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Leggi le mie parole! Sono la moglie e l’amante, sono la schiava e la padrona. Sono la donna trascurata che si rifugia nelle sue fantasie e l’amica e compagna di giochi che hai sempre sperato d’incontrare. Leggimi! Sono una e sono tutte…

Le Staroccate e i loro racconti:
LA DEA DELL’OLIMPO di Franz Za
SUO di Rosa Boccadi
LETTERALMENTE MIA di Camille Bordeaux
LEGAMI A TE di Antonella Aigle
SEI TORNATO PRIMA! di Itacchia Spillo
RIVALSA di Martina Mars
COME FUOCO SULLA PELLE di Ashara Amati
UN GIORNO IN PROCURA di Federica D’Ascani

Appuntamento con queste autrici che brillano per audacia e ironia, poiché hanno la consapevolezza orgogliosa di appartenere ad un progetto comune, un modo di sentire condiviso, che dona alle loro pagine un fascino sempre particolare. Questa nuova antologia è quasi il manifesto di questa identità, dell’appartenenza ad un modo di intendere e di raccontare l’eros personalissimo. Il filo rosso di questi racconti è infatti l’espressione pulsante della femminilità, mentre scorrono storie e fantasie vibranti di desiderio caldo, che è libero e consapevole.
Una fantasia, un gioco, una sfida o una forma di conforto.
La rivendicazione di questa consapevolezza e appartenenza, sia nelle vissuto che nella narrazione, c’è già nella preziosa prefazione che suggerisce il modo di affrontare queste pagine roventi: come un viaggio di cui si è protagonisti ma in cui ci si lascia condurre, abbandonandosi, lasciandosi trasportare dall’istinto e dalla fantasia.

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La prima tappa sarà… l’Olimpo! dove conoscerete l’ebrezza dell’amore come devozione, con una protagonista che si lascia venerare nella quotidianità, dividendosi tra i mille ruoli dell’essere donna, esplorando il piacere e il bisogno di raggiungere un luogo dove sia oggetto di desiderio puro, di attenzione, senza distrazioni né interferenze. Lontana dalla routine fatta di consegne, appuntamenti, obblighi, doveri e scadenze. Il proibito sarà avventurarsi in un luogo accessibile a pochi, insieme e complici, in una dimensione sconosciuta e in un’atmosfera rarefatta di sensualità.

…d’un tratto si rese conto che Andrea la stava guardando, cercando con gli occhi la sua approvazione e il suo desiderio. Dea rispose a quello sguardo con un sorriso, felice come poche volte in precedenza.
Erano liberi.
In quella stanza tutto poteva succedere.

Tra carezze sconosciute e sguardi famelici due mani resteranno unite, due sguardi allacciati: quelli dei due protagonisti. Per poi scoprire che l’Olimpo resta tra le nuvole e il Paradiso è già in terra.

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Farete poi una sosta nella sensualità consapevole, nel protagonismo, perché assaporerete l’ebbrezza del possesso. La sessualità è un gioco di ruolo, un esercizio di potere, bisogno-appagamento-possesso

In verità, a lui piaceva restare così ad aspettare, già nudo sul letto, sentendosi esposto, inerme: a disposizione
“Dimmi quello che vuoi e io lo faccio”, era il suo ritornello simile quasi a una preghiera, tanto era soddisfatto nel soddisfarla.

E se diventa un gioco a tre? Si spostano gli equilibri, con stupore. Una scoperta.

…quello che le piaceva era sapere che non poteva reagire in modo diverso, non poteva sottrarsi, non poteva imporle niente, ma al massimo supplicare. Cominciava a capire

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Con un forte scossone scenderete poi in un luogo oscuro, ambiguo, segreto. Un luogo dove “si fa ma non si dice”.
Ancora un gioco di potere, quasi un azzardo, per il gusto del bluff e del proibito

Apro gli occhi e li vedo, gli altri occhi che spiano e guardano e ardono di lussuria repressa.
Perversamente repressa.
… La spingo giù, contro i cuscini. Questo è il mio mondo e qui gioco con le mie sole regole. Qui sono io che comando, io che batto il tempo.

