Harem’s Book ha avuto il privilegio e il piacere grazie a Mondadori, di organizzare il review tour destinato all’uscita in Italia de Il Re delle cicatrici, primo volume della dilogia che Leigh Bardugo ha dedicato al re Nikolai, composta da: “King of scars” e “Rule of wolves” ambientati circa mezzo anno dopo gli eventi di Sei di corvi, hanno per protagonista Nikolai e Nina (cfr. Dilogia Six of Crows).
Per un quadro generale su questo mondo misterioso, intrigante, ricchissimo e affascinante vi rimandiamo al nostro articolo Benvenuti nel Grishaverse
La “Grisha Trilogy” è composta da:
- Tenebre e ossa “Shadow and bone”
- Assedio e tempesta “Siege and storm”
- Rovina e ascesa “Ruin and Rising”
Dilogia Six of Crows
- “Sei di Corvi”
- “Il regno corrotto”
Dilogia su Nikolai
- Il Re delle Cicatrici “King of scars”
- La Legge dei Lupi “Rule of wolves” (data di pubblicazione prevista 19/4/22)
Titolo: Il Re delle Cicatrici
Editore: Mondadori Fantastica
Data di pubblicazione: 15 marzo 2022
Nikolai Lantsov, sovrano di Ravka, corsaro, soldato, secondogenito di un re disonorato, ha sempre avuto un’innata propensione alle situazioni difficili, ma questa volta sembra dover fare i conti con qualcosa di impossibile, qualcosa che nessuno, tra la popolazione di Ravka, potrebbe mai immaginare. Come se non bastasse, per arrestare l’avanzata dei nemici che si assiepano lungo i confini del regno, il giovane re deve trovare un modo per riempire le casse dello Stato, stipulare nuove alleanze e fermare il nuovo pericolo che minaccia quello che un tempo è stato il glorioso esercito Grisha. Al suo fianco, però, c’è la fedele Zoya Nazyalensky, leggendario generale Grisha, che non si fermerà di fronte a nulla pur di aiutare Nikolai ad affrontare e sconfiggere il potere oscuro che alberga nelle profondità del suo cuore e che, rafforzandosi di giorno in giorno, minaccia di distruggere tutto quello che ha costruito. Zoya sa infatti che, come i Grisha non possono sopravvivere senza Ravka, tantomeno Ravka può sopravvivere a un re tanto indebolito. Nello stesso momento, nelle terre fredde del Nord, Nina Zenik sta combattendo la sua personale guerra contro coloro che vorrebbero spazzare via per sempre i Grisha. Ma per sconfiggere i pericoli che la attendono, sarà costretta a scendere a patti con il proprio terrificante potere e ad affrontare il dolore profondo e lacerante che porta nel cuore. Re, generale e spia di Ravka: tutti e tre nel corso del loro viaggio dovranno spingersi oltre i confini tra scienza e superstizione, magia e fede, rischiare il tutto per tutto per salvare una nazione spezzata, e accettare che alcuni segreti non sono fatti per restare sepolti e che certe ferite non sono destinate a guarire.
Dedichiamo ora tutte le nostre attenzioni e premure al nostro Nikolai.
Unico.
Multiforme ingegno di stampo omerico, affascinante canaglia, eroe moderno, re visionario e brillante, meritava ASSOLUTAMENTE la sua storia. E la Bardugo l’ha raccontata in modo superbo, con una maturità – stilistica e narrativa – sorprendente.
