Tappa 3 blog tour
DESIDERIO DI VENDETTA di Maya Banks
Il clan Kelly
(la loro famiglia “allargata”)
In occasione dell’uscita di DESIDERIO DI VENDETTA, sesto volume della serie romantic suspence KGI di Maya Banks, Harem’s book ha avuto il piacere ed il privilegio grazie a LEGGEREDITORE di organizzare il blogtour, insieme con altri blog amici, per presentare al pubblico italiano questa nuova emozionante storia.
L’autrice, conosciuta anche in Italia per lo stile inconfondibile dall’erotismo caldo e deciso, ha inaugurato la serie romantic suspence della KGI, acronimo di The Kelly Group International. Una serie di romanzi in cui passione e pericolo sono mirabilmente intrecciati, tra desiderio e azione. Per voi pura eccitazione, in ogni pagina: dai brividi di desiderio a quelli dell’adrenalina.
La KGI è un’organizzazione para-militare pseudo-segreta a conduzione familiare, composta da ex-soldati, appartenenti ai corpi speciali dell’esercito e della marina statunitense (ex-Seals, ex-Marines, ex black ops etc.) cecchini e agenti segreti. Il KGI deve combattere i criminali internazionali e scongiurare disastri a livello planetario, con sofisticate operazioni di intelligence. Il loro compito è intervenire nelle zone grigie della lotta al crimine, dove si fermano le agenzie del governo statunitense, insomma “fare il lavoro sporco”, con discrezione: recupero ostaggi, missioni top secret contro terroristi e criminali di guerra, controspionaggio. Missioni delicate, se non impossibili, che richiedono alta specializzazione, intraprendenza e una generosa dose di discrezione. I membri della task-force sono intelligenti, addestrati al pericolo ed estremamente preparati. Di fronte al dovere, ad una missione sanno agire. Si tratta di dedizione. I protagonisti sono fuoco puro. E fanno scintille. Maschi alpha, concentrato di testosterone sex-appeal coraggio e determinazione…e non solo.
Ieri abbiamo avuto il piacere di presentarvi i fratelli Kelly (https://haremsbook.com/tappa-3-blog-tour-desiderio-di-vendetta-di-maya-banks-i-fratelli-kelly/)ed oggi potremo occuparci di tutti i personaggi straordinari che li circondano.
«Ora sei qui» disse Rachel. «Ed è tutto quello che conta. Il kgi non è lo stesso senza di te.»
Shea si abbassò verso Charlotte sfilandole una foglia dalle mani prima che riuscisse a metterla in bocca, poi si voltò e guardò P.J. negli occhi.
«Ascolta, P.J., so che Cole ha telefonato e ha parlato con Sophie. E sì, ci ha detto cosa ti è successo, ma noi lo sapevamo già. Il kgi è una grande famiglia, e anche se non passiamo molto tempo insieme, è importante che tu sappia che noi te- niamo molto a te. Nel momento del bisogno tu ci sei sempre stata, hai rischiato la vita per ciascuna di noi e rischi la vita per proteggere gli uomini che amiamo. Per noi sei una persona davvero speciale e per questo ci siamo sentite molto coinvolte quando abbiamo saputo cosa ti era successo. Avremmo voluto prendere a calci in culo quello stronzo almeno quanto i tuoi compagni di squadra.»
Queste sono le parole rivolte alla tosta protagonista del nuovo romanzo della serie, PJ, durante una “riunione tra ragazze” non proprio convenzionale ma in stile Kelly.
Sono parole dirette, sincere e vere. Mirate a affermare con sicurezza una certezza: il KGI è una grande famiglia allargata. Questo lo rende speciale.
L’abilità di una maestra del genere come Maya Banks sta nella capacità di rinnovare ogni volta un canovaccio vincente, con una sapiente caratterizzazione dei personaggi e una fantasia inesauribile. Grande attenzione ai particolari, anche nel tratteggiare le protagoniste femminili fiere e intriganti, così come i personaggi di contorno che con brevi cenni prendono vita: i genitori Kelly dall’inesauribile calore umano, la generosità dell’amore, tanto da accogliere con naturalezza ogni anima ferita in casa, come la giovane Rusty, una adolescente irrequieta descritta abilmente nel disagio esistenziale e nel bisogno di affetto o il personaggio di Swanny, e le nuore Kelly, fino agli ultimi “arrivi” delle due sorelle davvero speciali o ancor più i membri delle squadre operative come il magnetico Rio, il solare Cole, la tostissima PJ.
La serie gira intorno all’attività della Kelly Group International e in ogni romanzo uno dei fratelli è il protagonista principale ma si svelano piano piano particolari sulle vicende di tutti i personaggi, così che ogni storia preannuncia un approfondimento nel volume seguente, creando una naturale aspettativa e curiosità. Le trame si sovrappongono sviluppandosi in modo semplice e lineare ma avvincente, tenendo sempre desta l’attenzione del lettore e modificando registri, senza mai annoiare, con un ritmo serrato e incalzante.