Vince chi vince se stesso, chi ha il controllo, totale.
È Narcisismo. Una forma di erotismo puro, di piacere completo.

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Passerete un po’ di sfuggita di fronte ad uno scenario malinconico, poi qualcosa catturerà la vostra attenzione e vi fermerete. Per comprendere l’abbandono totale, il senso di appartenenza degli amanti, un legame che non è un obbligo ma un impegno: una promessa di appartenenza.

Ero io quella donna triste e stavo tornando a casa.
Casa. Sì, ma a casa dove? Chi sono io ora? Cosa sono diventata?
Un corpo ancora bollente e non ancora sazio. Sento male a un anco e osservandomi ora capisco per- ché. Noto una striscia di pelle un po’ in rilievo, e se ci passo
sopra le dita, brucia, brucia parecchio.
Ho fame. Una fame che mi toglie il respiro. E sto aspettando. Di nuovo.
Aspetto che lui torni.

Visiterete le zone d’ombre di una scelta complessa, quella di rinunciare consapevolmente a parte della propria indipendenza per trovare così la libertà di essere se stessi.

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Altra tappa poi nel quotidiano, in uno spaccato di vita caotico e confusionario, nel rumore degli appuntamenti giornalieri e degli impegni di una coppia che trova nella sua normalità la giusta misura. Per rendere speciale ogni giorno affrontare la vita con serenità, anche se la vita ci riserva sempre delle sorprese…e nella notte, quando si è più vulnerabili, la mente si lascia andare ai ricordi e alle fantasticherie, così il corpo si abbandona mollemente a riposo e al piacere.

La vita va presa come viene…
Franai perciò, poco dopo, sulle lenzuola con il corpo pervaso da quella nuova sensazione. Ero come un’equilibrista sul lo tra il piacere e il dolore. Volevo che durasse per sempre e nello stesso tempo ero smaniosa di sentire il mio orgasmo e il suo.

Si possono conoscere nuovi modi di sperimentare il piacere, esplorare nuovi territori, basta lasciarsi andare e farsi sorprendere! Sorprendente come sarà la conclusione…

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Continuate il viaggio per avventurarvi in un ambiente fatto di chiacchiere, pettegolezzi e rivalità, fantasie e competizione, come quello dell’ufficio. Una protagonista che vive “costruendo castelli di carta su fondamenta di marzapane”, quindi un’immaginazione fervida con un carattere schivo e taciturno che la rende vittima della dietrologia o forse della gelosia.

Era il nostro rituale del lunedì. Era il nostro segreto.
Quel lunedì desiderai cancellare dalla mia mente il pen-siero assillante di Licia Sepi, lasciandomi trasportare da una sessione di sesso particolarmente sfrenata. Volevo riportare la totale attenzione di Eugenio su di me, facendogli vivere un’esperienza che avrebbe ricordato per giorni. Più che un incontro di corpi, fu uno scontro fra anime
Non sapevo a che gioco stesse giocando Eugenio, ma ero convinta che stesse scherzando con il fuoco. C’erano troppe cose in ballo: il lavoro, la sua reputazione, i suoi soldi.

Quando ci sono troppe cose in ballo, prevale la vanità femminile, l’orgoglio e forse un pizzico di sentimento, allora la protagonista decide di combattere. È più inebriante il gusto della sfida, perché la vittoria in realtà ha un sapore metallico, a meno che non si decida di sperimentare il dolce di una piccola resa e assaporare l’idea di abbassare la guardia…

Non sarei andata da nessuna parte. Avevo imparato la lezione.
Non potevo sapere con certezza se l’avesse imparata anche lui, ma ciò di cui ero sicura era che quel giorno, per la prima volta, lo avevo usato come lui aveva usato me.
Forte di quella consapevolezza, mi feci più vicina e gli strinsi la vita con un braccio.
«Adesso siamo pari» furono le ultime parole che pronun- ci ai prima di perdermi nel suo lungo e languido bacio.

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Infine farete tappa in un luogo tra sogno e realtà, dove capirete come il desiderio sia qualcosa di vivo e palpabile, che sia un fuoco che consuma ma che se alimentato continua a riscaldare, anche quando è intorpidito dalla quotidianità e dalle delusioni o dai rimpianti. Resta sotto le ceneri quella sensazione di appartenenza, un legame sottile che consuma, purificando, divorando le incertezze e i dubbi.

