La morte attende su nere ali e noi stiamo, opliti, ussari, dragoni.” Cabot Collins, Poeta della Lethe

Immaginate di entrare in una casa antica, bellissima. Di quelle eleganti, in cui potreste sedervi sul portico a sorseggiare del tè freddo in bicchieri di cristallo e, magari, assaggiare dei raffinati pasticcini alla crema.
Immaginate ora di entrare nello studio, di osservare l’imponente scrivania, i panneggi di broccato che schermano le finestre.
Immaginate, ancora, di guardare con attenzione il prezioso tappeto persiano che si allarga sul parquet antico. Afferratene un lembo, inspirate la polvere, toccate le briciole e i buchi nelle travi di legno.
Assaggiate la realtà occultata dal velo di perfezione con cui i padroni di casa vi hanno ingannato.
Avete mai letto un libro in cui l’Autore riesce a mostrarvi quello che c’è dietro una facciata ostentata?
Beh, c’è sempre una prima volta, no?
  • TITOLO: La nona casa
  • AUTORE: Leigh Bardugo 
  • EDITORE: Mondadori
  • DATA DI PUBBLICAZIONE: 05 maggio 2020
SINOSSI
Galaxy “Alex” Stern è la matricola più atipica di tutta Yale. Cresciuta nei sobborghi di Los Angeles con una madre hippie, abbandona molto presto la scuola e, giovanissima, entra in un mondo fatto di fidanzati loschi e spacciatori, lavoretti senza futuro e di molto, molto peggio. A soli vent’anni, è l’unica superstite di un orribile e irrisolto omicidio multiplo. Ma è a questo punto che accade l’impensabile. Ancora costretta in un letto d’ospedale, le viene offerta una seconda possibilità: una borsa di studio a copertura totale per frequentare una delle università più prestigiose del mondo. Dov’è l’inganno? E perché proprio lei?
Ancora alla ricerca di risposte, Alex arriva a New Haven con un compito ben preciso affidatole dai suoi misteriosi benefattori: monitorare le attività occulte delle società segrete che gravitano intorno a Yale. Le famose otto “tombe” senza finestre sono i luoghi dove si ritrovano ricchi e potenti, dai politici di alto rango ai grandi di Wall Street. E le loro attività occulte sono più sinistre e fuori dal comune di quanto qualunque mente, anche la più paranoica, possa immaginare. Fanno danni utilizzando la magia proibita. Resuscitano i morti. E, a volte, prendono di mira i vivi.

RECENSIONE

Mors vincit omnia.”

“La morte vince tutto”, almeno questo è quello che raccontano a Galaxy “Alex” Stern, ragazzina scapestrata che viene scelta dalla Lethe. Le viene proposto di entrare a far parte di questa sorta di Polizia dell’occulto, un vero e proprio ente di sorveglianza istituito per sorvegliare le Antiche Otto Case del Velo di Yale.

Mors irrumat omnia.”

“La morte fotte tutti”, questo è quanto Alex impara a proprie spese durante il suo internato da Dante nelle fila della Lethe.

Il suo Virgilio, Daniel “Darlington” Arlington, ha il compito di istruirla, di passarle il proprio sapere, di fare di lei ciò che lui è.

Lui sa tutto sull’occulto e sulle magie che ogni casa pratica, ma cosa sa degli esseri umani?

Ma perché la Lethe ha scelto Galaxy? Perché una struttura così articolata ha messo il suo futuro nelle mani di una spacciatrice?

“Il dono più grande che la Lethe aveva fatto ad Alex non era la borsa di studio per Yale, il nuovo inizio che le aveva cancellato completamente il passato come un’ustione chimica. Era la consapevolezza, la certezza, che le cose che lei vedeva erano vere e lo erano sempre state.”

Skull and Bones, divinazione con uso di viscere umane e animali.

Scroll and Key, Proiezioni astrali ed eteriche.

