Care Dame di Harem, visto che sento tantissimo la mancanza di Jared e della combriccola di Shelburne Falls, ho chiesto una mano a Vanilla per tradurvi un piccolo estratto che la Douglas ha postato sul suo blog! Attenzione, non cimentatevi nella lettura se non avete letto Odiami come io ti amo, perché ci sono diversi spoilers. Spero che vi faccia piacere leggere queste brevi anticipazioni sulla Next generation nell’attesa che arrivi presto gennaio per poterne sapere di più. Buona lettura, girls!

bonus

 

Jared e Tate: genitori di Dylan e James.

Madoc e Fallon: genitori di Kade e Hunter (gemelli), e A.J.

Jax e Juliet: genitori di Hawke.

Quinn: figlia di Jason (il padre di Madoc) e Katherine (la madre di Jared). È la sorellina minore di Jared, Madoc e Jax.

Lucas: “fratello minore” di Madoc, presente in La mia meravigliosa rivincita.

 

TRADUZIONE DI VANILLA

“Ehi, Jared?” Lo chiamai, urlando  da sopra la folla al Loop. “Sai cosa ci fanno due Mustang in cima a una collina? Un miracolo!”

Ridacchiai, godendomi la vista della sua schiena che si tendeva mentre si inginocchiava davanti a un pneumatico. Tate alzò un sopracciglio,dandomi uno sguardo di avvertimento mentre svoltava  attorno al BOSS per parlare con il marito.

Scossi la testa e sorrisi, voltandomi in direzione della folla.

Era ancora così semplice.

Anche dopo tutti questi anni, innervosirlo era  così semplice come allacciarsi le scarpe. Questo è quello che mi piaceva di più di Jared. Era prevedibile. Non avevamo mai discusso.Prendeva,assorbiva e lasciava che gli passasse. Questo andava  a suo favore. Stasera probabilmente avrebbe vinto nonostante l’ombra  che stavo gettando sulla sua auto.

Infilai le mani nelle tasche, esaminai l’area, osservando la sera d’estate. La folla era enorme, la notte chiara, e la musica a tutto volume  che  si  diffondeva da tutti gli altoparlanti  intorno. Era quasi come se fossi di nuovo  al liceo.

Quasi.

Notai  Jax che chiacchierava  con Zack,adesso  entrambi erano capaci di rilassarsi  e godersi  gli eventi senza più  controllare minuziosamente le  gare.Tutto praticamente andava avanti da sè.

 

Sua moglie, Juliet,aveva un bambino di tre anni  sopra la spalla che  faceva volteggiare in mezzo al campo. Lei e Jax avevano iniziato a prendere in affidamento  bambini  pochi anni prima, e di certo erano molto più coraggiosi di me.Potevo  solo immaginare quanto fosse difficile dover lasciare i ragazzi quando per loro arrivava  il momento  di andare avanti.

Il loro figlio tredicenne, Hawke, si trovava a due passi di distanza e  lanciava un pallone da calcio avanti e indietro con mio figlio Kade, mentre la mia sorellina, Quinn, sedeva sull’erba, con gli auricolari appesi intorno al collo e disegnava immagini nel suo notebook mentre  teneva d’occhio  mia figlia di 6 anni, AJ.

 

Dal momento che Quinn aveva quasi quattordici anni ormai, ed era abbastanza grande da fare da babysitter, avevamo iniziato a darle il suo bel da fare. Purtroppo, aveva anche iniziato a chiedere che la pagassimo.

Dylan e Hunter erano …

Dov’erano Dylan e Hunter?

 

Guardai  a sinistra  e a destra, e poi tutto intorno a me,come facevo in pratica ogni dodici secondi della mia vita, contando i bambini e assicurandomi che fossero tutti interi. Finalmente trovai  Dylan seduta su una coperta con alcuni dei suoi amici.

A dodici anni aveva   sicuramente il  coraggio di sua madre, ma anche il  disprezzo di suo padre per le regole. Spero solo che non gli avrebbero causato  così tanti problemi com a lui.

 

Hunter si avvicinò e si tolse  le cuffie dal collo, dando un colpetto alla spalla di Dylan mentre gliele consegnava. Senza dire una parola, le prese e le infilò, come se avessero fatto questo centinaia di volte, e lei cominciò lentamente a muovere  la testa al ritmo della canzone che stava ascoltando.

Non potei fare a meno di sorridere.

Hunter era molto diverso da Kade.Accidenti, era diverso  anche da me, Jared e Jax. Era più tranquillo, più dolce, e notava cose che il resto di noi non vedeva. E mentre  sospettavo che il legame di Kade con Dylan fosse più forte,stavo lentamente cominciando a capire che forse- solo forse -il legame di Hunter con lei  fosse ancora più profondo.

 

Si tolse le cuffie, restituendogliele  con un sorriso e un cenno con la testa, come se gli stesse dando il via libera. Stavano lavorando su un video annuario  per la loro scuola media e collaborando alla parte musicale, quindi tutto quello che lui trovava doveva avere  la sua approvazione.

Incrociai le braccia sul petto mentre lo osservavo starsene lì strascinando  nervosamente  i  piedi mentre capiva cosa fare.

Non come il suo papà. Sono nato pronto.

 

Ma prima che avesse  la possibilità di dire qualsiasi cosa, una palla da football fu lanciata nella sua direzione,colpendolo al  braccio.Trattenni il  fiato mentre lo osservai inciampare all’indietro. Si raddrizzò e diede  uno sguardo al campo in cui si trovava Kade che  rideva di lui. La palla era chiaramente stata lanciata da lui.