I fratelli Kelly hanno alcune caratteristiche in comune tra cui coraggio, lealtà, devozione senso di appartenenza e…della famiglia.
È questo il segreto, la costante.
Mamma Kelly è il motore di questa grande famiglia, il cuore pulsante.
MARLENE KELLY: La matriarca della famiglia Kelly, il cuore e l’anima del clan Kelly. Ha l’abitudine di raccoglier “randagi”, pecorelle smarrite, da adottare e inserire nella famiglia Kelly. É un’insegnante di scuola in pensione e non si fa scrupoli a mettere in riga i suoi figli per averli sempre insieme, dove vuole, quando vuole.
Marlene Kelly uscì dal bagno e camminò silenziosamente verso il letto su cui suo marito era seduto a leggere. Mentre si avvicinava, l’uomo abbassò il libro e si tolse gli occhiali.
«Sembri preoccupata» osservò.
Marlene accennò un sorriso, divertita dal fatto che, dopo tutti quegli anni, suo marito avesse ancora l’abilità di dare voce all’evidenza. Non poteva proprio chiamarlo intuito, dal momento che lei non aveva fatto che trascinarsi mestamente in giro per casa durante tutto il giorno.
Scostò le coperte e si infilò sotto le lenzuola. Quando si fu sistemata sui cuscini, incrociò le braccia sul petto e sospirò. «Sono preoccupata.»
Frank si girò su un fianco e appoggiò il mento sul palmo della mano. «Per cosa?»
«Ethan.»
Sospirò anche lui. «Pensavo fossimo d’accordo che era un bene il fatto che si fosse unito ai suoi fratelli. Non poteva continuare a starsene chiuso in casa, circondato dai ricordi di Rachel.»
«Mi preoccupo soltanto perché penso che non fosse ancora pronto» rispose tristemente Marlene. «La morte di Rachel lo ha distrutto.»
«I nostri ragazzi si prenderanno cura di lui. Lo sai. Sam non lo avrebbe lasciato partecipare se non avesse avuto fiducia nelle sue capacità.»
«Hai ragione, lo so. È solo che sono preoccupata. Voglio che Ethan sia di nuovo felice.»
Frank le sfiorò una guancia seguendo con le dita le sottili rughe sulla sua tempia. «Lo sarà. Ci vorrà del tempo.»
Essere il papà dei meravigliosi ragazzoni Kelly è impegnativo ed è un onore. Frank Kelly è una sorta di archetipo, un modello.
FRANK KELLY: Il patriarca della famiglia Kelly. Ha vissuto e lavorato nella zona di Dover / Paris Tennessee per tutta la sua vita. Possiede un negozio di ferramenta e ha instillato valori fondamentali come l’onore e la responsabilità in tutti i suoi ragazzi.
«Volevo soltanto essere… una di voi» disse con voce strozzata.
Una lacrima le scivolò sulla guancia e lei la cancellò rabbiosamente con il dorso della mano, mortificata che la vedessero piangere come una bambina.
Sam sbatté le palpebre e abbassò le sue braccia lungo i fianchi.
«Ti dispiace spiegarti? Come si fa a credere che vuoi far parte della famiglia, dopo che hai attaccato così malignamente Rachel e hai spinto il KGI sotto i riflettori?»
«Non sapevo che fosse un giornalista» rispose tristemente lei. «Era alla festa, quindi ho immaginato che fosse qualcuno che conoscevate tutti o di cui vi fidavate. Era gentile e divertente e sembrava sinceramente interessato a quello che avevo da dire. Voleva parlare con un membro della famiglia ed è stato così bello, anche solo per un attimo, fingere di esserlo.»
«Oh, tesoro» sussurrò Marlene.
«Ma perché hai detto quelle cose su Rachel?» domandò Ethan. «Hai una vaga idea di come si sentirà quando leggerà l’articolo? Stamattina è dall’analista, Rusty. È lì perché è sull’orlo di una crisi di nervi. Ha degli incubi. Teme di impazzire e la sua famiglia è l’unico porto sicuro che sente di avere. Perché hai tentato di distruggere tutto?»
Rusty chinò la testa, ormai incapace di trattenere le lacrime.
«Io non la odio. Non volevo farle del male, lo giuro. Mi è sfuggito e basta. Invidio il modo in cui tutti si sono stretti intorno a lei. Avevo paura che Marlene non mi volesse più qui, adesso che lei è tornata. Ho pensato che forse ero soltanto una noiosa sostituta di Rachel.»
«Rusty.»
La voce roca di Frank le fece voltare di scatto la testa. Perfino gli altri interruppero qualsiasi cosa fossero sul punto di dire. Era evidente che rispettavano il loro padre. Lo amavano e lui aveva ancora un’influenza sui suoi figli.
