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Sinossi
Dimenticate tutto quello che credevate di sapere sulle svenevoli donzelle dell’Ottocento. È in arrivo Miss Disaster… e i salotti londinesi non saranno più gli stessi.
Inghilterra/Scozia, 1812 – Che succede quando un duca arrogante e tenebroso incontra l’Originale della Stagione? Ebbene, può capitargli di essere interrotto durante un rovente tête-à-tête. E se la fanciulla in questione è la famigerata Miss Disaster, al secolo Charlene-Marie Duncaster? Allora Sua Grazia non ha scampo: prima viene assalito da due sicari, poi è costretto a fuggire portandosi dietro quella vera e propria calamita per i guai. Che sia bellissima è irrilevante; lui, Justin Clayburn, diciannovesimo Duca di Gredstone, ha ben altro a cui pensare! Eppure, tra oscuri segreti, armi sbandierate come ventagli ed esilaranti equivoci, si ritroverà a combattere contro il più insidioso dei nemici: l’amore.

Formato: Formato Kindle
Lunghezza stampa: 300
Editore: HarperCollins Italia (13 luglio 2015)
Lingua: Italiano

Romanzo vincitore de L’eLit Italian Talents indetto nel 2014. Il vincitore è stato decretato il 14 febbraio del 2015 dall’allora Harlequin Mondadori, ora Harper Collins.

Prima di inoltrarmi nelle pagine di questo romanzo, avevo raccolto qualche voce e sapevo che si trattava di un chick-lit storico. Uno strano connubio, ma proprio per questo ero curiosa di conoscere la Miss Disaster protagonista del titolo.
Charlene-Marie Duncaster si rivela sin dalla prima battuta una ragazza ingenua e combina guai, come se fosse l’antenata di Bridget Jones. Qualunque cosa dica è sbagliata; ovunque si muova frantuma vasi o si ritrova con il sedere – nudo – sul pavimento. La sua mente è pura, non concepisce il peccato. E quando vede l’aitante duca Justin Clayburn in intimità con Lady Bainshow, confonde una lussuriosa fellatio con un’accorata preghiera al Signore.

L’uomo non si era schiodato dal muro di fronte a lei, ma non sembrava più tanto indifferente. Con la faccia rivolta al cielo, artigliava i capelli della marchesa, inginocchiata ai suoi piedi, guidandole la testa su e giù mentre ripeteva, rapito: «Dio… Dio!».
Charlene aggrottò le sopracciglia: questa proprio non se l’aspettava. Che si mettessero a pregare per chiedere perdono al Signore dopo il bacio adulterino era, però, una gran bella cosa.
Davvero.

Nel suo candore, scambia inoltre per polmonite gli inequivocabili segnali di una forte attrazione nei confronti del duca. Tutte sfumature che strappano un sorriso e avvicinano il lettore alla piccola cerbiatta, ancora troppo immatura e inesperta per frequentare il ton londinese.
Ma è davvero così?
S’intuisce fin dall’inizio che Charlie non è quello che sembra. Nella sua borsetta, anziché fazzolettini di seta e carnet sciupati dagli spasimanti, sono sparsi un coltellaccio a serramanico, un pugnale, una pistola – battezzata Milly – e sei shaken, ovvero dei dischetti affilati a forma di stella usati dai più abili sicari orientali.
Le domande del lettore vengono però messe subito da parte per lasciar posto a equivoci di natura ben più leggera: la piccola crede d’essere stata ingravidata dal duca, pur non avendo fatto sesso con lui – eh, le spiegazioni raffazzonate dei padri alle figlie! – e s’inventa assurdi espedienti per trovare soldi e mantenere sia il fagiolino sia la sua dolce sorellina Sasha. Ben presto l’equivoco viene svelato, ma ormai il danno è fatto: certa d’essere già stata disonorata, Charlie si concede alle voglie del duca, e troppo tardi scopre d’aver perso inutilmente la verginità.
A questo punto della narrazione, il mio interesse ha iniziato a calare. La storia stava prendendo una piega da “pollastrella sciocca” e le parti erotiche mi hanno lasciato un po’ dubbiosa. Charlie, alla fin fine, viene quasi violentata dal Duca, e invece di piantagli un coltello negli occhi, accetta il suo aiuto per uscire da una serie di situazioni difficili. Se la trama fosse proseguita su questo tono, forse avrei abbandonato la lettura e sarei passata ad altro.
Ma è qui che Ellie Clivens sviscera il vero fulcro della storia, un intrigo che va ben oltre le faccende dei salotti inglesi e sposta l’attenzione dall’asse politico europeo a quello russo. A poco a poco, iniziano a emergere dettagli su Charlie e sulla sua famiglia, e ritornano le domande iniziali: perché Miss Duncaster è così abile nell’arte della guerra? E perché è tanto legata alla sorellina Sasha, al punto di voler rinunciare a un futuro felice con il Duca, pur di riportarla in Russia? Confesso che, di fronte al sacrificio di Charlie, mi sono indispettita. Non se ne può di tanto buonismo! Tutti pronti a gettare alle ortiche la propria felicità per un’altra persona, nonostante esistano alternative per raggiungere un lieto fine comune. Il mio fastidio ha avuto fortunatamente breve durata, perché, inatteso, è arrivato il primo colpo di scena; e qualche decina di pagine più tardi è seguito il secondo.
Il finale è stato entusiasmante. Ambientato nella Scozia dei Laird, è volato via rapido fra agguati, fughe, chiarimenti e riconciliazioni. L’ideale, per chi ama le storie avventurose.

