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Trama:

A ventisei anni, Louisa Clark sa tante cose. Sa esattamente quanti passi ci sono tra la fermata dell’autobus e casa sua. Sa che le piace fare la cameriera in un locale senza troppe pretese nella piccola località turistica dove è nata e da cui non si è mai mossa, e probabilmente, nel profondo del suo cuore, sa anche di non essere davvero innamorata di Patrick, il ragazzo con cui è fidanzata da quasi sette anni. Quello che invece ignora è che sta per perdere il lavoro e che, per la prima volta, tutte le sue certezze saranno messe in discussione. Jojo Moyes ha scritto un romanzo con un incantevole sapore di verità e una leggerezza piena di sentimento, che tratta un tema difficile e doloroso con grande sensibilità e senza alcuna retorica.

<<Ciao Busy Bee perché pensi che il tuo amico, assistito o come preferisci chiamarlo, debba cambiare idea? Se io riuscissi a trovare un modo per morire con dignità e non sapessi che devasterebbe la mia famiglia, prenderei anch’io questa decisione. Sono inchiodato su questa sedia da 8 anni ormai, e la mia vita è un costante susseguirsi di umiliazioni e frustrazioni. Puoi davvero metterti nei suoi panni? Sai come ci si sente a non essere nemmeno in grado di svuotarsi l’intestino senza aiuto? Sapere che da qui in poi sarai per sempre bloccato nel tuo letto, incapace di mangiare, vestirti, comunicare con il mondo esterno senza qualcuno che ti aiuti? Non fare più sesso? Affrontare la prospettiva di essere afflitto da piaghe, problemi di salute e perfino di dover ricorrere a un respiratore? …….Questo, come ogni altra cosa, è fuori dal suo controllo…Vivere con questa consapevolezza è molto difficile.  Perciò penso che tu stia ponendo la domanda sbagliata. Chi sono i ND* per decidere quale dovrebbe essere la nostra vita? Se questa è la vita sbagliata per il tuo amico, la domanda non dovrebbe essere piuttosto: “Come posso aiutarlo a farla finita?”.

ND= normo dotati

Quando decisi di leggere questo libro, molte mie amiche mi consigliarono di munirmi di una scatola di fazzolettini; io non lessi neanche la trama essendo già attratta dalla cover e dal titolo.

La prima cosa che mi colpì nella lettura, già dalle prime pagine, fu proprio il modo in cui l’autrice racconta la storia esponendo i personaggi e le scene in modo eccellente senza tralasciare particolari, passo dopo passo mi ha coinvolto nella narrazione, portandomi più volte alla rilettura di alcuni passi che, per la loro profondità mi son rimasti dentro.

“Mi voltai, inaspettatamente timorosa di guardarlo. Avevo paura di ciò che poteva sentire, la gravità della sua perdita, la portata delle sue paure. Fino a quel momento l’esistenza di Will Traynor era stata di gran lunga più ricca di esperienze della mia. Chi ero io per dirgli come doveva desiderare di viverla?”

In questo libro si affrontano vari temi, uno tra tutti quello per cui si rimane colpiti: l’eutanasia.

(Non sono qui per esprimere un parere sull’eutanasia, badate bene, però da questo tipo di situazione, anche se non la provi, puoi trarre un insegnamento importantissimo e cioè: bisogna vivere certe situazioni per poter esprimere un’opinione perché fino a quando non le vivi sulla tua pelle non sarai mai in grado di poter esporre al meglio il tuo parere.)

In questo libro viene raccontata la storia di un tetraplegico pronto a rinunciare alla sua vita attuale che non lascia scampo o un margine di miglioramento sul quale combattere e per il quale vivere.

Mi accorsi che l’ansia che mi aveva attanagliato per tutto il giorno stava pian piano scemando a ogni commento di Will. Non ero più la sola responsabile di un povero tetraplegico. Ero semplicemente io, seduta accanto a un tipo particolarmente sarcastico, a fare una chiacchierata.