«Vieni qui» ordinò mentre si raddrizzava nella sua poltrona reclinabile.
Con le gambe tremanti, Rusty si alzò dal bordo del camino e percorse i pochi metri che la separavano da lui. Oh, dio, se la condannava davanti a tutti, l’avrebbe uccisa.
Non riusciva a guardarlo. Non tollerava il giudizio nei suoi occhi.
Invece Frank le prese la mano e la tenne nella sua, grande, raggrinzita e logorata dal tempo. La strinse in modo incoraggiante e lo sguardo stupito di Rusty si sollevò per incontrare il suo.
«Non sei mai stata una sostituta di Rachel. Marlene, che dio gliene renda merito, ha deciso che fai parte del clan dei Kelly. Nel bene e nel male, questo significa che hai una famiglia. Ora, potresti non piacere a tutti. Non posso proteggerti da questo. Devi guadagnarti le tue mostrine in questa famiglia. Il rispetto e i vantaggi vanno conquistati.»
Rusty aprì la bocca per rispondere, ma non disse nulla. Non aveva alcuna risposta, alcuna difesa di fronte all’accettazione e al perdono che leggeva negli occhi di Frank. Non li meritava, ma li desiderava come non aveva mai desiderato altro in vita sua.
Udì una protesta soffocata dietro di sé, ma uno sguardo di disapprovazione da parte di Frank la ridusse immediatamente al silenzio.
«Devi delle scuse a Rachel» le disse severamente. «Devi delle scuse anche ai miei figli per aver sbandierato ai quattro venti i loro affari.»
«Sì… sì, signore.»
L’uomo annuì con approvazione. Poi il suo sguardo si ammorbidì fino a che le rughe agli angoli degli occhi si incresparono e si allargarono.
«Questa non sarà l’ultima volta che fai una cavolata. Ma fa’ che non diventi un’abitudine. Da queste parti ci assumiamo la responsabilità dei nostri errori. Non ci nascondiamo. Capito?»
«Sì, signore» ripeté Rusty, stavolta con più convinzione.
RUSTY: Un’adolescente tormentata che viene accolta da Marlene nel primo romanzo. Ha lottato per trovare il suo posto nella famiglia Kelly, ma gradualmente guadagnando la fiducia e il rispetto degli altri, nonostante abbia commesso alcuni passi falsi lungo la strada.
Una piccola scapestrata accolta nella grande casa Kelly che è nido, rifugio e porto sicuro.
Un focolare sempre acceso alimentari dall’amore inesauribile delle donne di questa famiglia, che sono straordinarie
Rachel Kelly
Capelli castani mossi, occhi profondi e intensi.
Insegnante
Dover, TN
Moglie di Ethan Kelly
L’ora della verità, The Darkest Hour, KGI Series#1
Quasi un simbolo. Rachel è l’emblema della speranza.
Dell’amore più forte di tutto anche della morte.
Nel primo romanzo, L’ora della verità, (The Darkest Hour, 2010) si narra la storia di Ethan e di sua moglie Rachel. Ethan è devastato dal dolore e dal senso di colpa per i suoi fallimenti come marito, piange la presunta morte della moglie,partita per una missione umanitaria con un bagaglio di delusioni e sogni infranti. Finché riceve una soffiata anonima che afferma che Rachel è viva e parte, forte del sostegno dei suoi fratelli e del KGI alla ricerca della donna che ama.
Rachel dovrà recuperare i suoi ricordi e la sua vita, da cui è voluta fuggire. Un passato dolce amaro.
