Titolo: Un intero attimo di beatitudine

Autrice: C.H. Parenti

Data di pubblicazione: 26 marzo 2019

Casa Editrice: DeA Planeta

Genere: Narrativa contemporanea

Sinossi:

Lui era alla ricerca di qualcosa.

Lei aveva bisogno di essere trovata.

Arianna Brandi non è certo una ragazza che passa inosservata: capelli rossi come il fuoco e occhi pieni di rabbia. La rabbia di chi ha già perso tutte le cose che contano davvero: la famiglia, l’innocenza, la voglia di credere nel futuro. Infatti, da quando il padre se n’è andato, sparito nel nulla senza lasciare traccia, la vita di Arianna non è stata più la stessa. Qualcosa si è spezzato, e lei ha cercato rifugio nelle compagnie sbagliate, tra alcol, feste e notti infinite. Le cose cambiano il giorno in cui Arianna viene bocciata e la madre la costringe a lavorare nel bar di un piccolo paese alle porte di Siena. Per Arianna quello è l’inferno, l’estate peggiore che possa immaginare. Almeno fino al momento in cui incontra Daniel. Lui è tutto ciò che Arianna non è: timido, riservato, serio. Se ne sta seduto in un angolo del bar con una vecchia macchina fotografica tra le mani, sempre solo. Tra i due l’amore scoppia come una scintilla inaspettata, sorprendente. Lui la trascina nel suo universo misterioso, lei trova il modo di ricucire i pezzi della propria vita. Daniel sembra essersi materializzato dal nulla per salvarla, per portarla via sul suo cavallo bianco come un cavaliere dall’armatura scintillante. Eppure Arianna non sa che il ragazzo che le ha rubato il cuore nasconde un segreto. E che, forse, sarà lei a salvare lui. Dalla penna di un’autrice straordinaria, una storia romantica e indimenticabile sull’amore e sulle seconde possibilità. Quelle che la vita ci regala, sempre e comunque.

A diciotto anni, l’amore può cambiare tutto. In un solo, indimenticabile istante.

Recensione:

Buongiorno Dame,

è con enorme piacere che oggi vi parlo dell’ultimo nato in casa Parenti: Un intero attimo di beatitudine, uscito il 26 marzo scorso grazie alla DeaPlaneta.

Bene. Vi ho messo la scheda tecnica, la sinossi… e mo’?

Ho tanti pensieri che mi frullano per la testa, cercherò di metterli in fila e dar loro un senso.

Sapete, era da tantissimo tempo che un libro non catturava il mio interesse fin dalle primissime parole. E più andavo avanti più le emozioni mi stringevano nelle loro spire. E quando un libro mi fa questo effetto, ho sempre paura di non riuscire a mettere nero su bianco tutte le mie sensazioni; spesso temo di non essere in grado di valorizzarlo come meriterebbe. Proviamoci.

Innanzitutto, vorrei attirare la vostra attenzione sul genere in cui l’ho collocato. Narrativa, sì. Qualcuno potrebbe obiettare facendomi notare di aver commesso un errore, quindi voglio giustificare la mia scelta in tal senso: è vero che l’età dei protagonisti potrebbe rimandare a uno Young Adult. Be’, per me è riduttivo per le tematiche trattate. Questo libro racchiude un pezzettino di ciascuno di noi, parla a tutti i lettori indistintamente. Di cosa parla questo libro? Di amore, dolore, speranza, cambiamento, crescita personale, bellezza, semplicità. In una parola: vita.

Oh well, whatever, never mind – oh be’, comunque, non importa. Questo è il mantra di Arianna, Testa Rossa.

Ora, riavvolgete il nastro della memoria e tornate al periodo della vostra adolescenza. Quante volte tutte noi abbiamo pronunciato una frase dal significato simile?

Non fa niente.

Nulla di più falso.

Importa, importa eccome, invece.

Importa sempre.

Gli adolescenti vengono sempre dipinti come menefreghisti; sembra che qualsiasi cosa si dica loro gli scivoli addosso quando, al contrario, si crea un buco nel petto. Si fa finta di niente perché esiste questa strana convinzione che bisogna sempre farsi vedere forti, indistruttibili mentre invece si vorrebbe solo urlare la propria rabbia, il proprio dolore.