Grishaverse è un mondo creato da Leigh Bardugo in cui scienza e magia si scontrano, il reale e il possibile si sfiorano, il mito e la conoscenza si compenetrano. È un progetto inaugurato con la trilogia di Tenebre ossa e ampliato con i due volumi Sei di corvi e del Language of Thorns una raccolta di fiabe e di spunti folk che nell’immaginario dell’autrice avrebbero accompagnato l’infanzia e l’adolescenza dei personaggi, proseguendo in seguito con la Dilogia dedicata al principe Nikolaj, finalmente in Italia. Il Grishaverse è un universo fantasy, una geografia letteraria e un immaginario fecondo, profondissimo, dalle suggestioni letterarie e culturali interessantissime poiché l’autrice attinge ad un patrimonio incredibile e la sua fantasia vivace ci restituisce una realtà letteraria che è un viaggio infinito e bellissimo. Regolato da leggi e sistemi, l’ambiente immaginario che diventa a tal punto caratteristico di una epoca, di un insieme di individui e creature da divenire reale. Una fonte di sogni e d’ispirazione, un rifugio ideale, un alimento della fantasia: coerente, in espansione, dinamico. Potente. I volumi della trilogia e della dilogia possono essere letti anche separatamente come muovendosi all’interno del Grishaverse per seguire determinate vicende, è infatti una multisaga, materiale fertile per la trasposizione di Netflix che si incentra sul tema del Grisha quale soldato con talenti eccezionali, abilità fuori dal comune: curare ferire, controllare gli elementi della natura e gli agenti atmosferici, intervenire sui fenomeni naturali e altri poteri tra magia e scienza, o meglio Piccola Scienza. Ogni libro della serie allarga quest’orizzonte letterario e aggiunge strati di questa atmosfera fantastica creata dalla Bardugo grazie ad un approfondimento di ogni personaggio continuo e alla precisione nel tratteggiare l’immenso e complesso Word building, ambizioso e coerente, in cui animare una saga epica.
Continuiamo il nostro viaggio letterario in un paese lontano dalle connotazioni post medioevali/rinascimentali o in una distopia fuori dal tempo dai riverberi ottomani e caucasici o forse dalle sfumature levantine. Fortemente impregnato di retaggi e suggestioni della cultura russa. Ravka è una terra ferita da conflitti e dilaniata da lotte intestine, a tal punto che in questa società rigidamente gerarchizzata, la monarchia deve poggiare la propria sicurezza e la propria autorità innanzitutto sul controllo del territorio affidato agli eserciti.
La guerra fratricida è parte dei libri di storia e dei Santi, come il sacrificio della Sun Summoner Evocaluce per la distruzione della la Shadow Fold, la Falda d’Ombra, un luogo impenetrabile, simbolo della guerra e delle divisioni del Paese, eredità di una colpa ancestrale, un’enorme spaccatura di pura oscurità. Creature terribili erano le sentinelle di questo luogo oscuro e qui, in un momento drammatico, Alina ha sacrificato sé stessa per porre fine al delirio de L’Oscuro.
Dal simile al simile.
Torniamo, anni dopo, al paese di Ravka, ambientazione di Shadow and Bone, dove Nikolai Lantsov è ora re. Un re coraggioso e progressista, un eroe della guerra civile, che ha saputo mantenere le promesse: riportare la pace, lavorare per il benessere, proteggere dagli invasori stranieri. Fare ammenda per i peccati della sua famiglia.
Perché quel sogno fosse qualcosa di più di una piacevole fantasticheria, Ravka avrebbe dovuto essere forte; e così il suo Re
Accanto a sé i reduci di quell’età mitica, dell’epico scontro tra l’Oscuro e Sankta Alina: Zoya Nazyalensky, il suo bellissimo altero caustico generale Grisha, tanto bella quanto integerrima e letale, braccio destro e confidente; il Triumvirato del Consiglio di guerra, pronto a proteggere anche il segreto più oscuro del re, la macchia che getterebbe un’ombra – lunghissima e letale – su Ravka.
Il suo paese non voleva ritrovarsi di nuovo in guerra. Lui non voleva ritrovarsi di nuovo in guerra.
Zoya raddrizzò le carte davanti a sé. «Due piccioni con una fava, Altezza. È questione di efficienza. E di aspettative. Tu hai bisogno di una moglie e in questo momento sei ancora un degno candidato.»
«In questo momento?»
«Sei ancora giovane. Hai tutti i denti. E l’esercito di Ravka non è ancora stato sterminato. La tua esitazione decisamente non è regale. Non è da te.»
Non lo era. Lui eccelleva nelle decisioni. Se le godeva.
Ravka aveva bisogno di una regina. Nikolai aveva bisogno di un erede.
La guerra civile ha lasciato segni indelebili, traumi e cicatrici.
Nikolai ha le sue cicatrici.