Rachel si fermò per riposarsi, appoggiandosi a un albero. Barcollò e si piegò su sé stessa mentre la nausea le invadeva lo stomaco. Le sembrava che tutte le terminazioni nervose le si incendiassero in una successione casuale. Un dolore intermittente e incessante le scorreva nelle vene. La pelle era infiammata dal prurito e fece appello a tutta la sua forza di volontà per non scorticarsi la carne. Inspirando dal naso, con le narici dilatate per lo sforzo, fissò lo sguardo sulla folta copertura della giungla. Un panico disperato la lacerò finché gli occhi non le si riempirono di lacrime. Non aveva idea di dove stesse andando né di come sarebbe sopravvissuta. Un gelo aggressivo le devastò il corpo anche se la sua mente registrava l’umidità opprimente della giungla. Ma il freddo veniva da dentro di lei. Un rumore alle sue spalle la colse di sorpresa e la fece muovere. Girò su sé stessa, incerta su quale direzione prendere. Da dove era venuta? La spossatezza le rendeva gli occhi pesanti, ma sbatté le palpebre e si costrinse ad andare avanti. La melma e dio sa cos’altro le risucchiavano le dita dei piedi. Ritrasse di scatto il piede quando qualcosa le strisciò sulla caviglia. Sul punto di mettersi a urlare per il panico, la frustrazione e la paura, si gettò a terra nella fitta vegetazione. Una stilettata acuta alla spalla, poi il dolore si propagò come fuoco nei muscoli sofferenti. Si era slogata la spalla? Rimase ferma, ansimante, mentre il dolore le squarciava il corpo. Doveva nascondersi meglio. Le foglie erano umide e le sfioravano le guance come dita gelide. Stringendosi al petto il braccio ferito, avanzò strisciando sul terreno, finché la vegetazione del sottobosco non l’avviluppò. Sbatté le ginocchia sulle radici nodose di un albero, si avvicinò al tronco e si rannicchiò contro di esso per trovare un po’ di tepore e calmare il ritmo martellante del suo cuore. Calma, doveva stare calma. Il suo stesso respiro le rimbombava nelle orecchie come un ruggito, perfino nel frastuono della giungla. Con cautela tirò le gambe a sé, sistemandosi il braccio ferito fra le ginocchia e il petto. Restò immobile più che poté. I suoi muscoli fremevano, la pelle le prudeva e lei lottò contro l’impulso di grattarsi e sfregarsi per scacciare via le creature che sentiva strisciare sul suo corpo. Sapeva che i suoi occhi non avrebbero visto niente di strisciante, ma il corpo si rifiutava di credere che fosse solo una suggestione. Colse un movimento con la coda dell’occhio e si raggelò. Spostò lentamente lo sguardo verso sinistra, e lo vide. Il respiro le si mozzò in gola
La missione più difficile sarà ricomporre i pezzi di un passato popolato di bugie e rancori, riconquistare la fiducia in se stessa, uno spirito traumatizzato (eccellenti le descrizioni del disagio provato da Rachel con se stessa, in perenne conflitto con il suo subconscio) ma fiero, che cerca di sanare la sua anima ferita che ha smarrito se stessa.
Lei si rifugiò ancora più profondamente nelle coperte e soffocò uno sbadiglio mentre osservava il marito. Le piaceva il contrasto fra il bianco delle lenzuola e la sua pelle abbronzata. Era bello da guardare e lo divorava con gli occhi. Lo aveva sempre guardato con tanta adorazione? Perché non riusciva a ricordare? Una scintilla d’emozione. Qualsiasi cosa. L’oscurità si insinuò di nuovo, insidiosa e indesiderata. La paura si impossessò di lei. Paura dell’ignoto, ma c’era anche il timore di ricordare. Perché? Quali oscuri segreti nascondeva quella casa apparentemente perfetta?
Tenace, coraggiosa, un punto di riferimento per tutti i fratelli che la amano e proteggono caparbiamente.
Soprattutto Garrett e Van.
Nella novella Alba di fuoco sarà protagonista di una esperienza sconvolgente che le consentirà di ricominciare, davvero. Di tornare a vivere, forte e libera dai rimpianti e dai rimorsi.
Testimone perfetta del significato profondo di “famiglia”, clan e rifugio è Sophie.
Sophie Lundgren
Occhi blu e lunghi capelli biondi.
DV foundation
Legata sentimentalmente a Sam Kelly
No Place to Run, KGI #2
“Forse non l’avrai ancora capito, ma sei parte di questa famiglia» le disse ringhiando. «Troveremo un modo per far fuori quel bastardo e salvare nostra madre, ma non sarà perché ti avremo dato in cambio come un mazzo di fiori del cazzo!» Gli occhi di Sophie si spalancarono e le lacrime luccicarono, trasformandone l’azzurro in un blu liquido. Sam non era ancora pronto a salvarla. Sophie aveva bisogno di sentirselo dire, di capire quello che lui non era ancora in grado di dire, ma forse non l’aveva capito nemmeno lui. Steele fece un passo avanti e immediatamente i restanti membri del KGI formarono un cerchio intorno a lei. Era in trappola. Non poteva scappare.
“Non poteva più sfuggire al proprio posto all’interno della famiglia. « Il KGI non si nasconde dietro a una donna, nemmeno dietro a una coraggiosa come te» disse Steele con voce calma e austera. Rio lanciò un’occhiata divertita a Steele prima di aggiungere la sua. «E io raramente mi trovo d’accordo con ciò che dice Steele, ma stavolta sì. Può darsi che tu non abbia mai avuto qualcuno su cui contare in passato, ma adesso ce l’hai. E non ti lasceremo fare una cosa così insensata andando incontro alla morte.»
Apprezzerete finalmente una eroina non solo fiera e coraggiosa ma incinta! Ebbene sì, la Banks ridona femminilità e intraprendenza anche alle donne nel momento più delicato della loro vita,facendole protagoniste ancora più grintose e sexy, tremendamente sexy!
