Salve, Dame! Ho letto per voi “La corte di Nebbia e furia”,secondo volume della serie de “La corte di rosa e spine”, di Sarah J. Maas, pubblicato in Italia da Mondadori il 18 giugno 2019.

Volete sapere cosa ne penso?

E allora venite con me!

N.B. essendo il secondo volume di una serie, la recensione e la sinossi potrebbero contenere spoiler sul primo. Ne consiglio, pertanto, la lettura cronologica.

TITOLO La corte di nebbia e furia (La serie della corte di rose e spine Vol. 2)

AUTORE Sarah J. Maas

EDITORE Mondadori

DATA DI PUBBLICAZIONE 18 giugno 2019

SERIE LA CORTE DI ROSE E SPINE:

1. La corte di rose e spine – 19 marzo 2019 (review: https://haremsbook.com/la-corte-di-rose-e-spine-di-sarah-j-maas-recensione/)
2. La corte di nebbia e furia – 18 giugno 2019
3. La corte di ali e rovinadata prevista per l’uscita italiana: sconosciuta
4. A court of frost and starlight – data prevista per l’uscita italiana: sconosciuta

SINOSSI:

“Una piccola parte di me bisbigliava che potevo sopravvivere ad Amarantha; potevo sopravvivere alla transizione in quel nuovo corpo estraneo… Ma non ero sicura di poter sopravvivere a quella cavità vuota e fredda nel mio petto. Persino durante i periodi più bui, quella parte di me era stata piena di colore, di luce. Forse diventare una Fae l’aveva distrutta. Forse Amarantha l’aveva distrutta. O forse l’avevo distrutta io, quando avevo ficcato i pugnali nei cuori di due innocenti e il loro sangue mi aveva scaldato le mani.” Dopo essersi sottratta al giogo di Amarantha e averla sconfitta, Feyre può finalmente ritornare alla Corte di Primavera. Per riuscirci, però, ha dovuto pagare un prezzo altissimo. Il dolore, il senso di colpa e la rabbia per le azioni terribili che è stata costretta a commettere per liberare se stessa e Tamlin, e salvare il suo popolo, infatti, la stanno mangiando viva, pezzetto dopo pezzetto. E forse nemmeno l’eternità appena conquistata sarà lunga a sufficienza per ricomporla. Qualcosa in lei si è incrinato in modo irreversibile, tanto che ormai non si riconosce più. Non si sente più la stessa Feyre che, un anno prima, aveva fatto il suo ingresso nella Corte di Primavera. E forse non è nemmeno più la stessa Feyre di cui si è innamorato Tamlin. Tanto che l’arrivo improvviso e molto teatrale di Rhysand alla corte per reclamare la soddisfazione del loro patto – secondo il quale Feyre dovrà passare con lui una settimana al mese nella misteriosa Corte della Notte, luogo di montagne e oscurità, stelle e morte – è per lei quasi un sollievo. Ma mentre Feyre cerca di barcamenarsi nel fitto intrico di strategie politiche, potere e passioni contrastanti, un male ancora più pericoloso di quello appena sconfitto incombe su Prythian. E forse la chiave per fermarlo potrebbe essere proprio lei, a patto che riesca a sfruttare a pieno i poteri che ha ricevuto in dono quando è stata trasformata in una creatura immortale, a guarire la sua anima ferita e a decidere così che direzione dare al proprio futuro e a quello di un mondo spaccato in due.

RECENSIONE:

Ricordate dove eravamo rimasti, alla fine de “La Corte di rose e spine?

Facciamo un piccolo riassunto?

Feyre, piccola e insignificante umana, era riuscita a battere la folle e sanguinaria Amarantha. Nessuno, prima di lei, aveva osato tanto. Nessuno, prima di lei, aveva lottato così duramente.

Pur di salvare il suo Tamlin e i territori da lui governati, non si è tirata indietro portando così a compimento l’ultimo atto, mettendo in gioco tutto ciò che aveva: la sua vita.

Amarantha la uccide, prima di essere uccisa a sua volta, ma i Signori Supremi, riconoscendo in Feyre la loro salvatrice, uniscono i loro poteri dandole un nuovo corpo, una nuova forza, tramutandola in un Fae maggiore.

Un essere del loro mondo, con il cuore umano.

“Sii grata del tuo cuore umano, Feyre. Compatisci coloro che non sentono nulla.”

Così si commiata da lei Rhysand, Signore supremo della Corte della Notte, che tutti consideravano la “puttana di Amarantha”. Solo lui, durante i giorni duri e sanguinolenti di prigionia, aveva trovato il modo di aiutare Feyre a sopravvivere. Solo lui, marchiandola con un tatuaggio magico, stabilisce con lei un legame che gli consentirà di vederla, di sentirla. Che gli permetterà di correre da lei per aiutarla. Ma tutto ha un prezzo, per Rhys: Feyre, in cambio del suo aiuto, dovrà passare una settimana al mese nella Corte della Notte.