Si morse il labbro tremante, rifiutandosi di piangere. Chris, Dun e Steve non glielo avrebbero mai perdonato. La ritenevano sotto ogni profilo una loro pari, un vero soldato. E i soldati non piangono, dannazione! Stizzita, si asciugò una lacrima che le stava scendendo a tradimento sulla guancia. Per la barba di Lucifero! Non avrebbe fatto la figura della donnicciola isterica, nossignore! Lei non sarebbe scoppiata a…
Buttò le braccia al collo di Gredstone, squassata da violenti singhiozzi.
Perché, perché dovevano essere tutti morti?
«Piangi, passerotto. Piangi pure» le sussurrò Sua Grazia all’orecchio, stringendosela al petto e sfiorandole i capelli con le labbra. «Ci sono io qui con te: non sei sola.»
Non sei sola. Dio, come suonava bene! Cosa non avrebbe dato perché fosse vero per sempre! Ma il duca intendeva che era lì, a consolarla, in quel momento. Charlie non s’illudeva sulla durata della sua infatuazione per lei. Presto gli sarebbe venuta a noia e l’avrebbe liquidata per mettersi alla ricerca di una moglie elegante di cui essere fiero.
Sarebbe riuscita, allora, a conservare abbastanza orgoglio da non supplicarlo di tenerla con sé?

La chiusura ha un sapore rosa, addolcito da granelle di zucchero a forma di cuore. Tutto è iniziato nel modo peggiore ma si è concluso con una grande festa. Però, le ultime righe fanno presumere che, chiusa una storia, se ne possa aprire un’altra, e l’autrice, rivelano le mie fonti, sta già lavorando al seguito.

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Lo stile è molto semplice e punta a strappare un sorriso al lettore. E spesso ci riesce, sia per il tono irriverente sia per l’assurdità di alcune situazioni. Nell’esempio che riporto qui, Charlie è incinta da tre mesi ma, non essendo stata educata come dama, non sa riconoscere i sintomi della gravidanza e crede di essere affetta da un’influenza gastro-enterica contagiosa:

Quei rozzi, insensibili caproni! Al suo abbacchiato rientro nella sala delle mescite, i bastardi stavano brindando tra fragorose risate e bonarie manate sulla schiena del duca, come se ci fosse
da festeggiare. Il peggio era che il traditore, con un sorriso ebete a cinquantadue denti e un’aria
orgogliosa del tutto incomprensibile, pareva godersela un mondo.
Valli a capire gli uomini! Aveva cercato di smorzare la loro offensiva allegria ventilando l’ipotesi che il suo disturbo fosse contagioso, ma la replica degli idioti era stata un ulteriore, irrefrenabile scoppio d’ilarità. Uno degli ufficiali aveva perfino rischiato di strozzarsi con la birra per singhiozzare: “Credo sia un po’ difficile, milady!”. E giù a ridere neanche gli fosse appena uscita la battuta del secolo. Gli augurava solo di cadere a testa in giù in un vaso da notte. Chissà se lo avrebbe trovato altrettanto divertente!

Di fatto, siamo di fronte alla parodia del drammone storico e la scelta di un’eroina più simile a un soldataccio che non a una dama del ton è un elemento vincente. La stessa storia, narrata in toni seri, mi avrebbe fatto sbadigliare piuttosto presto, ne sono sicura.
La stessa autrice ammette che «Volevo sdrammatizzare un po’, rompendo con il passato e introducendo degli elementi più moderni» e rivela, in anteprima, solo per noi di Harem’s Book, che «Nel prosieguo aumenta anche la parte avventurosa. Da piccola ero un’accanita lettrice di Dumas e adoro I Tre Moschettieri!»
E l’erotismo?, si chiederà qualcuna di voi. Non manca, ve l’assicuro. Le scene non entrano quasi mai nel dettaglio più spinto, ma in più occasioni lasciano ben poco all’immaginazione.

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Con una mossa fulminea, rigirò la fonte di ogni tentazione a pancia in giù, ma ancora una volta fu l’istinto a prevalere: accecato dalla lussuria, Juz agguantò i fianchi oggetto delle sue brame e se li stampò addosso. Il membro, paonazzo, finì così per incunearsi tra le conturbanti colline delle natiche.
A nulla valsero gli sforzi di Justin per trattenersi; i suoi lombi presero a muoversi, quasi dotati di volontà propria, creando un irresistibile attrito.
L’effetto fu esplosivo: la grossa verga, già incandescente, gli andò a fuoco, con il sangue che pulsava al ritmo indemoniato di un tamburo.
Charlie, da parte sua, non poteva certo dirsi d’aiuto: a quattro zampe, agitava l’adorabile sederino all’inconscia ricerca di una maggiore pressione tra le gambe.
Di fronte alla sua evidente frustrazione, Juz s’impietosì e riportò le dita a titillarla fra le cosce, per offrire un po’ di sollievo almeno a lei.
Si dimostrò un errore madornale. Strillando a perdifiato, la piccola incosciente s’impennò verso l’alto, con l’esito inatteso di portare l’asta di Justin a scivolare nel posto sbagliato: tra le roride pieghe muliebri.

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Concludendo, ho scoperto con piacere un nuovo genere letterario, lo storico-comico-romantico-avventuroso, e confido che l’autrice mi sorprenda anche nel secondo episodio. Come ho già anticipato nel corso della recensione, ci sono aspetti di questo romanzo che non mi sono piaciuti e altri che mi hanno annoiato e se la storia non si fosse ripresa, sul finale, le avrei assegnato tre stelline. Però, non essendo riuscita a staccarmi dal libro, nelle ultime 60 pagine, le tributo una stella in più, in parte come premio per aver catturato la mia attenzione e in parte come incoraggiamento all’autrice, perché prosegua su questa strada.

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Personalmente, spero che il seguito abbia meno pollastrelle e più protagoniste battagliere come Charlie. Sarà accontentata?
Alla prossima recensione,

la vostra Mirto

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