Adesso rispondi a questa domanda, Sophie. Cosa vuoi? Cos’è che vuoi di più al mondo?»
C’era una traccia di vulnerabilità in quella domanda. Aveva forse paura che lei volesse qualcos’altro oltre a lui?
Qualcosa fuori dalla sua portata?
«Voglio che siamo una famiglia» disse lei dolcemente. «Voglio solo che siamo una famiglia. Che tu ami me e nostra figlia, e voglio poterti amare. Ti amerò per sempre, Sam. Non ti tradirò mai.»
La tensione sul volto di Sam si alleviò.
Gli occhi gli scintillarono, un azzurro intenso. “E avrai una famiglia, tesoro. E non avrai solo me e nostra figlia, ma avrai anche dei fratelli. E una sorella. Ti piacerà molto Rachel. E poi c’è Rusty.»
Sam sorrise nel vedere la smorfia sul suo volto. «Non ti preoccupare. È una rottura di palle per tutti. Avrai anche una madre e un padre. Sono i migliori e ti ameranno quanto ti amo io.»
Si avvicinò e la baciò, le labbra si sciolsero in un attimo dolcissimo.
«E avrai me, sempre.»
Sarah Daniels
Caschetto lungo castano ad incorniciare un ovale perfetto, spruzzato di lentiggini. Occhi verde intenso.
DV foundation
Alabama
Legata sentimentalmente a Garrett Kelly
Nascosti nell’ombra, Hidden Away, KGI#3
Unica testimone di un omicidio a sangue freddo compiuto dal fratellastro, Sarah Daniels è costretta a nascondersi. Schema vincente della trama avventurosa con principessa da salvare/eroina/vittima di un abuso o di una ingiustizia ma dallo spirito indomito e protagonista maschio alpha/eroe/dominante tutto d’un pezzo adamantino ma dall’animo nobile. La sfida più grande però sarà proprio lei, scomoda testimone con un nemico giurato. Sarah è una giovane che sta cercando di riprendere la sua vita, insieme con il suo equilibrio.
Voglio che tu sia mia. Dormirai nel letto con me, tra le mie braccia, la tua pelle contro la mia.
Voglio che tu mi senta dentro di te, che sia l’ultima cosa che sentirai
mentre ti addormenti e la prima quando ti sveglierai.
Le protagoniste della serie sono una occasione per la Banks di affrontare argomenti delicati, difficili. Queste eroine sono in fondo delle combattenti,delle sopravvissute, delle guerriere che sono diventate più forti dopo aver vissuto una tragedia. La forza sta nel perseverare e nel combattere. Sarah é una anima spezzata, nel modo più terribile che grazie all’amore riuscirà a ritrovare se stessa e la sua sensuale vulnerabilità
«Vieni qui» le disse con voce roca, sexy. Quando Sarah alzò lo sguardo, c’era una luce da predatore nei suoi occhi. E Sarah capì di essere sua, che
aveva intenzione di reclamare la sua preda. Ma le piaceva quello sguardo. Nessuno l’aveva mai guardata così intensamente. Come se sfidasse chiunque a portargli via ciò che gli apparteneva. Come se volesse divorarla in un solo boccone e assaporarne il gusto.
Shea Peterson
Minuta, bionda con occhi azzurri, incarnato chiaro.
DV foundation
Legata sentimentalmente a Nathan Kelly
Sospiri nel buio, Whispers in the Dark, KGI#4
Una protagonista eccezionale, in tutti i sensi.
Non sei solo. Ci sono io.
Si calò ancor più profondamente dentro di lui, mescolandosi a lui, arrivando fino alla sua anima. Quando si sentì sommergere dalle sofferenze di lui, si morse il labbro per reprimere un grido di dolore. Il dolore di quell’uomo divenne anche il suo.
Un sospiro, una voce, un nome: Shea. Una donna con un dono sorprendente, che è anche la sua condanna: la telepatia. Sentire i pensieri, percepire gli stati d’animo, alleviare le sofferenze. Un dono prezioso eppure una condanna, perché la obbliga a vivere inseguita, braccata, come una fuggiasca. Deve evitare che sua sorella Grace, custode di un potere ancora più sorprendente, sia catturata da oscuri individui. La paura è come un filo invisibile ma l’angoscia non impedisce a Shea di cercare il dolore di Nat per lenirlo, il buio della disperazione per illuminarlo con la speranza e scaldare l’oscurità di quella grotta con il conforto. Non può rimanere indifferente, anche se la sua vita è una fuga continua, lavori sempre diversi purché pagati in contanti, continui trasferimenti e massima discrezione, senza tregua. Ha perso i genitori, uccisi davanti a lei e a sua sorella, scampando per un soffio alla cattura, così ora deve viver fuggendo ma non può scappare di fronte alla sofferenza di Nathan.