E Arianna lo fa, a modo suo. La sua vita muta quando il padre, un eroe ai suoi occhi, abbandona il tetto coniugale.

“Quando i ragazzi mi cercano, mi stringono o mi toccano, mi sento grande, forte, praticamente invincibile. Il loro desiderio è la mia linfa, mi riempie. So bene cosa si dice in giro di me e non me la prendo, è solo la reputazione che mi merito. Piaccio ai ragazzi, è indubbio. A piacergli però è solo il mio aspetto perché nessuno ha mai visto davvero cosa si nasconde dietro questa cascata di capelli rossi. Forse, non l’ho mai visto nemmeno io. Non so cosa si muova dentro di me, ma di sicuro so che non deve essere niente di buono. Perché una bella persona non si abbandona come spazzatura.”

Arianna abbandona la sua migliore amica; entra in una compagnia sbagliata dove vengono commesse azioni a volte al limite del legale; si concede ai ragazzi con estrema facilità. Ma sarà davvero così?

Non è difficile comprendere il suo comportamento. Sì, certo, c’è spirito di emulazione, la voglia di essere omologati agli altri e far parte di un branco perché la diversità allontana. Ma questa sarebbe una lettura estremamente superficiale. Dentro Arianna c’è una voce che strepita per essere ascoltata. Desidera con tutta se stessa che qualcuno si accorga davvero di lei, che capisca la sua essenza. Vuole qualcuno che ci sia, che le dia fiducia e che la ami, in sostanza.

Tutto cambia quando viene bocciata e la madre la spedisce a lavorare come cameriera in un bar. E qui fa la conoscenza del ragazzo della fontana, Daniel. Cuore matto.

Se Arianna è sempre pronta al divertimento, spigliata, a volte sbruffona, a volte con la battuta irriverente sempre pronta, Daniel è l’esatto contrario. Se ne sta sempre sulle sue, con un libro in mano e la sua inseparabile macchina fotografica. Fra di loro si instaura un legame silenzioso: ogni sera, Daniel le lascia sul tavolino una foto con il relativo titolo.

“Quel ragazzo non mi ha mai neanche sfiorata, non ho mai sentito nemmeno il suono della sua voce, ma mi sembra di comunicare con lui più che con chiunque altro. Il silenzio è il nostro unico contatto, lo sguardo il solo filo che ci lega. I suoi occhi mi parlano in una lingua sconosciuta che solo il mio cuore sembra comprendere.”

Trovo particolarmente azzeccata la scelta della macchina fotografica per diversi motivi e ritengo che tutto ruoti intorno a questo dettaglio. Primo fra tutti, siamo in un’era prettamente social in cui Instagram e Facebook la fanno da padrone, ma sul serio raccontano chi siamo? Io sono sempre più convinta di no. Sui social facciamo vedere solo ciò che vogliamo far vedere, tenendo la parte più intima per noi e le persone più care. In più, volete mettere la bellezza di una foto scattata alla vecchia maniera con i selfie ritoccati con infiniti filtri? Snaturano e basta. Pura finzione.

Ed è questo che Daniel fa con Arianna. Se prima la vita della nostra Testa Rossa era completamente sfuocata, con l’arrivo di Daniel viene messa a fuoco. È zoomata, nitida. Perché Daniel la sa leggere, la vede nel profondo, non si ferma a pelo d’acqua. Daniel è un ragazzino speciale, un piccolo grande uomo che continuerà a lungo a vivere dentro di me. Fa una cosa che non siamo più abituati a fare. Osservare. Al giorno d’oggi viviamo perennemente con il cellulare in mano testimoniando con miriadi di foto ogni momento della giornata, e appena accade qualcosa tutti pronti a giudicare, a puntare il dito, criticare. Ci avete fatto caso? Quante volte si tenta di andare oltre per comprendere?

Ma parlavamo di focalizzare. Estendiamo questo concetto anche alla vita stessa. Quante volte è capitato di avere un’idea distorta della realtà? Molto spesso ci si innamora non della cosa in sé, ma dell’idea che di essa ci siamo fatti. Ci illudiamo di sapere sempre tutto, ma poi quando si scava a fondo si scopre che quell’idea che avevamo in testa era per l’appunto solo un’idea. Perché fa meno male, perché ci appare più bella, per un meccanismo di autodifesa, forse. Ancora una volta, impariamo ad andare oltre, a essere onesti con noi stessi e gli altri e a essere più comprensivi. Allarghiamo i nostri orizzonti oltre al nostro piccolo orticello personale.

