“C’era una volta una fanciulla che viveva in una piccola città di un piccolo mondo. Era molto felice, o almeno si convinceva di esserlo. Come tante ragazze, amava sperimentare diversi look e apparire come qualcuno che non era. Ma, come troppe ragazze, era stata minata dalla vita, finché, invece di trovare ciò che era adatto a lei, si era camuffata, nascondendo le parti di sé che la rendevano diversa. Per un po’ aveva lasciato che il mondo la ferisse, e infine aveva concluso che era più sicuro non essere affatto se stessa.”
TITOLO: Sono sempre io
AUTORE: Jojo Moyes
EDITORE: Mondadori
DATA DI PUBBLICAZIONE: 30 gennaio 2018
PAGINE: 440
PREZZO: € 9,99 (ebook) – € 16,15 (copertina rigida)
Salve Dame! Ho letto per voi “Sono sempre io”, di Jojo Moyes.
Volete sapere cosa ne penso?
E allora venite con me!
SINOSSI:
Lou Clark sa tante cose… Ora che si è trasferita a New York e lavora per una coppia ricchissima e molto esigente che vive in un palazzo da favola nell’Upper East Side, sa quanti chilometri di distanza la separano da Sam, il suo amore rimasto a Londra.
Sa che Leonard Gopnik, il suo datore di lavoro, è una brava persona e che la sua giovane e bella moglie Agnes gli nasconde un segreto. Come assistente di Agnes, sa che deve assecondare i suoi capricci e i suoi umori alterni e trarre il massimo da ogni istante di questa esperienza che per lei è una vera e propria avventura. L’ambiente privilegiato che si ritrova a frequentare è infatti lontanissimo dal suo mondo e da ciò che ha conosciuto finora.
Quello che però Lou non sa è che sta per incontrare un uomo che metterà a soqquadro le sue poche certezze. Perché Josh le ricorda in modo impressionante una persona per lei fondamentale, come un richiamo irresistibile dal passato…
Non sa cosa fare, ma sa perfettamente che qualsiasi cosa decida cambierà per sempre la sua vita. E che per lei è arrivato il momento di scoprire chi è davvero Louisa Clark.
Dopo Io prima di te e Dopo di te, Jojo Moyes regala ai suoi lettori una storia meravigliosa e coinvolgente, caratterizzata da personaggi autentici e indimenticabili a cui è impossibile non affezionarsi e da una voce sincera ed empatica.
RECENSIONE
Chi era Louisa Clark, a proposito? Ero una figlia, una sorella, perfino una specie di madre per un certo periodo. Ero una donna che si prendeva cura degli altri ma che sembrava non avere idea di come prendersi cura di se stessa, perfino in questo momento.
Oh, Lou.
Certo che ne hai passate tante, eh?
Personalmente ti ho amato, odiato, capito. Poi di nuovo odiato. Ora? Ora ti stimo e, forse, ti invidio.
Mi hai accompagnato in tutti quelli che sono stati gli stadi di accettazione del dolore. I miei, beninteso.
Mi sono ritrovata tanto in te e leggere le tue avventure è stato sicuramente catartico.
Nel primo dei libri che mi hanno raccontato la tua vita ho divorato il tuo dolore, confrontandolo col mio in una bieca guerriglia lacrimosa. Will mi aveva conquistata e, sebbene fossi arrivata a leggerti quando già il tuo “caso” fosse di dominio pubblico, ho sperato fino alla fine in qualche fantomatico accordo di silenzio.
Speravo che, magari, ci fosse un capitolo extra con Will vivo e vegeto, felice accanto a te.
Never a joy, ça va sans dire.
Sono passata poi al secondo libro, cara Lou, e devo confessarti che, in quelle pagine, non mi hai trasmesso nulla se non odio.
Come ha potuto dimenticarlo? Pensavo fra me e me.
Io ero ancora persa nel mio dolore e tu invece andavi avanti.
Come si è permessa? Con un paramedico, poi!
Non ci siamo proprio trovate in quel libro, Lou.