Shea gli ridona la speranza, squarcia quel mondo di oscurità, finché Nathan, supera la rabbia e la furia impotente, per recuperare forza e disciplina.
“Era il suo angelo Custode all’inferno”
Nathan si perderà in Shea, in questo incontro emozionante, suggestivo, eppure così carnale e appassionato. Erotismo caldo, intenso, intimità profonda
Una dolcissima guerriera, generosa e abituata al sacrificio ma sconvolta dai misteri e dalle ombre del suo passato.
Grace Peterson
Alta, carnagione scura, capelli lunghi e setosi, occhi blu profondo.
Legata sentimentalmente a Rio Bezerra
Orizzonti sconosciuiti, Echoes at Dawn, KGI Series #5
Misteriosa, incredibile, Grace, la sorella di Shea, una donna in fuga. Emotivamente e fisicamente allo stremo, porta su di sé le tracce degli abusi subiti, perché è stata costretta -a causa del suo dono incredibile- da una organizzazione segreta priva di scrupoli, a farsi carico di ogni malessere, ogni patologia e ogni disturbo psico-fisico di decine di pazienti selezionati per una sorta di esperimento para-scientifico dai fini non proprio umanitari.
Il suo dono è una maledizione e una condanna, un fardello incredibile da portare con dignità e compassione. Pericoloso se in mani sbagliate. Grace ha subìto la prigionia, la tortura e ogni tipo di violenza psicologica. Ed ora fugge, braccata sulle montagne del Colorado, con la forza della disperazione e la determinazione a salvaguardare il suo potere.
Grace aveva capito che stava per morire ed era infuriata per questo. In un certo senso, il suo corpo l’aveva accettato e se ne restava immobile come se fosse già morta, era il suo cervello che non si rassegnava. Il suo fisico sembrava aver raggiunto il limite di sopportazione e quindi si era spento. Il suo potere di guarirsi non stava funzionando come al solito. L’oscurità della morte si stava stringendo intorno a lei, cingendola in un macabro abbraccio. Più restava sospesa in quel limbo e più il buio si inffittiva. Era una dimensione lontanissima dalla luce. Una stanza buia sul limitare delle tenebre, una camera da letto immersa nell’oscurità più invincibile. Aveva paura e si sentiva schiacciata, e più proseguiva, più sembrava fluttuare lontano dal luogo in cui voleva stare…Era stanchissima. Sarebbe stato molto facile arrendersi e lasciarsi trasportare verso un luogo in cui le sue sofferenze sarebbero finite. Sentiva le tenebre sussurrarle il loro richiamo. Era un invito pieno di calore, una ninnananna dolcissima che le cullava l’anima. Ma, ogni volta che stava per cedere, si sentiva trattenere da una forza invisibile. Una forza di volontà molto più potente di quella che aveva in quelle condizioni. Era fastidiosa. Prepotente. Irremovibile. Ma si sentiva lo stesso attratta da lei, perché sentiva che la portava nell’unico luogo in cui do veva stare. Non in quel posto immerso nel silenzio e nell’oscurità
Come le donne della famiglia Kelly anche in DESIDERIO DI VENDETTA troviamo un’eroina complessa, come tutte le protagoniste femminili di questa serie che si presentano come anime spezzate dalle mille risorse e con una forza di volontà incredibile, pronte a rinascere dalle loro ceneri grazie all’amore.
PJ Rutherford
Capelli castani mossi, spesso raccolti in una coda alta; occhi verdi smeraldo.
KGI, cecchino – Team Steele
ex SWAT
Legata sentimentalmente a David Coletrane (Cole)
Desiderio di vendetta, Shades of Gray, KGI #6
PJ è un soldato. Un cecchino. Una donna. Guerriera: vittima e carnefice. Giustiziere e peccatrice.
«…devi tenere a mente che non puoi trattare P.J. come qualsiasi altra donna. È un soldato. Un agente altamente qualificato che viene ingaggiato in scontri armati e che ha a che fare con situazioni di cui la maggior parte delle donne ne ignora persino l’esistenza. Lei è diversa.»
Difficilmente la Banks ha saputo toccare con tale intensità la brutalità del dolore e la violenza dell’odio, in modo perfettamente credibile, coinvolgente e umanissimo.
Un fiore d’acciaio, una contraddizione vivente ed affasciante. Smarrita e perduta sceglie la solitudine nella disperazione. Sceglie la vendetta. Cioè che sa fare. Fino a quando la sua squadra non le insegnerà che cosa significa “famiglia”, appartenenza.
«Capisco perfettamente come ti senti, e per questo voglio che tu sappia che non ti giudico. Al posto tuo avrei fatto e- sattamente la stessa identica cosa, se quello che ti è accaduto fosse successo a qualcuno della mia famiglia. E tu sei parte della famiglia. Spero che in futuro tu sia più disposta, anzi pretendo, che tu sia più disposta a fare affidamento sulla tua famiglia piuttosto che agire da sola.
