Non ho mai scritto una recensione subito dopo aver finito di leggere un libro.

Ho sempre bisogno di interiorizzare tutte le emozioni che la lettura mi ha suscitato, lasciare che si sedimentino per capire quale è quella più intensa…

Ho bisogno di ripensare alle scene che più mi hanno colpita, di riviverle nella mia mente.

Anche questa volta, seppur io non recensisca da un bel po’, non ho potuto fare diversamente…

Un po’ di giorni fa ho finito il libro di cui vi parlo oggi e, tra le bimbe, la casa, la Did e i problemi con la connessione internet, sono passati un po’ di giorni prima che io mi sia potuta sedere davanti al mio notebook nuovo di zecca per mettere per iscritto i miei pensieri…

Questa non sarà una tradizionale recensione. Non potrei star qui a raccontare la storia dei due protagonisti, vi svelerei troppo, pur non volendo…

Dovrete essere voi a scoprire ogni dettaglio pagina dopo pagina.


Forbidden
Daria Torresan, Brunilda Begaj
Genere: Forbidden Romance – Autoconclusivo
Firdaws ha dimenticato di quali colori è fatto il tramonto. Aveva solo sei anni quando il suo rapitore l’ha presa e l’ha chiusa in un lugubre scantinato. A dieci anni di distanza, non c’è più traccia della spensierata bambina di un tempo. Troppo dolore e paura ha provato sulla sua pelle. I traumi e il tempo hanno cancellato il suo passato, le hanno fatto dimenticare la sua famiglia. Tuttavia, avverte un legame che non riesce a spiegarsi con quel fratellastro dagli occhi grigi e dal cipiglio arrogante.
Shaytan è stato battezzato con il nome del Diavolo. Strafottente, maligno, rabbioso. Di una bellezza rude e oscura, non c’è nulla di accomodante in lui. E forse è proprio tutto quest’odio represso ad attirare Firdaws. Esattamente come un angelo viene sedotto dal peccato e da ciò che gli è proibito avere. Impossibile domare ciò che li spinge l’uno verso l’altra. È qualcosa che ha radici lontane e che la morale non può accettare.
Ma chi stabilisce se un amore ha il diritto di esistere o no?
E come si può affidare alla ragione il compito di annientare un sentimento?
“Perché non si può scegliere di chi innamorarsi, ma si può decidere come vivere quell’amore.”


Forbidden, che ho letto per voi care dame di Harem, è l’ultimo libro del duo Brunilda Begaj – Daria Torresan.

È un forbidden romance. Si tratta appunto di un romanzo in cui i protagonisti, Firdaws e Shaytan, hanno un rapporto diverso dal consueto, proibito…

Firdarws, anche se giovanissima, ha vissuto una di quelle esperienze che lasciano le loro cicatrici impresse non solo sul corpo, ma anche e soprattutto nell’anima, come un marchio impresso a fuoco. La sua vita è stata un inferno in terra per dieci lunghi anni. Questi anni l’hanno vista trasformarsi da bambina a donna.

Una donna che ha combattuto contro il suo aguzzino ed ha vinto, guadagnando la libertà.

Vai, Aisha. È la tua unica occasione.

Mi giro e mi lancio in una corsa disperata, con la sua voce che mi chiama alle spalle. Esco dalla stanza dove ho passato quasi l’intera esistenza. Almeno da che ho memoria.

Firdarws è una donna che, però, non ricorda nulla del suo passato, della vita di una bambina di sei anni, felice, che amava danzare. Neanche il suo vero nome.

Una donna che una volta uscita da quell’incubo fa fatica a relazionarsi con le persone che la circondano, perfino con la sua famiglia.

Una donna che cammina sempre col capo abbassato per celare non solo i segni indelebili della prigionia sul suo viso, ma anche  quelli della sua anima.

Una donna che ha paura di vivere, di scrollarsi di dosso la paura che la accompagna da che ne abbia memoria.

Fin quando non incontra di nuovo lui, il suo porto sicuro, l’unico che la conosce veramente.

«Ti amo anch’io, Shaytan. Sei la cosa più bella che la vita mi abbia concesso. Voglio stare con te, al tuo fianco per il resto dei miei giorni. Sono tua. Lo sono sempre stata e lo sarò per sempre. Nella vita e nella morte. In paradiso o all’inferno.»

Shaytan porta con sé un bagaglio pesante, un fardello che lo accompagna fin dalla nascita e di cui non riesce mai a dimenticarsi. È sopravvissuto a sua madre, ed è per questo che il suo stesso padre, lo odia.

È  per questo che Shaytan è un uomo che non sorride mai con gli occhi.

Il suo viso è sempre attraversato da un ghigno strafottente.

Si nutre di adrenalina e del risentimento che suo padre ha nei suoi confronti.

Vive guardando dritto davanti a sé, spingendo forte sull’acceleratore della vita, facendo ciò che ritiene giusto per sé stesso, senza quasi guardarsi indietro, come se inseguisse la morte. Come se non gli importasse nulla di vivere.  

Porta il nome del Diavolo e a lui tutto è concesso.

Vive all’Inferno ma, col suo Angelo, sfiora il Paradiso.

Accanto a Firdaws, Shaytan fa emergere il vero uomo celato dentro di lui.

Un uomo fragile, cresciuto senza l’affetto e l’amore di un padre e una madre.

Un uomo che si incolpa di essere nato e a cui non importa di rimanere in vita.

Un uomo che teme di sporcarla, solamente standole accanto.

