Era impossibile non sfiorarlo, era impossibile non stringerlo. L’aria mancava, aveva bisogno di ossigeno e solo lui poteva darglielo.

 

TITOLO: Un gancio al cuore

AUTORE: Manuela Chiarottino

CASA EDITRICE: Self Publishing

GENERE:Gay Romance/Sport Romance

EBOOK: Sì

PAGINE: 256

PREZZO: 3,49 € su Amazon

 

 

SINOSSI

Tirare pugni a un sacco, sfogando tutto ciò che ha dentro, è per Byron l’unica maniera di dimenticare. Dimenticare un passato solitario, un presente in cui arranca, un futuro grigio e piatto che gli sta piombando addosso senza freni. Non c’è carriera, per lui, né nobiltà alcuna nel pugilato, bensì una scappatoia, una via per guadagnare il necessario utile a lui e sua nonna per abbandonare la povertà. E sua madre… be’, lei continua ad andare e venire dalla casa del suo “fidanzato” e per Byron è meglio non pensarci. Tutto sembra destinato a rimanere così, quindi, statico e deprimente, fino a quando nella palestra di John non entra Brandon, l’angelo nero, un ex pugile dallo sguardo enigmatico e il sorriso irriverente. Per Byron è il cataclisma, ma non è l’unico a sentirsi trasportato dagli eventi: Brandon rimane folgorato dal ragazzo ancor prima di averlo messo a fuoco. Può l’amore cambiare del tutto le carte in tavola? Possono i vinti diventare vincitori, se ci credono davvero? E i colpi della vita possono fare male più di quelli ricevuti in pieno viso?

 

RECENSIONE a cura di Giusi

 

Care dame, oggi vi parlo de “Un Gancio al cuore”, gay romance di Manuela Chiarottino.

È doveroso fare una premessa prima di addentrarmi nella descrizione di questo romanzo le cui peculiarità mi hanno particolarmente colpita.

Questa non è una semplice storia d’amore, ma  la narrazione di un tormentato percorso interiore di crescita,  accettazione e liberazione dalle pastoie che imbrigliano e condizionano il modo di essere e di rapportarsi agli altri.

L’ambientazione scelta dall’autrice è il mondo della boxe. Ci ritroviamo così catapultati in un ambiente prettamente maschile, in cui il condizionamento psicologico la fa da padrone; dove l’essenza del pugile è la sua virilità e niente e nessuno può metterla in dubbio. In caso contrario tutta la sua credibilità verrebbe minata e la carriera stroncata.

In questo ambiente fortemente “machista” incontriamo Byron Wade.

Byron è un giovane, capitato per caso in una palestra di quartiere, la cui necessità primaria è sfogare la rabbia e il dolore che si porta dentro da una vita e che lui  lenisce parzialmente  prendendo a pugni un sacco o gli avversari.

 

“Qui non si viene per fare a pugni, ma per boxare”. A distanza di tempo, non aveva ancora capito del tutto la differenza. Del resto lui cercava soltanto qualcosa per sfogare tutta la rabbia che aveva dentro, una rabbia che si portava appresso da quando era nato, forse addirittura da prima, quando ancora galleggiava nel liquido amniotico.

 

 

Adocchiato dal suo allenatore, viene preparato per diventare un pugile professionista e, pochi mesi prima  del suo primo incontro ufficiale, gli viene affiancato un ex pugile, Brandon Conner  aka “L’angelo nero”, per completare e migliorare la sua preparazione.

 

….apparve un uomo alto, con un gran sorriso e un ciuffo di capelli neri che gli ricadeva sugli occhi.

…..e stonava come un diamante vero su una bancarella di cocci di vetro.

…quel tipo gli provocava un’agitazione che non capiva, che lo rendeva nervoso. Sì, nervoso e pronto a scattare sulla difensiva, fino ad attaccare per primo.

 

La loro sintonia dovrebbe essere immediata, invece c’è qualcosa di indefinibile che porta Byron a mettersi sulla difensiva, quasi a chiudersi a riccio e ad assumere l’atteggiamento di un bambino capriccioso.

Per un istante Byron rimase incantato da quegli occhi di carbone che lo scrutavano senza imbarazzo, ma poi decise che gli dava fastidio quell’atteggiamento strafottente. Sì, gli dava decisamente fastidio.

Già, perché quel sorrisetto gli punzecchiava la pelle, quegli occhi se li sentiva conficcati addosso, e provava una sorta di insofferenza nel sentirsi osservato, forse valutato. Insofferenza, sì, ma anche una strana attrazione.

 

L’iniziale incapacità comunicativa fra i due, viene superata grazie all’insistenza di Brandon che, viste le potenzialità del giovane, cerca in tutti i modi di incanalare e  sfogare la sua “energia rabbiosa” nella pratica di questo sport.

