Care Dame di Harem, Il libro di cui vi parlo oggi è “Quello che non mi hai mai detto” di Lesley Jones, quarto ed ultimo capitolo della “Carnage Series”, uscito lo scorso 13 giugno grazie alla Newton Compton. Venite a scoprire cosa ne penso.
Titolo:Quello che non mi hai mai detto
Autrice:Lesley Jones
Editore: Newton Compton
Pubblicazione: 13 giugno 2017
Serie:Carnage #4
Sinossi
È solo una scatola piena di lettere, giusto?
Parole scritte tanto tempo fa. Da un ragazzo che sentiva la mancanza di una ragazza. Da un uomo alla donna che amava. Ma se queste parole pesassero più di quanto si possa immaginare? Forse potrebbero dare a Georgia il senso di pace di cui ha bisogno, forse potrebbero alleviare il senso di colpa con cui lotta ogni giorno. Ma potrebbero anche mettere in discussione tutto ciò che credeva di sapere sulla persona che le ha scritte e sulla vita che hanno condiviso…
Sarà tutto rivelato nelle lettere.
Una storia d’amore, di vita, di accettazione
Lesley Jones
Nata e cresciuta nell’Essex, ora vive sulla bellissima penisola di Mornington, in Australia, con suo marito e i suoi tre figli. Non solo ama scrivere ma adora leggere, e riesce a divorare un libro in una notte.
LA SERIE:
1) La nostra storia segreta. Recensione:https://haremsbook.com/una-storia-epica-damore-e-di-sopravvivenza-al-dolorela-nostra-storia-segreta-carnage-1-di-lesley-jones-recensione-in-anteprima-di-francescapau-0/
2)Io senza te. Recensione:https://haremsbook.com/senza-tecarnage-series2-lesley-jones-recensione-anteprima-francesca-vallicelli/
3) Il diario dei miei errori. Recensione:https://haremsbook.com/diario-dei-miei-errori-carnage-series-3-lesley-jones-recensione-anteprima-francesca-vallicelli/
4)Quello che non mi hai mai detto
RECENSIONE
Tutte voi sapete quanto io abbia amato questa serie. Mi sono affezionata, ho sofferto, ho pianto, ho gioito con i protagonisti. Non mi sono mai schierata né ho preferenze fra Sean e Tiger in quanto sono due amori diversi. Ho scritto e riscritto questa recensione moltissime volte per paura di essere fraintesa o di far arrivare il messaggio in maniera sbagliata, ma non c’è un modo indolore per dirlo. Purtroppo questo romanzo conclusivo per me è un enorme punto interrogativo e, a mio parere, quello più sottotono dell’intera serie. Credo che i miei dubbi e la mia delusione derivino dal fatto di essermi immaginata questo libro in modo totalmente diverso. Il titolo originale è “The Letters”: ecco, io pensavo che l’autrice avesse dedicato il volume conclusivo a Sean e a Gia e soprattutto immaginavo di leggere le lettere scritte da Sean durante i famosi 4 anni in cui sono rimasti separati. Ma così non è stato. Nel momento stesso in cui ho aperto il libro e mi sono caduti gli occhi sull’indice, sono rimasta perplessa. Il testo è suddiviso in dieci capitoli con i pov alternati di Georgia e Cam. Nessun riferimento a Sean. Inoltre mi aspettavo un altro tipo di narrazione: avendo in mente il titolo originale, ero convinta di trovarmi di fronte a un testo epistolare e non al “classico romanzo”. Vi racconterò qualcosa sulla trama, anche se vi darò solo qualche cenno dal momento che è un romanzo molto corto. Tiger e Georgia ormai sono vicini ai cinquant’anni e i loro figli sono diventati adolescenti. Il libro si apre con Tiger che torna a casa in anticipo dal lavoro e trova Gia in questo stato:
” Ha un pezzo di carta premuto contro il petto e piange. In silenzio. Nessun gemito, nessuna smorfia. Solo lacrime. Scendono dagli angoli dei suoi occhi, bagnandole il volto e i capelli. Freno l’impulso di andare da lei, di tirarla su e di gerla forte tra le mie braccia. Di cullarla, di dirle di calmarsi, di dirle che andrà tutto bene… perché non è vero. Sta piangendo per lui. Il suo amore perduto. Sta piangendo per loro. I suoi bambini perduti.”
