Stando in piedi sembra tutto perfetto, ma è solo quando si sprofonda che si possono scorgere i difetti.

 

TITOLO: Se ti accorgessi di me

AUTORE: Sharon Huss Roat

EDITORE: Newton Compton Editori

DATA DI PUBBLICAZIONE: 29 gennaio 2018

PAGINE: 307

PREZZO: € 4,99 (ebook) – € 8,41 (copertina rigida)

 

Salve Dame! Ho letto per voi “Se ti accorgessi di me”, di Sharon Huss Roat.

Volete sapere cosa ne penso?

E allora venite con me!

 

SINOSSI:

Scioccante come Tredici

Emozionante come Colpa delle stelle

L’unico modo per essere notata è nascondere chi sono davvero 

L’ansia sociale di Vicky Decker l’ha spinta a elaborare complicate strategie per passare inosservata e non essere mai al centro dell’attenzione. L’unica con cui riesce a essere se stessa è la sua amica Jenna. Quando Jenna si trasferisce, però, Vicky rimane completamente sola e per combattere quell’isolamento ormai insostenibile, decide di creare una falsa identità sui social, ritoccando le foto di altre persone come se fossero sue e postandole sul profilo Instagram @vicurious. Improvvisamente comincia ad avere dei follower e ben presto si ritrova a vivere una vita parallela, senza nemmeno aver lasciato la sua cameretta. Ma più cresce il numero dei follower e più le diventa chiaro che ci sono moltissime persone, là fuori, che si sentono esattamente come lei: #sole e #ignorate nella vita reale. Per aiutare loro, e se stessa, dovrà rendere la sua realtà virtuale molto più reale…

 

 

RECENSIONE

 

«Sono passati due mesi». Jenna ha avvicinato ancora di più il volto allo schermo e mi ha sussurrato: «Hai parlato con qualcuno da due mesi a questa parte?» «Ho parlato con te». «Con una persona vera, dico». «Tu non lo sei?»

Vicky è una ragazzina come tante, all’apparenza. Nulla di che, non ha nulla di particolare. La sua unica amica Jenna si trasferisce in Wisconsin e lei si sente persa, sola, vuota.

La stalkera su Instagram, muore di gelosia per i suoi nuovi amici.

Vicky è sola, chiusa. Non parla con nessuno, neanche con i genitori.

Vicky non parla, non guarda, non interagisce.

Arriva finanche a creare una “Lista del terrore”.

La Lista del Terrore. Si tratta di un elenco che ho iniziato a tenere dall’inizio dell’anno e che aggiorno ogni qualvolta qualcosa mi agita o mi fa provare imbarazzo o il desiderio di sparire. È un elenco talmente lungo, ormai, che per me è diventata quasi una sfida ricordare tutto quello che include. Un po’ come ricordare i nomi di tutti e cinquanta gli Stati.

Jenna, la sua coperta di Linus ora non c’è più e lei deve fronteggiare il mondo, da sola.

Cerco di ripensare all’ultima volta in cui ho parlato con qualcuno a scuola, a parte l’aver borbottato “scusa”, quando urtavo contro qualcuno, o l’aver detto “salute” quando la persona accanto a me starnutiva. Per quanto io possa ricordare, Jenna è stata l’unico essere umano con cui io abbia mai parlato. Quando si trattava di comunicare con qualcuno, è stata sempre lei a parlare per entrambe, anche se la domanda era rivolta a me. Io esitavo e lei si precipitava a rispondere. Noi siamo così. Io le ho sempre allacciato le scarpe: ero più brava a farlo, quindi lei non ha mai imparato davvero e adesso acquista solo scarpe con la fibbia, la chiusura lampo o mocassini. Io non parlo.

Vicky si sente tradita quando vede la sua unica amica sorridere a qualcun altro nei selfie che spia sui social. Cerca il modo di vendicarsi, e lo trova. Fingendosi un’altra.

Si fotografa e poi “photoshoppa” le sue immagini in foto famose, in luoghi affollati, concerti, monumenti. Comincia per gioco a fingersi un’altra persona. Si maschera, si trucca, si veste in maniera eccentrica.

Crea un account fittizio di Instagram e comincia a caricare queste foto, commentandole con hashtag che arriveranno a farle avere milioni di followers.

Questa sua nuova attività però non le darà gioia, quantomeno all’inizio.

Anzi, sarà per lei come una controprova del malessere che la pervade. Lei, mascherata, ha talmente tanti amici da diventare anche più popolare della sua youtuber preferita quando in realtà non riesce neanche a dire “ciao” senza avere un attacco di panico.

Con la narrazione mi fermo qui, anche perché fondamentalmente non è che ci sia altro da dire.

Conosceremo diversi personaggi che ruoteranno intorno a Vicky e, probabilmente, saremo noi lettori i primi a conoscerli.

Vicky è chiusa nel suo mondo, ma non fa nulla per uscirne.

Non nascondo che questo libro mi ha innervosito e scosso.

Non per il disagio che la protagonista prova, ci mancherebbe. Sono mamma di una ragazzina che si sta affacciando ora nel fantastico mondo dell’adolescenza, quindi diciamo che a grandi linee posso arrivare a capire le sensazioni e le paure provate.

Il mio nervosismo è scaturito dal modo in cui è stato affrontata questa tematica.

Sarebbe stato un ottimo modo per affrontare un argomento anche scottante, se però questo argomento fosse stato approfondito ed eviscerato.

Non ho avuto la soddisfazione di vedere risolta l’angoscia di Vicky.

Non ho avuto la gioia di trovare un epilogo a pagine e pagine di disagio.

Ovvio, il finale c’è, ma a mio parere non va a colmare quanto sofferto, patito.

Ci sono ovviamente cambiamenti, chiarimenti, adattamenti, ma sono a mio avviso frettolosi: poche pagine di soluzione a capitoli interi di struggimenti interiori e non.

La scrittura fluente e semplice dà sicuramente un tocco in più, ma non riesce a riempire i vuoti e le lacune che secondo me la struttura presenta.

Alla prossima,

Laura Gaeta

STORIA

 

 

 

 

 

 

È come camminare in equilibrio su una trave mentre qualcuno ti tiene per mano: vai alla grande fino a quando questo qualcuno non se ne va e tu non riesci a muoverti.