Alcune delle ragazze intorno a  Dylan ridacchiarono, comunque, e vidi il petto di Hunter sussultare. Era arrabbiato, ma  non avrebbe fatto nulla.

 

Non lo faceva mai.

 

Serrai la mascella  e ogni muscolo divenne teso. Kade aveva bisogno di un calcio nel sedere, ma purtroppo, Fallon disapprovava la violenza sui bambini.

 

Man mano che i ragazzi erano cresciuti, andavano d’accordo sempre meno, e mentre Fallon ed io eravamo soliti intercedere e risolvere  le situazioni, cercando di far fare la pace, alla fine decidemmo che dovevano risolverla da soli.Hunter non avrebbe imparato nulla se lo avessimo sempre aiutato, e punire Kade  avrebbe solo  fatto sentire  debole Hunter.

 

L’intero corpo di Hunter si irrigidì,sembrava voler reagire, ma era anche  imbarazzato. Le persone ridevano di lui, e come al solito, quelle radunate accanto a  suo fratello.

Hunter era sempre solo.

Lui abbassò gli occhi, la sua espressione piatta, e poi se ne andò, dando a  Kade esattamente quello che voleva.

Scossi la testa, seguendolo verso l’auto di Jax dove si sedette sul lato della pista. Mise le cuffie e incrociò le braccia sul petto mentre si appoggiava indietro sul cofano.

 

Andai accanto a lui, tirai di nuovo via gli auricolari  dalla sua bionda testa arruffata.

“Stava scherzando,”spiegai, vedendo  il modo infastidito in cui stringeva le labbra.

“Scherza anche tu o digli di togliersi dalle palle. So che ti fa arrabbiare.Diglielo. “

Fissò il terreno, la rabbia ribolliva ancora sotto la sua pelle. Voleva che me ne andassi. Non voleva parlare di suo fratello o di come si sentiva impotente intorno a lui.

“Non mi interessa”, disse in un tono piatto. “Tutti pensano che sia così figo, e lo amano di più,lasciali fare. Non ho bisogno di niente di tutto ciò “.

Serrò la mascella e notai che  digrignava i denti.

“Sembra che lui piaccia di più a tutti?” Ripetei. “O  a una persona in particolare?”

Alzò gli occhi ed io seguii il suo sguardo, vedendo Kade e Hawke tirare su la coperta attorno alle ragazze, facendola apparire come il sacco di Babbo Natale. Dylan gli urlava  di smettere ma  allo stesso tempo, strillava e rideva con i suoi amici.

“Come ti ho già detto, non mi interessa,” Hunter rispose ancora una volta con un tono piatto e si rimise le cuffie.

Ma io gliele tolsi di nuovo.

“Non ti importa che lui ti escluda?”Continuai. “Non vuoi  fare qualcosa al riguardo?”

 

Lui distolse lo sguardo, e non fui sicuro se dovessi andare avanti o lasciarlo in pace.Lui sicuramente non voleva  ascoltrami, ma poi pensai che poteva aver bisogno di ascoltare, così …

Essere genitori era difficile.Dannatamente difficile.

 

Mentre Fallon ed io avevamo smesso di interferire ogni volta che lui e suo fratello discutevano,volevo essere ancora lì per lui. Sapete, mantenere le linee di comunicazione aperte, prima che lui si chiuda in se stesso, abbandoni la scuola,diventi dipendente dall’ eroina, e non ci dia più sue notizie.

Tuttavia se avessimo comunicato troppo,lo avrei reso impacciato e nervoso,sarebbe diventato dipendente dall’eroina e non avremmo avuto più sue notizie.

 

Abbassai la testa e gli parlai con franchezza. “La vita si complica quando si cresce, Hunter. Soprattutto quando  ci sono di mezzo le ragazze,”aggiunsi.”È difficile tenere testa a Kade,ma è difficile solo la prima volta che lo fai. Tutto è difficile finchè non diventa familiare. “Feci una pausa e poi continuai. “Ti trasferisci in un posto nuovo, senza amici, ed è difficile. Ma poi diventa più facile. Baci una ragazza per la prima volta … “

“Papà…”

 

“Ed è difficile,” dissi più forte, parlando con lui. “Ma poi diventa familiare, ed è  un gioco da ragazzi. Tutto è più facile una volta che ci si abitua a farlo.Eccetto  vedere jeans skinny sugli uomini. “Strinsi gli occhi, scuotendo la testa. “Questa tendenza dovrebbe solo scomparire.”

Lui alzò gli occhi e sembrava che stesse soffrendo le peggiori torture.

 

“A ogni modo,” continuai, “come ho detto, tutto è difficile la prima volta. Come tenere testa a  Kade. Ma una volta che lo avrai fatto,diventerà più semplice. Ora, anche se non si tratta di stasera, la prossima settimana, o cinque anni da oggi,sta a te, ma anche tu sei  suo amico e hai tutto il diritto di essere lì con loro. Capisci?”

Si accigliò, continuando a non guardarmi negli occhi.

Gli  feci un piccolo sorriso e, infine mi allontanai consapevole di averlo imbarazzato abbastanza. Ma prima di allontanarmi troppo, mi voltai.

“E ti sbagli,”gli  feci notare. “Non tutti sono  fan di tuo fratello.A Jared piaci di più tu. “

 

A Jared non piaceva che  Kade girasse intorno  a Dylan, perché Kade era troppo simile a lui. E l’ultima cosa che volevamo per le nostre figlie erano uomini come noi al liceo.

Tornai in pista. Mettendo un braccio intorno a mia moglie, lei mi guardò mentre fissavo  Hunter che  si rimetteva gli auricolari.

 

“Tutto bene?” Chiese lei.