Finalmente Georgia ha trovato il coraggio di aprire le famose lettere. Anche la scelta dell’autrice di dipingere Georgia in questo modo mi ha lasciato non poche perplessità, sono sincera. Sono passati 16 anni dalla morte di Maca, 16 anni in cui Gia è diventata la moglie di Tiger e la madre dei suoi 4 figli. Non fraintendemi, non è mia intenzione essere cinica. È evidente che il dolore per la perdita di un uomo con la quale è cresciuta, che ha amato e da cui era ossessionata non passerà mai. Ma dal modo in cui la Jones ci descrive i sentimenti di Gia sembra che non sia passato nemmeno un giorno e ho avuto la sensazione di essere tornata alle atmosfere che si respiravano nel secondo volume.
Tuttavia se lì ciò era perfettamente plausibile e comprensibile, qui lo ritengo forzato ed esasperato. È innegabile che Georgia sia rimasta profondamente turbata dalla lettura:
“Queste lettere hanno smosso emozioni sepolte e mi hanno colpito duramente. Più duramente di quanto mi aspettassi.”
Nelle lettere ritroviamo lo Sean che abbiamo imparato a conoscere: le parole che leggerete appartengono ad un uomo innamorato, devoto, appassionato che non si rassegna ad essere separato dalla donna che ama:
“Cazzo, mi manchi così tanto. Non so cosa posso dire per rimediare. Ho fatto una cazzata, lo so che ho fatto una cazzata enorme, ma è di noi che siamo parlando, Sean e Georgia, Georgia e Sean. È destino, piccola, dovunque tu sia, qualsiasi cosa tu stia facendo, ci sarà sempre un noi e tu lo sai. Lo sai, cazzo, G.”
” Non ho nessun posto in cui andare. Questo è il luogo in cui vivo, ma non è la mia casa. È il posto in cui mangio e dormo. Dove mi faccio la doccia e dove lavo i vestiti. È dove esisto, a malapena, ma non è la mia casa. La mia sola casa è ovunque tu sia. La mia casa sei tu, il tuo sapore, la tua pelle, il tuo odore. Oggi sono stato da solo. Oggi e come ogni giorno, ultimamente. Sono senza dimora perché senza di te nessun luogo sarà mai mio. Ti amo, Gia. Tu lo sai, è sempre così, anche quando penso di odiarti. Persino allora lo so che in fondo, molto in fondo, è solo un altro modo di amarti.”
Sean era un cantante, saper usare le parole era il suo mestiere. Ciò che più mi ha colpito è l’utilizzo che l’autrice fa di queste lettere. Ho avuto come l’impressione che fossero uno strumento che in qualche modo mettesse alla prova il rapporto tra Tiger e Georgia:
«Quello che mi dà più fastidio è vederti così combattuta, mangiata viva dal senso di colpa che provi a causa dei tuoi pianti e a causa di come ti senti. Era tuo marito, Micina, ed è la prima volta che vedi queste lettere. Proprio come io sono un essere umano e sono geloso di un ragazzo morto, tu sei un essere umano e non puoi fare altro che essere ancora innamorata di quel ragazzo morto.”
Georgia deve finalmente imparare a convivere una volta per tutte con il fatto che Maca non c’è più, ad accettare la sua morte, non serve a nulla torturarsi con i se e con i ma, le cose sono andate come dovevano andare. Se nei libri precedenti ciò era messo in evidenza, in questo ultimo capitolo tutti i nodi verranno al pettine. Ho detto fin dall’inizio ciò che penso di questo libro. Posso aggiungere che mi aspettavo di leggere qualcosa in più sulle tanto decantate lettere (non sono moltissime quelle trascritte) e, pur avendo amato moltissimo anche il personaggio di Cam, avrei preferito che fosse meno presente. Voglio evitare spoilers, ma una grossa fetta del libro è incentrata su di lui, sui suoi sentimenti, i suoi dubbi, timori verso la sua Micina. Questo libro non aggiunge nulla di nuovo a ciò che già sappiamo. Seppur sottotono rispetto agli altri volumi e seppur mi fossi immaginata un finale diverso per questa epica saga, non me la sento di bocciarlo. Nonostante la delusione, è stato piacevole ritrovare personaggi a cui mi sono molto legata e a cui è stato difficile dire addio. Ve ne consiglio comunque la lettura se avete amato la serie, con l’unica avvertenza di non crearvi grosse aspettative.
Alla prossima, Francesca
Storia
Eros