Daniel non fa semplici foto, lui cattura la vita. «Quali sono le cose per cui vale la pena vivere, secondo te?»

Daniel le insegna la vera bellezza. E dove risiede la bellezza se non nella semplicità? La bellezza non sta mai nelle cose materiali, ma nelle piccole cose che non hanno un valore economico. È la bellezza che ci rapisce: la moltitudine di colori di un tramonto, un abbraccio, una telefonata con una  cara amica. È la bellezza che dona forza e speranza e sta solo a noi trovarla, abbandonando per un attimo la vita frenetica moderna. Ed è proprio qui che prende vita l’attimo di beatitudine. Sono istanti, momenti, frazioni di secondo in cui tutto sembra perfetto, in cui siamo in pace con noi stessi e col mondo perché siamo dove vogliamo stare con chi vogliamo stare. Per Arianna e Daniel è il filo rosso che si srotola nella comunicazione fra due giovani pieni di passione, che hanno fame di vivere e si interrogano continuamente su cosa essa sia davvero. Sono attimi brevi ma allo stesso tempo eterni, una parte di loro stessi che abbraccerebbero sempre e che hanno più valore di una vita intera.

Arianna e Daniel sono due piccole stelle che brillano di luce propria. Due ragazzi che si prendono per mano e si salvano a vicenda. E mi piace pensare che anche se biologicamente è impossibile, due cuori innamorati possono allungarsi e toccarsi a vicenda. E perché no, diventare uno solo e battere allo stesso ritmo. Durante la lettura, combattevano dentro di me due sensazioni contrastanti: da un lato il desiderio che mi spingeva a voltare pagina, dall’altro è stato inevitabile posare il tablet a intervalli più o meno regolari. L’emozione di leggere di un amore così grande e puro era talmente grande che mi sopraffaceva.

C’è un motivo se Daniel si trova nello stesso luogo di Arianna che non vi svelerò. Vi dico questo, però: tutto cambia di prospettiva quando un evento ci travolge. E vi posso testimoniare che è assolutamente vero. Ci sono accadimenti che cambiano la vita e ci fanno capire ciò che è davvero importante; cambiano le priorità,tagliano il superfluo e si modifica la scala di valori. La vita è un dono preziosissimo, un soffio, e va vissuta senza rimpianti. Non dimenticate mai di dire alle persone a voi care quanto le volete bene, non arrabbiatevi per motivi futili e soprattutto spegnete quei benedetti social. La vita vera è altrove.

Non posso spoilerare, ma ci tengo a ringraziare personalmente l’autrice per aver dato voce a Daniel. Lei capirà cosa intendo.

In genere, quando recensisco, sono abituata a fare l’analisi del testo: punti di forza, di debolezza, personaggi, ambientazione, forma, lessico ecc.

Qui non c’è nulla da analizzare. È un libro di una bellezza disarmante come la bellezza che ci racconta. Non c’è una parola, una virgola fuori posto. Perfetto. Qualcuno di più importante di me diceva che quando si apre un foglio bianco di Word tutto deve avere motivo di esistere. Qui è così e raramente mi capita di affermare questo, anche quando parlo delle autrici che amo e seguo da tempo.

Una cosa ci tengo a dire, però. Nel testo vengono citate molte poesie di Emily Dickinson. Be’, devo dire che si amalgamano e si sposano perfettamente col testo. Dirò di più. Lo stile della Parenti combacia con  quello della Poetessa. Entrambe hanno una capacità espressiva fortemente intimistica, danno voce a un’interiorità dotata di una profonda e spiccata sensibilità. Entrambe utilizzano termini semplici associati in maniera brillante. Ed è anche questa la meraviglia di questo libro. Ogni parola, seppur semplice, è scelta con cura e buca la pagina colpendo il lettore lasciandolo inebetito e inerme.

Bene, Dame, chissà se sono riuscita nel mio intento. Credo proprio di no, però fidatevi. Leggetelo. Ah, quasi dimenticavo. Armatevi di una scatola di kleenex. Vi sfido a rimanere indifferenti di fronte a questa storia. La storia di Arianna e Daniel, la storia di tutti noi, la storia della vita.

Alla prossima,

Francesca

STORIA