Bentornati nel Vecchio Regno, dove la magia e il mistero si muovono lenti e animano ogni pagina, dove il potere dei vincoli e la Sapienza della Briglia sapranno incantarvi!

Ci sono libri belli, libri indimenticabili e…IRRINUNCIABILI! Dei moderni classici da (ri)leggere assolutamente!

Sabriel

Garth Nix

Titolo originale: Sabriel (The Abhorsen Chronicles: Book 1)

Fazi Editore Collana: LAINYA

Data pubblicazione: 05-05-2022

Traduzione di Daniela De Lorenzo

Garth Nix, stella del firmamento della letteratura fantasy, torna in libreria con Sabriel, il primo capitolo della trilogia del Vecchio Regno: ormai un grande classico.

Sabriel studia in un prestigioso college per sole ragazze non lontano dal Muro che divide il territorio di Ancelstierre dal magico e pericoloso Vecchio Regno, dove suo padre ricopre la carica di Abhorsen, il protettore che ha il compito di impedire ai morti di tornare nel mondo dei vivi. Da quando la famiglia reale è decaduta, i morti sono diventati sempre più forti e intrepidi, minacciando di sopraffare l’intero regno. Quando il padre di Sabriel viene imprigionato nel mondo della Morte da una pericolosa creatura, la ragazza si mette in viaggio per salvarlo. Lungo la strada, troverà come compagni di viaggio Mogget, un antico spirito costretto nella forma di un gatto bianco, e il giovane mago Touchstone, che verrà liberato da un incantesimo durato decenni ma rimarrà intrappolato sotto il peso di dolorosi ricordi. Ogni passo nelle profondità del Vecchio Regno li avvicinerà a minacce mai viste prima, che costringeranno Sabriel ad affrontare il proprio destino in una battaglia con le vere forze della vita e della morte. Chi proteggerà i vivi quando i morti torneranno?
Incluso nella lista di «Time» dei migliori cento libri young adult di sempre, Sabriel è uno straordinario viaggio di formazione in un mondo pieno di magia e mistero, dove le forze magiche circolano libere e il confine tra la vita e la morte è sempre più labile

Sabriel di Garth Nix, primo volume della trilogia de Il Vecchio Regno finalmente in libreria grazie a Fazi Editore, un classico moderno, un punto di riferimento del genere fantasy. Anche per tanti autori amatissimi che ne riconoscono il peso letterario. Forse grazie a questo volume Laini Taylor ha affinato la capacità evocativa della sua prosa ricchissima; magari Sarah J. Maas si è ispirata alla forte e determinata protagonista di questa trilogia per tratteggiare le sue eroine; forse Leigh Bardugo ha tratto molto dalla potenza espressiva dell’’immaginario di Nix… chissà, sicuramente questa trilogia è un riferimento.

Un grande fantasy, un romanzo di formazione con tutti gli elementi del genere, con i contesti e gli elementi altamente immaginativi (esseri soprannaturali, mondi alternativi, creature fantastiche e magia) verosimili ma legati al mondo della fantasia e del fiabesco, per accrescere l’impatto emotivo sul lettore.

Metaforicamente ci parla dell’ avventura della vita su più piani, ambientando la vicenda in un mondo vicino e lontano, per raccontare la storia di una ragazza, speciale, che da tempo non si sente più una “ragazza”

La morte e ciò che veniva dopo non erano un mistero per Sabriel. Anche se lei avrebbe preferito diversamente.

Sabriel è il primo libro della Trilogia Abhorsen e racconta la storia di una giovane segnata fin dalla nascita e chiamata a un grande destino. Studente del Wyverley College, si prepara alla fine del corso di studi tra incertezze e progetti, come le sue coetanee. Sabriel tuttavia è la figlia di Abhorsen, il negromante.

Colui che chiama e vincola 

Sabriel ha già conosciuto la Morte.

«Gli strumenti di mio padre», sussurrò. «I ferri del negromante». «Ma sulla campana ci sono dei segni della Briglia… e anche sul manico!», intervenne la magistrix, che osservava affascinata. «La negromanzia è magia primigenia, non è soggetta alle regole della Briglia…». «Nel caso di mio padre è diverso»

Conosce e padroneggia i segni della Briglia, della magia tradizionale, ma ci sono aspetti oscuri della Morte e dei suoi vincoli.

Un messaggero. Una notizia che è un sospetto: suo padre è intrappolato nella morte ma non è ancora morto…

Cos’era mai potuto succedere perché si ritrovasse intrappolato nella Morte? E lei, cosa sperava davvero di fare una volta arrivata nel Vecchio Regno?

Una spada, le campane, una eredità ingombrante e una missione da intraprendere.

Un incontro inaspettato nella casa paterna, Mogget, dona alla missione di Sabriel brio, spazzando le           tinte fosche e la nebbia di mistero che avvolge altre figure terribili come le Mani a servizio della Morte e il Mordicant, un essere capace di muoversi tra la Vita e la Morte, un amalgama di argilla di palude e sangue umano, plasmato e infuso di magia primigenia, incarnazione del male.

…sette mistiche campane. 