Forse dentro ero sempre stata frantumata e oscura.

Tutto quindi è finito, tutto torna come era un tempo. Tutto, tranne Feyre.

L’involucro è intatto, il suo corpo è più forte, ma il suo cuore è rotto, spezzato e vessato da quello che ha dovuto fare per sconfiggere Amarantha.

Ogni notte, rivive il suo incubo personale. Ogni notte, spera che il suo compagno arrivi a darle sostegno e amore. Ogni notte, torna nel suo letto, sola.

Si consuma, Feyre. Muore dentro, giorno dopo giorno, ingabbiata nella realtà dorata della Corte di Primavera, promessa sposa di colui che, pur di non rischiare di perderla di nuovo, la chiude letteralmente in casa, tarpando così le ali della poca voglia di vivere che ancora le scorre in corpo.

[…]E non credevo che l’eternità sarebbe stata abbastanza lunga da ricompormi.

Ancora una volta, è Rhysand che accorre in suo aiuto. Arriva, in maniera più che teatrale, a riscuotere la prima settimana del pegno contratto, portandola via da Tamlin e dalle sbarre invisibili che stavano quasi soffocando l’ormai quasi spento cuore della ragazza.

Feyre, quasi contenta di essere scappata da una situazione che le stava troncando il respiro, ricomincia a vivere, in quella settimana, libera di muoversi e di disporre  di se stessa come meglio crede.

Solo lei vede in Rhysand quello che lui nasconde al resto del mondo, solo lei non ha paura di lui. Solo lei ha il coraggio di affrontarlo, di andare oltre la falsa apparenza che lui stesso ha costruito intorno a sé.

Tutto, però, verrà di nuovo scosso da una minaccia tangibile e sanguinolenta, dal protrarsi di un piano diabolico di cui Amarantha era solo una pedina.

La verità è letale. La verità è libertà. La verità può spezzare e riparare e congiungere.

Purtroppo, però, devo fermarmi qui con la narrazione, sebbene non sia andata oltre il 10% di quello che troverete in questo libro stupendo che, non mi vergogno ad ammetterlo, ho letto e riletto almeno dieci volte.

Trovo che il secondo volume di questa serie sia nettamente superiore rispetto al primo, già meraviglioso. Ho adorato l’evoluzione dei protagonisti, l’evolversi della storia e il concatenamento di ogni evento.

Amerete ciò che avevate odiato e detesterete ciò che vi aveva fatto sognare.

Sfoglierete pagine intrise di pathos, di sentimenti crudi per quanto realistici. Di evoluzioni e involuzioni.

Feyre risulta ancora una volta la protagonista indiscussa. Rediviva sopravvissuta, riemerge dalle ceneri del suo passato per accogliere ciò che il destino ha in serbo per sé, senza tentennare neanche una volta. Possiede il dono dell’adattamento, ciò che contraddistingue, a mio avviso, chi riesce a sopravvivere a una tempesta. Ed è questo che spinge il lettore ad amarla: nonostante sia una storia fantastica, i sentimenti e le reazioni sono realistici, tanto da permetterci un’introspezione, tanto da concederci di soffrire con lei e per lei.

Il suo lutto interiore, la sua distruzione interna, sono facilmente percepibili da chi divora le pagine di questa storia proprio perché la Maas, dotata di una penna sopraffina, delicata, ma al contempo più affilata di una spada, sa dove andare a colpire per destabilizzare.

Il fiore all’occhiello di questo volume, però, è un altro.

È colui che ha sempre nascosto la sua vera indole a tutti, colui che maschera le sue intenzioni, raggirando e addirittura schermando il proprio immenso potere per apparire ciò che non è.

Il maestro della finzione e dell’inganno, il cultore del gioco, l’unico che capisce che Feyre ha bisogno di essere salvata da se stessa: Rhysand.

Ricordate Tamlin? Non c’è storia, non c’è confronto.

È come quando sei costretto per una vita intera a mangiare senza sale e poi, finalmente, assapori il gusto. Non so se mi spiego.

È un personaggio, a mio avviso, totalizzante e in grado di catalizzare l’attenzione del lettore; un caleidoscopio di intenzioni e di sensualità. Un antagonista che si rivela un comprimario di tutto rispetto e mi rammarico di non potermi spingere oltre per spiegare la sua complessa e affascinante personalità, ma rischierei di rovinare la lettura di questa splendida storia.

Il finale, più che aperto, vi lascerà attoniti; preparatevi, LOL.

Consiglio con tutto il cuore la lettura di questa serie a tutti, anche a chi non apprezza il fantasy; credetemi, al di là dell’ambientazione fantastica, la storyline è a tutto tondo, sfociando finanche nell’epico e arrivando a far vibrare corde che solo i più grandi autori riescono a toccare.

Alla prossima,

Laura

 

 

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