Scossi la testa pensieroso. “Non so cos’abbia. Ho l’impressione che lui abbia più bisogno di noi rispetto a Kade.”

 

“Hunter somiglia di più a te. Ecco perchè.”

 

Aggrottai le sopracciglia e la  guardai. “Perché dici così?”

Kade è quello sicuro di sé.Semmai ha preso da me.

Ma Fallon guardò lungo la pista, indicando Jared accanto alla sua auto. “Sai cosa vuol dire crescere all’ ombra di qualcun altro”,osservò.

Risi. Va bene, forse aveva ragione.

 

La circondai con un braccio e  la strinsi di più a me mentre guardavo   Hunter.

“Sta arrivando la tempesta,piccola. Spero solo che sia gentile “.

“Non credo che  avrà più controllo di quello che loro vorranno.”

 

 

TRADUZIONE DI LAURA DELL’ATTI

Jared

  

“Ehi, Jared!” Madoc chiamò alle mie spalle.

Diedi un’occhiata da sopra la mia spalla mentre gettavo alcuni attrezzi nella macchina.

“Ho messo delle catene nel mio bagagliaio.” Sorrise, tenendo sua moglie vicino. “Se la situazione dovesse peggiorare, posso trainarti oltre la linea. Almeno finirai, giusto?”

Fallon alzò gli occhi, colpendolo nello stomaco e facendo ridacchiare lui e alcuni spettatori.

Mi voltai indietro, così da non fargli vedere l’angolo delle mie labbra sollevarsi in un sorriso. Madoc era così prevedibile.

Sapeva che avrebbe potuto perdere, quindi il miglior modo per perdere con dignità era dimostrare di non prenderla troppo seriamente. Fare qualche battuta, lanciare qualche insulto, così avrebbe potuto fare spallucce come se non fosse importante. Aveva sempre nascosto le sue insicurezze con l’umorismo, ed era una delle cose che apprezzavo di lui. Mentre io mi deprimevo o reagivo attraverso la mia insicurezza, il suo primo istinto era quello di mettere sé stesso e chi lo circondava a proprio agio.

“Non preoccuparti.” Jax camminò superandomi, dandomi delle pacche sulla schiena. “La finirai.”

Poi sbuffò, camminando verso il muso della mia macchina e legando una piccola macchina fotografica al cofano.

Davvero? Volevano darmi tutti del filo da torcere oggi? Sapevo che la prospettiva di una corsa tra Madoc e me avrebbe attirato la folla, nonostante non corressimo al Loop da anni, ma mentre tutti avrebbero brindato con il vincitore, io non pensavo affatto a tutto ciò. Non mi importava.

Quando diavolo era successo?

“Sei calmo.” Sentii una voce leggera mentre riponevo gli attrezzi dentro la loro custodia.

Guardando in alto, vidi Tate in piedi vicino alla macchina, James, nostro figlio di 5 anni, in piedi di fronte a lei. Le braccia di Tate intorno alle sue spalle, le mani chiuse sul suo petto mentre mi lanciava un’occhiata pensierosa.

“Sono sempre calmo,” dissi a bassa voce, facendole un sorriso furbesco mentre chiudevo il bagagliaio.

Lei annuì, un sorriso intelligente attraversava il suo viso. E poi lei guardò in giù, spingendo leggermente James. “Perché non vai a vedere se Jax ha bisogno di aiuto?”

I suoi occhi marroni brillarono, e si allontanò immediatamente da lei. Io gli arruffai i capelli biondo rossicci mentre ci superava, guardandosi intorno alla ricerca dello zio.

Tate si avvicinò, infilando i lunghi capelli dietro l’orecchio. Sembrava così bella con i jeans, maglietta bianca e giacca di pelle marrone. Stavo già pensando di chiedere a Jax o Madoc di occuparsi di Dylan e James durante la notte, così che potessi prendere Tate e la macchina e sparire dopo la corsa.

“Non corriamo qui da tanto tempo,” commentò, guardandosi ansiosamente intorno. “Era molto diverso a quei tempi.”

Afferrai la stoffa fuori della mia tasca posteriore e mi pulii le mani “Diverso? In che senso?”

“Eri più arrabbiato,” disse, appoggiandosi di nuovo al bagagliaio. “Avevi qualcosa da provare. Ora sei… calmo.”

“Sono felice,” replicai.

Lei sorrise, ed io mi mossi di fronte a lei, alzandola da terra e piazzando il suo culo sul bagagliaio.

Trattenne velocemente il respiro e dopo fece una risatina. “Fai ancora fare le capriole al mio stomaco quando fai così.”

“Davvero?” Socchiusi gli occhi, sbirciandola. “Perché un minuto fa, hai detto che ero ‘calmo’. Iniziavo a pensare che non ti eccitassi più.”

Abbassò gli occhi e ridusse la voce ad un sussurro, arrossendo. “Per favore. Sai che non è vero.”

Posizionandomi tra le sue cosce, avvolsi le mie braccia intorno alla sua vita, vedendo Dylan oltre le spalle di Tate, sul campo, aggrottare le ciglia verso noi. Poi alzò gli occhi al cielo prima di rivolgersi di nuovo ai suoi amici.

Il mio petto venne scosso da una risata. Se quella povera ragazzina avesse avuto un’idea di come siamo cresciuti io e Jax, sarebbe grata piuttosto che imbarazzata dal vedere i suoi genitori scambiarsi delle piccole effusioni.

“È… non lo so”, Tate proseguì. “È qualcosa di diverso ora. Il Loop sembra diverso da quando andavamo al liceo. Capisci?”

