Sonja balla.
Le note del pianoforte l’accompagnano e lei volteggia leggera, tant’è che nemmeno par toccare terra mentre esegue l’ultimo en l’air con la medesima passione con cui ha già superato un adagio e il precedente arabesque.
Meravigliosa visione Ella, personificata grazia, che sfiora il parquet come maestoso cigno e pare far forza e spiccare realmente il volo, spiegando le braccia all’improvviso, quasi ora fossero coperte di candide piume e divenissero ampie ali.
«Arierre, madmoiselle. En arierre e en avant».
Stride la mia voce nell’accompagnare le movenze belle, urla la grazia nell’udire la mia intercessione.
Odio, e amore.
Sonja balla per me che istruisco il suo essere, per il pubblico che osserva ed eccita e ama, per se stessa, per la musica. Per Dio, forse.
Si libra in cielo, il volto vòlto all’infinito come a ricevere un bacio.
Il muscolo teso, il tendine del collo evidente sotto la pelle, si stende armonioso.
Accarezzo con lo sguardo la sinuosità della curva clavicoidale, la fossetta alla gola che spicca sul pallore come la macchia un pozzo infinito. Immagino dita che seguono, che disegnano, sfiorano e aggrappano i giovani seni appena accennati, i fianchi sporgenti, amabili. Ah, bicipiti forti, scolpiti nel marmo, densi come roccia e lisci come seta lucente che scintilla di sudore al bagliore del sole artificiale che la segue da presso, quasi innamorato della sua forma.
D’acciaio le membra, in un fodero di velluto.
Sinuosa figura che forma ellissi e penetra prepotente l’anima come una daga infuocata di sensualità, riversandosi nella materialità di un uomo.
«Une, deux, trois. Di nuovo, mia divina».
Ancora voci incessanti, roche, vibrano corde sotto la pelle, tiranneggiano il cuore in rapidi moti e riscaldano i lombi fin nel profondo, tanto da costringermi a nascondere l’eccitazione della sua splendida, integra visione.
Della sua impeccabile esecuzione.
Ed eccola, ancora, impegnata in un grand jeté che già solo respira di magia, e di nuovo, Sonja vola in alto, atterra dolce in bilico su un solo chiodo di piede.
E ora, infine, davvero diventa cigno. Regale, principe della vita, sovrano tra gli uccelli, di tutti il più bello.
Balla per me, mia divina: l’anima si strugge nella contemplazione della tua armonia.
Muori, cigno: ripiega le tue ali e riunisciti all’infinito.Erika Bissoli
Un gioiello per l’appuntamento #allariscopertadelleros in Harem’s group, il gruppo FB di Harem’s book. Una sfida letteraria che invita gli autori ad ideare racconti dalle tinte erotiche accese e dalla sensualità intensa MA privi di scene sessuali esplicite.
Ai lettori il compito di giudicare con un like ed esprimere la preferenza. A noi il compito di gustare questo momento speciale che Harem ha il privilegio di ospitare.
Questo brano è un sospiro, porta con sé grazia e carica erotica, fantasia e desiderio struggente.
#beoriginal #beharem #beyou
Saff