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Sinossi

Marinella è una ragazza del Nord, una studentessa universitaria giovane ed emancipata. Nicola è un uomo del Sud, legato alle responsabilità di nobile proprietario terriero, vincolato alle tradizioni; per questo, è intenzionato a far in modo che il nome di famiglia venga tramandato almeno da suo fratello.
Marinella ha dato il suo ultimo esame e finalmente può iniziare le vacanze, raggiungendo gli amici nel Salento da dove prenderanno un traghetto per la Grecia. Viaggia da sola in auto attraversando l’Italia, ma viene coinvolta in un tragico incidente. Quando riemerge dal coma, non ricorda nulla di quella sera, apprende soltanto che, apparentemente, a causa sua un uomo e una donna sono deceduti e con loro il figlio che aspettavano, il futuro conte De Luca. Questo è quello che le dice l’uomo dagli occhi di ghiaccio che non ha mai lasciato il suo capezzale e che ora le chiede di diventare sua moglie e rimediare così alla sua colpa dandogli un erede, dopo di ché sarà libera di andarsene.
Per uno strano gioco del destino, la vita di Marinella si incrocia con quella del conte Nicola De Luca al quale la ragazza si ritrova sposata per vendetta: ma sarà davvero una vendetta o quello che è cominciato come un matrimonio di finzione potrà rivelarsi un amore struggente e passionale?

Posso dirlo? Adoro questa consapevolezza, la maturità di essere autoironiche e scrivere con impegno ma senza prendersi troppo sul serio…consapevoli di regalare momenti di pura evasione, secondo la nobile tradizione dei romanzi rosa di una fortunata collana Harper Collins che faceva furore negli anni in cui la mamma di Mr.Cinquanta Sfumature era sconosciuta e non aveva sdoganato il genere; secondo l’insegnamento prezioso della mitica Liala, autrice pioniera dei romanzi d’appendice cui tanto dobbiamo per la storia dell’emancipazione e dell’alfabetizzazione, grazie al contributo effettivo della letteratura rosa – non storcete il naso benpensanti, i romanzi “melensi” da “femmine” hanno un ruolo fondamentale nella nostra cultura popolare e un peso specifico notevole nella editoria internazionale…
Anche in Italia sono state operazioni culturali vere e proprie che ricordano la tradizione delle soap e delle novelas in contesti socio-culturali latino americani.
Mi piace la maturità di una donna che gioca a sognare e regalare alle sue lettrici la fantasia bollente e la passione indomabile da sospironi -come quelli delle signorine di un tempo- la consapevolezza di una autrice che si prende la libertà consapevole di scrivere un romanzo breve senza velleità, per puro sano piacere.
Mi piace la coscienza dei propri punti di forza e dei propri limiti. Quello spazio di “confidenza” in cui si muove l’autrice, dove riesce a riprodurre il meglio: rendere speciale la quotidianità con brevi tocchi decrittivi sempre incisivi, i suoni e i colori del Salento, il fascino di una masseria di qualche decennio fa, il gusto dei pasticciotti e di un Negramaro, i profumi e le note di una canzone lontana che si perde nella  terra salentina dove fa fatica ad arrivare la Beat generation e la rivoluzione sessantottina.

Apprezzo questa consapevole calda evasione, quasi un omaggio nostalgico ai romanzi che rubacchiavamo alle madri o alle sorelle maggiori, che trovavamo in spiaggia abbandonati sotto un ombrellone, ci scambiavamo con le amiche in complicità.
E quindi ci sta pure nostro signore di ogni sogno proibito e di ogni pensiero peccaminoso David Gandy come volto ad incarnare la figura del conte Nicola, protagonista di questa storia. Enjoy girls…

Bellissimo nobile e austero, prepotente e magnetico, retrogrado ma galantuomo. Sotto ricatto emotivo e facendo leva sul senso di colpa, costringe la giovane emancipata protagonista ad un matrimonio “riparatore” particolare: assicurare un erede alla casata de Luca, dopo la morte del fratello e della cognata nello stesso incidente di cui è stata vittima la ragazza. Incidente dalle circostanze e responsabilità fumose e misteriose…

I capelli riprendono a svolazzare attorno al mio viso e io non posso far a meno di pensare con tristezza che il suo abbraccio è come quei fichi d’India: dolce, ma pieno di spine.

Come può odiarmi così tanto e, al contempo, volermi? Forse è solo il mio corpo ad attrarlo e quello che può dargli. Non devo dimenticarlo, nemmeno quando mi sento sciogliere al tocco delle sue mani sapienti.

Marinella si perde tra le sue braccia, nelle notti estive carice di profumi inebrianti e campestri, tra il frinire dei grilli e musiche lontane, nelle giornate assolate di lavoro e tradizione secondo gli antichi ritmi della terra, tra il canto delle cicale e i sapori intensi. Nicola è passione pura, come la sua terra, piena di contraddizioni e fascino.
Eppure sarà proprio l’amore per questa terra ad avvicinarli,  la dedizione e l’orgoglio di possederla. Amare e proteggere.

In modo dispotico, possessivo, geloso. L’unico che Nicola conosce.

Dio! Sto diventando paranoico!, si disse. Questa donna mi farà andare fuori di senno. Si è impossessata di tutti i miei pensieri e non posso nemmeno svelarglielo perché, se sapesse, fuggirebbe da me…

La tenerezza della nipotina acquisita compensa in parte l’astio e la ruvidezza del marito, Marinella fa tesoro degli attimi brevi di spensieratezza e di complicità con la cognata, delle meraviglie offerte dalla sua nuova casa.

Non c’è quasi nessuno in questa ventosa mattina d’estate, lo sguardo vaga tutt’intorno, sull’ocra delle pietre in contrasto con il blu del mare e sul grande faro candido che svetta poco dietro. Mi affaccio alla balconata che guarda la costa, cercando di scorgere l’immaginaria linea di demarcazione che divide l’Adriatico dallo Ionio e una vertigine mi coglie: davvero ho l’impressione che questo sia de finibus terrae, come dicevano gli antichi Romani, il punto in cui finisce la terra.
Mi sento sospesa come in un limbo, nel quale solo ora mi accorgo di essere scivolata piano piano da quando, al mio risveglio in ospedale, Nicola mi ha proposto di sposarlo e io, ammaliata dai suoi occhi di ghiaccio e schiacciata dal senso di colpa, non ho potuto rifiutare, accettando di farmi condurre fin qui, lembo estremo oltre il quale non si può più andare; solo restare o tornare indietro…
Entro nella frescura della chiesa, accecata dall’improvvisa oscurità del suo interno in contrasto con la luce abbacinante del sole, e a piccoli passi giungo fin davanti all’altare dove, inginocchiata, prego a lungo per la famiglia che ho distrutto nell’incidente, per Nuccia, per Adriana e per me stessa, perché Nicola possa perdonarmi, un giorno.

La passione consuma i due protagonisti e li divora con una forza che ricorda questa terra bruciata dal sole e sferzata dal vento, terra di due mari che si fondono, come Marinella e Nicola. Tra sospetti e segreti il loro amore è come una pizzica, la seduzione a  ritmo indiavolato. Basterà?

Caldo, piacevole, ben costruito e da sospironi…un tocco retrò per le più cresciutelle di noi e un’impronta diversa un po’ vintage per le giovanissime.
Per chi vuole staccare da tutto e tutti e rifugiarsi per qualche ora nella pura evasione. Provare per credere

Saffron