Fissando i suoi occhi del colore della tempesta, compresi che dopotutto non stavo immaginando nulla. Lo sentiva anche lei. Era diverso.

Forse il nostro tempo qui era finito. Forse eravamo troppo cresciuti.

Al liceo, correndo ogni settimana, avevo bisogno di questo posto. Era l’unica cosa di cui avevo bisogno, avevo delle cose da dimostrare. Ai miei genitori, a Tate, al tizio che mi aveva affrontato la settimana prima, agli insegnanti che avevano gettato la spugna con me, a tutti…

Ma, crescendo, avevo realizzato che non importava quante gare avessi vinto, non ero ancora un vincente. Avevo convinto tutti intorno a me, tranne me stesso. Adesso… non mi sentivo più così. Ero degno della mia famiglia, dei miei figli, della mia casa, della mia carriera e di mia moglie. Potrei perdere una corsa in questo momento e non sentirmi un perdente.

Mi chinai a baciare la sua fronte. “Già, lo so,” sussurrai e mi allontanai da lei. “Torno subito, ok?”

Mi voltai e camminai verso la macchina di Madoc, seduto più lontano, lungo la pista. Non si era ancora spostato verso il suo posto perché era in ritardo e la pista era brulicante di persone. La maggior parte della quale non riconoscevo più.

Fece un sorrisetto, facendo il broncio. “Ehi, cosa c’è scritto a pagina 4 e 5 del Manuale Utente di quella Mustang?” Fece un cenno alla mia auto dietro di me. “L’orario dei bus e dei treni!”

Socchiusi gli occhi, ignorando la frecciatina. Sembrava particolarmente eccitato, quindi non volevo rovinargli la festa. Avvicinandomi a lui, mi appoggiai sulla macchina e incrociai le braccia al petto. “Quindi… devo chiederti qualcosa. Hai davvero intenzione di gareggiare?”

Lo sentii irrigidirsi accanto a me, mentre abbassava gli occhi a terra “Beh, sono qui, non è vero?” buttò fuori.

Esitando, evitai i suoi occhi e presi un respiro profondo. “È che… al terzo anno, quando Tate era in Francia,” gli dissi, “Zack mi chiamò e mi disse di voler organizzare una corsa tra di noi.”

“Cosa?” sputò fuori. “Come mai non ne ho mai saputo nulla?”

Alzai gli occhi, guardandolo. “Perché rifiutai. Lo avevo scordato fino a poco tempo fa.”

“Perché rifiutasti?”

Mi scappò una risata nervosa e feci spallucce. “Credo fossi spaventato dalla possibilità che tu potessi vincere e che io mi incazzassi. O che io potessi vincere e che tu ti arrabbiassi. È che… non avrei rischiato che qualcosa potesse cambiare, sai?” Continuò a guardarmi in modo confuso. “Nella nostra amicizia.”

Continuava a fissarmi, mentre le rughe intorno ai suoi occhi diventavano più profonde.

“Andiamo!” esalai, ridendo. “Eri davvero tutto ciò che avessi. Lo sapevi, vero? Eri il mio unico vero amico. L’unica cosa su cui potessi contare, e non avevo nulla da dimostrare con te, quindi perché rischiare?” Gli chiesi, non aspettandomi una risposta. Raddrizzandomi, gli dissi francamente, “Mi è sempre piaciuto non sapere chi fosse il migliore. Eravamo pari, e volevo che le cose rimanessero così. Essere tuo amico era l’unica cosa facile della mia vita. Non volevo rischiare che qualcosa cambiasse tutto ciò.”

Rimase senza parole, ed io non lo biasimai. Non ero solito ammettere cose del genere. Probabilmente pensava a qualche battuta da tirar fuori dal suo arsenale per stemperare l’imbarazzo.

“Quindi stai gettando la spugna?” mi accusò.

Mi raddrizzai, aggrottando le sopracciglia. “No, non sto abbandonando la gara,” sbottai. “Vuoi correre? Correrò. Sto solo dicendo che non abbiamo niente da provare. Voglio dire… dopo la corsa.”

Se dovesse vincere, sarò costretto a sentirne parlare per tutto il resto della mia vita. Se dovessi vincere, lui potrebbe cambiare. Non mi sfiderà più, perché saprà che io sono il migliore. E non volevo essere migliore di lui. Non volevo che pensasse che io fossi migliore o che la gente in questa città pensasse che fossi migliore in qualcosa. Non volevo competere con Madoc.

“Sì,” finalmente rispose. “Voglio dire… siamo giovani. Il Loop non andrà da nessuna parte. Possiamo correre in qualsiasi momento.”

“Sì. Assolutamente,” confermai. “Non c’è alcuna fretta.”

L’unico problema era che tutte quelle persone si erano presentate per vedere la gara. Forse, Tate avrebbe corso. Le sarebbe piaciuta quell’idea.

Ma il filo dei miei pensieri si interruppe quando alcuni ragazzini della folla si lamentarono, facendomi alzare gli occhi. “Ehi, quando gareggeranno i vecchi, così potremo correre?”

“Seriamente,” intervenne un altro, controllando il suo orologio invisibile e fissandoci. “Sono passate le nove. Non è ora che andiate a letto?”

“Piccoli cazzoni,” mormorò Madoc rivolto ai ragazzini che ridevano con i loro amici.

“Già,” ringhiai sottovoce.

“Lasciateli stare, ragazzi,” disse un ragazzino dai capelli neri accanto a loro. “È l’unica notte dell’anno in cui le loro mogli gli permettono di uscire senza i minivan.”

Mi morsi l’interno della bocca, mentre il mio battito cardiaco aumentava.

Finalmente.