«Non sono arrabbiato per ciò che hai fatto. Sono arrabbiato perché hai pensato che dovessi farlo da sola, che non potessi venire a chiederci aiuto. Avrei utilizzato tutte le risorse a mia disposizione, e a disposizione dell’organizzazione, per rintracciare quel bastardo e fargliela pagare. Non devi pensare nemmeno per un istante di essere sola. Capito?»
Lacrime silenziose scivolarono sulle sue guance. Non riusciva più a reprimere le proprie emozioni. Per troppo a lungo aveva portato da sola quel fardello, e ora era circondata da persone che volevano condividere con lei quel peso.
«Grazie» sussurrò.
Sam si avvicinò a lei tentennando per qualche istante, poi la avvolse con le braccia in un tenero abbraccio.
«Avevi proprio l’aria di averne bisogno» si giustificò. «Adesso porta il culo fuori di qui, prima che Cole si preoccupi e ti venga a cercare…
Fino a quando Cole non toccherà le corde più segrete della sua anima spezzata
Con Cole si sentiva al sicuro. Era il suo porto, il suo riparo dalla tempesta. L’unica persona al mondo a cui poteva rivolgersi senza pas- sare per una debole.
Eccezionali anche i membri dei team che ruotano intorno alla famiglia Kelly, non solo combattenti e maschi alfa ma veri uomini
David Coletrane (Cole)
Capelli biondi scomposti e pizzetto. Occhi blu.
KGI cecchino – Team Steele
Ex SEAL
Legato sentimentalmente a PJ Rutherford
Desiderio di vendetta,Shades of Gray, KGI#6
COLE David Coletrain (Cole) ex Navy SEAL, protagonista maschile di DESIDERIO DI VENDETTA.
Solare divertente, coraggioso e diretto, onesto e sincero.
Sensibile ed incredibile premuroso, sicuro di sé ma generoso e sensibile.
Avrebbe avuto bisogno di lui, di qualcuno, più che mai. Ma avrebbe accettato il suo aiuto? Oppure l’avrebbe scansato via, decisa a risolvere la situazione per conto suo?
Scosse la testa. «Non te lo permetterò, P.J.» sussurrò. «Non so cosa ci sia tra noi esattamente, ma costi quel che costi, non ho intenzione di lasciarmelo sfuggire.»
Le relazioni erano impegnative. Se ne era reso conto guardando i Kelly. Rachel, la moglie di Ethan, aveva passato le pene dell’inferno, e il percorso intrapreso per riprendersi era stato lungo e tortuoso.
Ma era disposto a farlo per P.J., perché si meritava di essere felice, si meritava un uomo che le stesse a fianco anche nelle avversità, qualcuno con cui sarebbe riuscita a essere sé stessa. Sarebbe stato lui quell’uomo, anche a costo della sua stessa vita. L’avrebbe spronata a tornare la donna forte che aveva conosciuto, e malgrado la sua voglia di proteggerla da qualunque cosa potesse ferirla, non l’avrebbe ostacolata.
L’amore faceva schifo.
L’amore richiedeva sacrificio. Tanto per cominciare lo obbligava ad andare contro i suoi istinti per non distruggere ciò che rendeva P.J. così speciale.
E se l’amore significava questo non era sicuro di volersi innamorare.
Eppure il pensiero che P.J. non facesse parte del suo fu- turo, come qualcosa di più che una semplice compagna di squadra, lo deprimeva. Ormai non importava più cosa vo- lesse, o cosa ritenesse fosse facile o difficile, perché era già stata fatta una scelta.
P.J. gli apparteneva. E sì, non sarebbe stato facile, ma niente per cui vale la pena vivere lo è mai.
Le piaceva così com’era. Tosta, ostinata, indipendente e in grado di prendere il mondo a calci in culo. Persino lui.
Non avrebbe cambiato nulla di lei.
Jackson Steele
Occhi azzurro ghiaccio. Capelli biondi con riflessi. Tatuato.
KGI – Team leader
Forged in steele KGI #7
STEELE: dirige il team del KGI composto da PJ Rutherford, ex membro femminile di una squadra SWAT, David Coletrain (Cole) ex Navy SEAL, Dolphin, soprannominato così per la sua affinità con l’acqua, Renshaw e Baker. Steele è spietato, freddo come il ghiaccio, spesso chiamato macchina da guerra dai suoi compagni di squadra e dal KGI. Non tradisce mai alcuna emozione. E’ un uomo difficile, duro e si aspetta il 110 per cento dalla sua squadra. I suoi ordini non sono in discussione e ha il rispetto di tutti coloro che lavorano con lui o per lui.
