A me l’onere e l’onore

di proporvi la rubrica-sfida “EVERGREEN”.

Parleremo di classici intramontabili, perennemente attuali, perché la forza di una storia, di un libro, di un personaggio, sta nello scrollarsi la polvere e attraversare gli anni e i chilometri.

Proverò a presentarvi un testo come se fosse una new entry da scaricare sul vostro reader o meglio, da prenotare in cartaceo per averla tra i volumi più cari della vostra libreria.

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Sinossi

“‘Ah, se mi amasse per otto giorni, solo otto giorni,’ pensava Julien, ‘morirei di felicità’”

La bruciante e tragica ascesa di Julien Sorel, giovane avventuroso, romantico e calcolatore, nella Francia della Restaurazione. Il protagonista del più celebre romanzo dello scrittore francese sfida se stesso e la società che vorrebbe conquistare: i suoi amori travolgenti e la sua arida sete di potere, che di volta in volta gli consentono di affermarsi e lo portano alla distruzione, sono i segni distintivi di una letteratura che è riuscita a misurarsi con le più profonde e misteriose contraddizioni del cuore umano. Una nuova traduzione per uno dei romanzi ottocenteschi più amati e letti, storia di un’ambizione e di un amore che portano il giovane protagonista alla rovina, dopo averlo esaltato fino alle stelle.

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Era uno strano essere, quasi sempre in tempesta.

Difficile poter aggiungere qualcosa a un classico come Il rosso e il nero. È un “classico” nel senso di punto di riferimento del nostro bagaglio culturale e “classico” nel senso di intramontabile, sempre attuale, un libro che non deve mancare nella nostra memoria e nella nostra libreria. 

Uno di quei testi da prendere e riprendere in diversi momenti della nostra vita perché ogni volta che si aprirà troveremo un nuovo significato, una nuova emozione e -perché no- ritroveremo un po’ di noi stessi, nelle diverse stagioni della vita. O qualcosa che abbiamo perduto negli anni.

me il compito oggi, e il piacere, di presentarlo come se fosse una nuova uscita, come se fosse un Self publishing di un emergente che vuole provocare e fare scandalo. Si tratta di un romanzo nel vero senso della parola perciò è un caposaldo del genere eppure in esso c’è quella scintilla geniale dell’ispirazione, che mentre fonda un genere narrativo già lo sta innovando.

Un romanzo è innanzitutto una storia. Ci sono tutti gli elementi del romanzo ottocentesco: la prosa distesa, l’intreccio ampio e ben organizzato, un protagonista definito dalla scrupolosa caratterizzazione psicologica, la vicenda dei protagonisti che riflette gli eventi della “grande storia”. È quasi un romanzo di formazione (Bildungsroman),”realista”: il contatto con l’ambiente storico in cui i personaggi operano, condiziona le azioni e il pensiero, perciò la mentalità dei protagonisti e la loro storia è concepibile solo in quel milieu, in quel momento storico-culturale. Quale?

Il rosso il nero è pubblicato nel 1830, suscitando curiosità e scandalo perché l’autore rinuncia ad ambientare le vicende in un passato lontano e racconta invece la storia di uomini che appartengono al suo presente. Ciò che rende speciale questo romanzo è proprio l’impossibilità di comprenderlo se non riportandolo nella situazione storica descritta, nella società in cui i personaggi si muovono, perché il loro comportamento sarebbe incomprensibile al di fuori di questa realtà, cioè l’età napoleonica descritta nella parabola storica e morale fino all’epoca della Restaurazione. 

Eppure le emozioni e le passioni sono universali e attuali, superano i confini di  spazio e di tempo. 

L’ autore stesso spiega il titolo che potrebbe far riferimento al gioco della roulette oppure al sangue delle battaglie napoleoniche e al nero dell’età della Restaurazione, o, infine, potrebbe suggerire un’allusione alle due divise nella vita di un uomo: il nero della tonaca talare e il rosso della divisa militare. Due colori, due abiti, le due possibilità per una scalata sociale nell’epoca in cui è ambientata la storia, in una società stagnante come quella della Restaurazione.  Il romanzo nasce infatti alla vigilia della rivoluzione del luglio del 1830 e la fine drammatica e incredibilmente emozionante è ispirata ad un vero fatto di cronaca nera perseguito tragicamente nel Tribunale di Corte d’Assise  dell’ Isère, il Dipartimento d’origine dell’autore (da qui il significativo sottotitolo Cronaca).

“Eros e Thanatos”: amore e morte. Il ROSSO: Napoleone, l’ amore, lo slancio passionale, e la rivoluzione. Il NERO: la Restaurazione, la malinconia, la morte, la noia, l’ abito clericale che il protagonista indossa. Julien Sorel è come vento: imprevedibile e irrequieto, indomabile e libero. È il figlio di un artigiano che incarna l’ambizione, unita ad un carattere impulsivo e passionale, vive di desideri, sogna il riscatto, soprattutto grazie all’istruzione, per ascendere nella gerarchia sociale ed elevarsi nella realtà borghese di professionisti, avventurieri, ecclesiastici annoiati e nobili decaduti. 

Una realtà che risulta estranea al suo cuore impetuoso. 