«Non ne faccio una giusta con te. Qualsiasi cosa dica, sbaglio. Qualsiasi cosa faccia, sbaglio. Tutto ciò che provo è inappropriato. Vorrei baciarti, ma non posso.Vorrei toccarti come ti ho toccata ieri sera, ma non posso. Vorrei fare l’amore con te, ma non posso. Voglio farlo disperatamente, ma, così facendo, sporcherei il tuo paradiso puro e innocente con i peccati del mio inferno.»

 

La sua dichiarazione mi spaventa e allo stesso tempo accresce la mia eccitazione. Lo guardo negli occhi, perché sono sempre stati la parte più vera di lui, più di quanto non lo siano state le sue parole. Molto di più. Ho bisogno di essere certa che questa è la cosa giusta da fare, perché indietro non si torna. La risposta è nelle sue iridi limpide come il ghiaccio e nelle sue pupille scure come la pece. Lì dentro c’è tutto il nostro mondo: tutto ciò che siamo stati e di cui ricordo solo pochi spezzoni, tutto ciò che vorremmo essere, tutto ciò che proviamo l’uno per l’altra pur sapendo di non averne il diritto. La consapevolezza di sbagliare, di peccare, si scontra con il desiderio impellente di andare contro natura e contro ogni etica. E alla fine ciò che sento vince su tutto.

«Nessun paradiso è davvero puro. Ho perso la mia innocenza tanti anni fa, ci ha pensato la vita a sporcarmi. Tu potresti solo sanare le mie ferite, non provocarne altre.»

Accanto a Firdaws, i sentimenti più puri che sono sepolti nel suo cuore, emergono.

Accanto a lei, Shaytan capisce che non c’è solo il nero ad avvolgerlo, ma ci sono tanti altri colori ed è solo grazie a lei, e ai all’amore che prova nei suoi confronti, che riesce a vederli.

Quello tra Firdaws e Shaytan è un amore proibito… Ma pur sempre Amore…

Solleva la testa e attende che porti i miei occhi nei suoi. «Ti amo, Firdaws» dichiara e nel mio petto un fuoco di gioia esplode in mille scintille. «Ti amo e ti amerò a dispetto di tutto e tutti. Non m’importa (…) se il nostro amore è amorale o per qualcuno addirittura ripugnante. Non si può scegliere di chi innamorarsi, è il cuore che decide a chi appartenere, che riconosce il suo gemello. E il mio cuore è tuo.»

 

Shaytan mi prende il viso tra le sue mani. «Non devi farlo mai più. Promettimi che non ti allontanerai più senza dirmi dove vai. Promettimi che non mi lascerai, che starai sempre con me. Sarò il tuo Principe Azzurro, ballerò con te ogni sera, se vorrai. Farò tutto ciò che servirà a renderti felice, ma, ti prego, non lasciarmi più.» È commovente la disperazione con cui pretende questa promessa. Il suo desiderio eguaglia il mio. Non chiedo nient’altro che averlo sempre al mio fianco.

Forbidden è un romanzo che parla di un rapporto proibito, che a molti potrà suonare amorale, contro natura. Ma è anche un romanzo che parla di un amore che va oltre tutto e tutti, che supera tutti i limiti, anche quelli terreni.

Alla fine della lettura mi sono sentita strana, ma non riuscivo a capirne il motivo, quale fosse il problema.

Mi sembrava come se a questo libro mancasse qualcosa.

Dopo questi giorni di riflessione ho capito cosa mi aveva colpita, e lasciata con la bocca amara, perplessa.

A questo romanzo manca la storia d’amore. Provo a spiegarmi meglio…

In Forbidden ci sono tanti elementi che arricchiscono la trama di base (tipo il cattivo rapporto tra Shaytan e il padre, il gruppo di amici che insieme a Shaytan tenta di far giustizia in un mondo di medici corrotti) ma mi sembra che la storia principale, il Forbidden, la storia che parla  dei sentimenti, dell’amore tra Firdaws e Shaytan, non sia stata sviluppata in maniera approfondita. È come se la storia tra i due avesse fatto da contorno a tutti gli altri eventi, quando secondo me deve essere il contrario in u romanzo di genere. In un romanzo la storia d’amore non deve essere relegata ai margini.

Mi sarebbe piaciuto leggere molto di più di Firdaws e Shaytan, della loro storia, seppur non vissuta alla luce del sole. Il loro amore proibito e le loro scelte avrebbero dovuto mettere in luce nuove sfumature della loro personalità, le paure del loro passato e le loro debolezze. I loro desideri e le loro aspirazioni. Le emozioni. Soprattutto se si parla di un sentimento così complesso in un Romance.  

È per questo che purtroppo Forbidden non rientra nella lista dei miei libri top di questo periodo.

Dal punto di vista stilistico la lettura risulta fluida e scorrevole, pulita, anche se non presenta grandi attenzioni. Il ritmo della narrazione è sostenuto ed incalzante, ciò fa sì che durante la lettura la tensione resti alta. L’assenza di buchi temporali nella narrazione rende la lettura scorrevole. Interessanti i rimandi alla cultura del posto e le descrizioni dei luoghi.

Insomma care amiche di Harem, se siete alla ricerca di un romanzo che tratta di questo particolare tema, Forbidden è il libro perfetto per farvi trascorrere qualche ora di spensieratezza in questo periodo storico molto particolare.

Fatemi sapere poi la vostra opinione.

A presto.

La vostra Cannella

ARC courtesy in exchange for an honest review