Buongiorno Amici,il Blog Harem’s Book partecipa alla prima tappa del BLOGTOUR dedicato al libro “IL SACRIFICIO DEGLI OCCHI”,romanzo fantasy storico scritto da Ornella De Luca,pubblicato lo scorso 6 novembre a cura della Onirica Edizioni.Venite a leggere la trama e un lungo estratto che l’autrice ha regalato ai suoi lettori.

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Autore: Ornella De Luca

Editore: Onirica Edizioni, 6 Novembre 2016

Lunghezza stampa: 380

Formato: Ebook e cartaceo

Genere: Fantasy storico / Romantico

Sinossi: Samonia, fine dell’epoca Mamut: Taras du Motier, giovane marchese di Rouen, sta per affrontare l’esercito mamutiano e conquistare così la città di Samonia. A seguito della battaglia, perde la gamba destra ed è costretto a ritirarsi dalla guerra per tornare in patria. Cinque anni dopo, Taras non è più lo stesso uomo. Insieme alla gamba amputata ha perso anche il suo spirito combattivo e indomabile, trasformandosi in un eremita amareggiato e intrattabile. Solo un pensiero gli consente di andare avanti e affrontare quell’esistenza a metà: vendicarsi del cavaliere che lo ha reso invalido per sempre. Ma come fare se i ricordi di quei giorni sembrano essersi cancellati dalla sua mente? Un sogno, però, lo tormenta sin dal suo ritorno a Rouen: un frammento di ricordi che riporta a galla dal passato un profumo di miele e la voce vellutata di una donna mamutiana. E cos’hanno a che fare con lui una vecchia leggenda, chiamata Il Sacrificio degli occhi, e un complotto per impadronirsi del trono del regno di Andia.

 

Il primo incontro fra Taras ed Eleide

 

“Taras afferrò la torcia con la mano libera e si diresse verso il primo piano. La rabbia verso il duca e la tensione per essere stato al centro di attenzioni indesiderate avevano avuto il potere di non fargli pensare per un po’ al dolore fisico che ogni passo gli procurava. Al settimo gradino dovette fermarsi. Rivoli di sudore freddo gli percorsero la fronte e appiccicarono i capelli al viso. Dalla cavalcata di quella mattina la fatica lo aveva stremato a tal punto da peggiorare i disturbi con i quali ormai conviveva quotidianamente, e dei quali non parlava a nessuno. Neppure a Vincent, che aveva comunque intuito ogni cosa. Oltre la vergogna, oltre la malinconia verso il passato, oltre la rabbia di non poter più fare tutto ciò che faceva prima, c’era un altro grosso problema. Le piaghe. Poggiò il bastone contro il corrimano e si premette la mano sulla gamba. Infilando le dita oltre la prima cinghia si sporcò i polpastrelli di sangue. Imprecò fra sé e strinse i denti per non accasciarsi a terra. La torcia a poco a poco si stava spegnendo e le luci della festa non bastavano a illuminare le scale fino al piano di sopra. A poco a poco si ritrovò quasi al buio, se non fosse stato per il bagliore lontano delle torce dei festeggiamenti. Respirò profondamente, prese in mano il bastone con la mano destra, mentre con l’altra si aggrappava tenacemente al corrimano. E ricominciò la salita.

– Non siate sciocco. Riuscite a malapena a stare in piedi, figuriamoci salire tre rampe di scale – disse una voce bassa e profonda alle sue spalle.

Taras si voltò di scatto. Il corridoio dal quale era venuto era immerso nell’oscurità e la sua vista non era ancora abituata al buio per poter scorgere la figura che gli aveva parlato.

– Chi siete? Mostratevi – ordinò, provando a ricomporsi. Con scarsi risultati.

– Non fingete. Non davanti a me – continuò una voce di donna. Che poco a poco si rivelò anche nella sua fisicità. Era una giovane domestica, bassa e con lunghi capelli neri che portava sciolti sulle spalle, fino ai fianchi. Attorno al capo un telo arancione, che lasciava scoperti solo gli occhi. Gli stessi occhi che il marchese aveva cercato durante la festa. Era la ragazza che lo aveva condotto in camera quella mattina.

– Siete la giovane serva che mi ha mostrato le mie stanze non appena arrivato al castello, non è così?

La ragazza non accennò ad avvicinarsi oltre. Ma prese a fissargli la gamba.

– Avete bisogno d’aiuto. Dovete avere una ferita non ancora rimarginata.

– Risponderete mai a una mia domanda? – chiese divertito e al tempo stesso irritato di non sapere chi fosse la figura davanti a lui.

– Io sono una serva. Non faccio che rispondere a degli ordini.

– Il che non è una risposta.

– Lo è. Il vostro corpo chiede l’aiuto di una guaritrice. E sta di fatto che io lo sia.

Taras osservò meglio la donna che gli stava di fronte. Già il velo e la forma dei suoi occhi lo avevano insospettito quella stessa mattina, ma la notizia delle sue qualità curative e un leggero accento orientale diedero conferma ai suoi dubbi.

– Non siete una comune serva. Siete mamutiana.

– Di certo una cosa non pregiudica l’altra – disse, e con un gesto lento, che fosse voluto o meno, si abbassò il telo dal viso. Lasciò scoperti dei lineamenti delicati, quasi infantili se non per le labbra piene e gli occhi allungati dietro le ciglia folte, che davano una pennellata di sensualità al suo viso da bambina – Per voi seguaci dell’Ordine è così importante conoscere l’aspetto di una persona. Adesso, se permettete, vi condurrei nella dispensa. Per prendere l’occorrente per farvi un cataplasma per le piaghe.

Taras era indeciso se accettare o meno. Il dolore era davvero atroce, ma la prospettiva di mostrarsi a una donna in quello stato lo era ancora di più.

– Avete frainteso le mie condizioni. Non necessito delle vostre cure. Sono solo un po’ irrigidito.

– E il sangue che vi sta colando lungo gli stivali? Anch’esso è segno di stanchezza?

Non c’era spazio a una replica, né a una bugia.

– Vi seguirò, dunque. Ma solo per prendere qualche medicamento. Non intendo abusare… della servitù di sua grazia il duca, né della sua dispensa. Dopodiché mi ritirerò in camera.

– Allora voi e il vostro orgoglio potete seguirmi – disse la donna, impassibile dinnanzi al comportamento sgarbato del marchese. Sembrava anzi vagamente divertita dalla durezza che ostentava.

La guaritrice si dissolse nell’oscurità, ma stavolta Taras, abituatosi al buio, riuscì a seguirla fino a una piccola porticina in legno, a pochi passi da lì…”

 

LE TAPPE DEL BLOGTOUR

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