI è nato nel 1968, vive a Senigallia dove lavora come psicologo e psicoterapeuta. Con questo libro, di cui sono già stati venduti i diritti cinematografici, ha vinto il torneo letterario IoScrittore e il premio Romics.
“Lui si ferma e mi fissa “Io non ti lascio solo…vengo con te”
Una complicità assoluta sui volti in parte nascosti dei due ragazzi in copertina. Sdraiati, la risata che copre il timore.
Un “IO” nel titolo che inevitabilmente ti trasporta per un attimo in un altrove, dove l’abbagliante luce del sole sui campi di grano contrasta il buio assoluto della notte, dove Michele Amitrano, nove anni, grida “Io non ho paura” di fronte ad un segreto grande e terribile. E nelle sue fantasie di bambino trova la forza di affrontare, di lottare contro i mostri. E con la bici nel grano, vita e prosperità che nasconde insetti e pericolo, abbandona l’età dei giochi, dello stupore.
“Io non ti lascio solo” è sicuramente un romanzo di formazione, per molti uno splendido romanzo di formazione, prezioso contenitore di tantissime emozioni da esplorare tutte. Ma è anche un trhiller psicologico. Per l’Autore, nelle sue intenzioni “Io non ti lascio solo” vuole essere un inno alle fragilità e alle debolezze di ognuno di noi, “e di quanto queste, se ben elaborate e gestite, rappresentino i nostri più grandi punti di forza”. E con la sua esperienza professionale ci pone di fronte alle mille sfaccettature del dolore, della perdita, in personaggi avvincenti nella loro umanità che tuttavia non sempre riescono ad elaborare in modo costruttivo. E tutto questo con una sensibile, composta a volte ironica tenerezza.
“Io non ti lascio solo” è la storia di una straordinaria amicizia, di quelle che durano una vita e continuano a nutrirti anche se non ci si vede.
“Mica si può vedere sempre tutto. Vedi alcune cose, ti soffermi…e sparisce tutto il resto diventa sfondo e nello sfondo la figura si perde, finché non torna di nuovo in figura… è un ciclo infinito”.
Un dolore terribile, un bambino perde la sua mamma. La vita si ferma. Ogni scelta, anche la più semplice, crea difficoltà enormi. Non può affrontare il mondo da solo. Ha bisogno di buttar fuori emozioni, paure, desideri. Di renderli meno spaventosi. Deve poter credere in qualcuno per poter andare avanti. Per crescere. Deve credere in qualcuno perché la fiducia fa sentire meno soli. Vivi.
Gli spiego che il calore ci mette otto minuti a raggiungere la Terra. Che quando sorge, il sole è una sfera fredda. Che la luce arriva prima, il calore dopo….
’Ma chi te l’ha detto?’
‘La scienza’
‘Che il calore arrivi in otto minuti è scienza’dice sottovoce. ‘Che il sole scaldi la pelle, e ti faccia passare il freddo è magia’.
‘Si può spiegare anche questo. Dipende da…’
‘Non me ne frega’ mi interrompe puntandomi gli occhi addosso. ‘Mi frega solo che prima avevo freddo e ora no, grazie al sole. E per me è qualcosa di magico’.
Filo e Rullo, due ragazzi. Filo coraggioso, Rullo pauroso, Filo orgoglioso, Rullo dolcissimo. Filo cerca risposte nella scienza, Rullo si abbandona alla magia, allo stupore. “Rullo è il tipo da senso di colpa. A dire il vero è il tipo con la gamma completa delle emozioni, a differenza di me”. Due che insieme si completano, insieme possono trovare un certo equilibrio per vivere ogni emozione. “Lui è il comandante, io il soldato semplice, ma mi va bene così… Quando sarò grande chissà. Ora no”.
“Rigiro i quaderni tra le mani. Nero l’uno, rosso l’altro”
Il maresciallo del piccolo paese di montagna sa che il passato ormai reclama risposte dal presente.