Una presenza, un respiro, a un soffio da lei.
Un terreno ancora nuovo, inesplorato, eppure inspiegabilmente familiare.

Come la carezza sensuale di un amante il ricordo di un incontro fugace e bollente ad una festa in maschera, un rimpianto e un’illusione, fino a quando…

Forse fu per quello che catturò l’attenzione di Alessia, che lo guardò meglio. Le labbra atteggiate in un mezzo sorrisetto le ricordavano qualcuno… ma furono gli occhi verdi, allungati, che brillavano nei buchi della maschera a farle venire un brivido lungo la schiena.
Martin.

Un attimo folle e disperato, una fiammata poi subito sopita dal senso di colpa e del dovere.
Forse un attimo però, è per sempre

Le sue dita cambiarono corso, ora, scivolando verso il bas-so lungo la schiena di Alessia, ai lati della cerniera dell’abito e poi di nuovo su, in landosi sotto la mantellina a toccare la pelle nuda. Chino su di lei, a un soffio di distanza, il suo odore le riempiva le narici, escludendo qualsiasi altra cosa, riportandola ancora a quel periodo, a quell’attimo: quell’unico attimo.
«Io volevo che mi guardassi… Volevo che tornassi da me.»
Il tocco della bocca di lui la scagliò all’indietro verso un punto preciso del passato e allo stesso tempo in avanti, proiettandola verso il futuro.
Che quel futuro andasse oltre la mattina successiva, in quel momento non importava. Ciò che contava erano solo il profumo unico e inebriante che le pervadeva le narici e il sapore del bacio che le mangiava la bocca.
I capelli sotto le dita, il petto solido contro il seno.
Il gemito, quasi un ringhio, di un uomo che finalmente ha tra le mani ciò che stava cercando

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Infine il vostro capolinea sarà un ambiente lavorativo legato alla realtà di ogni giorno, in cui una donna consapevolmente esprime il proprio talento e le proprie capacità. Senza rinunciare alla sua femminilità, che può essere suggerita in modo malizioso anche da un paio di scarpe “peccaminose” a ricordare che siamo femmine e professioniste.
E non rinuncia neanche alla propria emotività e alla voglia di giocare…

Al ricordo del nostro folle piano mi venne da sorridere. Erano mesi che cercavamo uno spunto eccitante per i nostri giochi di letto e quel processo era sembrato un miraggio da afferrare come acqua nel deserto.
«Cos’è che ti diverte, eh?» mi baciò addosso sorridendo di rimando. «Il fatto che siamo due pazzi scatenati? Che se mi beccano, questa volta, è davvero un bel guaio?» continuò alzandomi la gonna con gesti ruvidi e veloci.
«Rido perché sono felice di averti scelto»

Chiude la battuta fulminante, quasi un aprosdoketon irriverente e allegro
Perché Eros è un monello, basta conoscere le regole…

È quindi un percorso tra sussurri e voci più imperiose, carezzevoli suadenti e graffianti. C’è la sensazione di sentire il chiacchiericcio complice tra luci soffuse, le confidenze di fantasie e poi ricordi, sogni proibiti. Resta la bellissima sensazione di erotismo maturo, libero e consapevole, con la sensualità narrata in modo disinibito e naturale, che restituisce al genere erotico la sua essenza. Ci saranno passaggi più morbidi, altri più ruvidi, alcuni delicati e altri carnali, a volte malinconici e ancora irriverenti, ma sempre in un’armonia di fondo che raccoglie i contributi dell’antologia facendone effettivamente un’opera unica.
La sinfonia sta nel modo di intendere la sessualità, “Noi” è quasi un manifesto: Noi che amiamo giocare, Noi che amiamo provocare, noi che amiamo osare, noi che amiamo raccontare, noi che…amiamo.
Amiamo chi siamo, quel che vogliamo.
Immancabile l’appuntamento con le Staroccate, perché in ognuna di noi deve esserci un po’ di NOI…

Saffron

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