Il sangue mi ribolliva nelle vene, e tutti i capelli sul mio collo si rizzarono mentre fissavo l’ultima generazione del Loop e la loro autostima compiaciuta. Ero stato anche io quel tipo di coglione a quei tempi?

“Sento di avere qualcosa da dimostrare ora. Tu?” Madoc alzò la voce.

Arricciai l’angolo della mia bocca. “Sì.”

“Spero che non ti dispiaccia qualche graffio sulla Boss.”

Scossi la testa. “Nah. Sempre che non ti dispiaccia qualche ammaccatura sulla GTO.”

“Niente affatto,” rispose, andando verso il lato del guidatore. “In ogni caso, è tempo che i ragazzi imparino ad aggiustare un’auto.”

Annuii, sentendo un fremito e l’eccitazione nello stomaco che potevano venire solo dal farmi un po’ incazzare.

Sorrisi a me stesso mentre tornavo alla mia auto.

Fottuti minivan. Sul serio?

 

 

Lucas(TRADUZIONE DI VANILLA E LAURA DELL’ATTI)

 

Fallon attraversò la pista,avvicinandosi dove ero appoggiato alla mia auto.Non potei fare a meno di ridere per il modo in cui  alzò gli occhi ed emise un sospiro. Era l’espressione che di solito aveva quando Madoc stava per fare qualcosa di stupido.

Ma quando alzò gli occhi e mi vide, si rianimò, facendo un sorriso stanco.

“Sai che stai per perdere più di quanto lasci”, disse  in piedi accanto a me e fissando la pista.

“Lui ti chiama il suo primogenito.”

Mi lasciai  sfuggire una risatina, guardando Madoc e Jared salire nelle loro auto mentre tutti liberavano la pista. I loro motori rombarono nell’aria notturna, e sentii le vibrazioni nel petto.

Notai  altre due vetture in fila con le loro e strinsi gli occhi, confuso.Pensavo che corressero  solo Jared e Madoc,ma si erano uniti altri nuovi drivers.

“Sentiremo tutti la tua mancanza, naturalmente, ma tornerai”, continuò Fallon ostentando sicurezza.

Restai in silenzio, non sapendo come rispondere.

Questa era la mia ultima notte in città. Madoc, il Fratellone che era stato più di un padre per me,mi aveva fatto promettere che mi  sarei presentato stasera per dire addio a tutti.

 

Ma credo che fosse più per lui e per  i bambini nella loro famiglia a  cui ero legato. Sapeva che non volevo vedere nessuno e che volevo solo andarmene il più lontano possibile da qui l’indomani.

La mia gola si serrò, e deglutii, sforzandomi di accontentare Fallon. “Sì,anche voi mi mancherete ragazzi,” ammisi.

I semafori sulle piste  iniziarono a lampeggiare, Fallon incrociò le braccia sul seno e alzò sulle punte  per vedere. I motori rombarono più e più volte, mentre la folla era in delirio. Non avevo  mai corso qui, non avevo mai mostrato molto interesse, ma mi sarebbe sicuramente mancato tutto questo…e loro.

 

Durante lo scorso anno  quando avevo finito il dottorato,ero andato  a Chicago all’ufficio di Fallon per partecipare  e prendere parte alla  gestione dei nostri clienti.Lei aveva preferito rimanere a Shelburne Falls, lavorando  ai suoi progetti da casa, mentre io gestivo  l’ufficio. Recentemente, tuttavia, avevo sentito il  bisogno di scappare. Avevo accettato  un lavoro con una ditta di New York ed  ero stato mandato  all’estero per lavorare con un team di architetti in Medio Oriente.

Era in programma un progetto lungo, e non vedevo l’ora di andare via. Era esattamente quello che mi serviva.

“Fai quello che devi fare, Lucas,” disse Fallon. “Saremo sempre qui per te.”

E speravo che fosse vero. Madoc sembrava un po’incazzato quando gli avevo detto che stavo per lasciare la città. Con la distanza, dubitavo che sarei tornato a casa  molto spesso.Jared, d’altra parte,era quello che  mi aveva giudicato quando gli avevo  chiesto se andare via per un po’ fosse la cosa migliore. Disse che lasciare i suoi amici, la famiglia, e  Tate era stata la cosa peggiore che avesse mai fatto, ma disse anche che non lo rimpiangeva  per un secondo. C’è bisogno di attraversare la merda e soffrire per imparare chi siamo, inoltre la distanza può farci vedere le cose nella giusta prospettiva e farci crescere’, bla, bla, bla … ma anche, ‘non aspettarti che il mondo si fermi  mentre non ci sei . Le cose cambieranno, ed è meglio che tu te lo aspetti. ‘

E poi mi disse  di smettere di chiedergli delle cose di  merda a cui non sapeva dare una risposta.

Guardai Jared, Madoc  e Jax in pista. Avevano belle famiglie ed erano innamorati fortunati di donne determinate e forti.Pensai che avessero  tutte le risposte e poi mi resi conto che avevano fatto tante cazzate come me.

L’unica differenza era che erano combattenti.Avevano rifiutato di fallire.

.Incrociai le braccia sul petto, serrai i pugni e irrigidii la  mascella. Dove era andata a finire la mia voglia di combattere? Non me ne fotteva nemmeno un cazzo?

“Woo hoo!”

Grida echeggiarono attraverso la pista, ed io sbattei le palpebre ridestandomi dai  miei pensieri.Guardai la luce rossa diventare gialla-i motori andavano ancora di più su di giri-e poi divenne  verde.E tutte e quattro le vetture scattarono, il loro scarico e il fumo  dei loro pneumatici annebbiò  l’aria e sollevò polvere.