I due vecchi diari ritrovati nella casa di Guelfo, l’orco scorbutico e solitario, sospettato trent’anni prima nella terribile vicenda della sparizione del piccolo Tommaso, due anni, suo figlio, sono un segnale di questa esigenza di verità.
Nei diari Filo e Rullo hanno riportato tutti i particolari di una loro avventura nell’estate di vent’anni prima.
Tutto ha inizio quando i due amici decidono di scappare alla ricerca di Birillo, il cane amatissimo di Filo. Faranno incursione nella proprietà di Guelfo. I loro destini si intrecceranno. Saranno costretti ad affrontare paure, realtà molto più grandi di loro. In un mondo in cui ai loro occhi di ragazzi non tutto è come sembra, devono farlo. Per superarle. Per crescere. Innanzitutto aggrappandosi alla fantasia, all’immaginazione, al “progetto” di un “piano perfetto”. Costretti a permettere una intromissione nel loro rapporto esclusivo, strettissimo ad estranei. Amélie, la ragazzina dagli occhi verde palude, che fa svolazzare la gonnellina a fiori e pesta i piedi e dà ordini all’orco li costringe ad accettare il suo aiuto trascinando con sé Scacco, dal berretto a strisce rosso e arancio, il giovane “matto” del paese.
È proprio così: anche i personaggi sullo sfondo riescono ad entrare nel nostro cuore. La nonna di Amélie, dolcissima e spietata nel raccontare le cose, le persone, come stanno e sono state nella vita del paesino, il nonno, il medico del paese che sulla sedia a rotelle continua a difendere, a proteggere la verità, il segreto del vecchio amico con parole scarne, chiudendo a fessura i suoi occhi color oceano.
Forse perché tutti delineati con cura, assolutamente credibili nelle loro verità spesso taciute, nella loro comune continua ricerca di amore.
In una recente intervista l’Autore ha confessato che non voleva solo una bella storia ma anche “aiutare il lettore a sviluppare la consapevolezza della propria dimensione emotiva”.
Sano esempio di deformazione professionale.
“La verità – continua – richiede impegno, sfida, coraggio e soprattutto il recupero della capacità di immaginare, della fantasia, spesso abbandonata dagli adulti… e senza di essa difficilmente si raggiungono i sogni”.
Colpi di scena, misteri irrisolti, “Io non ti lascio solo” è stato premiato nel 2017 per la “capacità di raccontare una storia noir con lo sguardo fresco ed innocente di due bambini e per lo spiazzante colpo di scena finale”. Ci sta tutto.
Il racconto attraverso gli occhi dei ragazzi porta con sé uno stile volutamente semplice, una scrittura estremamente scorrevole. Qualcuno ha detto “un misto di candore e poesia”. Forse un po’ troppo.
Preferisco riproporvi ancora un intervento dell’Autore “Non amo il narratore onnisciente…il lettore può vivere in diretta gli avvenimenti” Da qui la scelta della prima persona e del presente per entrare in empatia con i protagonisti “nei loro panni e vivere all’interno le loro emozioni, i loro pensieri i loro tormenti”.
La terza persona solo per il maresciallo.
‘Sai che molte di quelle stelle non ci sono più?…Sono talmente lontane che la luce è partita quando esistevano, milioni di anni fa, ma nel frattempo si sono spente’…
‘Quindi se qualcuno ci sta guardando al telescopio da uno di quei pianeti è milioni di anni avanti nel futuro’
‘Esatto’
‘E noi siamo già morti’
‘Da un bel pezzo’
‘Ma per quell’extraterrestre no’
‘No, per lui no. Per lui saremo vivi, come sono vive per noi tutte le stelle che vediamo in questo istante’.
‘Fico…..Questo ci rende immortali!’
Una lettura speciale. Come Filo e Rullo. Due amici speciali. Davvero speciali.