Le cose da dimenticare
Everything We Left Behind
Kerry Lonsdale
Serie: Everything We Keep #2
Leggereditore
31 agosto 2017

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Due mesi prima il suo matrimonio, il consulente finanziario James Donato insegue suo fratello Phil in Messico, ma si perde in mare e viene dato per morto. Sei anni più tardi, si risveglia da uno stato dissociativo e scopre che ora si trova a Oxaca sotto il nome di Carlos Dominguez, vedovo e padre di due figli, che con l’aiuto della sorellastra Natalya cerca di dare un senso alla propria vita. Fino a quando non scopre che la sua fidanzata, Aimee Tierney, si è sposata e ha un figlio. Devastato, James e la sua famiglia tornano in California ma presto scopriranno che suo fratello Phil è uscito di galera vuole vendicarsi. James dovrà capire presto cosa successe quella notte in Messico e perché non si fida più di nessuno tanto che ognuno sembra raccontargli la propria verità.

 

‼️SPOILER‼️

 

“Morire è molto più facile che tornare in vita”

Cover e titolo perfetti in entrambe le versioni per un romanzo originale, pensato e narrato in modo intelligente, con stile personalissimo.
Una sensazione di incompiutezza, qualcosa di irrisolto e misterioso, il senso di attesa che è anche aspettativa, possibilità.

Appena finito il primo volume, che ci aveva già intrigato per l’originalità, il cliffhanger ha lasciato tutti noi lettori in uno stato di trepidante attesa. Finalmente ecco a sciogliere alcuni nodi il secondo volume…
Questo espediente narrativo ci ha imposto una pausa che finalmente sarà colmata ma, attenzione, non si tratta di un POV al maschile che appaghi la nostra curiosità e vada a sanare e a soddisfare solo i nostri dubbi, quanto di una vera e propria storia incentrata sul personaggio più complesso e misterioso del primo volume, ossia Carlos/James.

Sapremo veramente che cosa è successo in Messico e l’autrice sarà incredibilmente brava, tanto da fare di questo un nuovo romanzo sostanzialmente, con un protagonista estremamente affascinante e assolutamente magnetico, che catturerà la vostra attenzione. Un uomo che vi farà emozionare profondamente perché la sua caratterizzazione psicologica sarà estremamente approfondita.
Inoltre il rapporto tra il tempo della realtà e il tempo della narrazione sarà estremamente dinamico, stravolto in continui sbalzi che suggeriscono lo stato di smarrimento emotivo del protagonista e di fuga psicogena. Con il risultato di un ritmo incredibile nella narrazione perché ci saranno flash back e spostamenti di ambientazione continui che ci faranno scivolare dalla realtà del Messico – la nuova vita di Carlos che però insegue il suo passato cercando di affidarlo al futuro di James- ad un presente ritrovato in cui c’è il fantasma dell’amore perduto di Aimee (protagonista del primo romanzo che si è però costruita una nuova vita) ed un mistero fittissimo che ruota intorno alla famiglia Donato. Fino ad un presente vero e proprio, quello in cui gettare le basi del futuro, cioè la nuova vita di James con i suoi figli e le figure presenti nella sua vita dimenticata che conoscono il suo passato recente, conoscono Carlos ma non conoscono lui. Oppure conoscevano James, hanno inseguito Carlos ma non sanno chi diventerà…

Una parte inconscia di me aveva capito che era una bugia. Io ero una bugia.

La storia riprende esattamente dall’epilogo del romanzo precedente e vi cattura immediatamente andando a stimolare quella curiosità incredibile che c’era rimasta. Il desiderio di sapere e di conoscere la verità, di comprendere, diventa un motore continuo che fa muovere la trama ma che piano piano viene sostituito dal desiderio di capire il protagonista nella sua complessità, nelle sue sfumature. Sono sfaccettature di un uomo doppio e dissociato, quasi un eroe “dimezzato” in fondo, che nella sua fuga psicogena (incapacità a ricordare il proprio passato e la propria identità con conseguente assunzione di una nuova) in realtà sembra voler andare oltre il disturbo dissociativo per trovare se stesso

«Quando smetterò di essere me, non gli resterai che tu.» «Non accadrà» disse Natalya. «Potrebbe accadere. La possibilità è reale. Non mi fido di nessuno della famiglia Donato, come faccio a fidarmi di me stesso? Non so che tipo di persona fossi

«Come fai a parlare così? Tu e James siete la stessa persona. Lo stesso corpo, lo stesso cuore.» «Ma non la stessa mente.» «Avete la stessa anima.»

Due sono le voci a raccontare, due sono le prospettive, due sono i tempi della narrazione che si accavallano in modo naturale, due sono le vite che cercano di intrecciarsi. Al lettore parleranno sia James che Carlos e contribuiranno a rendere solida l’idea del libro e a lasciarvi pienamente appagati e soddisfatti dall’epilogo.