Ho pertanto affrontato questo tuo nuovo con curiosità e ingordigia.
Sarà davvero partita? Mi chiedevo.
Avrà davvero avuto il coraggio necessario per mollare tutto e tutti? Mi domandavo.
Volevo risposte, Lou.
«Sono a New York, Nathan. Sono davvero qui.»
Lui mi diede una stretta sulla spalla.
«Già. Sei proprio qui.»
Ce l’hai fatta! Hai davvero tagliato di netto il cordone ombelicale che ti legava indissolubilmente ai ricordi, hai aperto le finestre del tuo cuore per far entrare aria nuova e pulita.
E finalmente, dopo pagine e pagine, ci siamo rimesse in pari.
Abbiamo ora entrambe voglia di ricominciare, di riprendere in mano la vita che ci sfida di continuo e di sorridere. Di metterci in pista, di nuovo.
«Ma ho un piano: fare qualcosa di nuovo ogni settimana e dire di sì.»
«Dire di sì?»
«Alle novità. Will mi ripeteva sempre che mi precludo nuove esperienze. Perciò il mio piano è questo.»
Che poi, Lou, non ti stupirai nell’apprendere che è anche il mio piano!
TI ho ritrovata all’aeroporto, ho seguito i tuoi occhi sfidare grattacieli e guglie, mi sono persa con te nell’ammirare la Grande Mela, dove ogni angolo è brioso, frizzante, nuovo.
Alzai gli occhi offuscati di stanchezza ed ecco Manhattan, dall’altra parte del Ponte di Brooklyn, scintillante come milioni di schegge dentellate di luce: maestosa, patinata, incredibilmente compatta e bella, un’immagine così familiare grazie alla televisione e ai film che quasi non riuscivo a credere di vederla dal vivo. Mi raddrizzai sul sedile, ammutolita, mentre ci avvicinavamo alla metropoli più famosa del pianeta. «Non ci si stanca mai di guardarla, eh? Giusto un po’ più imponente di Stortfold.» Credo che fino a quel momento non me ne fossi davvero resa conto. La mia nuova casa.
Sono stata con te ogni giorno, Lou.
E la cosa strana è che, nonostante tu mi abbia raccontato per filo e per segno ogni particolare dei tuoi nuovi datori di lavoro, dei colleghi, dei tuoi nuovi vicini, io abbia focalizzato tutta la mia attenzione su di te.
Cambiavi attimo dopo attimo, Lou, senza che neanche te ne accorgessi.
Sei diventata grande, diversa, ma al contempo sei sempre rimasta tu.
Hai provato ad accettare finanche compromessi, ma poi alla fine non ti sei venduta: non hai tradito la fiducia che ognuno dovrebbe avere verso se stesso e, nonostante ciò, hai avuto una metamorfosi imponente, decisiva, di quelle che stravolgono.
Esistono tantissime versioni di noi stessi, e tra queste possiamo decidere quale fare nostra.
Hai inseguito l’amore, Lou.
L’hai cercato, sfiorato, trovato, perso.
Immaginato.
Hai fatto di tutto per non perderlo e alla fine hai capito che l’amore più importante, quello che ti riscalda, che ti ammalia, che ti dà forza è quello che tutti noi dovremmo avere verso noi stessi.
Sei stata toccata da drammi così fortemente destabilizzanti da essere capita solo da chi, come te, ha avuto il cuore gonfio di dolore.
E proprio per questo, cara Lou, ti stimo.
Perché sei andata avanti mutando, ma non cambiando.
Hai reinventato te stessa, adattandoti senza stravolgere neanche una virgola della tua personalità.
Sei dolore e gioia, sorrisi e lacrime.
“C’è una grande consolazione nel fare semplicemente qualcosa che ti piace.”
Grazie, Lou, per avermi fatto ancora una volta pensare che è vero che le tragedie esistono, ma che un fiore di campo nato fra le macerie è ancor più prezioso di un’orchidea di serra.
Alla prossima,Laura Gaeta
Storia