Book and Snake, Necromanzia ed evocazione di scheletri.

Wolf’s Head, Teriantropia.

Manuscript, magia degli specchi e incantamenti.

Berzelius, notazioni chimiche.

St. Elmo, magie degli elementi.

Aurelian, Logomanzia.

Galaxy deve far sì che ognuna di queste Arti venga sempre professata secondo i rigidi baluardi imposti dalla Lethe, ma al contempo deve assicurarsi che i Grigi, gli spettri, e i demoni siano contenuti dietro al Velo.

Un velo dal sapore schopenaueriano, una sorta di limite visivo che non tutti colgono. Una coperta che occlude il mondo dei morti ai vivi, o quantomeno a quelli che riescono a “vedere”.

Quelli come Galaxy Stern.

“Questo è il tuo posto. Questo è il posto dove era destino che tu sbocciassi. […] non tutti i fiori stanno bene in qualunque giardino.”

Ma può un’erbaccia infestante davvero fiorire?

Ci troviamo davanti a un romanzo a mio parere davvero difficile.

È stato difficile per me, abituata a divorare pagine come se fossero Pringles, abituarmi a dover centellinare le parole durante questa lettura. “La nona casa” è un libro arduo, complicato e la sinossi, ahimè, non dà la giusta connotazione a questo capolavoro.

La Bardugo ci conduce in uno dei college più rinomati, ma non si ferma nelle sale patinate. Ci prende per mano e ci porta negli scantinati, nei vicoli puzzolenti di urina e in sale operatorie dismesse.

Traccia con sublime maestria connotazioni ambientali così vivide da togliere il fiato, così realistiche da imporci di prendere una pausa, ogni tanto.

La storia viene suddivisa in presente e passato e questo passaggio viene scandito con l’utilizzo delle stagioni. Abbiamo pertanto modo di leggere sia il presente che il passato di Alex e Daniel e credetemi, è di vitale importanza porre la giusta attenzione su questi flashback per arrivare a capire appieno la storia fino al suo epilogo.

Una scrittura talmente tanto onesta da far accapponare la pelle. Qui non ci sono eroi, non ci sono cattivi. Chiunque ha le proprie macchie e, sebbene sia poco etico, a volte è proprio la parte oscura ad avere la meglio, almeno apparentemente.

Le caratteristiche dei protagonisti vengono tracciate proprio nel medesimo modo di quelle ambientali: non ci sono bellezze prorompenti, non ci sono cavalieri dalla scintillante armatura. Ci sono Persone, reali individui che vivono vite vere. Ci sono i cattivi, ci sono i buoni per scelta, che la maggior parte delle volte sono corruttibili.

C’è la realtà, nuda e cruda. Sporca. Vera.

C’è una ragazzina a cui la vita ha tolto tutto, di cui leggeremo ogni devastante tragico episodio, che per la prima volta si ritrova a poter scegliere chi essere.

C’è la sua disperazione, la sua necessità di annichilimento, ci sono i suoi tentativi di costruire un personale Velo. C’è il suo tragico desiderio di non essere chi è, la sua autodistruzione. E quella che parrebbe essere la sua rinascita.

La Bardugo ha avuto il coraggio di scrivere un libro dissacrante per quanto realistico, un urban fantasy con tinte horror che mi ha travolta emotivamente.

Una scrittura magistrale, la sua, accompagnata da una traduzione a mio parere adeguata, che ha catturato l’opinione pubblica, tanto da diventare oggetto di una serie TV, visto che Amazon Prime Video ne ha acquistato i diritti.

Il finale presenta un cliffhanger, ma la storia principale si conclude, quindi anche chi non ama i finali aperti potrà tranquillamente godersi questo squarcio di becera, favolosa realtà.

“Portami indietro. Trasformami in una persona a cui non è mai stato fatto del male. Vai più indietro che puoi. Rendimi nuova. Senza lividi, senza cicatrici.”

Alla prossima,

Laura