Questa è la mia arma. Abituarmi al dolore così da esserne immune, così da non lasciarmene influenzare.

 

Care Dame, quest’oggi torno a parlarvi di una delle storie che in assoluto ci ha lasciato con il fiato sospeso. Oggi vi parlo di Maledetta voglia di te, quinto capitolo della ormai conosciuta Indebted series di Pepper Winters.

 

 

Titolo: Maledetta voglia di te

Autrice:Pepper Winters

Editore:Newton Compton

Pubblicazione:18 agosto 2017

Serie:Indebted#5

 

 

 

 

 

 

 

La serie:

1. Io ti appartengo
2. Io ti pretendo
3. Nessuna scelta
4. Amami adesso
5. Maledetta voglia di te
6. Le Regole del gioco

7.L’amore di una notte

 

“Avevamo vinto. Avevamo sconfitto le bugie e i tradimenti e avevamo promesso un’alleanza che ci avrebbe liberati entrambi. Ma pur avendo vinto, abbiamo perso. Non ci siamo accorti di cosa ci aspettava al varco. Non sapevamo che avremmo dovuto pianificare una resurrezione”.

Nila Weaver si è innamorata. Ha donato la sua anima a un uomo che credeva degno. E nel mentre, ha distrutto se stessa. Tre debiti sono stati pagati, mancano solo pochi giorni al quarto. L’Eredità del Debito ha quasi fatto un’altra vittima.
Jethro Hawk si è innamorato. Ha abbattuto i suoi muri per lasciar entrare una donna che credeva potesse curarlo. Per un attimo, si è sentito libero. Ma poi ha pagato a caro prezzo.
Non c’è più amore. Solo guerra. La speranza è morta. Ora intorno a loro c’è soltanto morte.

 

Scritto a pov alterni come i precedenti, ho voluto iniziare questa recensione proprio da un estratto tratto dai pensieri di Nila, la protagonista femminile. Non credo sia necessario raccontarvi chi siano Nila e Jethro, non credo che non conosciate i risvolti passionali e turbolenti della loro folle storia d’amore, come so che avrete di certo avuto modo di leggere il quarto capitolo di questa storia così oscura.

Indiscusso ormai è il legame instaurato tra i due personaggi, un legame che affonda le radici non solo nel sesso, raccontato in modo esplicito ma non volgare, ma anche nel sentimento più profondo dell’amore, nel bisogno, nella certezza di sentire vicino a sé qualcuno che faccia davvero la differenza. E questo, tra Nila e Jethro, è esattamente ciò che accade fino a prima di questo romanzo. Il loro amore supera le barriere dell’odio e della frustrazione, dipingendo i loro sentimenti in modo quasi Shakesperiano rendendoli simili, ma non per trama, a Romeo e Giulietta, incatenati al volere altrui.

Ma se già sapete cosa è successo fino a qui, non potrete immaginare il resto.

Il romanzo si apre esattamente dove il quarto capitolo ci ha lasciati. Così, d’impatto, ci ritroviamo assieme a Nila a porci mille domande senza risposta, mentre il futuro diventa improvvisamente buio. E proprio questa incertezza, il dubbio atroce e violento che assale Nila di giorno e di notte, saranno il filo conduttore di queste pagine.

 

Jethro…

Avevo pensato a lui per tutto il giorno, per tutta la notte. Per tutta la vita.

 

Non ci saranno certezze. Non ci saranno baci a mitigare la solitudine e la sofferenza. Non ci saranno abbracci. Sola, Nila affronterà l’inumano, aggrappata a quel filo ormai consumato di un’idea, la stilla di speranza che lenisce in parte le sue sofferenze. Ma per un momento di flebile gioia ritrovata nel buio più oscuro di una cripta, le difficoltà si moltiplicheranno e assieme a esse il dolore.

 

Non avevo né fotografie né lettere d’amore. Solo ricordi e qualche messaggio sul cellulare. Non valevano un centesimo, ma erano le cose più preziose che possedessi.

 

La guerra diventa efferata e senza più regole. Non si fanno più prigionieri, solo morti.

Ma tra le pareti di Hawksridge, nell’ombra, qualcuno trama una vendetta violenta. Qualcuno che al buio, tesse di nascosto le fila di ciò che diverrà il futuro, fortificandosi, stringendo alleanze, prendendo sempre più consapevolezza di sé alle spalle di ogni dovere, di ogni legame, di ogni più piccolo cavillo.

La linea di demarcazione tra il regno dei morti e quello dei vivi non è mai stata così tanto flebile, mentre i minuti diventano ore e le ore, giorni. E proprio i giorni con il loro inesorabile susseguirsi, divengono come rintocchi di una campana suonata a morte, innescando una folle corsa contro il tempo.

 

Trascorsero dodici ore. Dodici ore in cui il mio cuore sanguinò per Jethro mentre i minuti cancellavano le sue tracce dal mondo.

Dodici ore di solitudine.

 

Mie care Dame, come ben sapete non mi sono soffermata molto sulla trama per evitare di darvi troppe anticipazioni. Questo è un romanzo difficile da digerire, vi avviso. Le tinte dark tipiche del genere si inspessiscono tanto da lasciare il lettore senza respiro. Così mi sono sentita accompagnando Nila tra queste pagine. Durante la lettura più volte mi sono chiesta come ci si possa sentire nel vivere situazioni così al limite. Come si possa uscirne illesi. Sono sincera, a volte mi è mancato il fiato, ma non per la trama, ma più per una sensazione di claustrofobia. Ciò che accade a Nila è qualcosa che non si può spiegare.

Non posso dire che per me questo romanzo sia il migliore della serie, né che mi abbia avvinta come i precedenti. È un passaggio di questa storia tormentata necessario all’epilogo in cui entrambi i personaggi toccano definitivamente con mano la loro vera natura e i loro veri bisogni, anche se a mio giudizio personale, ho trovato alcune parti prolisse, più utili ad aumentare il numero di pagine, che alla trama stessa. Rimane il fatto che Jethro e Nila sono due personaggi d’effetto, unici nel loro genere. Rimane il fatto che questo è solo un mio pensiero che non deve in alcun modo influenzare il vostro. E rimane il mio invito a leggere sempre consapevolmente.

Vi lascio con le parole tratte dal pov di Nila.

 

Mentre loro tramavano, avrei tramato anch’io. Saremmo finiti tutti all’inferno, ma non me ne importava. Ero disposta a sacrificarmi pur di riuscire a sterminarli.

Alla prossima, Laura Pellegrini

 

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