È stato torturato e segnato in modo sadico da L’ Oscuro. E ora è una manifestazione abominevole del mezorst. Con un tempismo drammatico da mesi è diventato il più grande pericolo per il suo regno, la più grande minaccia alla sicurezza
Gli occhi azzurri di Zoya lampeggiarono. Il suo mento si sollevò come a dire: “Che cos’è un re mortale per una regina che può evocare tempeste?”. «Tu sei il mio re. E vorrei che continuassi a esserlo. Anche se sei troppo stupido per proteggere il trono che hai rivendicato.»
Azione. Decisione. In momenti come quello si sentiva quasi la persona di un tempo. Se questo essere pretendeva di reclamare la sua anima, Nikolai intendeva dargli battaglia e quella battaglia cominciava lì, in quel momento, con il rifiuto di abbandonare anche solo un briciolo del suo spirito al terrore che cercava di trascinarlo nell’oscurità. Avrebbe fatto quello che aveva sempre fatto: si sarebbe lanciato alla carica, pregando che la speranza lo attendesse come le radici del bosco di spine: appena poco più avanti.
Strani ma inquietanti miracoli si segnalano in vari luoghi di Ravka, e l’apparizione di un giovane monaco, parte di un culto incomprensibile e blasfemo per la pace restaurata, portano Nikolai, Zoya e i loro amici in un viaggio disperato
I Santi stanno tornando a Ravka. E il Senza Stelle sarà tra loro
Nel frattempo, un gruppo di tre Grisha è in missione di spionaggio nel vicino paese nemico di Fjerda, un luogo profondamente ostile a coloro che sanno manipolare gli elementi della natura
Il nostro compito è trovare reclute e rifugiati. Qualunque cosa scopriremo a Gäfvalle, non siamo lì per scatenare una guerra. Raccogliamo informazioni, apriamo canali di comunicazione, offriamo una via di fuga a chi la cerca, e questo è tutto.»
«Questo è il piano» disse Nina. Le sue dita sfiorarono le ossa appuntite nei guanti.
I piani potevano cambiare.
Tra i Fjerdan alcuni hanno poteri dei Grisha e devono essere portati al sicuro. Ne è dolorosamente consapevole Nina, la Grisha Heartrender con poteri mortali che abbiamo conosciuto nella SIX OF CROWS, segnata profondamente dal Destino e dalla perdita drammatica del suo Matthias.
Più si avvicinavano alla città, più era difficile ignorare i sussurri che le frusciavano nella testa, un’allucinazione uditiva, qualche effetto residuo della sua lotta contro la parem.
Oppure potevano essere i morti…
La città Fjerdan di Gäfvalle accoglierà il terzetto, costretto a indagare su voci, maledizioni e fiumi avvelenati, su una vecchia fabbrica che custodisce un segreto. Spingono nell’oscurità brulicante di segreti i morti, spingono i fantasmi di chi non trova pace, i demoni o forse le speranze, muovono i valori e i desideri. I segni dei Santi. Miracoli e strani accadimenti proliferano in tutta Ravka, sembra che la nuova ondata di fervore per i Santi abbia un unico motivo…
…obisbaya…un rito per liberare l’uomo…
Sono una oltranzista delle recensioni spoiler free – abolirei i diritti civili a chi fa recensioni con spoiler gratuiti simil riassuntini o, per rimanere in argomento getterei in pasto i suddetti ai volcra o li costringerei ad un incontro ravvicinato con i nichevo’ya perciò taccio. La storia di King of Scars si snoda a ritmo sostenuto in tre filoni distinti destinati a riunirsi nella trama articolata ma dal solido impianto narrativo: il primo si occupa della lotta di Nikolai contro il suo demone interiore, il secondo legato al gruppo di giovani spie alla ricerca di compagni Grisha in un paese ostile, e il terzo ci racconterà di un giovane soldato che è chiamato a svolgere un ruolo determinante per il corso degli eventi…
È ancora una lotta di potere.
Il potere assoluto corrompe, consuma, pretende e esige.