Questo contatto forzato non fa che acuire l’attrazione che provano l’uno verso l’altro, ma   che fino a quel momento avevano cercato di soffocare in ogni moso.

Bastano poche settimane  insieme, affinché questa voglia incontenibile di sfiorarsi, toccarsi e cercarsi esploda fragorosamente.

 

Byron si era avvicinato al viso di Brandon quasi volesse minacciarlo. Il profumo di quell’uomo lo avvolse di nuovo, e i suoi occhi scuri e profondi lo turbarono……… Fu in quel momento che percepì il corpo del pugile, tonico, delineato, costruito dagli allenamenti passati.

….Avrebbe voluto domarlo tra lenzuola fresche di bucato, lontani da quelle luci al neon e dall’odore di cuoio. Avrebbe voluto passare la mano sulla tigre che aveva impressa sulla schiena e leccare il sudore che gli imperlava il collo, fino a risalire alla sua bocca….

 

La loro storia inizia così: uno scontro di corpi, un desiderio travolgente che i due uomini saziano con amplessi molto coinvolgenti, anche sul piano emotivo, e che li spinge a riflettere su cosa stia realmente accadendo fra di loro, dal momento che la realtà che li circonda e  la loro vita, all’esterno della bolla che condividono quando sono insieme, è ben diversa.

Mentre Brandon  vuole finalmente essere libero di vivere la sua vita e di esprimere se stesso, Byron è legato al personaggio che incarna sul ring, per cui ha paura di palesare la sua omosessualità.

 

Le dinamiche della coppia sono influenzate non solo dai loro diversi stili di vita ma anche dagli eventi e dai problemi che  li coinvolgono .Riusciranno Brandon e Byron a trovare un punto d’incontro e a vivere serenamente e alla luce del sole il loro amore? Leggete questo romanzo e lo scoprirete.

 

Un’analisi attenta di questo libro mi ha portato a fare delle considerazioni di diversa natura.

Innanzitutto ho apprezzato il taglio che l’autrice ha voluto dare a questo suo lavoro. UN GANCIO AL CUORE non è  un semplice romanzo rosa, bensì  un romanzo di formazione. Manuela Chiarottino ci ha descritto in maniera dettagliata ed esaustiva non solo la psicologia dei personaggi, ma ha allargato il suo spettro d’azione mostrandoci  il loro modo di pensare e  i valori e i pregiudizi  del mondo della boxe. Il “Machismo” imperante che valuta la bravura di un atleta in base al suo orientamento sessuale.

L’ approfondimento psicologico dei personaggi è perfetto. Conosciamo un Byron rabbioso contro la madre e contro la vita che gli è toccata.

La figura di Byron è delineata a tutto tondo, la dualità di questo personaggio è chiara e lampante. L’autrice ci mostra l’uomo adulto che vuole prendersi le sue responsabilità, che desidera uscire dall’indigenza sfondando nella boxe, e il bambino indifeso che soffre per non essere accettato dalla madre.

E poi c’è Brandon, un uomo che in passato  è sceso a compromessi per amore di questo sport, fino al giorno in cui ha deciso di staccarsi da quel mondo e di vivere la sua vita libero da condizionamenti esterni e pregiudizi.

Anche i personaggi  secondari sono caratterizzati ottimamente: l’allenatore John, una sorta di figura paterna per Byron, e sua madre, una donna immatura e anaffettiva.

Sua madre che non aveva mai imparato a fare la mamma. Una mamma bambina, che non sapeva amare un figlio, perché non sapeva amare neppure sé stessa. Ma in fondo non gli importava, l’avrebbe aiutata lo stesso.

 

L’autrice  ha intrecciato i vari moduli di questo romanzo, riuscendo ad amalgamare la parte puramente romance, dominata dalla storia d’amore  tra Byron e Brandon, con il percorso di evoluzione psicologica intrapreso da Byron, intervallando il tutto con scene erotiche, descritte in maniera sublime e  pregne di  un erotismo elegante che scalda i sensi.

Tutto ciò ci dà una visione a 360 gradi del mondo privato e pubblico di questi due uomini. Ci permette di vivere le  emozioni, i sentimenti, le ansie e i dolori che li animano. L’ autrice usa le parole con la precisione e la delicatezza di un pittore; esse sono tocchi di colore che rendono straordinario ciò che è ordinario.

Una storia sofferta, intensa ed emozionante. Due uomini così diversi ma al contempo così simili, con ferite che hanno lasciato segni indelebili, ma che solo la forza dell’amore può lenire e curare.

Prima di concludere vorrei complimentarmi con l’autrice per l’ottimo romanzo, frutto di un’attenta ricerca dei temi trattati, e soprattutto  di un notevole talento.

Alla prossima, Giusi

Storia

 

 

 

Eros