Quel continuo sognare Aimee e la mia ossessione nel dipingere il suo viso: anche solo quello sarebbe bastato a sospettare che qualcosa non andava. Potevano essere molti i motivi per cui non avevo fatto domande – le mie ferite che stavano guarendo, l’essermi innamorato di Raquel, i ragazzi di cui prendermi cura, la vita di tutti i giorni – ma erano solo scuse. Il punto era che avevo paura. E questo non faceva che rendermi ancora più nauseato da me stesso

Così infatti il lettore segue questa caccia ai ricordi, nel disperato tentativo di ricostruzione del passato, cercando di incastrare i tasselli di una memoria danneggiata come in un puzzle confuso in cui interagiscono personaggi esterni a sabotare il quadro generale, che lentamente inizia a delinearsi

«Ogni tramonto è un altro giorno che ho con i miei figli. Ogni alba è…» «Un altro giorno in cui ricordi il precedente» terminò la frase per me.

…con Natalya mi sentivo intero. Intatto.

Lei lo ha accolto in casa sua, e James vuole che si senta a suo agio ad averlo lì. Vuole che impari a conoscerlo. «In ogni caso,» le tende la mano «io sono James.» Lei gliela stringe, mascherando rapidamente con un sorriso il tremore del labbro inferiore. «Aloha… James. Sono Nat. Benvenuto alle Hawaii.»

James si domanda se, quando vedrà Natalya, la riconoscerà. Carlos era stato gentile con Aimee, ma non ne era stato attratto. Sarà lo stesso tra lui e Natalya? Il cuore gli batte contro lo sterno come un pugno…

…anche lui vorrebbe tuffarsi in quelle acque, dimenticare quel poco che ricorda degli ultimi sette anni, e vivere. Semplicemente, essere. «La’i lua ke kai.»

«Non sono Carlos» mormora. Suona quasi come una scusa, e in un certo senso gli dispiace non poter essere l’uomo che ama. «Lo so. Devo continuare a ripetermelo.» C’è una traccia di malinconia nella voce di Natalya, e qualcosa si smuove dentro di lui. Allunga una mano, ma lei si sta già allontanando, gli dà le spalle. Si toglie il cappello, corre verso l’oceano, afferra i suoi figli attorno alla vita e tutti e tre finiscono sott’acqua. James osserva tutto dalla riva, sentendosi troppo vestito e fuori sincrono con la sua stessa famiglia. Fuori luogo nella sua stessa vita.

Il lettore non solo segue la storia capitolo dopo capitolo ma è totalmente coinvolto in essa, proprio perché dal passato e dal presente le due voci di James e Carlos lo coinvolgono in questa realtà che si deve ricostruire pagina dopo pagina, tassello dopo tassello, verità dopo verità, come una rivelazione nascosta in un diario segreto…

Tutto di lei lo affascina. Lei stessa lo affascina. Chissà se l’immagine che ne ha dato Carlos nei suoi diari le corrisponde davvero.

Accanto ad un personaggio così forte e carismatico come James Carlos c’è una protagonista adorabile e tratteggiata in modo magistrale, perché dà l’idea della forza vitale e del desiderio di vivere con passione. Sentendo le emozioni, amando senza riserve in modo generoso, donandosi agli altri e assaporando ogni momento della vita. Nat è una carica vitale che dà energia e forza a tutta la storia perché è presente in ogni momento della narrazione. Diventa un personaggio coerente e costante che attraversa i vari momenti della storia come un riferimento solare, come la luce da seguire per ritornare a casa

«Te lo dico e basta, così la facciamo finita. È difficile per me guardarti e non vedere Carlos.» «Il mio abbigliamento classico e i capelli più corti non bastano a distinguerci?» ribatte, cercando di allentare con l’umorismo la tensione che ha avvertito in lei fin dal suo arrivo. «Vorrei fosse così semplice, ma no. Per molto tempo Carlos ha visto la sua situazione in modo diverso da me. Si separava da te. Parlava di te come se fossi suo fratello o suo cugino.» «Tu come mi vedi?» «Sei la stessa persona. Quasi» aggiunge dopo averci riflettuto un istante. «Nelle tue vene scorre lo stesso sangue. Hai lo stesso cuore e la stessa anima. Quindi dimmi, James Charles Donato, chi sei tu?»

Solo con lei il protagonista potrà sentirsi “completo” nel senso di “intatto”. Alle Hawaii, con i fratelli a migliaia di chilometri di distanza e Natalya al suo fianco, si sente al sicuro, con i suoi figli.
Sa tuttavia di dover risolvere alcuni misteri e capire che cosa è successo ancora prima del Messico.

Tornerai. Troverai il modo. Devo crederlo. Ricordi Stitch? Sei la mia ohana

ADORO James ADORO Carlos e…ADORO LUI.
Incredibile Nat, caratterizzazione stupenda dei secondari, delle dinamiche relazionali, soprattutto il rapporto genitori – figli a qualsiasi età, poi la señora Carla…un burattinaio insospettabile!?
L’ambientazione è irresistibile, quasi che il contatto con l’Oceano facesse crollare le maschere e il vento spazzasse la nebbia che avvolge i ricordi, la confusione dei rimpianti, riportando alle radici delle emozioni, ai sentimenti.
Al cuore.
Trama complessa, intreccio ben sviluppato, stile interessantissimo, personalissimo.

Bello, più bello del primo.

Saffron

 

Recensione primo volume

‘Ogni cosa a cui teniamo’ di Kerry Lonsdale. Recensione

 

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