Nikolai è un re giusto. Nikolai vuole difendere Ravka, non brama il potere. Nikolai ha il mare dentro di,sè, si agita in lui il desiderio di nuove sfide, nuovi orizzonti da indagare grazie all’impegno, alla sua curiosità della sua mente agile e brillante, conservando in modo commovente sprazzi del capitano Sturmhond: beffardo, travolgente, disincantato e sornione, astuto come una volpe e carismatico. Eppure abbiamo avuto una lezione amara sul potere. L’Oscuro poggia il suo sguardo grigio ardesia e accarezza l’ anima. L’Oscuro allunga la mano e incide la carne. L’Oscuro lascia scivolare il suo potere dalle mani fino a turbare i pensieri, a scuotere nell’intimità, a stravolgere ogni bisogno. L’ Oscuro è una creatura antica, il potere si alimenta di chi lo brama, il dolore della propria forza corrosiva. Non ha passato, ha perduto la sua identità secoli prima, ha smarrito anche il suo nome, è cenere. Eppure la sua ombra lunga sembra toccare ancora il presente convulso, animato di lotte intestine e tensioni sociali di Ravka, stretta tra Shu Han a sud e Fjerda a nord. Nel Re tormentato, nella bella Grisha Genya terribilmente segnata dal Male; nei rimorsi di suo marito David, irresistibile scienziato, del Triumvirato Grisha; nelle inquietudini dei gemelli Tolya e Tamar, le due guardie personali del re; nella tormentata sete di vendetta di Zoya, devota alla sua missione di rifondare il Secondo Esercito e assicurare protezione e prosperità ad ogni Grisha; in Nina, anima vagante e ferita, vittima della droga e delle sovversioni dell’equilibrio naturale.
In un delirio mistico di un monaco visionario…
Non si può giocare con il mezorst nei giochi di potere.
Lo faceva perché gli piaceva imparare il mistero di ogni persona. Lo faceva perché gli piaceva veder crescere la sua influenza e la sua consapevolezza. Ma lo faceva soprattutto perché sapeva di dover salvare il paese. Di dover salvare Ravka dalla propria famiglia.
E la donna che aveva davanti si sarebbe assicurata che proteggesse Ravka. Anche da se stesso.
Le prese la mano, le diede un bacio sulle nocche. «Mia spietata Zoya, caricherò io stesso la pistola.»
La dilogia è veramente potente. I protagonisti acquisiscono uno spessore notevole, personalità chiaroscurali, tra punti di forza e debolezze che si sviluppano in questo romanzo in modo esponenziale. Basti pensare al delicatissimo, complesso, rapporto tra Zoya, combattuta tra la sua devozione per il suo paese e il suo re, e Nikolai. Un flashback straziante ci mostrerà le cicatrici che, come il suo re, la giovane Grisha porta su di sé. Anche Nina nella sua missione di spionaggio e salvataggio si troverà a gestire il suo potere spaventoso, un’alterazione del potere di Spaccacuore, distorto dalla parem. Accogliendo la sfida di Hanne, una giovane ribelle del convento di Gäfvalle, dal fascino vitale e prorompente, un incontro fatale che cambierà la sua vita.
Coup de théâtre grandioso, destabilizzante.
Leigh Bardugo ha una cifra stilistica unica, oltre alla potenza narrativa e alla caratterizzazione dei personaggi, la sua prosa è ammaliante per la capacità evocativa, elegante, ridondante di un’oscurità fiabesca nel tono e nell’atmosfera, inframezzata dallo scambio vivace dei dialoghi in cui le battute ironiche dei suoi personaggi stanchi del mondo, diventano stridenti tratti di leggerezza in forte contrasto con la drammaticità di ciò che affrontano. World building strepitoso che diventa una atmosfera rarefatta tale da condizionare ogni cosa, gesto, parola, pensiero dei personaggi.
Ancora una volta l’ universo mitopoietico che ci restituisce la Bardugo è affascinante, un mondo in cui la complessità risiede nella complementarietà non solo del Bene e Male ma dei Grisha e degli umani, della magia e della scienza, espressioni di una forma di conoscenza superiore. Il senso più profondo e insondabile della vita, quello che sfarfalla dietro la lotta al potere e dietro la paura della morte, quel disperato desiderio di vincerla e di dominare (la paura). Il timore della solitudine, il bisogno disperato di appartenenza.
Saffron
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