Sinossi
In una Venezia fiera della propria identità, due destini si intrecciano fra passione e sentimento, sfidando ogni convenzione. Questa è la storia di un amore che esaudisce ogni promessa, un racconto nel tempo ma senza tempo che si dipana, avvincendo chi legge di emozioni contrastanti: due fratelli, un segreto nel passato di uno dei due, una donna intrappolata dalle consuetudini e un atroce inganno per soddisfare la brama di potere di un uomo senza scrupoli.
qualche riflessione
Una preziosità del linguaggio ricercatissima è probabilmente la caratteristica stilistica di questa autrice ed è anche piacevole e adeguata ad un contesto magico come quello degli ultimi bagliori del Settecento veneziano. C’è il rischio, tuttavia, che questa ricchezza di aggettivazione diventi ridondanza e che la magia rococò di questo lessico generoso diventi manierismo, rendendo più lenta la lettura. È un eccesso nello stile che sembra tuttavia tradire una grande energia e passionalità creativa, il ritmo narrativo potrebbe però giovare enormemente di uno snellimento linguistico, rifacendosi magari alle atmosfere lagunari delicate ed evanescenti di una Venezia sfuggente e misteriosa, che non ha solo broccati d’oro e trine damascate ma anche vedutismo e “attimi fuggenti”. Una lingua quindi snellita, privata degli eccessi, che mantenga il suo registro ma magari faccia affidamento su figure retoriche di suono e di immagine per suggestionare, puntando non sulla quantità ma sulla qualità delle note descrittive. Concentrando in un’unica parola o immagine l’espressione di una percezione forte delle emozioni e del sentimento, che sicuramente appartiene all’autrice.
È infatti una storia che rispecchia fedelmente l’autrice e il suo modo appassionato e totalizzante di raccontare: l’amore e la passione, l’orgoglio e la magnanimità, l’ambizione e il senso dell’onore.
Una carica fortissima affidata innanzitutto al protagonista maschile che ha il carisma della nobiltà di sangue e il fascino della provocazione
Un “fascino irrequieto” per usare una felice espressione (direi perfetta così, incisiva e mirata), una bellezza spregiudicata e impudente che ha infranto molte speranze e spezzato molti cuori.
«Tutte vorrebbero infilarsi nel suo letto e, a quanto pare, il bel Thomàs non dice di no a nessuna, ma al loro risveglio Puff! Lui non c’è più. Se ne va nel cuore della notte come un ladro di cuori. Ti basterà vederli per capire chi dei due è il fratello dannato.» Elena rimase immobile, intorpidita da quelle parole che accendevano lo sdegno, ma anche la voglia di saperne di più.
Di questo fascino irrequieto ne è vittima anche la bella protagonista Elena, catturata dalle promesse tacite di un incontro fatale
Elena ha uno charme inquieto, sempre sospeso tra innocente purezza e sensualità a stento trattenuta. Il rango e la convenienza sociale le impongono un matrimonio.
Il marito che suo padre le aveva scelto avrebbe potuto fare una differenza enorme nella sua esistenza. Avrebbe stabilito il confine fra felicità e rassegnazione. Fra l’ambizione di sentirsi completa o di vivere eternamente a metà.
Suo malgrado, diventa una pedina sulla scacchiera politica del Patriziato veneziano, protagonista di un vantaggioso accordo, comparsa del suo destino. Come donna, come nobile, sa che ci sono doveri familiari e interessi ad alto rischio, mentre l’ ombra di Napoleone si allunga, grave, sulla Serenissima.
L’ amore è un incantesimo potente, il desiderio è la forza del suo sortilegio, così la passione consuma qualsiasi remora. Thomàs vuole Elena in ogni modo, perché nei suoi occhi ha visto che gli appartiene, ha riconosciuto lo stesso fuoco che accende il suo sguardo.