Julien deve scegliere tra una carriera militare o clericale -due divise- e diventa il precettore dei figli del sindaco della ridente cittadina di Verrières. Entrando in contatto con il suo terribile gioco delle apparenze e il codice salottiero
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Con la sua anima di fuoco, Julien possedeva anche quella memoria stupefacente che molto spesso va unita alla stupidità.

Una curiosità…La noia era considerata un fluido NERO nella bile. Julien invece, è un’ “anima di fuoco”.
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Ciò che caratterizza le grandi passioni è l’immensità degli ostacoli da superare e l’oscura incertezza dell’evento.

Il giovane diventerà l’amante della moglie del sindaco, M.me de Rénal, una creatura magnetica e ammaliante, capace di suscitare una passione malsana, alimentata dal desiderio di rivalsa sociale. 

Dopo gli studi nel seminario di Besançon, Julien diventa il segretario del marchese de la Mole, un esponente della destra conservatrice, ed entra in contatto con la realtà della Parigi dei salotti e del perbenismo borghese. Il senso di insoddisfazione e il bisogno di libertà alimentano un senso di ribellione e di disgusto nei confronti dell’ambiente che lo circonda, ma si trova costretto a farne parte e a diventarne membro attivo per cercare la promozione sociale. La figlia del marchese Mathilde si innamora del protagonista e convince suo padre al matrimonio.

Julien diventa quindi ufficiale e signore della Vernaye.

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Due donne, due amori per il nostro protagonista: il primo è maturo, languido e oscuro, l’altro fresco cerebrale e vivace. Entrambi hanno in comune un sentimento folle che il tempo non può sopire ma che consuma la carne e divora la ragione fino a lasciare cenere nera. All’amore borghese, caldo, sensuale e materno, succede l’amore con la coetanea – quasi l’alter ego femminile di Julien- che offrirà un amore aristocratico, “freddo”, razionale e giovane, ugualmente impetuoso. Proibito e lecito. Nascosto e manifesto.

Gli eventi incalzano – una lunga missione diplomatica, il fascino dell’intrigo e del complotto, la seduzione del potere- l’ambizione logora Julien e corrode la sua rispettabilità, fino a mostrarlo come un vile arrivista.

C’è amore nel tradimento? Si può rinnegare una passione? e infine, un amore tradito e una passione rinnegata fino a che punto possono spingere la mano di un uomo?

Fino ad una conclusione degna della trama più avvincente, con una lettera di Madame che cambierà le carte in tavola e ridurrà in polvere i progetti di ascesa sociale di Julien. il giovane mediterà una vendetta crudele e appassionata, forte quanto il desiderio che lo ha legato alla ex amante e l’aspetterà in chiesa, furioso…

Non voglio spoilerare un finale conosciuto e indimenticabile, che è stato un punto di riferimento, un modello per tante altre storie, ma lasciatemi fare una menzione speciale al bacio che conclude la vicenda di Julien… non aggiungo altro.

Un’ultima riflessione sul perché questo classico sia immortale. Tutto sta nell’energia del personaggio che Stendhal ha creato, “energia” è il termine usato dall’autore per esprimere la volontà di ricerca, la ricerca della felicità, del successo, della realizzazione, come una caccia. Il protagonista infatti incarna la disillusione dello stesso autore, amareggiato dal tramonto delle speranze riposte in una figura leggendaria e carismatica come Napoleone, quindi la fine del periodo rivoluzionario, ma incarna anche la delusione dell’amore. In rapporto conflittuale con la società contemporanea: 

…un uomo infelice, in guerra contro tutta la società…non seguo la via di mezzo della vita borghese, ricerco piuttosto una certa esaltazione rivoluzionaria

Un uomo in bilico nella società in cui il sangue non è più sufficiente e l’ambizione non è abbastanza. Eppure entusiasma noi lettori del XXI secolo, perché è una provocazione: non è un protagonista esemplare e non è all’interno di un percorso di maturazione come succedeva nel tradizionale romanzo di formazione. Hanno parlato di romanzo di  “formazione incompiuta” perché Julien vede svanire i propri sogni e deve rinunciare ai propri ideali giovanili, mentre amore e morte giocano con il suo destino.

Perché leggerlo? perché è unico, perché è un punto di riferimento per comprendere “il romanzo”. Perché leggerlo oggi? Perché è una storia di passione, di illusione e di riscatto, perché ha uno stile asciutto ma incredibilmente intenso. Un romanzo che ha rivoluzionato il genere, incredibile perché esprime compiutamente l’idea del romanzo mentre la innova. Può essere compreso solo se calato in quel contesto storico-culturale eppure parla di passioni universali…
Perché…

Un romanzo è uno specchio che viene portato su una strada maestra. Ora riflette ai vostri occhi l’azzurro del cielo, ora il fango dei pantani.

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Tra le edizioni consigliate vi segnalo quella Einaudi 2005 con traduzione di Diego Valeri

Qualche riferimento bibliografico per chi volesse approfondire il genere:

A. Scaiola, Il romanzo francese dell’Ottocento, La Terza 2008

AA.VV., Il romanzo. Storia e geografia, Einaudi, in particolr modo si segnala il contributo di A.Asor Rosa

Peter Brooks, Trame. Intenzionalità e progetto nel discorso narrativo, Einaudi

Franco Moretti, Il romanzo di formazione, Einaudi

Saff