- Editore: Damster; prima edizione (20 febbraio 2015)
- Lingua: Italiano
- Genere: erotico
Le Staroccate. Sette autrici, prima di tutto amiche. Scrittrici presenti nel panorama nazionale della piccola e media editoria che decidono di dare vita a questo libro, in cui raccontano l’eros, l’amore, la passione, la libertà, la voglia di esprimersi nella propria totalità. Sette personaggi femminili, le cui storie sono legate a un filo conduttore, un elemento richiamato dal titolo – ‘Bagnami’ – che da sempre è volano di erotismo e lussuria. Non resta che scoprire di cosa si tratta. La prefazione al libro è curata da Federica D’Ascani, l’ottava amica, che è riuscita a fare il grande salto, approdando in una delle piattaforme editoriali italiane più conosciute.
Qualche riflessione
Quando si parla di complicità sono già intrigata.
Se femminile, conquistata.
Se letteraria, totalmente rapita.
Le Staroccate vi ammalieranno, vi emozioneranno e vi divertiranno. Vi stordiranno parlandovi di sensi, sospiri e emozioni. Elemento comune l’acqua. L’acqua che è femmina. Perché è l’origine della vita, cullando lo spirito prima che diventi carne. Perché è vita dalle mutevoli proprietà. Può assumere ogni forma. Può ospitare e accogliere ogni realtà.
Così la passione in questa raccolta di racconti. Prende forme diverse. A seconda della firma che racconta i riflessi della sensualità.
Il desiderio illanguidisce l’animo della protagonista del racconto di Martina Mars, Il richiamo dell’acqua. Acqua come lo specchio di un lago, quello di Bled…che accoglie un desiderio torbido sotto la superficie appena increspata. Curiosità,tradimento e poi lacrime. Che resterà poi di un amore limpido e puro?
Acqua nelle lacrime del rimorso. Per un tradimento. Un incontro, durante un viaggio di piacere, dopo cinque anni di amore, rispetto e protezione. La curiosità e l’eccitazione, mentre scorre l’adrenalina
Eravamo uno di fronte all’altra, nell’aria solo i nostri respiri, resi pesanti dallo sforzo appena compiuto.
Mi guardò con espressione indecifrabile, poi coprì la distanza che ci separava premendomi la mano sulla nuca.
«Cosa… » mi sfuggì, ancora prima di capire quello che stava per fare.
«Keine Sorge. Ich will dich einmal nur lieben» sussurrò, prima di posare le labbra sulle mie. E in un istante persi la testa.
Quella fonte d’acqua che era stata testimone della resa ai sensi, ai brividi del desiderio poi rapidamente sostituiti da quelli provocati dalla brezza fredda e pungente come il senso di colpa e la vergogna. Perché
il mondo com’era prima non esisteva più. Avevo tradito…
una lacrima mi rigò la guancia e improvvisamente realizzai che lui non era con me, e nemmeno Andrea.
Che ne resterà di questo amore?
Lacrime ancora nel racconto di Camille Bordeaux, Lacrime dal cielo. Dal liquido della Tequila per anestetizzare un’anima irrequieta e tormentata, di una giovane protagonista che avverte la solitudine come un abbandono del fratello lontano in modo acuto. Si sente un “paradosso”:
Una pioggerellina sottile, più fastidiosa che romantica, di quelle che sembrano nebbia e alla fine bagnano fino all’osso…Come vorrei che bastasse uscire e farsi bagnare completamente per lavare via ogni pensiero, ogni dispiacere, e liberarmi di queste maledette catene che mi avvolgono
Poi le lacrime si perdono nella pioggia,come lacrime dal cielo, quando hai la tempesta nel cuore per il “protettore della sorellina scema del suo migliore amico”
L’acquazzone infuria, mi rovescia addosso tutta l’acqua del paradiso. Sbuffo, arranco sui tacchi alti e li tolgo subito.
Jona mi afferra per il gomito e blocca il mio cammino, impedendomi di proseguire.
«Sali in macchina.»”
“L’ordine è perentorio, secco, ma non mi sfiora minimamente l’implicazione del suo tono di voce. Di ubbidire, non ne ho la minima intenzione.
«Te lo scordi.»
«Ti ho detto di salire in macchina, maledizione!»
È completamente bagnato anche lui, la maglietta fradicia appiccicata alla pelle non nasconde niente del suo torace scultoreo. È imponente lì, al buio, scuro e arrabbiato.
Le distanze si colmano in un lampo mentre il cielo livido rende satura l’ aria di elettricità.
E poi…la dolcezza dell’amore e della scoperta l’uno dell’altra.
In fondo bisogna stare attenti a quel che si promette,anche da piccine…
La vita sorprende, scorre lenta e fluida, ma a volte un ritmo impetuoso degli eventi travolge le nostre esistenze…
In Ricorda di dare l’acqua alle piante di Franz Za, le terrazze indolenti romane sono lo sfondo di un racconto originalissimo. La protagonista è una donna adulta che non ha ambizioni spasmodiche a rifarsi una vita. A 45 anni, separata da tre, non sente più il bisogno di un uomo, ma con una fitta di nostalgia e serena rassegnazione si guarda indietro
Parigi. Sorrisi ripensando a quei momenti e ai miei due grandi amori che adesso erano insieme nella città che mi aveva tanto cambiata, che mi aveva trasformata da bambina a donna, forse un po’ troppo presto
Distratta dalla malinconia nell’afoso pomeriggio romano, continua a bagnarsi con il tubo della doccia ospite per caso della figlia. Di fronte a un vicino, per caso. Sfacciato, dal riso sardonico è terribilmente sexy
…mi innervosiva. Mi guardava in un modo penetrante e insistente…
«Ho trent’anni» mi sussurrò nell’orecchio «e ho voglia di toccarti, sei bellissima.»