Vidi  Fallon trasttenere il respiro quando   Madoc prese subito il comando.Osservammo quando svoltò alla prima curva, ma poi, tutto ad un tratto, si girò slittando per correre nella direzione opposta. La direzione da cui provenivano le altre vetture.

Gli altri piloti deviavano, sollevando più sporcizia sotto i loro pneumatici mentre suonavano il clacson.

Cosa diavolo stava facendo?

Fallon gemette e incrociò le braccia davanti al petto, le dita intrecciate. “È un tale idiota a volte.”

Guardai  Madoc fare retromarcia, premere sull’acceleratore, e cominciò a guidare all’indietro, deviando da una parte all’altra  e bloccando le auto che cercavano di passare,prendendo   in giro gli occupanti.

Risate riempirono la pista, e vidi  Fallon alzare gli occhi mentre Madoc rimaneva indietro a una distanza di    soli trenta miglia all’ora, tutto quello che poteva guidando nella direzione opposta era di rallentare  le altre auto e permettere a Jared  di accelerare.Vidi piloti incazzati agitare le braccia dai finestrini delle auto, e Jax che stava nello stand, curvo sul parapetto e rideva per ciò che stavano facendo alla gara il fratello e Madoc .

“Credo che stiano facendo un gioco di  squadra?” Pensai.

“Sì”, lei disse in un tono tagliente. “A quanto pare, avevano bisogno di misurare i loro cazzi contro un paio di ragazzi delle scuole superiori. Gli uomini non crescono mai. Senza offesa.”

Feci una risata, infilandomi le mani nelle tasche dei miei pantaloncini cargo. I ragazzi continuarono a girare intorno alla   pista, e non appena Madoc  ebbe la possibilità,schiacciò i freni e girò indietro  costringendo   le altre auto a sbandare e deviare di nuovo e lui  accelerò e  passò avanti   insieme a Jared,.

“Sai,” cominciò  Fallon, entrambi ancora guardavamo i ragazzi in pista, “domani non te ne andrai senza sensi di colpa. Credo che oltre a Madoc qualcun altro  sia arrabbiato con te. “

Mi voltai nella sua direzione, i suoi occhi fissi sull’erba. Seguendo il suo sguardo,notai Quinn su una coperta, sdraiata sulla pancia mentre disegnava sulla  rivista che portava sempre in giro con lei. Quella che Juliet le aveva dato per il suo quinto compleanno.

La figlia di Madoc, A.J., era seduta accanto a lei,a giocare con il suo cucciolo, e vidi  Quinn guardarmi per un breve momento.

Ma poi distolse rapidamente lo sguardo quando vide che la stavo guardando.

Sì. Aveva la mascella serrata, le labbra strette, e anche da qui notai che passava la penna sulla stessa linea  più e più volte, probabilmente strappando la carta sottostante. Le sue dita erano bianche come la neve, perché stringeva troppo  la penna.

Era senza dubbio incazzata.Mi accigliai. Quinn era solo una bambina, e anche se la famiglia scherzava sulla sua piccola cotta per me nel corso degli anni, lei aveva un posto speciale nel mio cuore. Non aveva avuto una vita facile, dopo tutto.

Beh, non aveva avuto  neanche una vita complicata. Aveva tutto quello che si  può desiderare,in quanto figlia di Jason  Caruthers. Ma aveva poca libertà. Il padre la proteggeva, e quando non lo faceva lui ,ci pensavano i fratelli.

Io ero quello che le aveva lasciato  fare cose che nessun altro le lasciava fare.

Ero  stato il primo a metterle in mano un fucile  fuori al poligono di tiro.Aveva nove anni, e mi sono dato uno schiaffo in testa per questo. E le ho anche fatto fare il suo primo  giro in moto quando aveva undici anni. Ora mi rendo conto che è stato un errore non farle mettere il casco ma non ci trovavamo in autostrada.Pensai che  tutti in famiglia mi avrebbero ucciso.

Scossi la testa, scacciando via  il timore di Fallon. “Be’,andrà al liceo in autunno, giusto? Sarà troppo occupata con i ragazzi e i problemi adolescenziali per ricordarsi  anche il mio nome. “

«Non ne sarei così sicura di questo”, ribatté lei. “Sei praticamente l’unico membro maschile non della sua famiglia a cui è permesso  girarle intorno.”

Sorrisi alla battuta, mi tolsi  il berretto da baseball e mi passai la mano tra i capelli prima di rimetterlo. “Beh, come ho detto … liceo. A tutti gli uomini della sua vita mancheranno i giorni in cui l’ho lasciata nuotare senza un giubbotto di salvataggio. Si accorgeranno che ero l’ultimo dei loro problemi. “

Fallon rise e poi alzò lo sguardo, fermandosi mentre sbirciava  la pista. «Oh, no,” borbottò. “Torno subito.”

Guardai anch’io  e notai che Kade stava litigando con un ragazzino che non conoscevo. Fallon si  precipitò e subito si mise  tra di loro.

Oltre le loro teste,vidi Jared e Madoc dirigersi verso la linea del traguardo, erano testa a testa. Guardai da vicino  man mano che si avvicinavano alla linea, e poi ….

Lo vidi.

Fu solo un momento,un attimo, ma ne ero abbastanza certo. Jared smise di accelerare.

Aveva fatto la stessa cosa anni prima, quando ero un bambino, e lo vidi gareggiare con Tate.Credo che nessuno lo abbia notato tranne me.Madoc tagliò il traguardo, e urla e applausi riempirono l’aria, tutti andarono verso il furgoncino dopo che le vetture erano passate.

