Cari amici delle spezie oggi vi parlo di “Se stiamo insieme ci sarà un perché”,secondo romanzo pubblicato in Italia dell’autrice Daniela Sacerdoti.Una ghost story ambientata nelle Highlands scozzesi che vi stupirà.Venite a leggere.
Titolo:Se stiamo insieme ci sarà un perché
Autrice:Daniela Sacerdoti
Editore:Newton e Compton
Data pubblicazione:5 marzo 2015
TRAMA
La vita di Inary Monteith è a una svolta cruciale. Dopo aver passato la notte con Alex, il suo migliore amico, lei gli ha spezzato il cuore dicendogli che è stato un errore. Quella stessa mattina, poi, una terribile telefonata le impone di lasciare Londra per tornare in tutta fretta dalla sua famiglia, nelle Highland…s scozzesi: la sorella minore, malata da tempo, è peggiorata improvvisamente. Il ritorno nella terra d’origine segnerà per Inary un imprevisto momento di riflessione sul passato e su quello che desidera dal futuro. Oltre alle precarie condizioni di salute della sorella, infatti, dovrà confrontarsi con un fratello ostile, un ex fidanzato con cui non vuole più avere niente a che fare, i suoi contrastanti sentimenti per Alex e un affascinante ragazzo americano incontrato da poco. Inoltre, si troverà a dover gestire uno strano dono che credeva di aver perso per sempre – un sesto senso che da secoli attraversa le generazioni e caratterizza molte donne della sua famiglia. E quando una voce dal passato le chiede con insistenza di essere ascoltata, Inary scoprirà un mistero che dovrà necessariamente svelare, se vorrà tornare a essere libera e felice.
RECENSIONE
Prima di passare alla recensione del libro,voglio esprimere il mio disappunto circa la scelta inappropriata della cover e del titolo.L’immagine di copertina che mostra una coppia di ragazzi intenti ad amoreggiare sullo sfondo di una grande città,é lontana mille miglia dalla descrizione fisica dei protagonisti del libro(lei rossa,lui moro/lei 26 anni,lui 31).Inoltre il titolo é troppo lungo,insolito (parole di una canzone di Cocciante?) e fuorviante per il lettore,perché dà l’idea che si tratti di un pink romance quando in realtà é più vicino al genere paranormal.
Chiusa questa piccola parentesi,passo ad analizzare questa ghost story per la quale non avrei potuto immaginare un’ambientazione diversa dalla Scozia.
Di origini scozzesi Inary,un’aspirante scrittrice ventiseienne, vive da alcuni anni a Londra dove condivide un appartamento insieme alla sua amica Lesley.E’ bloccata sia sul piano creativo che su quello affettivo:pur lavorando da anni a Cassandra,romanzo sui licantropi,non riesce mai a concluderlo. Frequenta Alex,un fotografo free lance segretamente innamorato di lei, ma benché provi per lui una profonda attrazione,non riesce a lasciarsi andare per paura di una nuova delusione.
Non é disposta a permettere all’amore di far capolino di nuovo nel suo cuore ma una notte,in un attimo di follia,cede all’istinto e passa la notte con Alex salvo poi pentirsene ed etichettarla come sbaglio,il giorno dopo:
«È stato uno sbaglio», gli dissi senza voltarmi, prima che potesse dirlo lui, in quello stesso istante, o la settimana successiva, o dopo sei mesi. Perché sapevo che prima o poi lo avrebbe detto. «Mi dispiace, Alex», cominciai,ogni parola che gocciolava come sangue sulla sua bella moquette color crema.
L’aggravarsi delle condizioni di salute di sua sorella Emily la porta ad allontanarsi dal caos londinese e a ritornare in Scozia,a Glen Avich,il paese da cui era scappata qualche anno prima,dopo essere stata piantata a pochi mesi dal matrimonio. Il cielo plumbeo,le colline ventose,il lago dalle acque profonde e scure e le brughiere di Glen Avich,sono ciò che osserva Inary,tornata dopo tanti anni a casa,per stare vicino a sua sorella Emily,gravemente malata e prossima alla morte.
La morte di Emily e l’astio che suo fratello Logan prova nei suoi confronti gettano Inary nello sconforto.La giovane é sopraffatta,svuotata da questa morte e a causa dello shock perde anche la voce.