Riflettiamoci un po’ su: fino a quando la vita prosegue senza intoppi importanti, senza grandi problemi, non ci si sofferma, quasi mai, a pensare a cosa accadrebbe se un giorno all’improvviso tutto ciò che puoi fare, dalle cose più elementari come camminare, muoverti liberamente, guidare, giocare, fare sport, uscire, fare passeggiate insomma tutto ciò che di norma si fa, ebbene non lo potessi più fare e fossimo costretti a stare immobilizzati a letto o su una sedia a rotelle senza avere più la capacità delle proprie azioni, senza poter fare niente senza l’aiuto di qualcuno che imbocchi, lavi e curi come un bambino… Tutto questo sarebbe vita?

<<Aspetta un attimo, Clark>>

<<Aspetta. Solo un attimo>>

<<Non voglio ancora rientrare. Voglio soltanto rimanere un po’ qui e non dover pensare a ….>>

<<Semplicemente … desidero essere un uomo che è stato a un concerto con una ragazza con un abito rosso. Solo per qualche istante ancora.>>

 

E’ questa la realtà di Will, il protagonista, trentacinquenne, uomo d’affari affermato amante dei viaggi, del cibo, delle avventure e delle belle donne; un uomo molto dinamico e che osava col corpo e con la mente, un brutto incidente gli ha portato via l’esistenza costringendolo all’immobilità; questa nuova situazione lo pone dinnanzi ad un ovvia non accettazione della realtà, ad una depressione che via via cresce sempre più portandolo ad un’unica soluzione: la morte.

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Louisa Clark una giovane ventisettenne, protagonista e voce narrante, quando viene assunta dalla madre di Will per assistere il figlio è inconsapevole della vera ragione della sua presenza lì. In realtà lo scopo della madre di Will è fare in modo che la ragazza distragga il figlio con la sua spensieratezza, il suo modo di porsi e di vestirsi alquanto bizzarro e porti a Will una ventata di allegria e un pizzico di buonumore che magari potrebbero essere utili per fargli cambiare idea in merito al suo scopo.

Lou è una ragazza, in realtà semplice e poco ambiziosa, ama la quotidianità ma ben presto tutta questa “normalità” verrà minata dal nuovo lavoro poiché metterà a dura prova la sua etica e la sua morale. Vive con la famiglia che nel romanzo impareremo a conoscere ed apprezzare per la loro genuinità; risulteranno essere personaggi secondari ma comunque fondamentali poiché saranno il motore che alimenta la vita e le scelte della ragazza.

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Il rapporto tra i due protagonisti cresce man mano che si conoscono, da freddo qual era all’inizio, via via inizieranno a conoscersi ed a fidarsi l’un l’altro. Per Will, la ragazza sarà una sorta di “esperimento” inizierà ad istruirla in merito alla musica, il cibo, le letture insegnandole a non accontentarsi di ciò che ha e di ciò che è ma ad osare sempre e non adagiarsi.

“Non ti sto dicendo di buttarti da un grattacielo o di nuotare con le balene o cose di questo genere, ma di sfidare la vita. Metticela tutta, non adagiarti…”

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Louisa, dal canto suo, riuscirà a farsi strada nel cuore di Will, regalando a quest’ultimo in poì di felicità e stravaganza.

Ritengo che l’autrice, Jojo Moyes, sia riuscita a trattare questo argomento, così forte, con la giusta delicatezza e dolcezza senza dare un parere personale ma esponendo, tramite i vari protagonisti, le varie opinioni e considerazioni; ha saputo dare ad ognuno la propria opinione apprezzando ogni punto di vista: l’amore incondizionato di una madre e di un padre, l’affetto dell’ infermiere/amico Nathan e così via.

“Non pensare a me troppo spesso. Non voglio pensarti in un mare di lacrime. Vivi bene. Semplicemente, vivi.

Con amore,

Will.”

Un romanzo intenso e coinvolgente, una storia toccante che fa riflettere, scritto egregiamente senza tralasciare particolari sull’ ambientazione, sui paesaggi e sui dialoghi, tutto ben curato e scritto in modo fluido e scorrevole.

E’ il primo romanzo di Jojo Moyes che leggo, ma se lo stile, l’intensità del racconto e l’armonia degli eventi raccontati sono tipici dell’autrice, non mancherò di leggere gli altri.

Intanto io vi consiglio vivamente di leggerlo e …munitevi di una scatola di fazzolettini.

 

Coriander