Non ero sicuro perché Jared lo avesse fatto. Forse non voleva vincere, o forse voleva migliorare la giornata di Madoc.

O forse stava ripagando Madoc  per tutti gli occhi neri che gli aveva fatto nel corso degli anni e Tate  per le cinquanta sfumature di cazzone che era stato  al liceo.

Forse si sentiva solo in colpa.

Mi voltai e vidi Quinn che mi guardava di nuovo, ma ancora una volta  distolse velocemente lo sguardo.Sospirai, iniziando a sentire un po ‘di quel senso di colpa  di cui aveva parlato Fallon. Quinn mi conosceva da una vita.Immagino che avrei dovuto dirle ‘arrivederci’, anche quando tutto quello che volevo era andare via. Camminando, mi fermai accanto a lei e mi inginocchiai. “Mi mancheranno  i tuoi  croissant, sai?”

Il suo cipiglio aumentò mentre continuava a fissare la carta. “Probabilmente ci saranno cibo e ristoranti  migliori dove andrai.”

“Ma non saranno i tuoi.”

Stavo cercando di calmarla, ma senza riuscirci. Non volevo che fosse arrabbiata con me, ma sapevo che era difficile capire per una ragazza della sua età.

E c’erano cose che non potevo spiegarle in questo momento. Era troppo giovane. Dovrebbe essere felice ed eccitata senza preoccupazioni, e odiavo il fatto  che lei stesse sprecando anche un minuto del suo tempo a pensare che fossi degno di mancarle.

“Be ‘,allenati, okay?”Le diedi  un colpetto alla spalla con la mano. “Potrei tornare presto per una visita, e mi aspetto di provare alcune delle tue nuove ricette”.

“Non tornerai affatto,” mormorò, ancora senza guardarmi.

“Come lo sai?”

“Perché tutti mentono per  far sentire meglio le persone”.

Socchiusi gli occhi, studiandola. Da dove diavolo  le era venuto  un pensiero del genere?

Alla fine girò la testa e mi guardò, i suoi occhi marroni tristi. “Troverai nuovi amici e  ti dimenticherai di noi.”

Scossi la testa  senza avere  idea di cosa dire. Avrei stretto nuove amicizie nel posto in cui stavo andando? Probabilmente. Ero sicuro che sarei tornato? No. In questo momento, non avrei  voluto tornare qui.

Ma volevo che si sentisse meglio, quindi, senza pensare, mi tolsi il berretto e glielo misi sopra la sua testa, ridacchiando quando la parte con la  visiera le cadde sugli occhi.

“Tornerò,” affermai. “Dovrò riprendermi il mio cappello,giusto?”

Si tolse il cappello dalla testa,sgranò  gli occhi mentre lo osservava.

“Non puoi darmelo”,disse stupita.Sapeva che era di mio padre e quanto mi piacesse. Ma per qualche motivo, non mi sarebbe mancato pensando che per lei significava qualcosa.

“L’ho già fatto,” ribattei. “Quindi abbine cura, va bene?”

In piedi,le feci un ultimo sorriso prima di voltarmi e andare verso la mia auto. Avevo bisogno di andarmene di qui. Stavo mentendo a lei. Stavo mentendo a tutti. Non avevo intenzione di tornare, anche per il berretto da baseball. Solo che non volevo che mi odiassero. Lei era l’unica persona che pensava ancora che io significassi qualcosa. TRADUZIONE DI VANILLA

 

“Lucas” Sentii un urlo dietro di me. (TRADUZIONE DI  LAURA)

Mi voltai in tempo per vedere Quinn scavare nel suo zaino ed estrare qualcosa di piccolo. Correndo verso di me, mi diede una custodia di metallo rotonda.

“Ora devi ritornare.” Sorrise, e poi scappò via, tornando a sedersi a terra.

Aggrottando le sopracciglia, confuso aprii la mano, riconoscendo immediatamente la bussola che sua madre le regalò un anno per Natale.

Merda. Era vintage ed un cimelio di famiglia. Se lei non lo avesse voluto indietro, lo avrebbe voluto la sua famiglia. Non potevo tenerlo.

Lo capovolsi, studiandolo e vedi le parole incise sul retro. “La felicità è una direzione, non un luogo.”

L’irritazione mi surriscaldò la pelle, le parole mi colpirono più duramente di quanto avrebbero dovuto. Esse implicavano che non importava dove andassi, nulla sarebbe realmente cambiato.

Dovevo dargliela vinta. Sapeva come peggiorare una situazione già brutta.

Sospirai, feci un passo avanti per riportare la bussola a Quinn, o a qualcuno della sua famiglia, ma vidi suo padre dirigersi verso di lei, ed io mi fermai, guardando.

Non veniva mai al Loop. Cosa diavolo ci faceva lì?

“Quinn!” chiamò, la cravatta sciolta intorno al collo. “Prendi le tue cose. Stai per ritornare a casa.”

Lei alzò la testa di scatto, guardandolo sorpresa.

Ma Madoc intervenne immediatamente, avvicinandosi a suo padre. “Che diavolo c’è di sbagliato? Perché non può rimanere?”

Mr. Caruthers lo ignorò, portando fretta a sua figlia la quale era piegata sulle ginocchia e stava afferrando lo zaino. “Ora,” ordinò.

“Papà, cosa stai facendo?” abbaiò Madoc, con il viso adirato. “Abbiamo già parlato di tutto ciò con Katherine.”

Quinn si alzò, abbassando il mio berretto da baseball sugli occhi e aggrappandosi alle cinghie dello zaino mentre guardava a terra, probabilmente imbarazzata.