Ci troviamo tuttavia in un triangolo vero e proprio, appassionato e intrigante. Gli occhi verdi di Elena hanno sedotto anche l’austero e misterioso fratello di Thomàs, il primogenito Alan,cui è promessa Elena
Le afferrò un braccio avvicinandola a sé. «Non fuggite, Elena» disse a un soffio dalle sue labbra. «Perché se la cosa si fa interessante per me, e lo è già, non potrete andare da nessuna parte. Quello sguardo, quello che vedo nei vostri occhi, persa dietro a questo misterioso pensiero, un giorno sarà per me.»
Ben sviluppato il rapporto conflittuale tra fratelli, la competizione latente cresce sotto l’affetto sincero, mentre si allontanano inesorabilmente e ne prendono coscienza. In una lunga cavalcata o in un dialogo tesissimo, durante una notte piovosa, in biblioteca, in cui i due fratelli si misurano masticando rancore e rivalità.
Le madri sono personaggi interessanti, dal tenero calore umano, a loro è riservata un’attenzione speciale: sono grandi donne di fronte a uomini piccoli, schiacciati dall’ambizione e dal vizio, vittime della carne e del potere. Sono regine del cuore e degli affetti. La madre di Elena concederà alla figlia un po’di tempo e tanta comprensione per ponderare il sentimento che agita il suo cuore, la madre dei fratelli Ranieri mostra grandezza d’animo
«Il mio cuore è diviso in due, figlio mio, ma le parti sono perfettamente uguali. Non spezzarlo. Non distruggermi con la tua indifferenza e non abbatterti.
Thomàs si sente sospeso, inopportuno e ingiusto, senza passato e senza futuro. Eppure proprio quando il destino lo spoglia delle certezze, la passione e la devozione di Elena lo avvolgeranno in un desiderio proibito .
Occhi dentro occhi, capì che il suo posto nel mondo non era che una scomoda poltrona assegnatela dal destino. La sua testa sarebbe andata sempre verso di lui, e il cuore aveva già preso la sua strada.
Un istante rubato, un’emozione sottratta al destino segnato, un peccato d’amore da dover pagare, la felicità da scontare a caro prezzo. Col sangue e con il disonore. Sangue macchiato, sangue versato.
Quanto coraggio c’è nel cuore di una giovane nobildonna dagli occhi verdi colmi di stupore? Quanto è labile il confine tra odio e amore? Quanto distanza c’è da colmare tra il rancore e la vergogna? L’amore è una promessa ma anche sacrificio.
«Ancora il mio nome. Dillo, Elena! Voglio sentirti dire a chi appartieni. Dimmi che sei mia… che non potrebbe esistere nessun altro. Chiedimi cosa vuoi, e io te lo darò.»
«Il tuo cuore» urlò lei ormai troppo vicina all’oblio per ragionare ancora.
La storia di due anime ribelli, due spiriti indomiti che trovano riposo solo insieme.
Apprezzabile la misura con cui l’autrice si è accostata al genere storico, una scelta sempre ambiziosa e impegnativa, perché richiede un’ attenzione continua alla riproduzione del contesto storico-culturale. Una realtà, in cui calare i personaggi, che condiziona i gesti, i pensieri e le parole di ogni personaggio.
Un personale augurio all’autrice è quello di rinnovare la prudenza nell’accostarsi alla materia ma di osare un po’ di più nell’ambientazione di genere. Per farne qualcosa di più profondo, non solo una patina o un fondale. Consiglio all’autrice non solo di far passeggiare nella storia i suoi personaggi ma di immergerli completamente in quel momento, in modo tale che acquisiscano caratteri espressivi e psicologici del milieu, riflettendo nella loro personalissima esistenza gli eventi della Grande storia.
Anche la trama così potrebbe acquisire complessità maggiore, poiché già in questo testo ci sono buone intuizioni -familiarità con il Doge, esperienza napoleonica e delle repubbliche giacobine- e conseguente valore aggiunto.
Contenendo la carica di pathos nei personaggi, potrebbe raggiungere misura stilistica e una compostezza forse più affascinante, riversando invece l’enfasi nella drammatizzazione della trama. Chissà, magari approfondendo la storia del tormentato fratello dall’anima oscura…le storie di riscatto e di redenzione delle anime nere sono irresistibili. E io aspetto una nuova storia narrata da questa autrice piena di passione.
Saffron