Steele sollevò un dito all’altezza del viso. «L’unico motivo per cui ti faccio prendere parte alla missione è che so perfettamente che se ti escludessi faresti di testa tua, finiresti di sicuro col metterti in mezzo alle palle. Non ho intenzione di perdere P.J. e, dannazione, non ho intenzione di perdere nemmeno te. Cascasse il mondo non permetterò che la squadra vada in pezzi.»
Quelle parole gli fecero smaltire la rabbia. Cole distolse lo sguardo e si voltò verso il lago. «Speriamo che non sia troppo tardi, Steele.»
Steele sospiro. «Già.»
«Voglio prendere quel bastardo. Voglio che paghi per ciò che ha fatto, ma più di ogni altra cosa voglio che P.J. torni a casa, da noi, dalla sua squadra.»
«Lo so» mormorò Steele. «Tornerà. Le ho detto chiara- mente dove può mettersi le sue dimissioni.»
Cole ridacchiò, poi guardò verso Steele. «Non sei il robot che tutti dicono, sai?»
L’espressione sul volto di Steele avrebbe potuto congelare la lava. «Adesso non iniziare a pensare che io abbia un cuore, Coletrane. È solo che non ho voglia di ricominciare tutto da capo e addestrare nuove reclute.»
Cole trattenne un sorriso. Sì, certo, come no, pensò tra sé e sé.
Rio BezerraCapelli scurissimi, occhi neri e carnagione olivastra, originario del BrasileKGI – Team leader
Ex membro della Titan
Orizzonti sconosciti, Echoes at Dawn KGI#5
RIO: capo di una delle squadre KGI, quella che comprende Terrence, Diego, Decker, Alton e Browning. non si sa molto del suo passato. Ha lavorato come black ops, nelle missioni segrete degli US Navy seals, non esisteva ufficialmente. Il suo vero nome non è noto ai suoi compagni di squadra né addirittura al KGI. E ‘stato soprannominato così per la città natale, Rio de Janeiro. padre americano, madre brasiliana. Profondamente turbato dalla morte della sorella per mano di un uomo di cui si fidava. Molto vicino a Sam, ha scelto di lavorare con il KGI per allontanarsi dalla sua vita precedente. Lui ei suoi uomini sono solitari e molto uniti. (KGI #5)
Dopo tanto tempo passato a vivere solo di situazioni al limite della legalità, era un bel cambiamento ritrovarsi a stare dalla parte di Ca pitan America. Aveva vissuto fuori da ogni regola. Era stato proprio il tipo di persona che adesso disprezzava.
Magnetico, impulsivo e istintivo. Passionale e inafferrabile, irrequieto e spirito libero.
Swanny Rio sono veramente intriganti, come i membri della nuova squadra sotto la direzione dei gemelli introdotta nel volume 6, che promette bene…
Così come il personaggio sfuggente ma terribilmente affascinante di Resnick o la figura ambigua di Guy Hancock che ritroveremo in Darkest before dawn (KGI #10)
Adesso la kgi era al corrente della fortezza. Il jolly era Resnick. L’av vertimento di Steele continuava a ronzargli in testa. Cosa c’entrava Resnick e ci si poteva fidare di lui?
Ed infine SEAN CAMERON: Un altro dei “randagi” di Marlene, trascinato nella famiglia Kelly. E ‘nato e cresciuto in Louisiana, ma lavora come vice sceriffo nella Stewart County, Tennessee ed è spesso coinvolto nelle vicende della famiglia, aiutando i Kelly nelle situazioni più difficili.
Il vero punto di forza resta la famiglia Kelly, non solo i membri della famiglia ma anche i componenti del team e tutte le persone che gravitano intorno a casa Kelly e che mamma Marlene prende sotto la sua ala protettrice. Un cerchio di amore tenuto da fortissimi legami, stretti da un senso di solida devozione e dal profondo culto della responsabilità. La forza del KGI sta nei legami d’amore, che non hanno nulla a che fare con il sangue. Si scelgono, si proteggono. Hanno a che fare con la fiducia, sentimento così prezioso e fragile, intorno al quale si costruisce tutta la storia.
Anche con pistole alla mano,sofisticata tecnologia e muscoli guizzanti e pronti all’azione.
Non perdete i prossimi appuntamenti con il nostro blog tour!
#1 L’ora della verità
#2 Nessuna via di fuga
#3 Nascosti nell’ombra
#4 Sospiri nel buio
#5 Orizzonti sconosciuti
#5.5 Alba di fuoco
#6 Sfumature di grigio
#7 Forged in Steele – inedito in Italia
#8After the Storm – inedito in Italia
#9 When Day Breaks – inedito in Italia
#10 Darkest Before Dawn – inedito in Italia
#11 Brighter Than the Sun – inedito in Italia
#12 Wherever You Are – inedito in Italia
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SOSPIRI NEL BUIO: nuovo appuntamento con il KGI di Maya Banks