“Sono quasi le dieci di sera,” disse suo padre a Madoc, “ha una tabella di marcia. Ha una giornata piena domani, e non voglio che vada in giro per tutta la città a tutte le ore.”

“Non va in giro per la città,” intervenne Jared con voce dura. “È con la sua famiglia.”

“Papà, seriamente,” Madoc parlò di nuovo. “Sta bene.”

“Bene?” lo sfidò, guardando austeramente suo figlio. “È una ragazza adolescente, e forse tu hai più fiducia nei tuoi figli affinché siano circondati da questi elementi e non ne siano influenzati, ma io ho cresciuto un adolescente, Madoc.”

“Questo cosa dovrebbe significare?”

“Vuol dire che sarei dovuto essere più duro con te,” suo padre abbassò la voce mentre Fallon, Tate e Juliet si avvicinavano. “Avrei dovuto essere lì per te, avrei dovuto stabilire delle regole e fartele rispettare. Non farò questo sbaglio di nuovo. Quinn avrà un buon padre.”

“Io sono cresciuto bene!” Madoc quasi si mise a ridere.

Ma suo padre strinse la mascella. “Sei quasi diventato padre a 16 anni,” ribatté.

Madoc si raddrizzò immediatamente, la rabbia attraversò il suo volto mentre Fallon chiudeva gli occhi, voltando il capo.

Padre a 16 anni? Beh, quella era una cosa che non sapevo. Merda.

“Non è stata colpa tua,” aggiunse Mr. Caruthers a suo figlio. “Fu colpa mia, e non commetterò di nuovo lo stesso errore.” E voltandosi verso Quinn, la esortò, “Andiamo.”

Si girò, camminando verso la sua macchina mentre lei lo seguiva lentamente. Lei si voltò, tuttavia, e vidi i suoi occhi pieni di lacrime mentre mi fissava. Quinn non piangeva mai, e un feroce istinto di protezione scalpitò nella mia testa, ero quasi arrabbiato mentre tutti noi la guardavamo andare via.

Il mio cuore iniziò a battere sempre più forte, ero teso, sentivo un nodo nello stomaco talmente stretto che pensavo sarei esploso. Era più di quello che avevo provato in mesi.

Ma io ero acciaio. Non mi mossi.

Stavo per andare via, e se avessi deciso di ritornare, non lo avrei fatto che dopo molti anni. Avevo bisogno di spezzare la mia connessione con questo posto e con queste persone. Essere gentile, attento, premuroso e un cagasotto era ciò che mi aveva cacciato in questo casino, e mentre guardavo Jason Caruthers andare via con sua figlia, ignorai il suo piccolo cenno e abbassai gli occhi a terra.

Non mi importava.

Non mi importava che Madoc fosse deluso da me o che Fallon fosse preoccupata. E non mi importava di Quinn o del fatto che mi ammirasse. Domani sarei andato via, e lei se ne sarebbe fatta una ragione il più presto possibile. I ragazzi avevano la memoria corta.

Sentendo la bussola nel palmo, camminai verso Madoc per restituirgliela, ma poi i miei occhi si abbassarono, vedendo il diario di Quinn aperto e posato al rovescio per terra. Nella fretta, doveva averlo scordato.

Madoc prese sua figlia, e senza alzare lo sguardo, ebbi la sensazione che tutti stessero andando lentamente via.

Abbassandomi, raccolsi il diario e voltai velocemente la testa, vedendo i fanali posteriori della BMW di suo padre andare a tutta velocità lungo la strada.

Madoc avrebbe potuto restituirglielo prima che lo perdesse.

Lo presi per chiuderlo, ma vidi subito che si trattava di una pagina riempita di scarabocchi neri e mi fermai, aprendolo per guardarlo.

Come ottengono le strisce nel dentifricio?

Socchiusi gli occhi. Cosa?

Studiando la pagina, continuai a leggere. Quale fu la prima lingua? Perché la colla non si incolla all’interno della bottiglietta? Ring di pugilato. Perché non dovrebbe essere chiamato quadrato di boxe? Come mai i sensitivi non vincono mai alla lotteria?

Un sorriso si aprì sul mio viso, sfogliai il diario, vedendo che ogni pagina, fronte-retro, era stata utilizzata interamente. Nessuna data, nessuna frase completa. C’erano solo linee su linee di scarabocchi insensati, piccoli disegni, grandi disegni, ricette, liste, pensieri casuali, e… domande.

Domande su ogni pagina.

Perché inchiodano le bare chiuse? Le sopracciglia sono considerate capelli facciali? Come si ammanetta un uomo monco? Se i fantasmi possono attraversare i muri e scivolare sui gradini, perché non attraversano i pavimenti? La misura delle piccole barrette di cioccolata è definita divertente. Ma non sarebbero più divertenti da mangiare se fossero più grandi?

Mi misi a ridere. Sì, domande.

Ricordai che suo padre – e Jared, Madoc e Jax – quando era piccola si lamentavano perché faceva troppe domande. Era sempre curiosa di tutto, e annoiava anche me, di volta in volta. In realtà, ogni attività quotidiana che coinvolgeva Quinn prevedeva anche una pausa per rispondere a tutte le sue domande.

Quindi Juliet le diede un diario. Lei avrebbe potuto scrivere le sue inutili domande, e Juliet l’avrebbe aiutata a trovare le risposte. Dopo alcuni anni, Quinn smise tuttavia, di cercarle. Suppongo che volesse solo fare le domande. Solo chiedere.

Tornando indietro alla pagina su cui stava lavorando oggi, passai la mano sulla carta frastagliata, sformata dai segni della sua penna, e individuai un’ultima domanda giù sul fondo.

Che cosa succederà se si sposerà prima che io diventi grande?