Mi fissò negli occhi, senza aggiungere altro. Indietreggiai mentre lui continuava ad avanzare verso di me.
Ospite per caso,un vicino per caso…e una donna ricomincia ad amare,a vivere.Con la splendida capacità femminile di rigenerare lo spirito,di reinventarsi giorno per giorno. La forza vera delle donne, quasi sorgenti inesauribili di amore.
L’amore sincero, puro. Come quello che rincorre la protagonista de Il diavolo e l’acqua santa di Itacchiaspillo. Il proibito,l’inaspettato…Senza facile morbosità,solo passione.
E un finale delizioso…
Un matrimonio da affrontare, con il fidanzato davanti all’altare, con gli occhi che dicono “ti aspettavo”.” Un uomo “BOT trentennale, testa sulle spalle, anche se la protagonista ha conosciuto la vera passione, anche se non con lui.
Galeotta una battaglia di bombe/palloncini ad acqua, l’innocenza si trasforma in peccato:
Poi lui mi raggiunse e caddi rovinosamente a terra, trascinandomelo dietro.
«Ti ho preso» mi sussurrò all’orecchio, mentre sentivo tutto il suo peso sulla mia schiena. Non mi dispiaceva affatto sentirmelo addosso, avvertire il contatto dei nostri vestiti bagnati e il suo fiato corto sul collo…Ci sorprese una pioggia fredda e inaspettata e, superato lo sbigottimento iniziale, corremmo verso la vecchia villa.Entrammo di corsa, ridendo e in affanno, tenendo in mano l’attrezzatura e cercando di fare in fretta per infradiciarci il meno possibile.
«Oggi è giornata bagnata» mi disse quando fummo dentro il grande ingresso.
Un peccato. Un errore. Uno sbaglio.
E a ripeterlo?
E intanto piove su questo matrimonio spento. Piove.
“Sposa bagnata…” e fortunata sì, perché la protagonista sceglie se stessa.
Un finale delizioso, pagine calde e belle, puro piacere e un messaggio sottile di libertà.
Acqua che culla e nasconde in una cornice ghiacciata e incantevole. Brividi di desiderio,complicità assoluta di una coppia di amanti in Neve di fuoco di Ashara Amati.
Un ossimoro forte riflette il titolo, come ruvido è lo stile dell’autrice, intenso e diretto. Un viaggio in moto, espressione compiuta della libertà e dell’abbandono, diventa l’occasione di esplorarsi come amanti curiosi, anche per una coppia rodata. La protagonista cede al familiare calore di un corpo venerato, al senso di appartenenza di un abbraccio, al calore segreto di uno sguardo azzurro e limpido, chiaro e sempre severo, glaciale a chi non lo conosce.
Perché la fiducia e la complicità sono i più potenti afrodisiaci…
Ero lì, accoccolata e contenta a bermi tranquillamente il calore del sole quando il tocco delle sue dita sulla mia mano cambiò. Dopo averle districate dalle mie, Danilo prese a farle scorrere leggere sul palmo della mia mano.Una sensazione deliziosa mi pervase, stuzzicante.
Perfetta essenza dell’erotismo. Avrei potuto scegliere stralci bollenti ma forse queste rendono giustizia al racconto. Le parole, se ben narrate, si infuocano e rendono intenso anche un lieve gesto, caricandolo di sensualità.
Eros e sentimento creano atmosfere speciali, una corrente sotterranea fortissima di emozioni e desideri.
In Umido desiderio di Antonella Aigle, la protagonista è in un giorno in caduta libera, difficile
Lacrime calde e silenziose mi rigano le guance colorate dal sole di questo luglio incantevole e, portandomi una mano alla bocca, cerco di ritrovare un contegno che so di non avere
E’ difficile condividere il disagio, perfino con le persone più vicine eppure la protagonista sente che lui lo sa, sa sempre quello di cui ho bisogno. Solo le sue mani forti, di uomo di fatica che ancora guarda il mondo con i suoi occhi trasparenti e ne gode. Nonostante tutto possono lavare via il malessere e l’inquietudine.
Un racconto che con tinte forti e intense racconta l’unicità di un legame, indissolubile. Lacci stretti al cuore ,il desiderio alimentato dalla lontananza.
Frizzante, impertinente e vivace, la narrazione di Bagnata ma ribelle di Rosa Boccadi. E ora…devo sforzarmi per non parlarvi del finale FANTASTICO, come un getto d’acqua fresca sulla pelle infuocata! Allora vi presento un assaggio di questa anima irrequieta che dalla festa di mezza estate al circolo di equitazione, quasi l’equivalente del ballo delle debuttanti, scalpita per mordere la vita. Ha sete di emozioni e vuole assaporare tutti gli aspetti della maturità. Irrequietezza, ribellione e curiosità, si mescolano di fronte alle sfumature più oscure della passione
In preda alla trepidazione, di fronte ad un sogno erotico che ha l’aspetto di un angelo nero, che si manifesta arrogante ed esigente fino a svanire…
Schiacciato da un’amazzone ribelle.
Il genere erotico non è per tutti, queste autrici incredibilmente talentuose lo interpretano con naturalezza, unite dalla complicità e dalla bravura.
Una antologia della passione originale, scritta benissimo, piacevolissima.
Preziosa. Come solo le donne, se complici, possono.
Da avere in libreria.
Saffron