La perdita della parola,cioè della capacità/possibilità di comunicare con i Vivi, la porta a riacquisire il dono ereditato dai McCrimmon che aveva perduto 13 anni prima:comunicare con i defunti.
E poi accadde.I capelli mi si rizzarono sulla nuca e sentii un formicolio alle braccia e alle gambe, un debole, dolce brusio nelleorecchie. Un gelo strano, innaturale mi avvolse le spalle, e d’un tratto seppi che
non ero sola – c’era qualcuno dietro di me. Mi voltai piano, tremante, e fu allora che la vidi, seduta alla mia toletta. Battei le palpebre nell’oscurità,lo sguardo fisso su quell’ombra. Cercai di rimanere assolutamente muta e immobile, trattenendo il fiato.
Emily?
La chiamami nel mio cuore, la chiamai più e più volte, desiderando che
quella sagoma prendesse forma,desiderando che quella figura muta e
sottile si voltasse e mi mostrasse il suo viso, il suo amato viso. Ma non accadde.I contorni cominciarono a sbiadire velocemente, e prima che me ne accorgessi era andata via.
Non é Emily lo spirito inquieto che la viene a trovare ma Mary Gibson,una giovane donna vissuta ai primi del Novecento.
In un primo momento Inary non capisce cosa voglia da lei,né il senso delle sue apparizioni,ragion per cui comincia un lavoro di ricerca sul passato di questa donna.
Ciò che scopre é sconvolgente:Mary é legata a un altro spirito che l’aveva tormentata tredici anni prima ripetendole in continuazione le parole:
Mi hanno lasciata sola.
Ho freddo.
Voglio andare a casa.
Questo spirito é ritornato e attenta alla sua vita varie volte alla sua vita.
In questa parte del romanzo c’è un rimando se non delle vere e proprie citazioni alla poesia Hallaig di Sorley Mc Lean nonché al film The Ring.
Rose però,contrariamente a Samara la bambina di The Ring, é uno spirito buono,che usa Inary affinché la aiuti a “tornare a casa”.
L’esperienza extrasensoriale é un dono prezioso che Inary mette a disposizione degli spiriti,ma allo stesso tempo la arricchisce profondamente insegnandole il senso della vita e della morte e a non perdere di vista la felicità,l’amore e le piccole gioie della vita.
Dal mio punto di vista il titolo originale Take me home(portami a casa) ha un doppio significato:da un lato sono le parole che Rose sussurra a Inary,dall’altro indicano la voglia di Inary di tornare a Glen Avich(casa),l’unico luogo in cui é possibile ritrovare se stessi,le proprie radici e dare un senso alla propria vita.
Il ritorno a casa cambierà profondamente la vita di Inary,riempiendo i suoi vuoti e cancellando per sempre le sue insicurezze.
Questo é il secondo libro che leggo di Daniela Sacerdoti,autrice napoletana ma residente da anni in Scozia,e ciò che mi ha più colpito é l’amore che si percepisce verso quei luoghi magici in cui i Vivi e fantasmi convivono pacificamente,dove il silenzio induce alla riflessione e alla ricerca di se stessi.
I fantasmi non fanno paura ma sono i nostri avi,custodi di un passato a cui é indispensabile guardare per costruire il futuro.
I protagonisti dei suoi libri sono legati a Glen Avich e non potrebbero vivere in un altro luogo;sono persone semplici ma dotate di una grande forza che solo l’appartenenza a una terra selvaggia e incantevole come la Scozia può dare.
Un romanzo accattivante e dallo stile scorrevole;un genere diverso dal solito,a metà strada tra il paranormal e la fiaba che mi auguro arrivi al cuore di tanti lettori.
Consigliato
Alla prossima!
Vanilla
Daniela Sacerdoti
Pronipote del celebre scrittore Carlo Levi, è nata a Napoli ed è cresciuta in Piemonte, ma durante gli ultimi dieci anni ha vissuto in Scozia. È laureata in Lettere classiche ed è stata insegnante di italiano, latino e greco. Scrive sia in italiano che in inglese. La Newton Compton ha pubblicato Ho bisogno di te, suo romanzo d’esordio, che è stato bestseller in Inghilterra, e Se stiamo insieme ci sarà un perché. Per saperne di più, visitate il sito www.danielasacerdoti.com o seguitela su Facebook (Daniela Sacerdoti) e su Twitter (@danisacerdoti).