“Ranna”, disse ad alta voce, toccando la campanella piu’ piccola. Ranna era la Portatrice di Sonno, il cui suono dolce e sommesso portava il silenzio.

“Mosrael.” La seconda campana, stridula e chiassosa. Mostrael era Colei che Desta, la campana che Sabriel non avrebbe mai usato, quella che agiva come un’altalena, gettando chi la suonava nel Regno dei Morti e riportando in vita chi l’ascoltava.

“Kibeth.” La Vagabonda, una campana dagli svariati suoni, difficile e ostinata. Poteva dare libertà di movimento a un Morto oppure spingerlo oltre il Cancello più vicino. Più di un negromante era stato tratto in inganno da Kibeth e spinto laddove non voleva.

“Dyrim.” Una campanella dal suono limpido e aggraziato, rappresentava la Voce che i Morti hanno perduto, ma era in grado anche di bloccare una lingua un po’ troppo sciolta.

“Belgaer.” Un’altra campana ingannevole, che tentava di suonare a proprio piacimento. Era la Pensante, quella che i negromanti disdegnavano. Poteva ripristinare un pensiero indipendente, la memoria e tutte le caratteristiche di un essere vivente, oppure, se maneggiata in maniera incauta, cancellarle.

“Saraneth.” Il suono della forza, Saraneth era Colei che Lega, la campana che incatenava i Morti alla volontà di chi l’adoperava.

E infine la campana più grande, quella che alle dita di Sabriel parve ghiacciata, anche se ancora racchiusa nella tasca di pelle.

“Astarael, l’Addolorata”, sussurrò Sabriel. Colei che Bandisce, la campana finale, quella  che spediva chiunque l’ascoltasse nel Regno dei Morti, incluso chi l’ascoltava,

Prende forma il mondo che li circonda, il mondo dell’Antico Regno, dove Sabriel deve viaggiare, un luogo che sembra più che desolante, diverso da Ancelterra, dove è vissuta e cresciuta, eppure Sabriel appartiene a quell’antico reame. In fondo perfino la morte non è un limen, non è un confine ma un luogo da vivere. Una ambientazione vera e propria, con uno spazio e un tempo in cui la protagonista agisce, superando varchi e cancelli, attraversando corsi gelati dell’oblio. Magia e campane le consentiranno di ripercorrere i passi  dell’Abhorsen

«È il viandante a scegliere il sentiero o il sentiero che sceglie il viandante?», disse Sabriel. Queste parole, pregne di echi magici…

Un principe spadaccino, intrappolato da secoli tra i rimorsi e in un limbo di dolore grazie a un maleficio, sarà un incontro decisivo. Tutto sembra trovare compiutezza, senso e nuovo ritmo. La ricerca diventa una caccia, gli eventi incalzano e il nemico mostra il suo volto.

Sappi solo che il mondo sta scivolando verso il male

Inevitabile il conflitto con il temibile Kerrigor. Lo scontro finale è toccante, la soluzione finale sorprendente. Scenari e personaggi forti ci introducono a questa avventura, Sabriel è una eroina determinata, coraggiosa, trae forza dal suo talento e dai suoi poteri. In lei c’è una energia potente, a stento trattenuta, tanto da farne un personaggio magnetico che sappiamo sarà destinata a grandi imprese. L’ ambientazione è frutto di un grande disegno, l’ aspetto più avvincente e stimolante è la rappresentazione della Morte come spazio e tempo dilatato in cui far  uovere i personaggi, non un semplice “varco”. L’ Aldilà nella tradizione letteraria è l’oltretomba, può essere un’esperienza incredibile e terrificante per i pochi eletti che hanno la possibilità di visitarlo. Da sempre ha assunto l’idea di un passaggio, di un rito, qui come ci insegna la tradizione classica, Morte è  parte del mondo, della fisicità e della spazialità terrena, elementi fondamentali di quell’esperienza che la protagonista vive

Sabriel sentì subito quel vortice di energia che conosceva così bene, la sensazione di precipitare in una galassia di stelle infinita. Dove le stelle erano simboli della Briglia, legati tra loro in una grande danza senza principio e senza fine, che attraverso le sue evoluzioni conteneva e descriveva il mondo intero. Sabriel sapeva decifrare solo una piccolissima parte di quei simboli ma ne conosceva bene la danza e si sentì inondare dalla purezza della Briglia…

Un testo che è stato pubblicato anni fa, necessariamente mostra un impianto narrativo tradizionale, circostanza che non necessariamente è un difetto, poiché la storia prende il suo tempo, come ci si aspetta dal primo volume di una serie, in cui si mettono le basi del world building, si tratteggiano i personaggi, si piazzano gli inneschi della trama per oliare il motore della narrazione che già nella seconda parte del libro è a pieni giri. Il mondo di Altierre è inevitabilmente meno convulso del nostro contemporaneo ma questo non inficia anzi esalta lo stridente contrasto con la quotidianità e fa concentrare l’atrnzione sul Vecchio Regno, dai tratti medioevali sfuggenti e misteriosi, di cui ancora non sappiamo nulla…in effetti, c’è tanto che dobbiamo scoprire.

Nulla è come sembra. Neanche la Morte.

Saffron

ARC courtesy of Fazi in exchange for an honest review